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Autore: KiraKira90    11/04/2010    3 recensioni
Diamo i cappotti a uno che ce li ha chiesti. Nessuno mi aveva mai fatto una domanda tanto strana. Mamma mi ha detto che in quel ristorante i camerieri ti appendono i cappotti e ti fanno sedere. Non ne vedo il senso, io so sedermi da sola. Parliamo con una donna che sorride in continuazione. Sembra la mia barbie, quella a cui ho tagliato i capelli. Ci dice che siamo sulla lista e ci portano al tavolo col nostro numero. Come la fanno complicata gli adulti per cenare. Passiamo davanti al carrello dei dolci e mi si accende la fame. Che strano, la voglia di andare al bagno è passata …
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'One-shot collection'
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Rainy Day

 

 

Scroscia. Che rumore fastidioso.  Che parola buffa scroscia!

“Scroscia, scroscia, scroscia, scroscia, scroscia, scroscia, scroscia ” canticchio fra me. “ scroscia, scroscia, scrioscia, scroccia …” mi blocco, mi si è attorcigliata la lingua. Che scioglilingua difficile ripeterlo così veloce! Mamma mi sorride, lo vedo dallo specchietto. Deve aver capito mi annoio. Non mi piace stare seduta così tanto. Sorrido anch’io e torno a guardare fuori dal finestrino.

C’è un bel calduccio dentro, ma guardare attraverso il vetro appannato mi fa sentire freddo. Tutto è grigio e bagnato quando piove. Tutti quei bei colori si spengono e le luci s’incupiscono. Il rosso del mio cappotto non è acceso come il solito e i miei capelli sono umidi. Non li tocco, resistendo alla tentazione. Ci gioco sempre con i miei riccioli quando mi annoio, ma meglio smettere di tormentarli per oggi. Mamma è stata parecchio per sistemarli e farmi carina, non voglio apparire in disordine rovinando il suo lavoro. Ci tengo a fare bella impressione oggi. Mi annoio ancora però.

Guardo i piedi che non riesco ancora a posare sul tappetino. La cintura mi tiene la schiena contro la pelle del sedile e non posso toglierla, anche se mi da fastidio e mi impedisce il movimento. Mamma dice è pericoloso senza cintura. Sbatto i tacchi delle scarpette rosse che mi ha comprato per l’occasione. Sono belle anche se non tanto comode, ma con la calzamaglia bianca non fanno male. Il prurito è insopportabile però!

Non riesco a non smettere di grattarmi, ma devo stare attenta a non romperle. Non sarei carina così. Non riesco a grattarmi bene con i guanti. Li tolgo e finalmente il fastidio finisce, almeno per ora sembra passato.

Fa caldo. Ora le guance mi scottano. Meglio mi tolga il cappello, non voglio sudare. Spero di non essermi spettinata però. Lo appoggio con i guanti sul sedile e mi rigiro verso il finestrino. Mi annoio ancora.

Ci siamo fermati. La luce del semaforo deve essere rossa. La cosa bella dell’inverno è che puoi disegnare con le dita sui vetri. Senza guanti posso sbizzarrirmi: una linea così; due quasi cerchi di qua e dall’altra parte. Ecco una farfalla. Poi perché non fare un bel sole in una giornata dove non si vede? Una nuvola magari, ma solo una o lo copre.  C’è già abbastanza pioggia. Poi tanti fiori che mi piacciono tanto: tanti cerchi. Li colorerei se potessi, ma mi limito ad annerire i petali.

La macchina parte e le luci tornano a muoversi. Ho riempito il vetro e non posso più disegnarci. Che noia!

“Mamma, quanto manca?”

Non posso incrociarne lo sguardo: i sedili anteriori ci dividono e lei è concentrata sulla strada.

“Non molto tesoro.”

Sbuffo senza accorgermene, sollevando la frangetta sbarazzina che mi ricade subito sugli occhi. Incasso la testa nelle spalle, iniziando a giocherellare con le dita. Non è una bella giornata, ma non m’importa tanto. Non so come sentirmi oggi. Vorrei arrivare presto o non arrivare affatto.

Stringo le gambe: inizio a sentire il bisogno di fare pipì. L’ho fatta prima di partire, ma quando sono nervosa o emozionata è sempre la stessa storia.

“Mamma, mi scappa.”

Mamma mi sbircia dallo specchietto retrovisore. Gli occhi della mia mamma sono bellissimi e tanto buoni.

Le voglio tanto bene.

“Riesci a trattenerla per cinque minuti? Manca poco amore.”

“Ci provo.”

Stringo di più le gambe. Se solo avessi qualcosa da fare non sarebbe tanto difficile non pensarci. Mi rimetto i guanti e il cappello per tenermi occupata. Controllo le calze, le scarpe e se il cappottino ha i bottoni al posto giusto. Manca poco!

Sento il cuore che comincia a battere più forte e sento caldo di nuovo. Incrocio le dita fra loro e appoggio le mani sulla pancia. Inizia a farmi male.

Sento la macchina fare strani rumori. Rallenta e gira a destra in un parcheggio pieno di belle automobili.

Siamo arrivati. Respiro profondamente, mentre mamma spegne il motore. Sto per incontrarlo!

Sono così impaziente e distratta che non mi accorgo neanche di mamma. È scesa e sta venendo a prendermi con l’ombrello aperto. Mi rendo conto di dovermi slacciare la cintura solo quando mi apre la portiera e m’invita a scendere.

Salto fuori dalla macchina e stranamente non le chiedo di poterla chiudere. Mi piace schiacciare i pulsanti sulla chiave, ma non ne ho voglia oggi. Ho altro per la testa.

Tenendomi la mano entriamo nel ristorante. Mamma appoggia l’ombrello, dove altri stanno gocciolando. Anche lei è elegante stasera. Mi tolgo il cappello e lei prontamente mi sistema i ciuffi ribelli. Mi da fastidio, ma è necessario.

Diamo i cappotti a uno che ce li ha chiesti. Nessuno mi aveva mai fatto una domanda tanto strana. Mamma mi ha detto che in quel ristorante i camerieri ti appendono i cappotti e ti fanno sedere. Non ne vedo il senso, io so sedermi da sola. Parliamo con una donna che sorride in continuazione. Sembra la mia barbie, quella a cui ho tagliato i capelli. Ci dice che siamo sulla lista e ci portano al tavolo col nostro numero. Come la fanno complicata gli adulti per cenare. Passiamo davanti al carrello dei dolci e mi si accende la fame. Che strano, la voglia di andare al bagno è passata …

Il cameriere ci indica il tavolo. Lui già ci aspetta. Si alza. Io non riesco ad avanzare e mi nascondo dietro le gambe della mamma. Ho paura. Mamma dice al cameriere che può andare, mentre quel signore si alza e viene da noi. Ho voglia di scappare, ma non ci riesco. Sono molto curiosa di vederlo da vicino.

Chiudo gli occhi, mentre sento la mamma che mi spinge un pochino e cerca di farmi coraggio.

E se non gli piacessi? E se non mi piacesse?

Non ho tempo di pensare ad altro. Me lo ritrovo chinato e di fronte a me. Non so perché, ma allento la presa su mamma e lei riesce a spostarsi dietro di me, senza che me ne accorga. Che bel signore. È bello quasi quanto la mamma. Non lascio ancora la sua mano: non sono pronta.

“Ciao, Rin.”

Ha una bella voce e un bel sorriso. Non rispondo.

“Avanti tesoro. Saluta.”

Obbedisco a mamma, ma il mio bisbiglio è così basso che non so se mi ha sentito. Muovo nervosamente i piedi e mi mordicchio il labbro. Non so come comportarmi con lui. Non ho mai dovuto pensarci prima. Eravamo solo io e mamma e mi bastava.

“Sai chi sono io?” me lo chiede gentilmente. “Mi chiamo Sesshomaru.”

Lo sapevo. Mamma me lo aveva detto.

Mi aveva parlato molto di lui prima di farmelo conoscere, mi aveva raccontato ero molto piccola quando se ne era andato negli Stati Uniti. Contribuiva al mio mantenimento, ma non era parte della mia vita. Lo capivo da sola. Ma ora …

“Lo so. Papà.” sorrido. Che strano dire quella parola. È la prima volta che chiamo qualcuno così.

Ho voglia di staccarmi da mamma. Che lo abbia capito?

“Vieni qui.”

Apre le braccia. Che voglia che … ?

Rido e mi fiondo. Com’è diverso il petto di papà: è meno morbido di quello di mamma, ma mi piace. Credevo di non avere un papà, ma mi sbagliavo. Ha un buon profumo. Sono contenta.

Ci stacchiamo e lo guardo. Ci guardiamo e poi incrociamo lo sguardo di mamma.

La mia mamma e il mio papà …

Non importa se sono divorziati e non vivono assieme. Finalmente ho due genitori. Almeno so di averli …

 

Angolino Autrice: saluti e chiarimenti

Piccola one-shot che vuole far sorridere. Non narra molto, ma un piccolissimo episodio visto con gli occhi di una bambina. Volevo trasmettere l’immagine del rapporto che ho io di Rin e Sesshomaru, coppia molto gettonata nel fandom. Spero abbiate gradito.

Porgo ringraziamenti anticipati a chi avrà la gentilezza di leggere e recensire questa storia. Grazie.

KissKiss KiraKira90

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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