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Autore: E u r eka    08/04/2010    3 recensioni
Amava Allen, ma non poteva fare a meno di odiarlo.
Detestava Allen, ma non poteva evitarsi di desiderarne l’amore.
Era un rompicapo, un vero indovinello e a Lenalee gli enigmi non erano mai piaciuti.
[A tratti Nonsense-Lieve spoiler negli ultimi righi]
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Allen/Lenalee
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sorriso

Il sorriso dell’eroe

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"When you close your eyes and think of the “world”,
What do you see?
When I think of the "world",
I don’t see it like a map.
All I see are the faces of everyone that is a part of the organization.
When a friends of mine dies...
To me is the same as if a part of the “world” has been destroyed.
Even if the real world was saved,
If none of my friends were in it,
I would be destroyed.
So please, don’t die.
Don’t disappear again.
"

-Lenalee Lee -

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Lenalee non poteva fare a meno di amare Allen.
Ammirare il suo carattere sincero ed altruista e il fatto soprattutto che queste due qualità non fossero estremizzate a tal punto da trasformarsi in difetti come nel caso di altri.
Le piaceva perdere lo sguardo tra la folla e riuscire subito a distinguere tra tanti puntini neri e indistinti quello chiaro e luminoso del ragazzo, la chioma color neve che risultava catalizzante per i suoi occhi ed avere la stessa predisposizione ad attirare di un chiodo in prossimità di una calamita.
Era affezionata ad Allen, nello stesso modo in cui adorava ogni altro membro dell’Ordine Oscuro, eppure in modo diverso, del tutto nuovo.
Lo amava nel suo essere ingenuo e nel suo modo infantile di rapportarsi alla vita, perché era il compagno leale e amico fidato che voleva apparire e rappresentava per ognuno di loro, perché era un esorcista come lei e l’eroe che tutti stavano aspettando in quella guerra senza fine in cui si era stati invischiati per forza di cose, perché bastava scorgerne l’aspetto tranquillo e benevolo per rasserenarsi, perché capiva ciò che lei provava combattendo, le sue paure ed ansie e non la compativa, perché semplicemente..era Allen.
Sì, amava di Allen tutto questo e lo amava per tutti questi motivi eppure non poteva fare a meno di odiarlo a volte, di detestare quello stesso lato del suo carattere che l’aveva fatta innamorare.
Osservava con odio l’occhio sinistro e la cicatrice simile ad un sottile graffio rosato che gli sfregiava metà viso e che a volte, studiandolo di sbieco, pareva ridere e sbeffeggiarla derisoria simile ad un ghigno sardonico; la stella rossastra tatuata sulla fronte, quel marchio maledetto che lo vincolava in modo indissolubile al suo potere dannato e al suo destino.
Provava rancore contro quel simbolo, sua condanna e rovina, perché racchiudeva in sé tutto ciò che non sapeva di lui, il passato che gli permetteva di essere così com’era, perché costituiva tutto ciò che ignorava e che li separava irrimediabilmente, che la rendeva incapace di comprenderlo appieno e impossibile da realizzare quel desiderio di coronamento così fanciullesco e prettamente femminile. 
Odiava quel lato oscuro perché rappresentava l’ostacolo per eccellenza, la barriera che sempre li avrebbe divisi e al tempo stesso detestava se stessa per la propria incapacità, perché non riusciva ad accettarlo ed era una bugiarda e un’ipocrita dicendosi di amarlo se poi in cuor suo lo rifiutava, respingendo una parte di lui che sempre l’avrebbe accompagnato.
Amava Allen, ma non poteva fare a meno di odiarlo. Detestava Allen, ma non poteva evitarsi di desiderarne l’amore.
Era un rompicapo, un vero indovinello e a Lenalee gli enigmi non erano mai piaciuti.
Molto più piacevole, invece, era rendersi utile tentando di alleviare il dolore dei suoi amici, sgravandoli dal peso della colpa, anche se per momenti effimeri nella loro brevità, con ciò che in suo potere poteva fare per loro, offrire quella tenera premura e dolcezza piena di attenzioni, riservare loro sorrisi di comprensione e gentilezza, essere donna nel suo amore incondizionato.
Era cresciuta prima del tempo Lenalee come ogni altro lì dentro eppure anche questo era avvenuto in modo diverso e particolare.
Più di chiunque altro infatti, lei sembrava capire e quella stessa capacità di vedere e percepire che le permetteva di cogliere e intuire il dolore altrui, aumentava il proprio e si era rivelata a doppio taglio. Sopportare, oltre che supportare era diventata parola d’ordine e rassegnata, in silenzio lo tollerava, senza però accettarlo.
Non era una creatura fatta per la guerra, Komui l’aveva sempre saputo, così come aveva sempre cercato di allontanarla prima che ne fosse compromessa irrimediabilmente o che il dolore venisse inasprito anche dal rimpianto, ma era stato tutto inutile e d’altronde aveva sempre sentito quanto quei suoi tentativi fossero inutili e penosi per entrambi.
Come avrebbe potuto infatti Linalee abbandonare lui e quella che ormai considerava la propria famiglia, una nuova Casa?Veder sgretolarsi ancora una volta tra le dita la propria vita?
Lenalee era incapace di dimenticare, altresì di perdonare ed il passato avrebbe sempre costituito un fantasma che la perseguitasse assillandola, un’ombra che la sporcasse e ne rendesse opaco lo sguardo scuro.
E Komui temeva il momento in cui lei sarebbe stata costretta ad affrontarlo o peggio a vederlo ripetersi. Era terrorizzato all’idea che prima o poi lei sarebbe stata schiacciata da quel peso e di perderla, pur sapendo che questo pensiero servisse solo ad aggravare il dispiacere della sorella.
Dietro il sorriso e la maschera spensieratamente allegra che da tempo aveva deciso di indossare, Lenalee era diventata donna, sottile nella sua struggente tristezza e nella malinconia desolata, trasparente come un fiore di cristallo delicato, leggiadro ed esile nella fragilità. 
E poi, quando quella graduale metamorfosi stava pian piano raggiungendo lo stadio finale, era arrivato Allen. Era stato come una boccata d’aria, una sferzata di vento gelido dal sapore e il retrogusto di una lontana primavera e Komui aveva pensato che almeno lui potesse riuscire nel compito in cui nei panni di fratello maggiore aveva fallito miseramente.
Un mutamento era avvenuto, ma non così straordinario né palese. Lenalee era cambiata, ma in modo ancora nuovo e diverso da come si era o si sarebbe aspettato. E ora c’era una nuova sofferenza a torturarla, un dispiacere dolceamaro tangibile che non nascondeva più, né cercava di celare o negare. Aveva pianto e accolto il dolore senza dimenticare, l’aveva reso sua arma, sua forza e la battaglia non era più stata crudele distruzione, ma riparazione ai torti fatti e subiti, strumento di riscatto e redenzione, perché proteggere chi amava, lottare per chi amava, non poteva in alcun modo essere un'azione sbagliata o malvagia, o almeno non completamente.
E intanto c’era Allen, Allen ragazzo con lo sguardo di un adulto, Allen che non era più lo stesso Allen che aveva incontrato e che si allontanava sempre più da lei.
Non c’era altro tempo da dedicare alle lacrime o per lamentarsi. Era giunto il momento di combattere per se stessa e il proprio futuro, per realizzare quei suoi sogni da bambina, resistere con tutta la determinazione e la volontà per quegli occhi grigi che di giorno in giorno si facevano della consistenza del vetro e annebbiati da memorie che non gli appartenevano.
C’era una cosa, infine, che Lenalee amava e odiava di Allen più di ogni altra e questa era il suo sorriso. 
Allen sorrideva sempre, dannatamente sempre e aveva lo sguardo, oltre che il sorriso, dalla piega amara e nostalgica dei ricordi, del colore tenue e fumoso dei nontiscordardime.  
Il semplice atto del piegare le labbra pareva costargli un indicibile sforzo e lei si era domandata incessantemente perché lo facesse così spesso, pur sapendo quale sacrificio costasse e dolore procurasse.
Aveva però Allen in quel sorriso imposto e artefatto qualcosa di antico e innocente.   
Lenalee amava la sua debolezza e odiava la sua forza.
Allen combatteva per esigenza e disperazione, per fuggire dal turbinio dei propri pensieri e peccati, per non dover soffrire più, ma non per il futuro..Allen quasi non sembrava credere in un futuro, lottava con tutto se stesso per far avverare le speranze degli altri, ma non le proprie.

“Se si ha una ragione si può vivere, facendo di quella ragione il motivo di esistere...”
Aveva un sogno Allen?
Un desiderio, qualcosa per cui combattere che non fosse solo quello spirito di sacrificio e amor patriae che lo manteneva in piedi nei momenti più duri e difficili?
Allen non aveva lo sguardo fiero e orgoglioso, non era neanche senza macchie o paure, né ancora era bardato in un’armatura scintillante.
Al contrario aveva gli occhi tristi e gentili, una mano nera come la morte e un mantello logoro e sdrucito come corazza, ma possedeva quel sorriso, il sorriso.
Il sorriso dipinto nei quadri degli antenati appesi nei lunghi corridoi del castello, degli eroi più coraggiosi e valorosi, il sorriso di chi non teme nulla se non se stesso, di chi ha l’ardimento e la forza di scontrarsi ancora e ancora contro l’ombra, il sorriso capace di ammaliare ogni donna e uomo e far vibrare i cuori di muto sostegno e ammirazione, il sorriso dell’eroe.
Allen era un eroe, un eroe vero appena uscito dalle fiabe, pronto a dare tutto agli altri senza conservare nulla per sé, donare se stesso e rimanere solo e nobile, incatenato al proprio destino, a sopportare le pene dell’inferno senza una protesta e ascoltare la derisione di chi proteggeva nelle orecchie, ad affrontare la sorte e il male con il sorriso sulle labbra.
Ecco cosa amava e odiava soprattutto, la consapevolezza della sconfitta bruciante e di non poter, non essere capace di rassegnarsi, che qualunque cosa potesse fare o dire, Allen non sarebbe mai stato suo.
Allen si era consacrato alla guerra e al Bene degli altri e Lenalee non poteva smettere di amarlo né d’altronde odiarlo per questo, solo perché egoisticamente avrebbe voluto averlo tutto per sé.

"I want to become a destroyer who can save."     
Sopra ogni cosa, però, temeva che al momento del conflitto Allen scomparisse o peggio si trasformasse in un eroe nero senza sorriso.     

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*

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N/a

Vi prego non uccidetemi *si ripara con la tastiera*
Che bel modo di iniziare le note d’autore e che maniera squisitamente originale di presentarsi e far subito notare a tutti la propria vena folle,  ma su, un bel respiro e andiamo avanti, soprattutto cercando di far cogliere al lettore il senso di quel che ha appena avuto la bontà di leggere. Questa è la prima storia che presento sul fandom di D. Gray Man e vagavo qui da un bel po’ prima che l’idea spuntasse nella mia testa a mo’ di fungo.  
Sarà perché sono un essere femminista oltre ogni dire (potere alle donne XD), sarà che personalmente io gradisca la figura di Lenalee, anche Miranda ovviamente d’altronde quella donna è la mia reincarnazione cartacea, contribuirà il fatto probabilmente che ho concluso da qualche giorno di leggere le scan in inglese del manga, ma ho deciso, per vostra sfortuna, di scriverci qualcosa ed ecco quel che ne è uscito e che è..non ne ho la più pallida idea..
E’ una nonsense immagino, senza veri e propri dialoghi né parole, che segue le sensazioni di Lenalee e il filo dei suoi pensieri, naturalmente di quelli che io penso possano essere i suoi pensieri.
Credo di essermi immedesimata molto, troppo, mentre scrivevo e alla fine di aver creato più che la visione di Lenalee quella che è il mio modo di vedere il suo rapporto con Allen e la figura di Allen in generale.
Sin dall’inizio, dal primo volume (Terza Notte pagina 8, ultimo riquadro in basso a destra) http://www.onemanga.com/D.Gray-Man/3/08/, ho sempre pensato ad Allen come ad un eroe e a quel sorriso..beh non voglio ripetermi, basta leggere un po’ più in alto per avere la risposta. Non so neanche io come o perché di preciso, ma penso di essermi innamorata di quel sorriso. Amo il sorriso di Allen, ma mi sono resa conto che per Lenalee non potesse essere lo stesso, perché pur amandolo è come se le venisse brutalmente sbattuta in faccia la realtà, che tutto ciò che desidera non potrà mai avverarsi, mai essere suo, che ciò che ama potrebbe essere la ragione stessa che le farà perdere il suo mondo. Lenalee in fondo lo sa, per questo nel suo amore lo odia e ha paura. Tutti temono il futuro, ma loro in particolare devono esserne terrorizzati e Lenalee più di chiunque altro. Spero che il lieve ed implicito spoiler nell’ultimo rigo sia perciò chiaro a chi può capire e non venga frainteso dagli altri.
Penso sia tutto per il momento..se avete dubbi non esitate a fare domande, basta chiedere d’altronde ;)
Ringrazio tutte le persone che leggeranno, sperando di essere stata abbastanza chiara, cosa di cui dubito fortemente.. Un saluto signori e alla prossima!<3 

P.s.:Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen si vede che ne vado matta XD?! 

  
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