«Sono diventato matto?»
«Temo di sì. Sei assolutamente svitato. Ma ti rivelerò un segreto, tutti i migliori sono matti.»

L'aveva sentito dire da una ragazzina bionda ad un buffo essere con un cappello in testa e dei ricci capelli rossi, durante la sua missione nel paese delle meraviglie. E ne era rimasto colpito. I pazzi... erano pazzi! Non migliori, no? No, evidentemente.
Ma in fondo, lui viveva in un mondo di pazzi. Xemnas era pazzo, Xigbar anche, Xaldin lo stesso, forse Vexen lo era di più. Ma tra di loro c'era un essere speciale, un essere che osava presentarsi in piena notte in camera sua e fargli diverse domande, ridendo istericamente.
«Secondo te sono pazzo, Roxy?»
«Sì. Sei uno psicopatico! Va’ a farti curare!» E minacciarlo con il keyblade, finchè non si dileguava in un varco oscuro.
Una notte,però, fu lui a farlo.
A passo felpato si avvicinò al letto bianco, fissando la figura dell’amico che dormiva, emettendo di tanto in tanto dei mugolii e qualche borbottio incomprensibile. Montò a cavalcioni tra le coperte e si portò velocemente sul corpo dell’altro curandosi, però, di non sfiorarlo nemmeno per un millimetro.
Le braccia del rosso cominciarono a muoversi da sole, dirette a giungersi dietro la testa, ma quando cozzarono contro il corpo caldo del biondino le palpebre del più grande si aprirono e prima che potesse emettere un qualsiasi suono, Roxas gli tappò la bocca.
«Lo sai perché un corvo somiglia ad una scrivania?»
Con la bocca ancora coperta, il numero VIII alzò un sopracciglio.
«Non ne ho la più pallida idea.» Soffiò, sul palmo cocente del keyblader.
«Nemmeno io.» Disse quello, con un sorriso sulle labbra.
Axel afferrò dolcemente il polso del ragazzino, portandolo via dal suo viso. «Sei pazzo.» Mormorò.
Il sorriso del biondo si trasformò in un ghigno. «Sì, ma ti rivelerò un segreto. Tutti i migliori sono pazzi.»