Non mi stancherò mai di dirlo, ma questa storia si basa su fatti e argomenti reali, i fatti qui ricportati sono accaduti davvero e i eprsonaggi esistiti reamente. Ho romanzato le corcostanze epr quel che ho potuto
Sono qui, io. Io, Françoise Athenais de Montespan, un tempo amante del Re Luigi XIV sono in un convento. Io, odiata e temuta, amata e rispettata, ora mi trovo in convento.
E la colpa è solo mia, quanto sono stata stupida a pensare che lui mi rivolesse, che mi avrebbe non supplicata, lui non supplica mai, ma almeno se mi avesse chiesto di restare. Io sarei rimasta, obbediente come un cagnolino, e invece quando gli ho parlato del mio proposito di lasciare la corte non ha detto ne si ne no. Si è limitato a dirmi di fare come meglio volevo. E io me ne sono andata, certa che dopo tre giorni al massimo lui mi avrebbe richiamata. Che stupida, credevo di essere tutto per lui, l’unica donna che amava. Che stupida a credere che sarei riuscita a comandare il cuore del Re di Francia, Luigi XIV!
E invece lui ha dato il mio appartamento a nostro figlio Luigi Augusto, duca del Maine. Dicono che abbia gettato i miei mobili dalla finestra, dalla fretta che aveva di occupare le mie stanze.
Sento delle voci. <
Ha sposato il duca di Chartes, un ottimo partito, il figlio del fratello di Luigi è per mia figlia il miglior partito possibile.
Mi tornano in mente i ricordi, i miei ricordi. Mi rivedo quando nel 1660, con il titolo di Mlle de Tonnais Charente entrai a corte, come damigella di Madame. Non mi facevo più chiamare Françoise, nome che giudicavo plebeo e di poco valore, ma Athenais, nome che avevo assunto da quando frequentai i salotti delle preziose. Si, quelle donne che Moliére ha ridicolizzato in quella sua piece divertentissima” le preziose ridicole”.
Poi mi sposai con il marchese di Montespan, da cui ho avuto due figli. C’è un avvenimento che a distanza di quasi trent’anni fa ancora ridere. Ci servivano i cuscini per la cerimonia di nozze ed io li avevo dimenticati. Così mandai la mia cameriera a prenderli a casa, il più velocemente che potesse. E lei tornò si con i cuscini, ma con i cuscini dei cani! Forse era un presagio che il mio matrimonio non sarebbe stato un matrimonio felice o tranquillo, o forse no.
Le cose si misero male dopo un anno, quando mio marito, insieme a mio fratello il duca di Vivonne partì per il Su in cerca di gloria. Impegnando e vendendo i miei gioielli.
Io intento a corte languivo, non ci voleva molto a dire che ero bellissima, ma non sapevo ancora come sfruttare la mia bellezza per garantirmi il tenore di vita che giudicavo adatto ad una marchesa nata duchessa Rochecuart- Montemerte.
Poi mi venne un’idea!
Sarei diventata l’amante del Re. D’altro canto chi meglio di me? Avevo tutto, una nobiltà antica, la bellezza, la giovinezza.