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Autore: Lovy91    11/04/2010    17 recensioni
La storia è ambientata nel 2009, a Los Angeles. Alisha Moore aveva una vita normale come tutte le adolescenti: un ragazzo, un'amica che considera come una sorella, andava bene a scuola e una famiglia al di sopra della media. Fino a una mattina in cui le hanno fatto notare che era pallida... Da quel momento, una terribile verità la sommerge. Sta cambiando... Sta per diventare una Different... Una persona dotata di capacità al di fuori della norma. Così, viene mandata al Collegio, una scuola dove adolescenti come lei vengono aiutati a gestire le proprie capacità. Però, lei ha qualcosa di diverso... perfino per la sua nuova razza...
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Chiedo veramente scusa per avervi fatto aspettare così tanto!!! Ma purtroppo ci sono stati dei problemini da risolvere con Internet... Grazie mille per essermi rimasti accanto anche dopo tutto questo tempo!).                   


                                                                                                                                                            EPILOGO


<< Wow, questa è Los Angeles! >>.
Cassie fece un paio di saltelli sulla sabbia della mia spiaggia preferita da quando ero bambina. Per una che non è mai uscita da New York, deve essere una bella novità. Si girò, facendo svolazzare i corti capelli chiari.
<< È stupenda Alisha! >> continuò entusiasta.
Annuii, cercando di partecipare al suo entusiasmo. Le braccia di Cameron mi cinsero le spalle e mi baciò i capelli che ondeggiavano al vento autunnale.
I miei amici si avvicinarono al bagno asciuga per osservarne la sabbia e le onde che si infrangevano.
Mi accarezzò la guancia piano. << Quanto vorrei curare la tua tristezza >>.
Accennai a un sorriso. << Un giorno diventerà una parte piccola di me >>. Girai il viso per guardarlo ben bene negli occhi. << E spero che tu ci sarai >>.
<< Io ci sarò sempre >> mormorò, dandomi un dolce bacio.
Venimmo interrotti subito da Serenity che venne di gran carriera verso di noi, brandendo un secchiello rosa e una paletta.
<< Facciamo i castelli? >> chiese ed era troppo entusiasta per dirle di no.
Io e Cameron ci mettemmo come bravi genitori a fare i castelli con la mia sorellina e questo mi diede modo di pensare, tra una torre e un po' d'acqua.
Erano passate due settimane dalla morte di Melinda. Erano state due settimane strane, lunghe e in un certo modo corte. Ripensandoci, non saprei dargli una votazione.
Lo stesso giorno, il presidente degli Stati Uniti si era presentato a casa Sullivan per constatare che tutto fosse vero. Charlie venne riportato in carcere e senza dubbio gli spettava la pena di morte. Per gli alleati, cinquanta anni di carcere minimo. La sorella di Cameron, Laura, fu quella che reagì peggio all'arresto e se la prese con suo fratello ma lui l'aveva trattata duramente, dicendole chiaramente che non era più una sorella.
Dei nostri, erano morti in cinque tra cui un'insegnante. Io non avevo pianto, mi ero tenuta tutto dentro e poi, alla sera, nella mia piccola camera per riposare e riprendermi da quella giornata, crollai e Cameron mi fece compagnia, ascoltando le mie lacrime una ad una. Ognuna di loro era versata per un motivo diverso: la morte di Janet, di quelle cinque persone, rivedere chi amavo e perderli nuovamente, il combattimento brutale con Melinda e ciò che avevo vissuto.
Dopo quella notte dedicata alle lacrime, le avevo asciugate ed ero diventata pronta a prendere in mano il destino che finalmente potevo scegliere e vivere senza avere una spada di Damocle sulla testa.
Ma niente sarebbe stato più come prima. Nemmeno la mia stessa persona: ero diversa ed era inutile negarlo. L'esperienza vissuta mi aveva maturata e fatta crescere, anche se con le esperienze peggiori.
Ripercorrere la mia vita da quel giorno in cui qualcuno mi aveva fatto notare il pallore insolito, mi sembrava di vedere uno strano album di foto che mi sconvolgeva alquanto. Era tutto tanto diverso...
Il giorno dopo, il corpo di Janet fu ritrovato all'interno dell'aeroporto da uno spazzino. Era stato nascosto dentro un armadietto. La famiglia venne informata e sua madre finì in ospedale una settimana per un attacco di cuore improvviso: Janet era figlia unica. Volevo partecipare al funerale a tutti i costi e nonostante fossi sulla bocca di tutti, non volevo assolutamente rinunciarvi.
I giornali, la televisione, radio, Internet: tutti parlavano di me e della morte di Melinda. Ovviamente circolavano anche cattive voci in cui ero stata io a ucciderla ma io le ignorai. L'importante era che io sapessi la verità e chi mi amava.
Ed eccomi qui, a fare i castelli di sabbia con la mia sorellina e Cameron mentre i miei amici fanno gli scemi sul bagno asciuga.
Con i miei poteri, sistemo il castello negli angoli storti per renderlo perfetto e poi rendere felice mia sorella.
Il funerale di Janet è stato straziante. Sua madre non si reggeva in piedi e suo padre fu costretto a uscire più volte e ogni volta tornava sempre più rosso per via delle lacrime. Io non le trattenni e piansi disperata sulla sua bara, chiedendole ancora perdono anche se sapevo che lei ne era a conoscenza. Sua madre mi aveva abbracciata e mormorato che non mi riteneva assolutamente responsabile della sua morte. La strinsi forte anche io. I miei genitori mi furono da sostegno e Serenity si dimostrò molto più matura dei suoi cinque anni e mezzo. I miei amici e Cameron si rivelarono ancora migliori di quanto non fossero già.
Ancora due giorni e poi sarei tornata con gli altri a New York. I Different americani si erano messi d'impegno a sistemare il Collegio per tornarci e i posti vaganti furono assegnati.
Ed ora?
Serenity raggiunse i miei amici per giocare con le onde dell'acqua che Justin si stava divertendo a comandare con il vento e dal mare spuntava ogni tanto qualche sirena frutto dell'immaginazione di Cassie che fecero impazzire Serenity.
Mi sedetti sulla sabbia calda nonostante l'autunno appena iniziato.
Cameron mi strinse la mano.
<< Non vedo l'ora di tornare a scuola. Un po' di normalità >>.
<< Niente sarà come prima >> dissi con malinconia. << Il suo passaggio sarà indelebile >>.
<< Non devi torturarti anche adesso che è morta. Il suo cadavere marcisce nel cimitero di New York >>.
Melinda aveva ricevuto una sepoltura, degna che non si meritava affatto, ma la ottenne. Sepolta in un oculo per l'eternità. Non sarei mai andata a trovarla. Dopotutto, non avevamo nessun grado di parentela.
Lo guardai intensamente. << Io sono diversa >>.
<< E a me non interessa >> disse serio. << Sei sempre la bella Alisha che ho incontrato il primo giorno nella sala ritrovo, sappilo >>.
Scoppiai a ridere e anche lui si unì, legati da quel ricordo, uno dei primi. Guardai il mare, le onde, i miei amici, Serenity.
Com'era strana la vita... Ripensandoci, non potevo mai immaginare che sarebbe finita come si era conclusa. Avevo quindici anni quando tutto è accaduto e, se ci ripensavo, ero proprio diversa, quasi sciocca. Una quindicenne come tante con una vita normale. E un po' la invidiavo, invidiavo la me stessa di sei mesi prima per com'era e io avevo dovuto rinunciarvi. Era scritto nel destino che io scoprissi tutto, che la mia finta vita dov'ero cresciuta si sgretolasse per lasciare il posto alla verità terribile che era davvero.
Era come il nero: un alto e largo muro nero che io avevo avuto davanti. Pian pian quel nero si era colorato di punti luminosi come cristalli che mi avevano dato la forza di andare avanti, di vincere, di crescere e diventare la ragazza che ero. Quei punti luminosi erano i miei amici umani e Different, il mio ragazzo, i miei genitori adottivi, mia sorella, i miei genitori biologici e anche Dylan. Tutte quelle persone che mi amavano e mi avevano amata.
Quel muro era crollato e una luce accecante mi aveva invasa, pronta a illuminare la vita che mi spettava.
<< Alisha, Cameron! Venite con noi! >> urlò Liliane, con il suo accento francese che non perdeva mai.
In quel momento, Alan le arrivò da dietro e la gettò in acqua completamente vestita. Lei riemerse e scosse la testa e i capelli. Rimase in acqua, che le arrivava alla vita, sconvolta e irritata.
Alan rideva di gusto e anche gli altri asciutti sulla sabbia. Inarcai un sopracciglio e puntai la mano contro di loro: mossi di scatto la mano in avanti e finirono tutti in acqua a fare compagnia a Liliane. La mia amica rimase il primo secondo irrigidita dalla sorpresa e poi si rotolò nell'acqua. Riemersero tutti e mi guardarono con occhi assassini. Cameron, io e Serenity finimmo sulla sabbia dal gran ridere ma smettemmo quando li vedemmo uscire dall'acqua a passo lento e minaccioso. Ci alzammo e corremmo lontani da loro per tutta la spiaggia, ridendo come matti. Non mi divertivo così tanto da una vita, praticamente.
Purtroppo per me, Cameron mi spinse in acqua con un gesto della mano e lo tirai dentro con me cinque secondi dopo e Serenity ci seguì di sua spontanea volontà.
Alla fine, scoppiammo tutti a ridere sonoramente.
Il silenzio calò quando la luce del tramonto cominciò a infuocare il cielo e il mare di tinte rossastre. Era bellissimo, uno spettacolo che tante volte avevo osservato dalla mia finestra, domandandomi su che binari il treno del mio destino si trovava.
Lo osservammo in silenzio, con un sorriso e bagnati dalla testa ai piedi. Serenity era in braccio a me e mi stringeva le braccia al collo e Cameron abbracciava tutte e due, posando il mento sulla mia testa e baciandomi i capelli. Con la coda nell'occhio, vidi a qualche metro da noi, una scene che mie riempii di dolcezza: Kristen appoggiava la testa sulla spalla di Justin e si dondolavano sul posto, teneramente e poi si baciarono a lungo, ignorandoci. Tornai a guardare il tramonto, soddisfatta: un'altra cosa era a posto.
E sorridendo, Selene stringeva la mano di Alan con amore e si guardavano. Alan aveva capito di provare qualcosa per Selene, nonostante lei fosse più giovane di lui di qualche anno. Che volete, l'amore non ha limiti.
E il disco rosso divenne sempre più piccolo e meno visibile fino a essere inghiottito dal nulla e lasciò il posto alla luna tonda e argentata che era stata la mia amica nelle notti insonni. Le stelle, sue compagne dell'eternità.
Cominciò a fare freddo e per non beccarci un malessere tornammo a casa mia per asciugarci e cambiarci. In camera indossai un paio di jeans lilla e una maglia leggera con le maniche a sbuffo, appena più chiara dei jeans. Avevamo in programma di mangiare una pizza in un famoso locale di Los Angeles e trascorrere la sera e parte della notte in giro, godendo del nostro status di adolescente. Perfino Serenity ci avrebbe fatto compagnia però oltre le dieci e mezza non avrebbe retto e sarebbe tornata a casa nel giro di dieci secondi.
<< Sei bellissima >> disse Cameron, sulla soglia della porta, fissandomi.
<< Il tuo parere non vale. Sei il mio ragazzo >>.
<< Invece dovrebbe valere più degli altri. Appunto perché io ti trovo bellissima: è una componente di te, arrenditi >>.
Arrossii per quel complimento e lui se la rise. Ero proprio una sciocca sedicenne.
I miei genitori se ne stavano in salotto a bere qualcosa e a guardare la televisione.
<< Andate ragazzi? >> chiese mia madre, distogliendo l'attenzione per un attimo dalla TV.
<< Vedremo di non fare danni in giro >> promisi ridendo.
Anche loro risero e Serenity saltò l'ultimo gradino con forza e corse verso me e Cameron.
Saltellò. << Andiamo, andiamo! >>.
Era proprio carina con i capelli riuniti in due ciuffetti ai lati, annodati con nastrini bianchi. Il vestitino nero con la gonna larga le stava d'incanto.
Prese per mano me e poi Cameron, mettendosi in mezzo come se fossimo davvero i suoi genitori. Camminammo così per strada e giurai che qualcuno ci guardava con affetto come se davvero lei potesse essere mia figlia.
La pizza era buona e la serata non era per niente male. Venivo riconosciuta e questo era inevitabile. Sarei stata per tutta la vita l'assassina di Melinda.
Ma dovevo imparare a fare meno di quelle occhiate o non avrei vissuto bene.
Cassie voleva vedere un bel panorama e io sapevo dove portarla. Un posto perfetto che mi piaceva un sacco che per me era speciale.
Uno scioglio alto e poco pericoloso che si trovava a qualche metro sul mare, uno spettacolo mozzafiato. Il mare nero come l'inchiostro si estendeva infinito davanti a noi, puntinato dalle stelle luccicanti. C'era un silenzio piacevole, nemmeno i rumori della grande città lo interrompevano come se fosse un posto unico nel suo genere. Serenity stava per crollare.
<< Sapete una cosa? >> sbottò di colpo Selene, voltandosi a guardarci.
Le prestammo attenzione, pronti ad ascoltarla. Perfino Serenity.
<< Ho deciso cosa voglio fare da grande: sarò una giornalista >>.
<< Una giornalista? E perché? >> chiese Liliane, curiosa.
<< Voglio far sapere al mondo come stanno davvero le cose. Non voglio soffocare niente. Diventerò la giornalista Different migliore del mondo! >>.
<< Senza contare tutto quello che potresti venire a sapere con la tua invisibilità! >> la prese in giro Justin e ridemmo tutti, lei compresa.
<< Io diventerò un'assistente sociale >> intervenne Cassie. << Voglio aiutare i bambini che come me non hanno avuto la possibilità di crescere con i propri genitori e assicurarmi che cadano in buone mani >>.
Per quanto facesse la dura, Cassie era davvero dolce.
<< Tocca a me! >> esordì Liliane. << Io voglio diventare un'infermiera >>.
<< Tu? Perché? >> le chiedemmo tutti in coro.
Guardò la luna e rispose: << Durante la grande battaglia ho visto tutti quei feriti e ho provato il gran desiderio di aiutarli, volevo che stessero bene. Ecco perché diventerò un'infermiera: aiuterò la gente >>.
<< Io sarò uno psicologo >> disse Alan. << Le emozioni degli altri mi fanno capire quanti problemi ci sono a questo mondo e voglio far capire alla gente che bisogna affrontarli e non abbattersi >>.
Selene gli strinse la mano e gli sorrise.
<< Bene, allora io diverrò... >>, Kristen si interruppe un attimo per guardarci e poi scambiare un sorriso con Justin per poi fissarci nuovamente, << … una poliziotta >>.
<< Una poliziotta?! >> esclamai sorpresa.
Annuì. << Con le mie capacità riuscirò a sventare tanti piani cattivi e salvare tante persone innocenti >>.
Il grande cuore di Kristen era veramente immenso.
Era il turno di Justin. Lui rimase pensieroso per qualche tempo, passandosi una mano sul bel viso e poi strinse una mano a Kristen e rispose: << Io non so ancora esattamente cosa farò nella vita. Però voglio anche io aiutare le persone in qualche modo. Lo scoprirò >>.
<< Studio scienze della comunicazione ma ad essere sincero, dopo tutto quello che è successo, vorrei trovare il modo anche io di essere d'aiuto agli altri >> disse Cameron.
Serenity, quasi addormentata, sbadigliò con una mano davanti alla bocca e farfugliò: << Io diventerò un... medico... >> e cadde addormentata di botto sulla mia spalla.
Ridemmo tutti, piano per non svegliarla. Le accarezzai i capelli e notai poi che tutti mi guardavano. Giusto, era il mio momento. Dovevo dire anche io cosa volevo fare della mia vita.
<< Non voglio lasciare il Collegio >> confessai e rimasero allibiti. << Sono una Different diversa dalle altre ma chi mi assicura che un giorno non ne arrivino altri? Altri ragazzi come me che hanno bisogno di qualcuno che li guidi? >>.
<< Questo vuol dire che diventerai un'insegnante? >> mi chiese Justin.
<< Proprio così. Studierò scienze della formazione ed entrerò nella scuola. Chissà, magari potrei diventarne anche la preside >>. I miei sogni erano ambiziosi ma ora potevo permettermelo. << Los Angeles è la mia casa e lo sarà sempre. Però non vuol dire che una persona non possa avere più di un posto che può chiamare tale. Io ce l'ho e voglio che lo diventi in modo definitivo >> spiegai con un sorriso che mi prendeva metà volto a parlare del mio futuro che si preannunciava luminoso e felice.
Cassie mi abbracciò, cingendomi le spalle. << Semmai i miei figli saranno dei Different, avranno una brava insegnante >>.
Liliana imitò Cassie e mi strinse. << Anche i miei. Con un magnifico accento francese >>.
Ridemmo tutte e tre. Selene si unì all'abbraccio e rimasi a godermi il contatto con le mie amiche. Sentivo che niente ci avrebbe separate. Mai più.
Serenity si mosse infastidita tra le mie braccia e voltò la faccia per tornare a ronfare beata. Dissi che la portavo a casa e sarei ritornata subito. Un secondo di buio e poi la sua cameretta rosa. Le tolsi il vestito piano e le infilai in pigiama giallo con i coniglietti. Anche lei avrebbe ripreso a breve una vita normale, non più nascosta da lei. Sarebbe tornata a scuola e avrebbe giocato con gli altri bambini.
La sistemai sotto le coperte e lei non si svegliò, era distrutta. La guardai dormire con un sorriso e le passai la mano tra i capelli biondi, teneramente.
Mi ricordai che, nonostante tutto, non avrei vissuto con lei. Entro poco tempo sarei tornata a scuola. Avrebbe continuato il suo naturale percorso senza di me e magari sarebbe diventata una Different pure lei. Ora non mi sembrava una prospettiva tanto brutta come quando era accaduto a me: Melinda era morta, non eravamo più considerati un pericolo e ci sarei stata io a prendermi cura di lei, in tal caso. Ma forse era meglio che rimanesse umana.
E io, volevo essere un'umana? La risposta era ovvia e semplice: non più.
Ero felice, felice di vivere, di amare, di provare sentimenti bellissimi. Doni che la vita fa alle persone per renderla più sopportabile e vivibile. Perché la vita è un dono bellissimo che a  volte bisogna guadagnarsi. Perché nessuno ci deve impedire di essere felici, nessuno deve ostacolarci e impedirci di vivere come vogliamo.
Mai arrenderci, mai dire basta. Andare avanti e sopportare fino a quando i nostri sogni non diventano realtà, i nostri obbiettivi si realizzano. I sogni cambiano, il destino, cambia, la vita muta e tante cose possono diventare diverse da come le immaginavamo... Ma a volte sono anche le più straordinarie.
Per me era stato così e tutto il pessimismo di quei mesi sembrava tanto stupido...
Immersa nei pensieri, ero entrata in camera a cambiarmi la giacca con una più pesante, a Los Angeles cominciava a far freddo, la notte. Soffermai i miei occhi chiari e leggermente truccati sulle foto della stanza, tutte appese alle pareti e due sul comodino.
La prima era la mia famiglia, sorridente. Io una ragazzina umana e Serenity nel suo costume azzurro e le codette strette ai lati, leggermente umide di acqua salata. La cornice di legno accanto racchiudeva una foto più recente: i miei, io, Serenity e come sfondo il Collegio prima che venisse distrutto. Una me Different.
Alle pareti, foto di Dylan che mi stringeva e mi dava un bacio sulla guancia. Io e Janet da bambine che giocavamo nel giardino di casa sua fino a tarda notte, quando il cielo stellato decretava la fine dei nostri giochi. I miei amici in una delle prime serate fuori casa e poi altre di me più grande. Un Alisha che non esisteva più.
Spostai lo sguardo verso la parte destra della parete, dove erano appese altre foto, recenti. Cameron che sorrideva all'obbiettivo e un'altra io che lo abbracciavo da dietro e sorridevo, un gran sorriso. Una grande foto insieme ai miei amici Different una mattina, una domenica. E un'altra con il preside Sullivan poco prima che la scuola andasse distrutta.
E infine, nella parte più alta della parete, una foto aggiunta da poco ma vecchia, datata fine Aprile 1993. Il preside mi aveva detto di averla trovata tra le cose di Melinda e gli sembrava giusta che l'avessi io. I miei veri genitori, Carl e Josephine, in una foto scattata sotto il sole. Mamma aveva le mani sul ventre e sembrava cullasse quel pancione che si portava dietro. Papà l'abbracciava, avvolgendo con le sue grandi mani la pancia, sembrava quasi che mi abbracciasse. In quella foto, Melinda non c'era. Forse la scattava lei stessa.
Sorrisi e tirai su con il naso, cercando di non piangere. Scossi la testa e presi la giacca di jeans blu. Andai alla porta e misi una mano sulla maniglia ma prima mi voltai in parte per guardare ancora una volta quelle foto che mi fissavano, scorsi del passato, scorci del presente.
Ed ora, non restava che guardare il mio futuro... pronta a vivere e con il futuro, costruire nuovi ricordi che sarebbero andati ad appartene al passato e creare un presente bello come quello attuale. Suonarono alla porta. E le emozioni che avvertii non erano amichevoli.
Mi morsi un labbro e mi materializzai alla porta. L'aprii lentamente e con un sorrisone che mi prendeva tutta la faccia. I miei amici e il mio ragazzo mi fissavano a braccia conserte e con uno sguardo irritato.
<< Ehm... mica sono tanto in ritardo >>.
<< Un'ora >> risposero in coro.
<< Ops >> esclamai.
<< Già. Ops >> ripeterono loro, ancora seri. E poi scoppiarono a ridere.
Gridai a mia madre che uscivo e scattai fuori, dietro agli altri che cominciavano a camminare.
<< La porta! >> mi sentii gridare.
Mossi la testa e la porta si chiuse ed io corsi dai miei amici per una notte all'insegna della normalità... per tornare poi al mio mondo, al mondo della anormalità, nel mondo dei Different.
Il mio mondo.

                                                                                                                         
                                                                                                                                              FINE



 Be', cosa c'è da dire? È finita. Purtroppo è finita. Non so davvero da dove iniziare...
Voglio ringraziare chi con i suoi consigli, le sue recensioni mi ha fatto capire che potevo continuare, che mi ha dato la creatività necessaria a non fermarmi.
Un grazie a tutti quelli che hanno letto: la vostra assiduità a seguirmi mi ha aiutato davvero tanto.
Grazie anche a una lettrice in particolare che ringrazio... e lo sa lei perché XD!!!
Una storia nata per caso che non pensavo sarebbe finita così, anzi pensavo che mai sarebbe arrivata alla fine.
Grazie, grazie, grazie. Perché è tutto merito vostro!
Per concludere, vi lascio con un video realizzato da me, sulla storia. Ogni tanto ci provo XD Non sono un granché come regista ma spero vi piaccia!
Buona visione!


Prima parte:

http://www.youtube.com/watch?v=5WcAAo-ihD0

Seconda parte:

http://www.youtube.com/watch?v=dmigaYhEjdQ

(Qualche sottotitolo leggetelo in fretta, chiedo scusa!)













   
 
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