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Autore: Beatrix_    10/04/2010    4 recensioni
Siamo alla fine del primo film della trilogia: Neo resta bloccato in Matrix, cosa pensa Trinity ora che non può far nulla per aiutarlo, ed ha paura di perderlo?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Trinity
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ultima cosa che ho potuto vedere è stata quella maledetta pallottola schizzare dritta verso di me, l’ho percepita colpire il

L’ultima cosa che ho potuto vedere è stata quella maledetta pallottola schizzare dritta verso di me, l’ho percepita colpire il telefono mentre io non ero già più lì. Quando ho riaperto gli occhi, ormai sulla Nabucodonosor, ho realizzato che non c’era speranza di tornare velocemente indietro ad aiutarti.

Neo. A causa della mia stupidità sei rimasto intrappolato in una realtà immaginaria eppure tanto reale da poterti essere fatale.

Tank guarda sconcertato i monitor di Matrix.

- Che diavolo è successo?

- Un agente! Devi rimandarmi indietro! – la mia ultima chance, forse riuscirò ancora a venire in tuo soccorso.

- Non posso!!

Sapevo che era impossibile ma irrazionalmente per un momento l’ho creduto realizzabile e adesso, in preda all’ansia mi alzo precipitosamente e mi avvicino anche io ai monitor, non posso fare altro.

Smith ti si avvicina lentamente e tu rimani un attimo interdetto, guardando la cornetta del telefono penzolante.

- Corri Neo, corri…

Cerco di tranquillizzarmi, in fondo, anche se è la prima volta che ti trovi faccia a faccia da solo con un agente, hai già dimostrato di sapertela cavare. Però, le altre volte, ci sono sempre stata io ad aiutarti. Torno a maledirmi per la mia stupidità, dopo tanto tempo, non sono ancora riuscita ad imparare una delle regole fondamentali quando siamo in Matrix: non perdere tempo. No, per un momento ho smesso di pensare a Matrix, agli agenti che ci cercavano, alla sudicia stazione metropolitana dove eravamo e al telefono che squillava; per un momento c’eravamo soltanto tu ed io.

Appare qualcosa sul monitor che non riesco a decifrare o, piuttosto, che non vorrei decifrare.

- Cosa sta facendo? - Lo chiedo a Morpheus, sperando di non aver capito bene, augurandomi che sia stata l’emozione a confondermi. Purtroppo mi sento rispondere esattamente quello che pensavo e che non avrei mai voluto sapere:

- Sta cominciando a crederci

Hai pensato almeno per un momento alla possibilità di scappare? Alcune volte anche le mie certezze più fondate sulla tua invincibilità si sgretolano facilmente. E adesso ho paura. Ho davvero paura che tu possa non farcela.

Un momento fa pensavo avrei avuto altre mille occasioni per dirti ti amo. Che avevo scelto il momento sbagliato, ma non immaginavo nemmeno lontanamente quanto fosse sbagliato. Ora non so se ti rivedrò vivo. La mia mente grida che non è possibile che tu muoia, perché io so che tu sei l’Eletto, che distruggerai Matrix e metterai fine a questa insensata e lunghissima guerra, ma un’angoscia sconosciuta si è già impossessata di me.

Vengo vicino a te, non c’è bisogno che resti anch’io a guardare come ti batti, ci sono già Morpheus e Tank, e forse, semplicemente, non voglio vedere. Ti prendo una mano e rimango così, in attesa.

Sputi sangue: me l’ero aspettato, e adesso è come se, per qualche ragione misteriosa, mi fossi definitivamente convinta che non puoi vincerla questa battaglia.

- Gesù! Lo sta uccidendo! – mormoro mentre stacco un pezzo di garza e ti asciugo il sangue che ti è colato sul mento.

Eppure so che non sarà questo a farti desistere, tu sai di non poterlo battere, non così, non ora, ma continuerai lo stesso a combattere: io non ci avevo mai pensato ma so che non sei un vigliacco.

Avrei dovuto dirtelo. Avrei dovuto raccontarti cosa mi aveva detto l’oracolo, spiegarti quello che sento. Avrei dovuto farlo perché ora non so se mi sarà data una seconda occasione, un’altra possibilità. Io credo in te, Neo, anche se la prima volta che Morpheus ci annunciò di aver trovato l’Eletto, nessuno ebbe fiducia, nessuno ne fu convinto, nemmeno io; e continuai a non esserne sicura per molto tempo. Troppi fatti erano accaduti per non permettermi di avere quell'incrollabile fiducia verso di te che aveva lui, troppi ne avevo visti cadere; e la prima volta che ti vidi mi sembrasti un essere umano qualsiasi, insignificante addirittura, e assolutamente non all’altezza del compito che ti era fatalmente stato assegnato. Quando ti conobbi meglio però, per me cominciasti a rappresentare non solo la speranza di una vita migliore, di libertà completa, ma qualcosa di più. Conosco ogni espressione del tuo viso ed ogni tuo gesto abituale. So di cosa sei capace e quanto vali. Perché? Perché allora ho tutta questa paura? Non dovrei averla…

Ti contorci violentemente sotto una scarica di pugni. Controllo nuovamente sul monitor, ho il terrore di alzare lo sguardo, notare anomalie nei battiti del tuo cuore e non poter far nulla nemmeno per alleviare le tue sofferenze.

Poi mi riavvicino ai monitor chiedendo cosa stia accadendo. Tank mi risponde che non sa cosa succeda, ti ha perso. La speranza di una tua fuga non fa in tempo a farsi strada in me che un altro computer segnala pericoli esterni alla nave.

Io e Morpheus corriamo al posto di guida e le vediamo: sentinelle. Quattro o cinque, e noi non possiamo evitarle. Non ora.

- Quanto distano? - ce la farai, mi ripeto, riuscirai ad uscire in tempo.

- Cinque, forse sei minuti, - mi risponde Morpheus, e continua, rivolto a Tank – prepara gli EMP –

- Non puoi usare gli  EMP finché non riesce ad uscire – cerco una conferma, per placare la mia angoscia.

- Lo so, Trinity, non preoccuparti, ce la farà – lui mi guarda con aria grave, ma so che ci crede.

La speranza torna a farsi largo in me, sì, ce la farai.

Quando torniamo giù Tank è al telefono, ti ha trovato e sta preparando una delle nostre vecchie uscite, quella a Wabash and Lake, quella dove mi mandarono due unità di polizia e da dove scappai quasi miracolosamente. Sembra sia passata una vita intera da allora invece sono trascorsi solo pochi mesi.

Siamo di nuovo tutti davanti a questo maledetto monitor di questo maledetto programma, non riesci ad arrivare l’edificio, Tank cerca con le mappe di trovare la strada più facile e deserta ma è difficile aiutarti da qui.

- La porta di lato! No dall’altro lato! –

Gli agenti ti sono alle calcagna e non c’è più solo Smith, ora ne sono tre.

L’allarme, le sentinelle ci hanno visti, si dirigono giusto su di noi e per il momento non possiamo fare nulla per fermarle.

- Vengono qui – sospira Morpheus, gettando un’occhiata indecifrabile all’allarme.

Arrivano alla nave e cominciano a tagliarla con il laser. Morpheus apre il pulsante degli EMP ed al mio sguardo tra il perplesso ed il preoccupato risponde col suo solito atteggiamento sicuro che mantiene sempre quando si parla di te:

- Ce la farà – questa volta però, finalmente ne sono convinta anche io. Ti manca poco, pochissimo, sei già arrivato al palazzo, si tratta solo di trovare la stanza e poi non potranno più prenderti. Infatti Tank ti sta dando le ultime indicazioni:

-Per le scale antincendio, stanza 303 –

Quando sarai di nuovo qui ti dirò tutto, ora non ho più paura di cosa possa voler dire o di quali saranno le conseguenze, l’importante è che tu sappia cosa provo per te.

Un’agente tenta in un estremo tentativo di spararti ma riesci a schivare tutti i proiettili, ormai sei nell’edificio.

Io torno al tuo fianco, non c’è più nulla da vedere, presto aprirai gli occhi e potremo parlare.

Le sentinelle sono riuscite a scoperchiare la nave, sono all’interno:

- Corri Neo – te lo sussurro quasi, non c’è più bisogno di esortazioni, sei arrivato, senti addirittura il telefono squillare: 306, 305… 303!

Apri la porta e… mi giro di scatto verso il monitor, attonita. È successo veramente, Smith, era lì, ti ha sparato, un colpo, tu lo guardi ma è come se non avessi un proiettile in corpo, come se ti fossi convinto a tal punto dell’irrealtà di Matrix da non sentirlo, un altro… tu resisti ma… per quanto? Poi una scarica… otto, nove, dieci colpi e ti accasci a terra, il tuo cuore smette di battere, sul monitor compare una linea piatta. No, non può essere. Non tu, non così. Ho già perso troppe persone care oggi, troppi compagni, amici... Apoc, Switch, Dozer, perfino Chyper, che non credevo capace di arrivare a tanto solo per i disagi materiali che patiamo ogni giorno in cambio di quella merce impagabile chiamata libertà.

Tu no, non anche tu, non potrei sopportarlo. Come abbiamo potuto non accorgerci dell’agente? Avremmo dovuto addirittura prevederlo! Conoscevano già quel posto ed ora... per favore, fa che sia un incubo, fa che io possa svegliarmi e pensare che non sia accaduto realmente, oppure rialzati, fai vedere a quelle macchine che si sono sbagliate, che non tutto è calcolabile e logico, che possono anche crederlo ma tu non sei veramente morto…

D’improvviso si fa strada in me la ragione, quella logica calcolatrice che ho sempre disdegnato, forse per riaffermare la mia condizione di essere umano, diversa dalle macchine. In fondo è semplice. Tu non puoi essere morto. Non è possibile, ed è tutto talmente chiaro che mi si allarga il cuore, non m’importa di quello che vedo o che pensano gli altri, io so che la realtà è un’altra.

Le sentinelle ci hanno ormai raggiunto, distruggono senza pietà tutto quello che incontrano: ogni luogo in cui abbiamo vissuto, ogni oggetto che ci ha permesso di lavorare, di “salvare” altre persone, ma a me non interessa più. Non ora.

- Neo – mi piego su di te e bisbiglio– io non ho più paura. L’oracolo mi disse che mi sarei innamorata e quest’uomo, l’uomo che avrei amato, sarebbe stato l’Eletto. Così, vedi, tu non puoi essere morto, non puoi, perché ti amo. Puoi sentirmi? Io ti amo.

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Questa cosa l’ho scritta un paio d’anni fa, ai tempi della mia passione assoluta per The Matrix. Poi non mi convinceva ed è rimasta chiusa nel mio computer.

Ora, andando a spulciare un po’ di vecchiume, l’ho ritrovata e non mi è sembrata così male, perciò ve la propongo: anche se non toglie né aggiunge nulla al film, e il personaggio di Trinity mi pare un po’ OOC, nel complesso ne sono abbastanza soddisfatta...

Per quanto riguarda i dialoghi, io il film l’ho visto soltanto in inglese, perciò sono tradotti dall’inglese, non so se nel doppiaggio italiano sono diversi...

  
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