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Autore: Kagura92    11/04/2010    6 recensioni
Quando Lituania sente un tonfo pensa che sia Polonia.
[Polonia Centric. Tra ieri e oggi]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bizna

GENERE: Drammatico
RATING: Giallo
AVVERTIMENTI: One-Shot
FANDOM: Axis Power Hetalia
PERSONAGGI: Polonia (Feliks Łukasiewicz), Lituania (Tolys Lorinaitis)
NOTE: La foresta di Katyn è un luogo che si trova all’estremità orientale della Russia. Qui, non appena iniziata la Seconda Guerra Mondiale furono gettati i cadaveri di 21.857 polacchi, tra ufficiali militari e semplici laureati, che per il metodo di coscrizione polacco assumevano automaticamente il grado di ufficiale in riserva. L’obiettivo era eliminare una grossa parte della classe dirigente polacca.
Fu pienamente raggiunto.
Ieri mattina verso le nove stava atterrando a Katyn un aereo con novantasei passeggeri, ottantotto facenti parti della delegazione polacca che era partita per assistere alla prima commemorazione per le vittime di Katyn riconosciuta dalla Russia. Tra questi vi era il presidente polacco Kaczynski con la moglie, tredici ministri e numerosi generali. Non ci sono stati sopravissuti.
L’incidente è avvenuto trenta minuti prima l’inizio della commemorazione per le vittime di Katyn.

Bizna

Quando Lituania sente un tonfo pensa che sia Polonia. Che abbia fatto cadere una sedia, nel tentativo di raggiungere uno degli scaffali della mensola alla ricerca dei suoi gemelli d’argento, o che abbia rovesciato la pila di abiti appena stirati alla ricerca della sua camicia bianca. Continua a piegare le lenzuola, aspettandosi di sentire i suoi passi e la sua voce frenetica mentre gli chiede dove sia la sua cravatta – perché no, non è nell’armadio, è tipo impossibile, ha cercato ovunque, cioè, l’avrebbe trovata!
Sospira anche pensando alle gonne pieghettate, i cappotti di lana pesante, le magliette e le camicie che dovrà rimettere a posto – quest’anno per fortuna il suo completo l’ha messo al sicuro, tra i film di Kieslowski e quelli di Wajda che Polonia non toccherà fino a sera.
Solo quando rientra in casa si rende conto del silenzio – e sì, era davvero Polonia. Polonia, con i capelli biondi sparsi, su un pavimento che ora non si vede più, mentre le lenzuola bianche cadono leggere e lui è curvo con una mano sul collo.

-Sto bene, cioè Liet sono tipo inciampato, mica morto!-
Polonia che cerca di minimizzare con quella parlata frenetica e squillante, agitando una mano le cui dita sono leggermente macchiate di rosso. Inutilmente, perché da quando Lituania l’ha costretto a sedersi nella cucina bianca non gli ha più dato ascolto. Ogni singola protesta del polacco è andata persa mentre lui lo costringeva a chinare la testa e a scoprire il collo bianco spostando i capelli biondi, in mano del cotone bianco.
- Dai, stiamo solo perdendo tempo, siamo in ritardo! Siamo molto in ritardo! Russia sarà già arrivato da un pezzo –
- Può aspettare ancora. Può aspettare fino a domani mattina se è per quello – la voce di Lituania trema leggermente mentre osserva il collo di Polonia. Conosce perfettamente il suo corpo, e quella cicatrice l’ha sempre temuta. È sottile e rosea, leggermente curva pare circondare il suo collo. I segni dei rozzi punti che l’hanno chiusa la renderebbero simili a una bocca, una bocca che sorride. A Lituania ricorda il segno di un’ascia, l’impronta di una ghigliottina che non sia riuscita a finire il suo lavoro –quella linea, così sottile e così profonda, rossa adesso, è troppo vicina alla testa di Polonia.
- Allora, che cavolo è successo? – sbuffa lui, agitando nervosamente il piede.
- Si è…si è riaperta – dice, la mano ferma mentre la tampona leggermente –Ti serve una fasc…-
- Smettila di dire scemenze! – grida Polonia, rialzandosi di colpo –Non si può riaprire Liet! Lo sai che non si può riaprire!-. Sbatte furiosamente un piede prima di lasciare la cucina.
Quello che vorrebbe fare Lituania è rincorrerlo, sollevarlo e portarlo di nuovo in cucina, costringerlo a star fermo e poterlo fasciare. Invece non fa che lasciare della garza sul letto di Polonia, stranamente silenzioso mentre rivolta i cassetti della loro camera, prima di andare a vestirsi anche lui. Feliks ha ragione, non possono arrivare in ritardo, quest’anno più che mai – e sì, ha ragione, non può essersi riaperta. Non starebbe controllando i biglietti dell’aereo altrimenti, non dovrebbe nemmeno uscire di casa se non per uscire con Polonia in quel giardino dove finora vi era solo la ruta.
Se quella ferita si fosse riaperta non starebbero per partire - non dovrebbero partire - e il cotone che ha appena buttato non sarebbe imbevuto di disinfettante e sangue - non ci sarebbe una cicatrice di cui preoccuparsi.

Dieci minuti, e mentre Lituania mette il cappotto arriva Polonia, completamente vestito, quasi saltellando su un piede solo mentre si infila una scarpa, la cravatta mal annodata per fare il più in fretta possibile.
Non riescono nemmeno ad arrivare alla maniglia della porta, perché squilla il telefono. È Polonia che sbuffa e risponde, che tiene sottocchio l’orologio lì accanto, le lancette di ferro che segnano quietamente le nove e mezza.
È Polonia che poi lo getta per terra, assieme al telefono, assieme a sé stesso, accasciato contro il muro il volto tra le mani, l’orologio di legno che continua a ticchettare.
Quattrocentoventi secondi, Lituania li conta tutti mentre si avvicina a Polonia e lo guarda in silenzio.
– Liet…mi serve una fasciatura-

[1] i film di Kieslowski e quelli di Wajda : sono entrambi due famosi registi polacchi. Andrzej Wajda in particoale è il registo del film Katyn, che parla della tragedia omonima.
[2]Russia sarà già arrivato da un pezzo!: L'odissea del riconoscimento del massacro di Katyn è stato lungo e doloroso, in quanto dopo la fine della WWII e l'occupazione sovietica tutto ciò che era accaduto fu censurato e attribuito ai nazisti. Il riconoscimento russo è un grande traguardo.

  
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