You
will be loved by
Nihon
“…Allora
ci vediamo tutti davanti allo Shohoku alle nove.” La voce di Ayako arriva
soddisfatta al mio telefono. E io cerco di essere gentile con lei, almeno al
telefono. È l’unica ragazza che non mi dia fastidio avere intorno: lei ama il
basket e non sbava dietro i ragazzi (soprattutto dietro di me!!) come fanno
tutte le oche sue coetanee.
“Ok.”
È la mia unica affermazione.
“Benissimo…”
si ferma un attimo e ritorna alla telefonata “…e un altro è fatto. Allora a
dopo, Rukawa.”
“A
dopo.” riattacco.
Chissà
quante telefonate avrà fatto? Ha detto che lei doveva avvisare me e Miyagi (lui
ha accettato subito) e invece Mitsui doveva telefonare ad Akagi e Sakuragi, ma
voleva controllare se il senpai avesse telefonato....
A
quanto pare ci saremo solo noi del quintetto base...non che gli altri membri
siano poco socievoli è che tra di noi si è istaurato un solido rapporto quasi
di amicizia e questa non è la nostra prima uscita serale insieme. Ora che il
capitano Akagi e Kogure non sono più in squadra con noi fa piacere rivederli
ogni tanto.
Ebbene
si, mi fa piacere stare con i membri della squadra, perché quello che ci lega
non è il fatto di aver affrontato insieme incontri difficili, ma è l’amore
per il basket, ciò con cui ho vissuto e sono cresciuto da quando sono nato.
Tutti,
nessuno di noi non ama il basket. Anche Sakuragi, si, anche lui, si è lasciato
prendere il cuore da questo sport che ora ama quanto me.
Sakuragi…
Sicuramente
verrà anche lui, ci posso scommettere. Un casinista megalomane come lui
accetterebbe subito di andare a fare baldoria in qualche posto.
Andremo
ad un karaoke.
Già
prevedo tutta la serata...di sicuro si ubriacherà e mostrerà a pieno tutte le
sue abilità canore spaccandoci i
timpani e qualche bicchiere, così saremo tutti buttati fuori dal locale.
Spero
che non lo faccia…sarebbe terribilmente imbarazzante…ma anche molto
divertente vedere come si difende dai rimproveri di Akagi. Come lo è
puzzenchiarlo quando litighiamo.
A
questo pensiero un sorriso si formò sulle mie labbra.
Io,
che non sorrido da non so quando tempo, ora che penso a lui mi viene da
sorridere.
I
nostri litigi...
Ora
che ci penso, i nostri litigi non sono più pesanti come prima: da un po’ di
tempo il do’aho ci va più leggero con i pugni a dire la verità, però è
diventato talmente parte delle nostre giornate che credo di aver capito che
neanche lui può farne più a meno.
Il
do’aho…
Cos’è
questa sensazione piacevole quando penso a lui?
Che
mi succede?
È
sempre colpa tua…
adorabile
do’aho…
“Ma
certo che il Tensai verrà…-e faccio una risata tanto per non sembrare teso-
ci puoi scommettere…come osi prendere in giro il grande basketman??!!!- faccio
tutto da copione, ormai è un’abitudine…-…ohoho, io non ne sarei tanto
convinto: farò sentire a tutti le mie doti canore e rimarrete senza
fiato!!...come sarebbe a dire che vi romperò i timpani???...ecco, si è
meglio…ci vediamo dopo…si, ciao.”
Maledetto,
teppista!!!
Come osa
dire che romperò i timpani a tutti e che mi butteranno fuori dal locale a
calci??!!
Quant’è
odioso!!!
Mi
dirigo in camera mia e sopra la scrivania noto un foglio.
È da
tantissimo tempo che aspetto questo momento e non sarà Mitsui a rovinarmelo.
È per
questo che ho detto prima che non dovevo sembrare teso...
Solo
Kogure sa quello che voglio fare e sono sicuro che non lo dirà a nessuno: me lo
ha promesso e di lui ci si può fidare.
Mi
avvicino allo stereo, avanzo con il tasto le canzoni fino alla quattro e premo
play.
Quante
volte ho fatto questo gesto in questo mese?
Non me
lo ricordo più…
Credo
sia da quando ho sentito questa canzone per la prima volta, a casa di Yohei.
Ancora
mi ricordo la faccia che ha fatto quando gli ho chiesto se poteva prestarmi il
cd e trovare il testo e la traduzione su Internet. Non che il Tensai non fosse
capace a usare quella scatola piena di fili…però io a casa non ho il computer
quindi è stato necessario che il grande genio chiedesse al suo fidato servitore
di fargli questo favore…
“Che
ci fai con il testo e la traduzione?” mi ha chiesto incuriosito sulla soglia
di casa sua.
“Volevo
sapere di cosa parlava…tutto qui.” Rispondo alzando le spalle.
“Ah,
ok.” dal tono della voce non mi sembrava molto convinto… “Allora domani te
lo porto a scuola.”
Il solo
pensare a cosa farò tra poco più di un’ora mi si chiude lo stomaco e mi
tremano le gambe!!
Kami,
sono emozionantissimo!!! E se non mi ricordassi più niente??!!!
Il
dubbio si sta facendo avanti nella mia mente e io non riesco a fermarlo. Il
punto è che questa sera è importantissima per me, per il mio futuro e
soprattutto per il mio cuore.
Il mio
cuore...
Sapete
questo muscolo qua ora non batte più solo per un canestro o per uno slam dunk o
(peggio ancora) per Haruko, ma ora anche per il ragazzo più musone, più bello,
più magnetico, più appassionato di basket di tutta la prefettura.
Avete già
capito di chi parlo vero... ebbene si, parlo della mia adorata Kitsune, il mio
Kaede.
Eh...mio
non proprio, però stasera vorrei che lo diventasse...
Cos’è
che mi ha catturato di lui?
Possiamo
dire subito il suo fisico, avete mai visto un corpo più perfetto del suo, con
quei fianchi che quando cammina ondeggiano in un modo così sensuale e felino?
Ma c’è
anche una cosa che nessuno si immaginerebbe catturerebbe un casinista come me: i
suoi silenzi. Silenzi che se ascoltati con attenzione rivelano gran parte di
lui.
I suoi
occhi che sembrano spenti quando gira per la scuola, ma che si accendono di una
luce straordinaria quando prende in mano il pallone da basket.
Me ne
sono accorto sai, kitsune. Guardando i tuoi occhi quando giochi ho capito quanto
ami il basket.
Prima
pensavo che stessi passando il tempo sull’unica cosa che sapessi fare
bene...invece ora...adesso so quanto è importante per te e, sai, grazie a te
anche a me il basket è entrato nel sangue... guardando i tuoi occhi accendersi
e quella passione liberarsi da catene invisibile in quel campo...la voglia di
giocare e di dare il massimo aumenta a dismisura.
Grazie a
Megame-kun ho capito quello che sentivo per lui e dopo aver scoperto che stava
con il teppista (a parte la sorpresa iniziale) mi sono sentito meglio e che quei
due mi avrebbero aiutato in qualsiasi momento.
Kitsune...non
sai quanto ti ami....non potrai mai immaginartelo... fino a stasera...
Quando
arrivo davanti allo Shohoku, Ayako mi saluta come tutti gli altri.
Non
vedo il senpai Akagi, forse è rimasto a casa a studiare…
Ma
se fosse così allora anche Kogure dovrebbe essere a casa…cosa potrebbe
essergli successo… stress da studio? Che si sia fatto male agli allenamenti?
Sonno?
Mi
sento molto stupido se continuo a fare supposizioni…
Fortunatamente
Ayako mette fine alla mia tortura mentale chiedendo proprio ciò a Kogure.
“Dov’è
Akagi?”
“È
a casa a studiare: domani ha un’interrogazione.” Spiega il senpai ma non
continua a convincermi… hmmmm, mi sento ancora più uno stupido…. Bastaaa.
“E
perché tu non sei a casa a studiare?”
“Domani
non sarò interrogato: fanno solo i primi cinque.”
Ora
è tutto molto chiaro…
Adesso,
perché sento che i manca qualcosa?
Hanamichi!
Ancora
non è arrivato! Come mai? Hmmmm… nooo, sto ricominciando…
Mentre
mi sto scervellando vedo Mitsui guardare dietro di me e mi volto anch’io per
vedere cosa stia osservando.
È
il do’aho.
Però
guardandolo meglio mi sembra non abbia quella sua euforia di sempre, sennò si
sarebbe già sentito da due isolati più avanti…ha la testa bassa, lo sguardo
fisso a terra.
Quando
arriva da noi non saluta neanche. Strano…fin troppo strano…
Spero
che non sia tutta la sera così…lo strozzerei se facesse così. Lui non deve
essere la mia copia!!! Lui deve essere solare, allegro, bambino…il mio
opposto!
Deve
fare casino stasera come avevo programmato io!!! Voglio prenderlo in giro!!!!
Lo
vedo scambiarsi uno sguardo d’intesa con il senpai Kogure.
Perché
quello sguardo? Che significa???
Hanamichi
Sakuragi, mi stai facendo diventare pazzo.
Lungo
il tragitto Hanamichi non ha aperto bocca ed ora che siamo al tavolo che Mitsui
aveva riservato lo guardo meglio.
È
incredibilmente teso, gli occhi mostrano che sta in un altro mondo ed ha
leggermente le gote arrossate.
Mi
fa male vederti così, lo sai. Voglio vedere furioso il Tensai per una mia
insolenza e che mi dica che sono una volpe stupida!!
Sarà
meglio svegliarti perché quest’atmosfera che c’è non i piace per niente e
neanche agli altri...
“Ehi,
do’aho. Ti vuoi dare una svegliata, si o no?” dico duro con gli occhi fissi
su di lui.
“Eh?
Cosa stai insinuando volpe malefica? Che il tensai non sia sveglio, eh?” mi
sta strillando contro, ma lo vedo dagli occhi e lo percepisco che è tutta una
scenata, una messa in scena.
“Hn,
se è per quello non lo sei stato mai.” Replico atono.
“Volpaccia
insolente!”
Perché
stai tremando, Hanamichi?
“Chi
è che andrà a cantare? Avanti ragazzi vi vergognate?” ci incita Ayako per
rompere il ghiaccio “Miyagi perché non vai tu?”
quello
è già sul palco, mia cara…solo per te…
…solo
per te…
Abbiamo
un tavolo molto vicino al karaoke quindi Miyagi parte subito con la sua
esibizione. Mentre lui canta sento gli occhi di Hanamichi su di me e vedo che
freme di ansia.
Finalmente
Miyagi finisce la sua serenata per la sua Ayakuccia (come la chiama lui...) e si
risiede al tavolo.
Hanamichi
non ha fatto niente durante tutta la canzone: passava lo sguardo da me al
bicchiere di cola che si è preso. Niente...neanche un urlo, un’ incitazione
contro il nanerottolo.
Ma
cosa avrà stasera?
“Allora,
chi va adesso? Hanamichi perché non vai tu?” la voce di Kogure mi fa voltare
all’istante.
“Massì,
dai perché non vai tu? Non eri tu quello che aveva detto che avresti fatto
sentire le tue doti musicali?” lo provoca Mitsui non capendo quando il do’aho
avesse detto qualcosa del genere.
“Dai,
Sakuragi vai tu!” anche Ayako e Miyagi ci si mettono??? Ma che succede?? Perché
vogliono tutti che vada lì a cantare? Non so perché però nel profondo vorrei
proprio che ci andasse...
Alla
fine il do’aho cede e si alza avvicinandosi alla ‘postazione’.
Ormeggia
con i tasti e poi la canzone parte.
Questa
melodia l’ho già sentita da qualche parte...ma non ricordo dove.
Le
mani accarezzano il microfono, le luci creano bellissimi riflessi sui suoi
capelli e sul suo corpo.
Mi
lascio cullare dalla melodia senza staccare gli occhi dal suo viso.
Ha
gli occhi chiusi come se fosse anche lui trasportato in un altro mondo.
Sei
meraviglioso in questo momento...
Beauty queen of only 18
she had some trouble with herself.
He was always there to help her
she always belonged to someone else.
I drove for miles and miles
and wound up at your door.
I’ve had you so many times
but somehow I want more.
La melodia mi trasporta in un altro mondo e mi
dimentico di dove mi trovo. Inizio a cantare e le parole mi escono dalla bocca
con facilità. Ormai mi è entrata nel cuore.
Questa è per te, Kitsune adorata..
I don’t mind spending every day
out on your corner in the pouring rain.
Look for the girl with the broken smile
ask her if she wants to stay a while.
And she will be loved, she will be loved.
Ora alza gli occhi e incontra i miei. Kami, quanto sono belli...così
intensi, pieni di passione e poi quel color nocciola li fa sembrare così caldi.
Non riesco a staccare il mio sguardo dal suo. Ma non voglio neanche
provarci.
La tua voce mi fa capire che questa canzone la stai cantando con il
cuore, lo sai, do’aho....
Tap on my window, knock on my door.
I want to make you feel beautiful.
I know I tend to get so insecure,
doesn’t matter anymore.
It’s not always rainbows and butterflies
it’s compromise, it moves us along.
My heart is full and my doors always open.
You come anytime you want.
Sappi che io ci sarò sempre per te, Kaede… lo so
che con te sono stato scontroso, ma era il modo per nascondere l’insicurezza
che mi dai...il mio cuore è pieno d’amore per te puoi venire a prendertelo
quando vuoi...
I don’t mind spending every day
out on your corner in the pouring rain.
Look for the girl with the broken smile.
Ask her if she wants to stay a while,
and she will be loved, she will be loved
she will be loved, and she will be loved.
Contiamo a tenere lo sguardo uno in quello dell’altro.
È come se mi stesse parlando. Il testo si addice
perfettamente a me. Questo l’ho sempre pensato e ora lui lo sta cantando: avrà
pensato lo stesso anche lui...
I know where you hide, alone in your car.
Know all of the things that make you who you are.
I know that goodbye means nothing at all
cuz that kid makes me catch her every time she falls.
Tap on my window, knock on my door,
I want to make you feel beautiful.
Lo so dove ti nascondi: dietro
un muro di indifferenza e freddezza, che circondano il vero Kaede.
Conosco tutto delle cose che ti
fanno chi sei: i tuoi silenzi, il basket e il tuo amore verso di lui.
Non abbiamo smesso di
specchiarci uno negli occhi dell’altro.
E io ti sto parlando con questa canzone che ho
deciso di cantare solo per te perchè parla di te.
I don’t mind spending every day
out on your corner in the pouring rain.
Look for the girl with the broken smile,
ask her if she wants to stay a while.
And she will be loved, she will be loved
and she will be loved, she will be loved.
Ho una strana sensazione di calore che si espande su tutto
il copro.
Questo effetto me lo fai tu do’aho...la tua voce calda e
profondamente appassionata e i tuoi occhi caldi e intensi.
Please don’t try so hard to say goodbye...
Per favore non allontanarmi da te quando ti dirò quelle
due semplici parole che sconvolgono la vita della gente....
Finita
la canzone il do’aho ci raggiunge.
In
silenzio.
Si
siede e prende il bicchiere di cola per berlo.
Non
ho smesso un attimo di guardarlo, neanche ora.
Sono
confuso, do’aho, ed è solo colpa tua, di come ti stai comportando, della tua
canzone poco fa...
...sempre
e solo colpa tua...
La
tua mano trema, quasi impercettibilmente, ma trema.
Sei
così tanto emozionato o turbato per quello che hai fatto?
Il
tuo viso è ora arrossato: è per il caldo o per l’imbarazzo?
Non
riesco a capire nulla di quello che fai? Non l’ho mai capito!
Mi
piacerebbe tanto, invece, capirti.
Sei
un enigma, per me.
“Hanamichi
sei stato bravissimo! Non sapevo sapessi cantare così bene!!” lo loda Ayako.
“Lo
devo ammettere: si, sei stato formidabile!”
“Cosa
vi aspettavate dal Tensai?” cerca di rilassarsi il do’aho e subito mi guarda
per capire come stia dopo la sua esibizione.
Come
sto? Strano, credo. E confuso.
“Perché
non andiamo a fare due passi?” domanda Mitsui con la faccia di chi ha in mente
qualcosa.
Accettiamo
tutti e andiamo a fare un giro per la città.
Durante
la passeggiata ho dato diverse occhiate al do’aho.
Mi
sento confuso e strano e quello che mi ha ridotto così è lui.
Non
riesco a non pensare ai suoi occhi nei miei...
La
sua che cantava per me e di me....
Comunque....Il
do’aho è ancora più strano: dei momenti scherza, ma non con quella sua
consueta vitalità e allegria; altri è immerso in un silenzio incomprensibile.
E
una domanda mi sorge spontanea: che diavolo ti sta capitando, do’aho?
Perché
te ne stai in silenzio, l’unica cosa che non ti è mai appartenuta?
Quello
appartiene a me. Tu sei casinista, parli senza interruzione e urli sempre senza
che ce ne sia motivo. Tu non puoi startene in silenzio, non sai cosa sia.
E
non sai neanche cosa ti perdi.
Perché
quel tremolio forse per via dell’agitazione?
Tu
che non ti sei agitato quando hai affrontato Akagi e non sapevi neanche tenere
un pallone da basket in mano; neanche di fronte a giocatori del calibro di
Uozumi, Hanagata e Maki ti sei lasciato prendere dall’agitazione.
Non
credo sia per la tua performance di prima. Non ti agiti per queste cose. Ci deve
essere qualcos’altro.
Perché
ora l’unico sentimento che mostri è una finta e mal nascosta tranquillità?
Tu
che cambi umore con una velocità pazzesca. Puoi essere arrabbiato ma dopo tre
secondi puoi subito cambiare umore e diventare festoso o concentrarti
completamente in quello che fai o magari anche serio, anche se queste ultime due
alternative sono molto rare.
Perché
te ne stai a parlare così calmo?
Tu
che sei come un tornado di vitalità. Non sai stare un attimo fermo, ti devi
sempre muovere e fare casino. Devi sempre muoverti da un parte all’altra,
molti direbbero che sei il ritratto della vitalità. E lo credo anch’io.
Perché
mi sto facendo tutte queste domande? Perché mi sto preoccupando per lui?
Non
lo so ma è più forte di me, non riesco a non pensarlo, ad osservarlo dopo
quello che ha fatto pochi minuti fa.
I
suoi occhi sui miei.
Caldi
pieni di passione.
Quelle
parole cantate solo per me...
Girovaghiamo
un po’ per la città finché non decidiamo che è ora di tornare alle
rispettive case.
“Buona
notte a tutti!” saluta Ayako.
“Ayakuccia,
non è meglio che ti accompagni. La strada non è molto sicura di notte.”
Cerca di convincerlo Miyagi. Questo è abbrustolito, non solo cotto, di Ayako!
“Se
proprio vuoi...” gli sorride maliziosamente. Chissà se Ayako lo ricambia, non
mi è mai sembrato però potrebbe anche volergli un po’ di bene.
“Ah,
vedrai sarai al sicuro con me, Ayakuccia cara...!”
“Si
certo. Ecco il paladino della giustizia che salva le donzelle in difficoltà
Ryota Miyagi!”
Mitsui
stasera è proprio in vena...
“Smettila,
Mitsui. In fondo è stato molto gentile con Ayako. Non dovresti prenderlo in
giro.” Lo rimprovera il senpai Kogure.
“E
va bene...comunque è sempre e ci rimarrà un tappo che vuole proteggere la sua
donzella!”
“Cos’hai
detto, teppista sdentato???!!” eccoli che iniziano a litigare...
...come
mai Hanamichi non interviene? Di solito è il primo a iniziare un litigio,
invece se ne sta in disparte a guardare non so cosa.
“Basta
ora Mitsui! Se continui non verrò a casa tua!” e di colpo Mitsui si ferma.
Ma
che razza potere ha l’ex-vicecapitano sul nostro tiratore da tre? E poi che ci
va a fare a casa di Mitsui? Forse ho capito perché. Avevo visto qualche
segnale, però non immaginavo avessi visto giusto!
E
mi viene in mente un ‘beati loro’ che reprimo subito.
“Non
potrai farmi questo, Kimi-kun!!” piagnucola il temerario teppista.
“Be’
allora noi andiamo. Buonanotte!” “Buonanotte!”
Prima
che se ne vada il quattrocchi dice qualcosa a Sakuragi e lui gli risponde
qualcosa che non riesco a sentire. Perchè non ho il super udito??
Appena
mi avvio per la strada di casa la cosa più strana del mondo arriva alle mie
orecchie.
“Rukawa.”
Hanamichi
mi sta chiamando...civilmente?!?
Mi
volto subito e lo vedo raggiungermi.
“Devo
parlarti.”
È
la prima volta che lo sento parlarmi in modo serio.
E
sento che quello che deve dirmi darà risposta a tutte le domande che mi sono
fato in questi ultimi mesi. Così decido di portarlo a casa mia.
“Andiamo
a casa mia.”
“Buona fortuna, Hanamichi.”
Gli sorrido di risposta.
Ce la farò, Kogure, ci puoi scommettere. Ormai sono
a metà strada non posso tornare indietro.
Se ne vanno tutti e vedo che Rukawa non si sta
avviando solo ora. Ora o mai più, Hanamichi! Fai un bel respiro e chiamalo.
“Rukawa.”
È la prima volta che lo chiamo con il suo vero
nome. Si volta di scatto sorpreso. Ho il cuore che batte fortissimo. Spero che
regga un altro po’....
“Devo parlarti.” Dico serio.
Spero di aver ben nascosto la mia agitazione. Questo
è il momento che ho aspettato per più di un mese, il momento più difficile e
più importante che abbia mai fatto. Non devo rovinare tutto proprio adesso.
Capisce subito che è una cosa importante e il suo
sguardo diventa serio.
“Andiamo a casa mia.”
E io, senza dire niente, lo seguo.
Durante il tragitto non parliamo.
E quando mai l’abbiamo fatto?
Ora però è diverso. Percepisco la tensione che
c’è tra di noi. Quella tensione data dall’attesa e dall’aspettativa perché
sai che quello che succederà, cambierà il tuo modo di vivere, di pensare, di
comportarsi.
Arriviamo in un quartiere dove non ci sono altro che
villette. Ma non ci facci molto caso.
Rukawa si ferma di fronte a quella che è
sicuramente la sua casa. Una bella villetta a due piani con un giardino ben
tenuto intorno. Apre il cancello e percorriamo il vialetto che ci porta
direttamente al portone principale.
Chiusa la porta ci togliamo le scarpe
nell’ingresso tradizionalmente giapponese e lo vedo dirigersi verso una
stanza. Lo seguo e scopro che è il salotto.
“Aspettami qui.” Mi dice mentre lo vedo uscire
dalla stanza con un gatto nero e andare verso le scale.
Non posso fare altro che sedermi in uno dei due
divani e aspettare.
Mi guardo intorno e noto che ci sono solo alcune
foto sul mobile alla mia sinistra dove c’è anche la televisione.
Faccio per alzarmi ad andare a vederle, ma la voce
di Kaede mi fa sobbalzare.
“Vuoi del tè?”
“Eh...si grazie.” Speriamo che mi aiuti a
calmarmi.
E se me ne andassi? La porta è lì che aspetta.
Perché farla aspettare?
Ma il mio cuore mi riscuote. Non posso andarmene
proprio adesso, non ora che sono vicino al momento che ho atteso per molto
tempo.
Quando
torno al salotto lo vedo alzarsi diretto al mobile con le foto mentre le
fissava.
Perché
le voleva vedere? Ma è una domanda retorica perché so che tra poco potrò dare
risposta a quelle domande a cui anche questa vi si aggiunge.
Non
voglio che le veda, o almeno non ora. Quelle foto rilevano un passato lontano
pieno di momenti e sensazioni che non esistono più.
“Vuoi
del tè?” sobbalza come un bambino scoperto con le mani nel barattolo dei
biscotti.
La
sua risposta affermativa mi fa rilassare un po’: non credo riuscirei ad
affrontarlo adesso, in queste condizioni...
Vado
in cucina dove prendo il bollitore, lo riempio d’acqua e lo metto a
riscaldare. Poi prendo due tazze e altrettante bustine di te da mettere nelle
tazze quando l’acqua sarà abbastanza calda.
Guardo
il cielo cercando la luna che stanotte farà da spettatrice a qualcosa che credo
dichiareranno ‘incredibile’ e ‘sensazionale’.
Sento
che il bollitore fischia con prepotenza e lo tolgo dal fuoco.
Prepotente
come qualcun’altro....
Metto
le bustine di tè nelle tazze e vi verso l’acqua.
Non
cerco neanche un vassoio: tanto non servirà. E ci potrebbe essere il rischio
che mi cada tutto per terra quindi meglio evitare...
Quando
decido che l’acqua sia ben colorata predo le tazze e mi avvio verso la sala.
È
in piedi vicino al mobile a guardare quelle maledette foto e sembra che abbia
trovato qualcosa di speciale. I suoi occhi si addolciscono nell’osservarle.
Quelli
sì che erano bei tempi...
Sente
il rumore delle tazze che battono sul tavolino e si volta quasi in preda al
panico.
Senza
dire nulla si siede di fronte a me e prende la tazza. Lo vedo allontanare di
scatto il recipiente contenente il liquido ambrato e passarsi le dita sulle
labbra.
Si
è scottato.
“E’
ancora caldo.”
“Questo
l’avevo capito...” ribatte con la voce amareggiata per la brutta figura.
E
mi viene da sorridere: solo lui poteva fare una cosa del genere! È un
bambino...
Che
figura del cavolo! Ma perché non me ne sono accorto che il tè era bollente?!
La volpe
vuole forse mettere fuori uso la lingua del Tensai? Se proprio voleva farlo
poteva trovare anche un altro modo! E un pensiero poco casto mi attraversa la
mente.
Tra il
calore del tè e dell’imbarazzo nell’ immaginare quel pensiero poco casto il
mio viso deve essere andato in fiamme! Oddio...ora impazzisco!! Calma Hanamichi,
calma!!!
Respiro
due o tre volte per riprendere il controllo di me stesso cosa non facile con
l’amichetto del piano di sotto completamente sveglio....
Torno a
guardare Rukawa che siede proprio davanti a me e lo vedo tenere la tazza con
entrambe le mani per riscaldarsi. Il suo sguardo fisso su di me come se stesse
aspettando qualche mia reazione. Io non so da dove cominciare.... l’ho sognato
molte volte questo momento, ma sognarlo è una cosa e viverlo è un altro!!!
“Allora,
cosa dovevi dirmi?” la sua domanda mi fa tornare alla realtà e come per
incanto la mia serietà prende il posto della paura. Ora o mai più!
“Si
tratta di una cosa che non ho mai provato prima d’ora. Da quando ho cominciato
a giocare a basket...mi sono accorto di una cosa che ha fatto crollare tutto ciò
che pensavo io fossi e che sognavo essere in futuro.- ha ascoltato ogni mia
parola con attenzione e continuo nel mio discorso, o meglio...dichiarazione.- Tu
sai che ho avuto molte ragazze...50 a dirla tutta...50 bei rifiuti! ah ma senza
contare Haruko, lei era solo una cotta passeggera che si è rivelata
utile...molto utile, devo ammettere...”.
“Utile
a cosa?” la sua voce è ferma e impaziente.
“Utile
a celare quella cosa che cambia la vita delle persone...- i nostri sguardi
incatenati uno in quello dell’altro. Ora è arrivata la parte più difficile e
non posso abbassare lo sguardo, non ora!-...Kaede....io ti amo....-
Vedo i
suoi occhi dilatarsi dallo stupore e ho paura. Paura per il suo no. Ho paura.
Tutto
questo discorso mi stupisce se fatto dal do’aho. Sono parole sincere: lui non
mente mai. O si?
Lui
ha mentito fino ad ora con me! Ha mentito sui sentimenti che provava per me...ha
detto che mi ama. Ma so che sono parole sincere perché i suoi occhi sono
limpidi, senza ombra di menzogna.
Ed
ora molte domande hanno la propria risposta e i pezzi del puzzle sono tutti al
loro posto. Il quadro è completo.
Appoggio
la tazza sul tavolo, deve aver frainteso il mio gesto perché ricomincia a
parlare.
“Ti starai chiedendo il perché, vero?”
Mi
avvicino a lui e mi siedo accanto a lui. È diventato completamente rosso!!
Quant’è carino...
“Il
perché è che...” ma non gli faccio iniziare neanche il suo discorso
poggiando l’indice sulle sue labbra. Ora non devi dire niente, Hanamichi, ora
devi stare in silenzio per sentire il battito del mio cuore.
Istintivamente
mi avvicino al suo viso e appoggio le mie labbra sulle sue. All’inizio si
irrigidisce ma poi sento le sue braccia circondarmi la vita e attirami più
verso di lui e io non oppongo resistenza: si sta così bene tra le sue braccia,
perché andarmene?!
Sento
la sue lingua premere impazientemente contro le mie labbra. Le schiudo per
lasciarla entrare. E il bacio che era inizialmente casto e dolce ora si fa più
passionale e avido.
I
polmoni reclamano ossigeno e non possiamo fare altro che accontentarli. Fisso lo
sguardo di Hanamichi, il mio do’aho, con il mio.
I
suoi occhi sono spaesati, sognanti, come se si fosse svegliato da un sogno che
sembrava essere vero.
Ma
è tutto vero, Hana, tutto vero...
Mi
appoggio al tuo petto per riprovare quella sensazione di protezione e capisce il
significato profondo del mio gesto: mi circondi le spalle con le tue braccia
senza dire nulla.
Alzo
lo sguardo e trovo i tuoi occhi che brillano di una luce sfavillante, pieni di
gioia e di amore.
Non
ne ho mai visti di così belli!
Guardo
l’orologio che si trova sul display del videoregistratore e noto che
abbastanza tardi.
“Dormi
con me stanotte?” La sua faccia si infuoca ancora di più, ma subito torna
serena.
“Si,
Kaede.”
“Non
voglio stare lontano da te. Non ora.” Rivelo guardando i due pozzi di
cioccolato che si addolciscono ancora di più dopo quello che ho detto.
“Non
staremo mai lontani. Te lo prometto.” E mi sfiora i capelli con un bacio.
“Staremo insieme... per sempre.”
E
mi torna in mente la canzone che stasera il mio Hana ha cantato per me....
And
she will be loved...
E
lei sarà amata…
Io
sarò amato...
Me
lo hai promesso, do’aho, e so che manterrai la parola data. Ne sono certo!
OWARI