Il sorriso dell’eroe
"When
you close your eyes and think of the “world”,
What do you see?
When I think of the "world",
I don’t see it like a map.
All I see are the faces of everyone that is a part of the organization.
When a friends of mine dies...
To me is the same as if a part of the “world” has been destroyed.
Even if the real world was saved,
If none of my friends were in it,
I would be destroyed.
So
please, don’t die.
Don’t disappear again."
-Lenalee Lee -
Lenalee
non poteva fare a meno di amare Allen.
Ammirare
il suo carattere sincero ed altruista e il fatto soprattutto che queste due
qualità non fossero estremizzate a tal punto da trasformarsi in difetti come
nel caso di altri.
Le
piaceva perdere lo sguardo tra la folla e riuscire subito a distinguere tra
tanti puntini neri e indistinti quello chiaro e luminoso del ragazzo, la chioma
color neve che risultava catalizzante per i suoi occhi ed avere la stessa
predisposizione ad attirare di un chiodo in prossimità di una calamita.
Era
affezionata ad Allen, nello stesso modo in cui adorava ogni altro membro
dell’Ordine Oscuro, eppure in modo diverso, del tutto nuovo.
Lo
amava nel suo essere ingenuo e nel suo modo infantile di rapportarsi alla vita,
perché era il compagno leale e amico fidato che voleva apparire e rappresentava
per ognuno di loro, perché era un esorcista come lei e l’eroe che tutti stavano
aspettando in quella guerra senza fine in cui si era stati invischiati per
forza di cose, perché bastava scorgerne l’aspetto tranquillo e benevolo per
rasserenarsi, perché capiva ciò che lei provava combattendo, le sue paure ed
ansie e non la compativa, perché semplicemente..era
Allen.
Sì,
amava di Allen tutto questo e lo amava per tutti questi motivi eppure non
poteva fare a meno di odiarlo a volte, di detestare quello stesso lato del suo
carattere che l’aveva fatta innamorare.
Osservava
con odio l’occhio sinistro e la cicatrice simile ad un sottile graffio rosato
che gli sfregiava metà viso e che a volte, studiandolo di sbieco, pareva ridere
e sbeffeggiarla derisoria simile ad un ghigno sardonico; la stella rossastra
tatuata sulla fronte, quel marchio maledetto che lo vincolava in modo
indissolubile al suo potere dannato e al suo destino.
Provava
rancore contro quel simbolo, sua condanna e rovina, perché racchiudeva in sé tutto
ciò che non sapeva di lui, il passato che gli permetteva di essere così com’era,
perché costituiva tutto ciò che ignorava e che li separava irrimediabilmente, che
la rendeva incapace di comprenderlo appieno e impossibile da realizzare quel
desiderio di coronamento così fanciullesco e prettamente femminile.
Odiava
quel lato oscuro perché rappresentava l’ostacolo per eccellenza, la barriera
che sempre li avrebbe divisi e al tempo stesso detestava se stessa per la
propria incapacità, perché non riusciva ad accettarlo ed era una bugiarda e
un’ipocrita dicendosi di amarlo se poi in cuor suo lo rifiutava, respingendo una
parte di lui che sempre l’avrebbe accompagnato.
Amava
Allen, ma non poteva fare a meno di odiarlo. Detestava Allen, ma non poteva
evitarsi di desiderarne l’amore.
Era
un rompicapo, un vero indovinello e a Lenalee gli enigmi non erano mai
piaciuti.
Molto
più piacevole, invece, era rendersi utile tentando di alleviare il dolore dei
suoi amici, sgravandoli dal peso della colpa, anche se per momenti effimeri
nella loro brevità, con ciò che in suo potere poteva fare per loro, offrire quella
tenera premura e dolcezza piena di attenzioni, riservare loro sorrisi di
comprensione e gentilezza, essere donna nel suo amore incondizionato.
Era
cresciuta prima del tempo Lenalee come ogni altro lì dentro eppure anche questo
era avvenuto in modo diverso e particolare.
Più
di chiunque altro infatti, lei sembrava capire e quella stessa capacità di
vedere e percepire che le permetteva di cogliere e intuire il dolore altrui,
aumentava il proprio e si era rivelata a doppio taglio. Sopportare, oltre che
supportare era diventata parola d’ordine e rassegnata, in silenzio lo tollerava,
senza però accettarlo.
Non
era una creatura fatta per la guerra, Komui l’aveva sempre saputo, così come aveva
sempre cercato di allontanarla prima che ne fosse compromessa irrimediabilmente
o che il dolore venisse inasprito anche dal rimpianto, ma era stato tutto
inutile e d’altronde aveva sempre sentito quanto quei suoi tentativi fossero
inutili e penosi per entrambi.
Come
avrebbe potuto infatti Linalee abbandonare lui e quella che ormai considerava
la propria famiglia, una nuova Casa?Veder sgretolarsi ancora una volta tra le
dita la propria vita?
Lenalee
era incapace di dimenticare, altresì di perdonare ed il passato avrebbe sempre
costituito un fantasma che la perseguitasse assillandola, un’ombra che la
sporcasse e ne rendesse opaco lo sguardo scuro.
E
Komui temeva il momento in cui lei sarebbe stata costretta ad affrontarlo o
peggio a vederlo ripetersi. Era terrorizzato all’idea che prima o poi lei
sarebbe stata schiacciata da quel peso e di perderla, pur sapendo che questo pensiero
servisse solo ad aggravare il dispiacere della sorella.
Dietro
il sorriso e la maschera spensieratamente allegra che da tempo aveva deciso di
indossare, Lenalee era diventata donna, sottile nella sua struggente tristezza
e nella malinconia desolata, trasparente come un fiore di cristallo delicato,
leggiadro ed esile nella fragilità.
E
poi, quando quella graduale metamorfosi stava pian piano raggiungendo lo stadio
finale, era arrivato Allen. Era stato come una boccata d’aria, una sferzata di
vento gelido dal sapore e il retrogusto di una lontana primavera e Komui aveva
pensato che almeno lui potesse riuscire nel compito in cui nei panni di fratello
maggiore aveva fallito miseramente.
Un
mutamento era avvenuto, ma non così straordinario né palese. Lenalee era cambiata,
ma in modo ancora nuovo e diverso da come si era o si sarebbe aspettato. E ora
c’era una nuova sofferenza a torturarla, un dispiacere dolceamaro tangibile che
non nascondeva più, né cercava di celare o negare. Aveva pianto e accolto il
dolore senza dimenticare, l’aveva reso sua arma, sua forza e la battaglia non
era più stata crudele distruzione, ma riparazione ai torti fatti e subiti,
strumento di riscatto e redenzione, perché proteggere chi amava, lottare per
chi amava, non poteva in alcun modo essere un'azione sbagliata o malvagia, o
almeno non completamente.
E
intanto c’era Allen, Allen ragazzo con lo sguardo di un adulto, Allen che non
era più lo stesso Allen che aveva incontrato e che si allontanava sempre più da
lei.
Non
c’era altro tempo da dedicare alle lacrime o per lamentarsi. Era giunto il
momento di combattere per se stessa e il proprio futuro, per realizzare quei
suoi sogni da bambina, resistere con tutta la determinazione e la volontà per
quegli occhi grigi che di giorno in giorno si facevano della consistenza del
vetro e annebbiati da memorie che non gli appartenevano.
C’era
una cosa, infine, che Lenalee amava e odiava di Allen più di ogni altra e
questa era il suo sorriso.
Allen
sorrideva sempre, dannatamente sempre e aveva lo sguardo, oltre che il sorriso,
dalla piega amara e nostalgica dei ricordi, del colore tenue e fumoso dei
nontiscordardime.
Il
semplice atto del piegare le labbra pareva costargli un indicibile sforzo e lei
si era domandata incessantemente perché lo facesse così spesso, pur sapendo
quale sacrificio costasse e dolore procurasse.
Aveva
però Allen in quel sorriso imposto e artefatto qualcosa di antico e innocente.
Lenalee
amava la sua debolezza e odiava la sua forza.
Allen
combatteva per esigenza e disperazione, per fuggire dal turbinio dei propri
pensieri e peccati, per non dover soffrire più, ma non per il futuro..Allen
quasi non sembrava credere in un futuro, lottava con tutto se stesso per far
avverare le speranze degli altri, ma non le proprie.
“Se si ha una ragione si può vivere, facendo
di quella ragione il motivo di esistere...”
Aveva
un sogno Allen?
Un
desiderio, qualcosa per cui combattere che non fosse solo quello spirito di
sacrificio e amor patriae che lo manteneva in piedi nei momenti più duri e difficili?
Allen
non aveva lo sguardo fiero e orgoglioso, non era neanche senza macchie o paure,
né ancora era bardato in un’armatura scintillante.
Al
contrario aveva gli occhi tristi e gentili, una mano nera come la morte e un
mantello logoro e sdrucito come corazza, ma possedeva quel sorriso, il sorriso.
Il
sorriso dipinto nei quadri degli antenati appesi nei lunghi corridoi del
castello, degli eroi più coraggiosi e valorosi, il sorriso di chi non teme
nulla se non se stesso, di chi ha l’ardimento e la forza di scontrarsi ancora e
ancora contro l’ombra, il sorriso capace di ammaliare ogni donna e uomo e far
vibrare i cuori di muto sostegno e ammirazione, il sorriso dell’eroe.
Allen
era un eroe, un eroe vero appena uscito dalle fiabe, pronto a dare tutto agli
altri senza conservare nulla per sé, donare se stesso e rimanere solo e nobile,
incatenato al proprio destino, a sopportare le pene dell’inferno senza una
protesta e ascoltare la derisione di chi proteggeva nelle orecchie, ad
affrontare la sorte e il male con il sorriso sulle labbra.
Ecco
cosa amava e odiava soprattutto, la consapevolezza della sconfitta bruciante e
di non poter, non essere capace di rassegnarsi, che qualunque cosa potesse fare
o dire, Allen non sarebbe mai stato suo.
Allen
si era consacrato alla guerra e al Bene degli altri e Lenalee non poteva
smettere di amarlo né d’altronde odiarlo per questo, solo perché egoisticamente
avrebbe voluto averlo tutto per sé.
"I want to become a destroyer who can
save."
Sopra
ogni cosa, però, temeva che al momento del conflitto Allen scomparisse o peggio
si trasformasse in un eroe nero senza sorriso.
*
N/a
Vi prego non uccidetemi *si ripara con la tastiera*
Che bel modo di iniziare le note d’autore e che maniera
squisitamente originale di presentarsi e far subito notare a tutti la propria
vena folle, ma su, un bel respiro e
andiamo avanti, soprattutto cercando di far cogliere al lettore il senso di quel
che ha appena avuto la bontà di leggere. Questa è la prima storia che presento
sul fandom di D. Gray Man e vagavo qui da un bel po’ prima che l’idea spuntasse
nella mia testa a mo’ di fungo.
Sarà perché sono un essere femminista oltre ogni dire (potere alle
donne XD), sarà che personalmente io gradisca la figura di Lenalee, anche
Miranda ovviamente d’altronde quella donna è la mia reincarnazione cartacea, contribuirà
il fatto probabilmente che ho concluso da qualche giorno di leggere le scan in
inglese del manga, ma ho deciso, per vostra sfortuna, di scriverci qualcosa ed
ecco quel che ne è uscito e che è..non ne ho la più pallida idea..
E’ una nonsense immagino, senza veri e propri dialoghi né parole, che
segue le sensazioni di Lenalee e il filo dei suoi pensieri, naturalmente di
quelli che io penso possano essere i suoi pensieri.
Credo di essermi immedesimata molto, troppo, mentre scrivevo e
alla fine di aver creato più che la visione di Lenalee quella che è il mio modo di vedere il suo rapporto con
Allen e la figura di Allen in generale.
Sin dall’inizio, dal primo volume (Terza Notte pagina 8, ultimo riquadro
in basso a destra) http://www.onemanga.com/D.Gray-Man/3/08/,
ho sempre pensato ad Allen come ad un eroe e a quel sorriso..beh non voglio
ripetermi, basta leggere un po’ più in alto per avere la risposta. Non so
neanche io come o perché di preciso, ma penso di essermi innamorata di quel
sorriso. Amo il sorriso di Allen, ma mi sono resa conto che per Lenalee non potesse
essere lo stesso, perché pur amandolo è come se le venisse brutalmente sbattuta
in faccia la realtà, che tutto ciò che desidera non potrà mai avverarsi, mai essere
suo, che ciò che ama potrebbe essere la ragione stessa che le farà perdere il
suo mondo. Lenalee in fondo lo sa,
per questo nel suo amore lo odia e ha paura. Tutti temono il futuro, ma loro in
particolare devono esserne terrorizzati e Lenalee più di chiunque altro. Spero
che il lieve ed implicito spoiler nell’ultimo rigo sia perciò chiaro a chi può
capire e non venga frainteso dagli altri.
Penso sia tutto per il momento..se avete dubbi non esitate a fare
domande, basta chiedere d’altronde ;)
Ringrazio tutte le persone che leggeranno, sperando di essere stata
abbastanza chiara, cosa di cui dubito fortemente.. Un saluto signori e alla
prossima!<3
P.s.:Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen Allen si vede che ne vado matta XD?!