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Autore: Mitsuki19    12/04/2010    2 recensioni
Arrotolava sottili ciocche dorate intorno alle dita affusolate della mano dalla pelle screpolata. La mamma era bella, anche quando il trucco nero le rigava il volto arrossato.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[Dedicata a Giulia]

Dopo tantissimo tempo - ottobre, per la precisione - eccomi qui con una nuova oneshot. Non mi piace moltissimo, ma era da mesi che dormiva nel mio quaderno degli appunti. Forse riprenderò a scrivere più attivamente, non so. Per il momento, accontentatevi di questa Mello-centric. Ho voluto dare spazio a un flashback su una sua ipotetica infanzia, sull'ipotetico motivo per il quale si è ritrovato orfano e su un'ipotetica figura di una madre folle. Povero Mel. Non si nomina il padre, la scelta è voluta. Piccolo accenno shounen-ai con Matt. 
Buona lettura.



No data.
Please, insert the correct disk.

«Dicono sia scampato per poco alla morte»
«È stato fortunato».


Mihael non riusciva a vedere tutta quella fortuna. Cosa poteva esserci di positivo nell'essere riusciti a sopravvivere a quello?
Le voleva tanto bene. Sarebbero dovuti andare in vacanza al mare, lei glielo aveva promesso. Sarebbero dovuti andare in barca a vela, un giorni di quelli. Il periodo migliore era probabilmente l'estate, quando era più facile vedere le stelle senza alcun tipo di nuvola illusoria ad annebbiare la vista. Ma lei cambiava spesso idea: alternava spesso dolci carezze a sprezzanti frasi d'odio. Mihael, però, sapeva che la mamma lo amava. Anche se i lividi violacei sulla pelle facevano male, il dolce bacio di quelle sottili labbra rosate sapeva come lenire il dolore. Allora,
perché?

La mamma aveva degli splendidi capelli biondi. Il bambino si divertiva a pettinarli; poi, lei pettinava i suoi. Arrotolava sottili ciocche dorate intorno alle dita affusolate della mano dalla pelle screpolata. La mamma era bella, anche quando il trucco nero le rigava il volto arrossato.

«Ballare è libertà, Mihael: ricordalo. Il movimento permette al corpo di rimanere libero e giovane. Quando danzi, puoi fare quello che vuoi. Salta, corri, canta, balla insieme a me! Cadiamo giù, abbracciamo il fiume!» un velo di fugace follia nello sguardo. Le pupille si muovono veloci, prima a destra e poi a sinistra: scrutano dall'alto in basso, si voltano verso il cielo.
Mamma... perché vuoi trascinarmi con te sott'acqua?



«La madre si è buttata con lui da un ponte. E' stato un bel salto, ma lui se l'è cavata con qualche graffio»
«È stato decisamente fortunato».



«'Fanculo».
Dannata, dannatissima fortuna del cazzo. Le scorte completamente terminate proprio quando ne ha un bisogno impellente.
«Merda, ne dovrò comprare dell'altra.
Matt? ».




«Tu sei nuovo, qui alla Wammy's House?» si gratta la testa, impacciato - non era mai stato molto bravo con quelle cose, preferiva da sempre quei maledetti videogame.
«Hm»
«Come ti chiami?» Spera almeno che apprezzi lo sforzo.
«M-Mello. Il mio nome è Mello».
«Io sono Matt. Vuoi diventare mio amico?» Lo sguardo del biondo incontra quello del rosso. La semplicità dei bambini risulta sempre molto diretta, anche quando dietro lo sguardo di un biondino alto tre spanne e mezzo si nasconde una profonda tristezza.
Una svogliata stretta di mano, perplessità negli occhi presto sostituita da un'insolita contentezza.



«Fottutissimo cane, la cioccolata!»


[Ora, Mello ha trovato la sua fortuna.]
Forse.



   
 
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