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Autore: HopeToSave    10/04/2010    2 recensioni
Linguaggio colorito, anche nella presentazione.
[...] vide una ragazza scalza coperta solo da un leggerissimo vestito che [...] rideva, rideva, rideva: rideva, puttana troia, rideva di lui, la stronza!
Questa storia si è classificata prima al concorso Dalla frase alla storia…, indetto da Selhin e Seiko.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Contenuti forti
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Autore: HopeToSave
Titolo: Pagine bianche
Fandom: Originali – Nonsense
Genere: Generale
Rating: Arancione
Avvertimenti: Non per stomaci delicati
Frase scelta: L’omicidio è sempre un errore: non si dovrebbe mai fare niente di cui non si possa parlare a cena.
( Oscar Wilde )
Note dell’Autore: 1087 parole e (vedi sotto).

 

 

 

Pagine bianche

 

 

-Sai chi è Oscar Wilde?- attese un consenso che non arrivò –Una volta ho sentito da qualche parte una sua frase che mi ha colpito molto.- indugiò un momento per vedere un eventuale minima reazione –Diceva: “L'omicidio è sempre un errore: non si dovrebbe mai fare niente di cui non si possa parlare a cena”.-

 

Camminava da tempi indeterminati; un gruppo di persone riunitesi per una serata di divertimenti non lo guardarono mentre passava loro in mezzo e neanche lo videro: erano più concentrati ad ascoltare un vecchio che, suonando una chitarra, cantava di tuoni e cavalli bianchi*, e come accoppiata non ci pigliava molto, ma camminava da così poco tempo che non se ne stupì, poiché nei viaggi –non che il suo ne fosse uno vero e proprio-, si sa, si scontra sempre (?) qualcosa di strano; e non si stupiva anche perché, da un altro punto di vista, stava camminando da tanto, tanto tempo e di cose strane ne aveva già viste.

Non si sarebbe sorpreso di incontrare animali parlanti, magari lo Stregatto, che sempre aveva avuto a cuore quando era piccino, dal momento che assomigliava al suo caro micio Pompeo, che poi, però, era morto, caduto dal terrazzo dell’appartamento in cui abitava - e quella volta si era fatto molte domande sulla vita e sulla morte e sul discorso che i gatti cadono sempre sulle zampe e che erano tutte cazzate e che avrebbe voluto prendere a calci quel maledetto felino siccome si era ucciso e lo faceva soffrire ed era sbagliato, come desiderio: aveva riflettuto anche sul giusto e sullo sbagliato e aveva ritenuto che anche quelle erano delle maledettissime stronzate e si era ripromesso che se mai avesse avuto un figlio non gli avrebbe mai comprato un gatto.

Erano passati tanti anni da quando lo stupido animale era morto, tanti o forse pochi, ma il tempo era irrilevante, un’altra idiozia di poco conto, e non gli era mai interessato niente da quel dì. Ringraziava il giorno –quel giorno!- in cui rifletté tanto da diventare com’era diventato, dopo aver passato un’adolescenza cinica, sputando in faccia alla vita semplicemente perché sapeva. Sapeva cosa? Ah, questa era un’altra stupidaggine di merda, maledizione. Sapeva, senza complemento oggetto – vaffanculo anche la grammatica, altra idiozia; e la matematica, e la filosofia, e la letteratura, e la musica. Musica! Tuoni e cavalli bianchi, ecco dov’era rimasto.

Tornando all’incipit: superò quella piccola riunione di balordi che ascoltavano di tuoni e di cavalli e pensò che non ricordava quando era uscito di casa e che aveva dimenticato il portafogli e a come sarebbe stata la sua vita narrata in un libro; oh, neanche questo c’entrava molto col filo di pensieri, un po’ come il tuono col cavallo.

Sì, sì, eccolo! Ci si vedeva, ora si sarebbe fatto chiamare l”Aspirante Protagonista Scritto”! E la sua storia non sarebbe stata la solita pallosa avventuruccia né una comune vita né un saggio né niente: sarebbero state mille più mille più mille pagine di pagine di fogli –carta riciclata! Per non disboscare il pianeta e allargare il buco nell’Ozono e per poter far sospirare i lettori di suspance con aria pungente e pulita come le spine di un riccio di mare- bianchi, bianchissimi, bianchissimissimi; e sarebbe stato il libro più venduto al mondo e avrebbe avuto più incassi di Michael Jackson col suo primo CD, che era… qual era? Ah, sì, sì, Thriller, sì! E una volta trasformato in film –tre ininterrotte ore di pellicola priva di immagini, candida e pura come una verginella- avrebbe avuto più oscar del Titanic.

Ecco che però l’Aspirante Protagonista Scritto si accorse del problema che in una storia del genere il protagonista non compariva , allora decise sarebbe stato in tutti quelli che avrebbero letto il libro o visto il film e sempre loro avrebbero creato la storia a proprio piacimento e desiderio. E quando tutto sarebbe finito, si sarebbero resi conto che… di cosa? Di niente, nessun complemento oggetto! Ah, però sarebbe complemento di specificazione; o argomento; o cosa? Ma chi cazzo se ne frega.

Tornando alla camminata, sentì una risata e allora guardò verso l’alto e vide una ragazza scalza coperta solo da un leggerissimo vestito che se anche non ci fosse stato non sarebbe stato poi così diverso; lo osservava, lo fissava, lo scrutava e poi si leccava le labbra, pronta per un pasto che sarebbe avvenuto di lì a poco; e rideva, rideva, rideva: rideva, puttana troia, rideva di lui, la stronza! Gli parve di vedere una folta coda alle spalle di lei e pensò che fosse lo Stregatto che si era impossessato in qualche modo del corpo di una ragazza, ma non gli importava, era comunque lei che rideva di lui. Che se ne vada un po’ a fanculo, la bagascia!

Ma lentamente dietro di quella comparve un’altra ragazza, affiancata da altre ragazze e donne e uomini e giovani e tutti nudi e anche il caro Aspirante Protagonista Scritto si accorse di essere nudo e tutto era improvvisamente cambiato e troppi “e”!

No, uaaaoh!

Era tutta immaginazione, tutta fantasia, quello che fino ad allora aveva visto e pensato, dannazione, era proprio partito! In realtà era in un’orgia bella e buona, ragazzi, bella e buona!

E lui era totalmente andato, cioè, immaginate? Chissà quanta roba aveva preso! Cazzo, che sballo! Sballosissimo! Insomma, c’era da ridere, ridere da morire, ridere da morir

 

-Sai chi è Oscar Wilde?- attese un consenso che non arrivò –Una volta ho sentito da qualche parte una sua frase che mi ha colpito molto.- indugiò un momento per vedere un eventuale minima reazione –Diceva: “L'omicidio è sempre un errore: non si dovrebbe mai fare niente di cui non si possa parlare a cena”.-

-Embè?-

-Ehi, allora stavi ascoltando. Comunque non trovi che sia interessante? E poi, ti rispecchia.-

-Che?!-

-Sì. Non dovresti mai fare cose di cui non potresti parlare con nessuno. E tu l’hai fatto. Ti sei quasi ucciso. E’ stato come un omicidio a te stesso. Per questo dico che ti rispecchia.-

-…ma sei scemo?-

-Paul. Sei in questo Centro di cura da più di un mese. Perché non ti costringi a ragionare? Perché ti comportavi in quel modo? Hai preso tanta di quella droga da farti venire un’overdose! E’ stato un miracolo che tu sia sopravvissuto.-

-Sì, beh, e allora?-

Il dottore sospirò. Non ragionava. Non voleva ragionare.

-Rifletti su ciò che ti ho detto. Sai, secondo me Oscar Wilde aveva ragione.-

-Sai che ti dico io? Oscar Wilde può andare a fanculo. Attacca la morfina e non rompere.-

 

 

 

Note:

*tuoni e cavalli bianchi: riferimento alla canzone di Johnny Cash, “The man comes around”.

Ok, questa storia è strana forte. O_o

Non per niente l’ho catalogata Nonsense. La frase non è il fulcro della storia, ma mi è parsa a pennello per il finale.

Non ha una vera e propria trama e lo stile è volutamente disordinato, difficile per i pochi punti e i molti “e” –come si è pure lamentato lo stesso Paul nei suoi pensieri-, e soprattutto sgrammaticato; ci sono difficoltà a capire il soggetto all’inizio e così per tutta la storia. Il tutto perché? Per entrare nella mente confusa di Paul, ovviamente.

 

Oddio, non ci credo ancora. ** Questa storia si è classificata prima al concorso Dalla frase alla storia…, indetto da Selhin e Seiko.

Le ringrazio infinitamente per i giudizi e per aver indetto tale concorso, che mi ha permesso di scrivere questa storia, di cui non posso che essere fiera. Sì, insomma, una delle storie –che ho scritto- che riesco ad apprezzare.

Complimenti alla seconda classificata Arwen88, alla terza freak OUT, e alle altre partecipanti MyPride, SweeTDemly, SweetBrokenDoll, Yunie93, di cui no vedo l’ora di leggere le storie. :D

 

Grazie della lettura (?).

Hop. :D

   
 
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