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Autore: TurningSun    13/08/2005    2 recensioni
Una serata al karaoke. e se cantre fosse l'unico modo per esprimere cosa si prova dentro?
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You will be loved by Nihon

 

“…Allora ci vediamo tutti davanti allo Shohoku alle nove.” La voce di Ayako arriva soddisfatta al mio telefono. E io cerco di essere gentile con lei, almeno al telefono. È l’unica ragazza che non mi dia fastidio avere intorno: lei ama il basket e non sbava dietro i ragazzi (soprattutto dietro di me!!) come fanno tutte le oche sue coetanee.

“Ok.” È la mia unica affermazione.

“Benissimo…” si ferma un attimo e ritorna alla telefonata “…e un altro è fatto. Allora a dopo, Rukawa.”

“A dopo.” riattacco.

Chissà quante telefonate avrà fatto? Ha detto che lei doveva avvisare me e Miyagi (lui ha accettato subito) e invece Mitsui doveva telefonare ad Akagi e Sakuragi, ma voleva controllare se il senpai avesse telefonato....

A quanto pare ci saremo solo noi del quintetto base...non che gli altri membri siano poco socievoli è che tra di noi si è istaurato un solido rapporto quasi di amicizia e questa non è la nostra prima uscita serale insieme. Ora che il capitano Akagi e Kogure non sono più in squadra con noi fa piacere rivederli ogni tanto.

Ebbene si, mi fa piacere stare con i membri della squadra, perché quello che ci lega non è il fatto di aver affrontato insieme incontri difficili, ma è l’amore per il basket, ciò con cui ho vissuto e sono cresciuto da quando sono nato.

Tutti, nessuno di noi non ama il basket. Anche Sakuragi, si, anche lui, si è lasciato prendere il cuore da questo sport che ora ama quanto me.

Sakuragi…

Sicuramente verrà anche lui, ci posso scommettere. Un casinista megalomane come lui accetterebbe subito di andare a fare baldoria in qualche posto.

Andremo ad un karaoke.

Già prevedo tutta la serata...di sicuro si ubriacherà e mostrerà a pieno tutte le sue abilità canore  spaccandoci i timpani e qualche bicchiere, così saremo tutti buttati fuori dal locale.

Spero che non lo faccia…sarebbe terribilmente imbarazzante…ma anche molto divertente vedere come si difende dai rimproveri di Akagi. Come lo è puzzenchiarlo quando litighiamo.

A questo pensiero un sorriso si formò sulle mie labbra.

Io, che non sorrido da non so quando tempo, ora che penso a lui mi viene da sorridere.

I nostri litigi...

Ora che ci penso, i nostri litigi non sono più pesanti come prima: da un po’ di tempo il do’aho ci va più leggero con i pugni a dire la verità, però è diventato talmente parte delle nostre giornate che credo di aver capito che neanche lui può farne più a meno.

Il do’aho…

Cos’è questa sensazione piacevole quando penso a lui?

Che mi succede?

È sempre colpa tua…

adorabile do’aho…

 

“Ma certo che il Tensai verrà…-e faccio una risata tanto per non sembrare teso- ci puoi scommettere…come osi prendere in giro il grande basketman??!!!- faccio tutto da copione, ormai è un’abitudine…-…ohoho, io non ne sarei tanto convinto: farò sentire a tutti le mie doti canore e rimarrete senza fiato!!...come sarebbe a dire che vi romperò i timpani???...ecco, si è meglio…ci vediamo dopo…si, ciao.”

Maledetto, teppista!!!

Come osa dire che romperò i timpani a tutti e che mi butteranno fuori dal locale a calci??!!

Quant’è odioso!!!

Mi dirigo in camera mia e sopra la scrivania noto un foglio.

È da tantissimo tempo che aspetto questo momento e non sarà Mitsui a rovinarmelo.

È per questo che ho detto prima che non dovevo sembrare teso...

Solo Kogure sa quello che voglio fare e sono sicuro che non lo dirà a nessuno: me lo ha promesso e di lui ci si può fidare.

Mi avvicino allo stereo, avanzo con il tasto le canzoni fino alla quattro e premo play.

Quante volte ho fatto questo gesto in questo mese?

Non me lo ricordo più…

Credo sia da quando ho sentito questa canzone per la prima volta, a casa di Yohei.

Ancora mi ricordo la faccia che ha fatto quando gli ho chiesto se poteva prestarmi il cd e trovare il testo e la traduzione su Internet. Non che il Tensai non fosse capace a usare quella scatola piena di fili…però io a casa non ho il computer quindi è stato necessario che il grande genio chiedesse al suo fidato servitore di fargli questo favore…

“Che ci fai con il testo e la traduzione?” mi ha chiesto incuriosito sulla soglia di casa sua.

“Volevo sapere di cosa parlava…tutto qui.” Rispondo alzando le spalle.

“Ah, ok.” dal tono della voce non mi sembrava molto convinto… “Allora domani te lo porto a scuola.”

Il solo pensare a cosa farò tra poco più di un’ora mi si chiude lo stomaco e mi tremano le gambe!!

Kami, sono emozionantissimo!!! E se non mi ricordassi più niente??!!!

Il dubbio si sta facendo avanti nella mia mente e io non riesco a fermarlo. Il punto è che questa sera è importantissima per me, per il mio futuro e soprattutto per il mio cuore.

Il mio cuore...

Sapete questo muscolo qua ora non batte più solo per un canestro o per uno slam dunk o (peggio ancora) per Haruko, ma ora anche per il ragazzo più musone, più bello, più magnetico, più appassionato di basket di tutta  la prefettura.

Avete già capito di chi parlo vero... ebbene si, parlo della mia adorata Kitsune, il mio Kaede.

Eh...mio non proprio, però stasera vorrei che lo diventasse...

Cos’è che mi ha catturato di lui?

Possiamo dire subito il suo fisico, avete mai visto un corpo più perfetto del suo, con quei fianchi che quando cammina ondeggiano in un modo così sensuale e felino?

Ma c’è anche una cosa che nessuno si immaginerebbe catturerebbe un casinista come me: i suoi silenzi. Silenzi che se ascoltati con attenzione rivelano gran parte di lui.

I suoi occhi che sembrano spenti quando gira per la scuola, ma che si accendono di una luce straordinaria quando prende in mano il pallone da basket.

Me ne sono accorto sai, kitsune. Guardando i tuoi occhi quando giochi ho capito quanto ami il basket.

Prima pensavo che stessi passando il tempo sull’unica cosa che sapessi fare bene...invece ora...adesso so quanto è importante per te e, sai, grazie a te anche a me il basket è entrato nel sangue... guardando i tuoi occhi accendersi e quella passione liberarsi da catene invisibile in quel campo...la voglia di giocare e di dare il massimo aumenta a dismisura.

Grazie a Megame-kun ho capito quello che sentivo per lui e dopo aver scoperto che stava con il teppista (a parte la sorpresa iniziale) mi sono sentito meglio e che quei due mi avrebbero aiutato in qualsiasi momento.

Kitsune...non sai quanto ti ami....non potrai mai immaginartelo... fino a stasera...

 

Quando arrivo davanti allo Shohoku, Ayako mi saluta come tutti gli altri.

Non vedo il senpai Akagi, forse è rimasto a casa a studiare…

Ma se fosse così allora anche Kogure dovrebbe essere a casa…cosa potrebbe essergli successo… stress da studio? Che si sia fatto male agli allenamenti? Sonno?

Mi sento molto stupido se continuo a fare supposizioni…

Fortunatamente Ayako mette fine alla mia tortura mentale chiedendo proprio ciò a Kogure.

“Dov’è Akagi?”

“È a casa a studiare: domani ha un’interrogazione.” Spiega il senpai ma non continua a convincermi… hmmmm, mi sento ancora più uno stupido…. Bastaaa.

“E perché tu non sei a casa a studiare?”

“Domani non sarò interrogato: fanno solo i primi cinque.”

Ora è tutto molto chiaro…

Adesso, perché sento che i manca qualcosa?

Hanamichi!

Ancora non è arrivato! Come mai? Hmmmm… nooo, sto ricominciando…

Mentre mi sto scervellando vedo Mitsui guardare dietro di me e mi volto anch’io per vedere cosa stia osservando.

È il do’aho.

Però guardandolo meglio mi sembra non abbia quella sua euforia di sempre, sennò si sarebbe già sentito da due isolati più avanti…ha la testa bassa, lo sguardo fisso a terra.

Quando arriva da noi non saluta neanche. Strano…fin troppo strano…

Spero che non sia tutta la sera così…lo strozzerei se facesse così. Lui non deve essere la mia copia!!! Lui deve essere solare, allegro, bambino…il mio opposto!

Deve fare casino stasera come avevo programmato io!!! Voglio prenderlo in giro!!!!

Lo vedo scambiarsi uno sguardo d’intesa con il senpai Kogure.

Perché quello sguardo? Che significa???

Hanamichi Sakuragi, mi stai facendo diventare pazzo.

Lungo il tragitto Hanamichi non ha aperto bocca ed ora che siamo al tavolo che Mitsui aveva riservato lo guardo meglio.

È incredibilmente teso, gli occhi mostrano che sta in un altro mondo ed ha leggermente le gote arrossate.

Mi fa male vederti così, lo sai. Voglio vedere furioso il Tensai per una mia insolenza e che mi dica che sono una volpe stupida!!

Sarà meglio svegliarti perché quest’atmosfera che c’è non i piace per niente e neanche agli altri...

“Ehi, do’aho. Ti vuoi dare una svegliata, si o no?” dico duro con gli occhi fissi su di lui.

“Eh? Cosa stai insinuando volpe malefica? Che il tensai non sia sveglio, eh?” mi sta strillando contro, ma lo vedo dagli occhi e lo percepisco che è tutta una scenata, una messa in scena.

“Hn, se è per quello non lo sei stato mai.” Replico atono.

“Volpaccia insolente!”

Perché stai tremando, Hanamichi?

“Chi è che andrà a cantare? Avanti ragazzi vi vergognate?” ci incita Ayako per rompere il ghiaccio “Miyagi perché non vai tu?”

quello è già sul palco, mia cara…solo per te…

…solo per te…

Abbiamo un tavolo molto vicino al karaoke quindi Miyagi parte subito con la sua esibizione. Mentre lui canta sento gli occhi di Hanamichi su di me e vedo che freme di ansia.

 

Finalmente Miyagi finisce la sua serenata per la sua Ayakuccia (come la chiama lui...) e si risiede al tavolo.

Hanamichi non ha fatto niente durante tutta la canzone: passava lo sguardo da me al bicchiere di cola che si è preso. Niente...neanche un urlo, un’ incitazione contro il nanerottolo.

Ma cosa avrà stasera?

“Allora, chi va adesso? Hanamichi perché non vai tu?” la voce di Kogure mi fa voltare all’istante.

“Massì, dai perché non vai tu? Non eri tu quello che aveva detto che avresti fatto sentire le tue doti musicali?” lo provoca Mitsui non capendo quando il do’aho avesse detto qualcosa del genere.

“Dai, Sakuragi vai tu!” anche Ayako e Miyagi ci si mettono??? Ma che succede?? Perché vogliono tutti che vada lì a cantare? Non so perché però nel profondo vorrei proprio che ci andasse...

Alla fine il do’aho cede e si alza avvicinandosi alla ‘postazione’.

Ormeggia con i tasti e poi la canzone parte.

Questa melodia l’ho già sentita da qualche parte...ma non ricordo dove.

Le mani accarezzano il microfono, le luci creano bellissimi riflessi sui suoi capelli e sul suo corpo.

Mi lascio cullare dalla melodia senza staccare gli occhi dal suo viso.

Ha gli occhi chiusi come se fosse anche lui trasportato in un altro mondo.

Sei meraviglioso in questo momento...

 

Beauty queen of only 18
she had some trouble with herself.
He was always there to help her
she always belonged to someone else.
I drove for miles and miles
and wound up at your door.
I’ve had you so many times    
but somehow I want more.

La melodia mi trasporta in un altro mondo e mi dimentico di dove mi trovo. Inizio a cantare e le parole mi escono dalla bocca con facilità. Ormai mi è entrata nel cuore.

Questa è per te, Kitsune adorata..

 

I don’t mind spending every day
out on your corner in the pouring rain.
Look for the girl with the broken smile
ask her if she wants to stay a while.
And she will be loved, she will be loved.

Ora alza gli occhi e incontra i miei. Kami, quanto sono belli...così intensi, pieni di passione e poi quel color nocciola li fa sembrare così caldi.

Non riesco a staccare il mio sguardo dal suo. Ma non voglio neanche provarci.

La tua voce mi fa capire che questa canzone la stai cantando con il cuore, lo sai, do’aho....

 

Tap on my window, knock on my door.
I want to make you feel beautiful.
I know I tend to get so insecure,
doesn’t matter anymore.
It’s not always rainbows and butterflies
it’s compromise, it moves us along.
My heart is full and my doors always open.
You come anytime you want.


Sappi che io ci sarò sempre per te, Kaede… lo so che con te sono stato scontroso, ma era il modo per nascondere l’insicurezza che mi dai...il mio cuore è pieno d’amore per te puoi venire a prendertelo quando vuoi...

 

I don’t mind spending every day
out on your corner in the pouring rain.
Look for the girl with the broken smile.
Ask her if she wants to stay a while,
and she will be loved, she will be loved
she will be loved, and she will be loved.

 

Contiamo a tenere lo sguardo uno in quello dell’altro.

È come se mi stesse parlando. Il testo si addice perfettamente a me. Questo l’ho sempre pensato e ora lui lo sta cantando: avrà pensato lo stesso anche lui...

 

I know where you hide, alone in your car.
Know all of the things that make you who you are.
I know that goodbye means nothing at all
cuz that kid makes me catch her every time she falls.
Tap on my window, knock on my door,
I want to make you feel beautiful.

 

Lo so dove ti nascondi: dietro un muro di indifferenza e freddezza, che circondano il vero Kaede.

Conosco tutto delle cose che ti fanno chi sei: i tuoi silenzi, il basket e il tuo amore verso di lui.

Non abbiamo smesso di specchiarci uno negli occhi dell’altro.
E io ti sto parlando con questa canzone che ho deciso di cantare solo per te perchè parla di te.

 

I don’t mind spending every day
out on your corner in the pouring rain.
Look for the girl with the broken smile,
ask her if she wants to stay a while.
And she will be loved, she will be loved
and she will be loved, she will be loved.

 

Ho una strana sensazione di calore che si espande su tutto il copro.

Questo effetto me lo fai tu do’aho...la tua voce calda e profondamente appassionata e i tuoi occhi caldi e intensi.

 

Please don’t try so hard to say goodbye...

 

Per favore non allontanarmi da te quando ti dirò quelle due semplici parole che sconvolgono la vita della gente....

 

Finita la canzone il do’aho ci raggiunge.

In silenzio.

Si siede e prende il bicchiere di cola per berlo.

Non ho smesso un attimo di guardarlo, neanche ora.

Sono confuso, do’aho, ed è solo colpa tua, di come ti stai comportando, della tua canzone poco fa...

...sempre e solo colpa tua...

La tua mano trema, quasi impercettibilmente, ma trema.

Sei così tanto emozionato o turbato per quello che hai fatto?

Il tuo viso è ora arrossato: è per il caldo o per l’imbarazzo?

Non riesco a capire nulla di quello che fai? Non l’ho mai capito!

Mi piacerebbe tanto, invece, capirti.

Sei un enigma, per me.

“Hanamichi sei stato bravissimo! Non sapevo sapessi cantare così bene!!” lo loda Ayako.

“Lo devo ammettere: si, sei stato formidabile!”

“Cosa vi aspettavate dal Tensai?” cerca di rilassarsi il do’aho e subito mi guarda per capire come stia dopo la sua esibizione.

Come sto? Strano, credo. E confuso.

“Perché non andiamo a fare due passi?” domanda Mitsui con la faccia di chi ha in mente qualcosa.

Accettiamo tutti e andiamo a fare un giro per la città.

 

 

Durante la passeggiata ho dato diverse occhiate al do’aho.

Mi sento confuso e strano e quello che mi ha ridotto così è lui.

Non riesco a non pensare ai suoi occhi nei miei...

La sua che cantava per me e di me....

Comunque....Il do’aho è ancora più strano: dei momenti scherza, ma non con quella sua consueta vitalità e allegria; altri è immerso in un silenzio incomprensibile.

E una domanda mi sorge spontanea: che diavolo ti sta capitando, do’aho?

Perché te ne stai in silenzio, l’unica cosa che non ti è mai appartenuta?

Quello appartiene a me. Tu sei casinista, parli senza interruzione e urli sempre senza che ce ne sia motivo. Tu non puoi startene in silenzio, non sai cosa sia.

E non sai neanche cosa ti perdi.

Perché quel tremolio forse per via dell’agitazione?

Tu che non ti sei agitato quando hai affrontato Akagi e non sapevi neanche tenere un pallone da basket in mano; neanche di fronte a giocatori del calibro di Uozumi, Hanagata e Maki ti sei lasciato prendere dall’agitazione.

Non credo sia per la tua performance di prima. Non ti agiti per queste cose. Ci deve essere qualcos’altro.

Perché ora l’unico sentimento che mostri è una finta e mal nascosta tranquillità?

Tu che cambi umore con una velocità pazzesca. Puoi essere arrabbiato ma dopo tre secondi puoi subito cambiare umore e diventare festoso o concentrarti completamente in quello che fai o magari anche serio, anche se queste ultime due alternative sono molto rare.

Perché te ne stai a parlare così calmo?

Tu che sei come un tornado di vitalità. Non sai stare un attimo fermo, ti devi sempre muovere e fare casino. Devi sempre muoverti da un parte all’altra, molti direbbero che sei il ritratto della vitalità. E lo credo anch’io.

Perché mi sto facendo tutte queste domande? Perché mi sto preoccupando per lui?

Non lo so ma è più forte di me, non riesco a non pensarlo, ad osservarlo dopo quello che ha fatto pochi minuti fa.

I suoi occhi sui miei.

Caldi pieni di passione.

Quelle parole cantate solo per me...

 

Girovaghiamo un po’ per la città finché non decidiamo che è ora di tornare alle rispettive case.

“Buona notte a tutti!” saluta Ayako.

“Ayakuccia, non è meglio che ti accompagni. La strada non è molto sicura di notte.” Cerca di convincerlo Miyagi. Questo è abbrustolito, non solo cotto, di Ayako!

“Se proprio vuoi...” gli sorride maliziosamente. Chissà se Ayako lo ricambia, non mi è mai sembrato però potrebbe anche volergli un po’ di bene.

“Ah, vedrai sarai al sicuro con me, Ayakuccia cara...!”

“Si certo. Ecco il paladino della giustizia che salva le donzelle in difficoltà Ryota Miyagi!”

Mitsui stasera è proprio in vena...

“Smettila, Mitsui. In fondo è stato molto gentile con Ayako. Non dovresti prenderlo in giro.” Lo rimprovera il senpai Kogure.

“E va bene...comunque è sempre e ci rimarrà un tappo che vuole proteggere la sua donzella!”

“Cos’hai detto, teppista sdentato???!!” eccoli che iniziano a litigare...

...come mai Hanamichi non interviene? Di solito è il primo a iniziare un litigio, invece se ne sta in disparte a guardare non so cosa.

“Basta ora Mitsui! Se continui non verrò a casa tua!” e di colpo Mitsui si ferma.

Ma che razza potere ha l’ex-vicecapitano sul nostro tiratore da tre? E poi che ci va a fare a casa di Mitsui? Forse ho capito perché. Avevo visto qualche segnale, però non immaginavo avessi visto giusto!

E mi viene in mente un ‘beati loro’ che reprimo subito.

“Non potrai farmi questo, Kimi-kun!!” piagnucola il temerario teppista.

“Be’ allora noi andiamo. Buonanotte!”   “Buonanotte!”

Prima che se ne vada il quattrocchi dice qualcosa a Sakuragi e lui gli risponde qualcosa che non riesco a sentire. Perchè non ho il super udito??

Appena mi avvio per la strada di casa la cosa più strana del mondo arriva alle mie orecchie.

“Rukawa.”

Hanamichi mi sta chiamando...civilmente?!?

Mi volto subito e lo vedo raggiungermi.

“Devo parlarti.”

È la prima volta che lo sento parlarmi in modo serio.

E sento che quello che deve dirmi darà risposta a tutte le domande che mi sono fato in questi ultimi mesi. Così decido di portarlo a casa mia.

“Andiamo a casa mia.”

 

“Buona fortuna, Hanamichi.”

Gli sorrido di risposta.

Ce la farò, Kogure, ci puoi scommettere. Ormai sono a metà strada non posso tornare indietro.

Se ne vanno tutti e vedo che Rukawa non si sta avviando solo ora. Ora o mai più, Hanamichi! Fai un bel respiro e chiamalo.

“Rukawa.”

È la prima volta che lo chiamo con il suo vero nome. Si volta di scatto sorpreso. Ho il cuore che batte fortissimo. Spero che regga un altro po’....

“Devo parlarti.” Dico serio.

Spero di aver ben nascosto la mia agitazione. Questo è il momento che ho aspettato per più di un mese, il momento più difficile e più importante che abbia mai fatto. Non devo rovinare tutto proprio adesso.

Capisce subito che è una cosa importante e il suo sguardo diventa serio.

 

“Andiamo a casa mia.”

E io, senza dire niente, lo seguo.

 

Durante il tragitto non parliamo.

E quando mai l’abbiamo fatto?

Ora però è diverso. Percepisco la tensione che c’è tra di noi. Quella tensione data dall’attesa e dall’aspettativa perché sai che quello che succederà, cambierà il tuo modo di vivere, di pensare, di comportarsi.

Arriviamo in un quartiere dove non ci sono altro che villette. Ma non ci facci molto caso.

Rukawa si ferma di fronte a quella che è sicuramente la sua casa. Una bella villetta a due piani con un giardino ben tenuto intorno. Apre il cancello e percorriamo il vialetto che ci porta direttamente al portone principale.

Chiusa la porta ci togliamo le scarpe nell’ingresso tradizionalmente giapponese e lo vedo dirigersi verso una stanza. Lo seguo e scopro che è il salotto.

“Aspettami qui.” Mi dice mentre lo vedo uscire dalla stanza con un gatto nero e andare verso le scale.

Non posso fare altro che sedermi in uno dei due divani e aspettare.

Mi guardo intorno e noto che ci sono solo alcune foto sul mobile alla mia sinistra dove c’è anche la televisione.

Faccio per alzarmi ad andare a vederle, ma la voce di Kaede mi fa sobbalzare.

“Vuoi del tè?”

“Eh...si grazie.” Speriamo che mi aiuti a calmarmi.

E se me ne andassi? La porta è lì che aspetta. Perché farla aspettare?

Ma il mio cuore mi riscuote. Non posso andarmene proprio adesso, non ora che sono vicino al momento che ho atteso per molto tempo.

 

Quando torno al salotto lo vedo alzarsi diretto al mobile con le foto mentre le fissava.

Perché le voleva vedere? Ma è una domanda retorica perché so che tra poco potrò dare risposta a quelle domande a cui anche questa vi si aggiunge.

Non voglio che le veda, o almeno non ora. Quelle foto rilevano un passato lontano pieno di momenti e sensazioni che non esistono più.

“Vuoi del tè?” sobbalza come un bambino scoperto con le mani nel barattolo dei biscotti.

La sua risposta affermativa mi fa rilassare un po’: non credo riuscirei ad affrontarlo adesso, in queste condizioni...

Vado in cucina dove prendo il bollitore, lo riempio d’acqua e lo metto a riscaldare. Poi prendo due tazze e altrettante bustine di te da mettere nelle tazze quando l’acqua sarà abbastanza calda.

Guardo il cielo cercando la luna che stanotte farà da spettatrice a qualcosa che credo dichiareranno ‘incredibile’ e ‘sensazionale’.

Sento che il bollitore fischia con prepotenza e lo tolgo dal fuoco.

Prepotente come qualcun’altro....

Metto le bustine di tè nelle tazze e vi verso l’acqua.

Non cerco neanche un vassoio: tanto non servirà. E ci potrebbe essere il rischio che mi cada tutto per terra quindi meglio evitare...

Quando decido che l’acqua sia ben colorata predo le tazze e mi avvio verso la sala.

È in piedi vicino al mobile a guardare quelle maledette foto e sembra che abbia trovato qualcosa di speciale. I suoi occhi si addolciscono nell’osservarle.

Quelli sì che erano bei tempi...

Sente il rumore delle tazze che battono sul tavolino e si volta quasi in preda al panico.

Senza dire nulla si siede di fronte a me e prende la tazza. Lo vedo allontanare di scatto il recipiente contenente il liquido ambrato e passarsi le dita sulle labbra.

Si è scottato.

“E’ ancora caldo.”

“Questo l’avevo capito...” ribatte con la voce amareggiata per la brutta figura.

E mi viene da sorridere: solo lui poteva fare una cosa del genere! È un bambino...

 

Che figura del cavolo! Ma perché non me ne sono accorto che il tè era bollente?!

La volpe vuole forse mettere fuori uso la lingua del Tensai? Se proprio voleva farlo poteva trovare anche un altro modo! E un pensiero poco casto mi attraversa la mente.

Tra il calore del tè e dell’imbarazzo nell’ immaginare quel pensiero poco casto il mio viso deve essere andato in fiamme! Oddio...ora impazzisco!! Calma Hanamichi, calma!!!

Respiro due o tre volte per riprendere il controllo di me stesso cosa non facile con l’amichetto del piano di sotto completamente sveglio....

Torno a guardare Rukawa che siede proprio davanti a me e lo vedo tenere la tazza con entrambe le mani per riscaldarsi. Il suo sguardo fisso su di me come se stesse aspettando qualche mia reazione. Io non so da dove cominciare.... l’ho sognato molte volte questo momento, ma sognarlo è una cosa e viverlo è un altro!!!

“Allora, cosa dovevi dirmi?” la sua domanda mi fa tornare alla realtà e come per incanto la mia serietà prende il posto della paura. Ora o mai più!

“Si tratta di una cosa che non ho mai provato prima d’ora. Da quando ho cominciato a giocare a basket...mi sono accorto di una cosa che ha fatto crollare tutto ciò che pensavo io fossi e che sognavo essere in futuro.- ha ascoltato ogni mia parola con attenzione e continuo nel mio discorso, o meglio...dichiarazione.- Tu sai che ho avuto molte ragazze...50 a dirla tutta...50 bei rifiuti! ah ma senza contare Haruko, lei era solo una cotta passeggera che si è rivelata utile...molto utile, devo ammettere...”.

“Utile a cosa?” la sua voce è ferma e impaziente.

“Utile a celare quella cosa che cambia la vita delle persone...- i nostri sguardi incatenati uno in quello dell’altro. Ora è arrivata la parte più difficile e non posso abbassare lo sguardo, non ora!-...Kaede....io ti amo....-

Vedo i suoi occhi dilatarsi dallo stupore e ho paura. Paura per il suo no. Ho paura.

 

Tutto questo discorso mi stupisce se fatto dal do’aho. Sono parole sincere: lui non mente mai. O si?

Lui ha mentito fino ad ora con me! Ha mentito sui sentimenti che provava per me...ha detto che mi ama. Ma so che sono parole sincere perché i suoi occhi sono limpidi, senza ombra di menzogna.

Ed ora molte domande hanno la propria risposta e i pezzi del puzzle sono tutti al loro posto. Il quadro è completo.

Appoggio la tazza sul tavolo, deve aver frainteso il mio gesto perché ricomincia a parlare.

 “Ti starai chiedendo il perché, vero?”

Mi avvicino a lui e mi siedo accanto a lui. È diventato completamente rosso!! Quant’è carino...

“Il perché è che...” ma non gli faccio iniziare neanche il suo discorso poggiando l’indice sulle sue labbra. Ora non devi dire niente, Hanamichi, ora devi stare in silenzio per sentire il battito del mio cuore.

Istintivamente mi avvicino al suo viso e appoggio le mie labbra sulle sue. All’inizio si irrigidisce ma poi sento le sue braccia circondarmi la vita e attirami più verso di lui e io non oppongo resistenza: si sta così bene tra le sue braccia, perché andarmene?!

Sento la sue lingua premere impazientemente contro le mie labbra. Le schiudo per lasciarla entrare. E il bacio che era inizialmente casto e dolce ora si fa più passionale e avido. 

I polmoni reclamano ossigeno e non possiamo fare altro che accontentarli. Fisso lo sguardo di Hanamichi, il mio do’aho, con il mio.

I suoi occhi sono spaesati, sognanti, come se si fosse svegliato da un sogno che sembrava essere vero.

Ma è tutto vero, Hana, tutto vero...

Mi appoggio al tuo petto per riprovare quella sensazione di protezione e capisce il significato profondo del mio gesto: mi circondi le spalle con le tue braccia senza dire nulla.

Alzo lo sguardo e trovo i tuoi occhi che brillano di una luce sfavillante, pieni di gioia e di amore.

Non ne ho mai visti di così belli!

Guardo l’orologio che si trova sul display del videoregistratore e noto che abbastanza tardi.

“Dormi con me stanotte?” La sua faccia si infuoca ancora di più, ma subito torna serena.

“Si, Kaede.”

“Non voglio stare lontano da te. Non ora.” Rivelo guardando i due pozzi di cioccolato che si addolciscono ancora di più dopo quello che ho detto.

“Non staremo mai lontani. Te lo prometto.” E mi sfiora i capelli con un bacio. “Staremo insieme... per sempre.”

E mi torna in mente la canzone che stasera il mio Hana ha cantato per me....

And she will be loved...

E lei sarà amata…

Io sarò amato...

Me lo hai promesso, do’aho, e so che manterrai la parola data. Ne sono certo!

 

 

OWARI

  
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