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Autore: vul95    11/04/2010    3 recensioni
"...-Vediamo, ehm…Nuovo mondo. Isola. Mare intorno all’isola. Ci servi tu, perché di certo il numero VI non può crearsi l’illusione di una barca e navigare tutto contento- spiegò il numero VII.
-Ah, vado con Zexion?- gia che il Notturno Melodico fosse passato dal
dovrei andare al vado, era una buona cosa. Cominciò a riconsiderare la proposta –Bhe, non basta un varco oscuro? E poi è un po’ d’acqua, non vorrai mica dire che…-
-Non sa nuotare, Demyx- chiaro, conciso.
-Ah-...
"
Per ricordarvi che guardare Trilli fa male, ecco a voi una piccola fanfiction ambientata sull'Isola che non c'è!
[Zemyx]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Demyx, Zexyon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Spiaggia

Spiaggia.

Metri e metri di fina, gialla sabbia.

Gli occhi di Demyx non riuscivano a scorgere nient’altro che questo. Niente navi, niente ponti, niente pezzi di legno…Solo sabbia.

Si era allontanato parecchio dalla foresta, e la voglia di tornarci, con quel fresco e quella vegetazione, era molta.

Ma purtroppo aveva una missione, quindi doveva sopportare il sole cocente, e trovare quella stramaledettissima bagnarola che custodiva lo specchio.

Aveva seguito l’intricato percorso di rametti, mettendoci tre ore buone, ed era sbucato su quella spiaggia enorme. Si era incamminato circa un’ora prima, ed era esausto.

All’improvviso, un urlo disumano lo fece sussultare –Dannazione! Dannazione, dannazione, dannazione!- poi, un piede.

Si, un piede. A qualche millimetro dal suo naso.

Un piede enorme.

-Oh mammina…-

 

 

-Ehi, amico, lo vedi?-

-…No, non lo vedo…- il troll basso batté un pugno contro la corteccia ruvida di un albero –L’abbiamo perso, fratello!- chinò il capo, dispiaciuto.

-Oh…- il compagno lo imitò. Poi, alzò lo sguardo -…Bhè, che si fa?-

-…- l’altro lo guardò -…Beh, io avrei un certo languorino… Che ne dici di uno spuntino?- sorrise sdentato.

-Funghi selvatici?- chiese speranzoso il troll alto.

-Ci sto!- e tenendosi per mano, tornarono indietro.

-… Uh…- da dietro un albero dal tronco largo uscì Zexion, che con un sospiro di sollievo, si sistemò la tunica -…Scampato pericolo.- sorrise trionfante, voltandosi poi verso l’ultimo tratto di bosco che doveva fare per arrivare alla spiaggia.

Mosso il primo passo, inciampò malamente su una piccola roccia seminascosta dalle foglie giallognole cadute dagli arbusti vicini, e finì irrimediabilmente a faccia in avanti, lasciando il Lexicon, che gli scivolò di mano andando a sbattere contro un alberello alquanto fragile dove, oh!, era attaccato un alveare di modeste dimensioni.

Imprecando in tutti i modi che conosceva, e lasciando da parte il suo solito lato razionale, si rialzò, barcollando, e raccogliendo il suo adorato libro, pulendolo dalla terra e dalle foglie.

Tenendosi la testa dolorante, mosse un passo, ma un rumore tutto fuorchè rassicurante, lo fece voltare. Lentamente.

Un singulto disperato, mentre cominciava a correre, di nuovo, verso la spiaggia, inseguito da uno sciame di api impazzite.

-Dannazione!- con un balzo saltò l’ultimo masso prima di atterrare di ginocchia sulla sabbia dorata –Dannazione, dannazione, dannazione!- era arrivato. Salvo, e senza punture in posti poco piacevoli.

Colpa di Demyx, tutta colpa sua, continuava a pensare, distrutto.

Aveva anche la gola secca. E di certo l’acqua del mare non era la soluzione migliore per placare la sete.

“Basta lamentarsi” doveva trovare la nave, lo specchio, e tornare a casa. Era gia il secondo giorno che sostava su quell’isola, e l’isolamento cominciava a diventare insopportabile.

Di nuovo in piedi, quindi, si guardò intorno, senza scorgere nulla he somigliasse minimamente ad una zattera un po’ troppo cresciuta.

Quindi puntò verso un orizzonte poco definito e si mosse verso quello, affondando i piedi nella sabbia bollente, un po’ affaticato.

-Oh mammina!-

-Mh?- aveva sentito una voce. Era sicuro. O era una voce, o un’allucinazione.

Cominciava a diventare pazzo.

-Aah! Stai attento!- no, era una voce, diamine! Ed era…Sotto di lui?

Cautamente abbassò lo sguardo, socchiudendo gli occhi per evitare di accecarsi con la luce del sole cocente, che alto nel cielo, non voleva proprio saperne di essere coperto da delle nuvole e sparire, lasciandolo in pace.

Ma cos’era quella figurina che saltellava spaventata in mezzo ai suoi piedi? Zexion si chinò, tentando di capire cosa fosse.

-Wewe, stai attento!- non era possibile.

Una volta presa in mano, quella minuscola figura si rivelò essere Demyx. Demyx. E questo voleva dire molte cose, per Zexion: prima di tutto, il numero IX era arrivato prima di lui. Secondo, l’anello l’aveva lui, e non era poi tanto un male, in fondo. Terzo, era un completo idiota. Demyx, non Zexion.

Il numero VI si lasciò cadere all’indietro. Perché? Perché? Cosa aveva fatto di male?

-Zex? Ehi, Zex? Ti senti bene?- la vocina distorta del Notturno Melodico gli giunse flebile alle orecchie, mentre il biondino zampettava verso il colletto della sua tunica, strattonandola debolmente.

Avesse avuto un cuore, per tutta risposta, il Burattinaio Mascherato si sarebbe messo a piangere dalla disperazione.

Demyx, dal canto suo, mentre torturava il tessuto nero della tunica del compagno, si rese conto del perché avesse impiegato tanto tempo ad allontanarsi dalla foresta; ma quanto poteva essere ottuso? Nelle dimensioni in cui si trovava, era normale che le distanze si triplicassero!

Dandosi dell’imbecille, si sedette imbronciato sul petto di Zexion, godendo dentro di sé del contatto così…ravvicinato, e girò l’anello al suo dito, premendo il pulsante verde.

-Ma cos…- tossendo per il peso improvviso, Zexion spintonò il compagno, che intanto era tornato alla sua normale statura, tentando di toglierselo di dosso.

Demyx, accorgendosi della stupidata che aveva commesso, si tolse immediatamente dal petto (cavolo, com’era confortev…ehm…) del numero VI, sedendosi al suo fianco –Ciao, ZeZexion- sottolineò il nome completo.

-Numero IX…- alzando debolmente una mano, esausto, il Burattinaio Mascherato rimase sdraiato sulla sabbia ocra. Il respiro pian piano si regolarizzò.

-…- in silenzio, Demyx si sdraiò di fianco al compagno, portando le braccia dietro la testa. Doveva trovare un modo per fare pace. Per risolvere.

La nave era lì intorno, e dentro di essa si trovava lo specchio. Grazie a quello, la loro meta, la meta dei Nessuno, sarebbe stata più vicina. E forse, avrebbe visto Zexion sorridere.

-…Ehi, Zexion…- uno sferruzzare e cozzare di metallo distrasse il Notturno Melodico. Il numero VI alzò il capo, ritrovandosi circondato da tanti, amabili e infuriati Heartless.

-Perché…- si ributtò per terra con voce lamentosa.

Soldati. Tanti, soldati. E sembravano intenzionati a combattere.

-Uffa, io lo sapevo! Lo sapevo!- evocando il Sitar, Demyx balzò in piedi, sotto lo sguardo perplesso e stupito del Burattinaio Mascherato.

Un paio di accordi, qualche effetto speciale e qualche mossa ad effetto. Si, le sue esibizioni erano impeccabili. Utilizzando lo strumento talvolta come arma, colpendo gli Heartless, talvolta come mezzo per evocare il suo adorato elemento, Demyx fece fuori una decina di Soldati.

Ma quelli si moltiplicavano, arrivando a circondarlo, mentre altri si dirigevano verso l’altro Nessuno, alzatosi.

Stridii fastidiosi uscivano dalle bocche di quelle creature d’oscurità, che si avventavano contro i due ragazzi, che ben presto si ritrovarono schiena contro schiena.

Zexion lanciò un paio di Firaga, e mentre il numero IX faceva cadere cascate d’acqua sulla testa dei nemici, lo aiutava congelando il liquido.

La sabbia sotto i loro piedi veniva lanciata in aria dai movimenti rapidi dei combattenti, finendogli tra i capelli, sulla tunica, negli occhi.

Si concessero un minuto per riprendere fiato, confortati l’uno dalla presenza dell’altro, dopo aver eliminato anche l’ultimo Soldato.

 

-Ti avevo detto di proseguire da solo.- con voce dura, Zexion affondò l’ennesimo passo nella sabbia.

-Ma io sto proseguendo da solo.- spiegò gonfiando il petto Demyx, che gli camminava dietro –Non è colpa mia se ci siamo incontrati a metà strada.- si giustificò, ridacchiando all’espressione scocciata del compagno.

-Bhe, perlomeno evita di parlarmi.- piantando per qualche secondo il suo sguardo indaco in quello acquamarina del numero IX, Zexion terminò di parlarmi.

-…Nemmeno per dirti che davanti a noi c’è una nave enorme arenata nella sabbia?- domandò Demyx innocentemente.

-Nemmeno per dirmi che davanti a noi c’è una nave enorme arenata nella sabbia, si.- cominciava a non sopportare più il comportamento del biondo. Non ce la faceva più.

-Ok, allora ci vediamo dentro!- e sorridendo a trentadue denti, il Notturno melodico si fiondò verso l’enorme imbarcazione che si ergeva maestosa di fronte a loro.

In un primo momento interdetto, Zexion alzò lo sguardo, fissando il vecchio legno che costituiva la barca.

Imprecò, dandosi una manata in fronte.

Davanti a loro c’era una nave enorme arenata nella sabbia!

 

*

 

Ed ecco finito il terzo capitolo!

Cavolo, allora è proprio vero… Mi piace far disperare Zexion ò-ò xDD Poverino xDD

Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno letto, NekoRika che ha aggiunto la fic alle seguite, Isuzu che l’ha messa tra le preferite e a chi ha commentato*^*

 

Tikal: Felice che ti piaccia*^* Ah-ah, si rpesta davvero troppo bene alla sfiga ù.ù xDD Oh, si, per quei due ho una bella ideuzza in mente… Muahahahahah xDD

Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto*^*

 

Isuzu: Grazie O////O, sono davvero felice che ti piaccia! Spero che continuerà a prenderti, e che questo capitolo non sia stato da meno dei precedenti^^

 

Grazie a tutti*^*

 

Greta.

  
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