A.A.A. Cercasi zucca!
Lysander cadde pesantemente dal
letto, un tonfo sordo che chiunque nel raggio di chilometri avrebbe potuto
udire.
Quando si rialzò, trovò la figura di
sua moglie piegata sul pancione di sette mesi e tre giorni, intenta a mormorare
frasi incomprensibili con le lacrime agli occhi.
Inarcò un sopracciglio, sedendosi al
suo fianco.
«Che succede, tesoro?» Domandò con
un pizzico di preoccupazione. Che il bambino stesse per nascere in anticipo? In
fondo, non sarebbe di certo stata la prima volta nella loro famiglia.
Lui e Lorcan erano nati con quasi un
mese di anticipo!
Stava giusto per rassicurarla ed
andare al camino, quando Lily lo fissò dritta negli occhi, una luce che a
Lysander non piacque per niente.
«Ly,
voglio mangiare una zucca» Sussurrò ad centimetro del suo naso.
Lysander sbatté le palpebre un paio
di volte, cercando di capire l’intero senso delle parole della moglie. Quando
l’ebbe colto, un nuovo tonfo di caduta si espanse per la casa.
Lysander
osservò crucciato Londra illuminata sotto di sé, i piedi gelati a causa dei
calzini antiscivolo regalatigli da sua madre il Natale passato. Lily l’aveva
spintonato fuori dalla finestra con decisione, senza nemmeno dargli il tempo di
infilarsi un paio di scarpe o un paio di pantaloni.
Si
era ritrovato a sorvolare la Londra babbana vestito di una camicia da notte
grigia scolorita dal tempo, un pigiama rosso che faceva a pugni con i suoi
calzini e ora aveva persino una goccia di moccio che gli colava dal naso.
Maledisse
mentalmente sua moglie e lui stesso per essersi ficcato in un guaio del genere.
Sicuramente, se avesse avuto il carattere di Scorpius Malfoy non si sarebbe
ritrovato in pantofole – anzi, in calzini – a girovagare in cerca di un
negozietto aperto ventiquattro ore su ventiquattro che vendesse zucche. Di
inverno.
Adocchiando
la scritta al neon di un minimarket sbuffò, planando in picchiata verso una
zona poco in vista.
Poggiò
i piedi a terra, barcollando per un secondo prima di ritrovare la stabilità.
Estrasse
la bacchetta da sotto la maglietta del pigiama e, muovendo il polso, ridusse la
scopa ad un piccolo manico quasi invisibile ad occhio nudo. Lo infilò in tasca
e nascose la bacchetta, avvicinandosi poi all’uscita del vicolo in cui era
atterrato.
Una
folata di vento gelido gli fece tremare le ginocchia; cercò inutilmente di
stringersi nella camicia da notte, prima di attraversare a passo svelto la
strada deserta ed entrare nel minimarket.
Capì
subito di trovarsi nel posto sbagliato non appena vide un uomo nerboruto dietro
al bancone, intento a sfogliare una rivista osé con particolare interesse. Si
bloccò solo nell’udire il trillante suono del campanello.
«’Sera»
Buttò lì Lysander in soggezione, saltellando sul posto e guardandosi intorno
alla disperata ricerca del reparto verdure.
L’unica
cosa che i suoi occhi catturarono furono un paio di manette, delle fruste e dei
reggiseno con la scritta “Mangiami”.
Deglutì
rumorosamente, dandosi dell’idiota per non aver letto in che genere di
minimarket fosse entrato.
«Cerca
qualcosa in particolare?» Domandò l’uomo sputacchiando un po’, al che Lysander
si premurò di allontanarsi maggiormente, anche se già lo distanziava di ben tre
metri.
Si
sentì in terribile imbarazzo quando il proprietario lo squadrò da capo a piedi,
sorridendo compiaciuto del suo abbigliamento fin troppo...notturno.
«La
signora ha desideri particolari per la notte?» Azzardò alzandosi dalla sua
postazione ed oltrepassando il bancone. Afferrò un paio di aggeggi non
identificabili e, con un sorriso divertito, li poggiò tra le mani di Lysander.
Vedendolo
boccheggiare come un pesce, inarcò un sopracciglio folto e bruno perplesso.
«Forse
è il suo compagno ad avere richieste particolari?»
Il
giovane Scamandro rimase in silenzio per una manciata di secondi, gli occhi
ancora puntati sulla confezione di manette al cioccolato tra le mani grandi e
callose dell’inserviente.
Fortunatamente,
la sua testa accese un campanello d’allarme quando vide l’uomo indietreggiare
di un passo verso un bancone dall’aria ancora più inquietante, così si premurò
di arrossire e porre le mani avanti.
«No!
Cioè, no! Sono qui per mia moglie! È incinta...vuole una zucca!» Strillò con
voce estremamente acuta, inciampando nei suoi stessi piedi ed aggrappandosi ad
un manichino che indossava un...vestito?
Lo
guardò attentamente, soprattutto la lunghezza della gonna a sbuffo nera e
l’ampiezza della scollatura.
Per
un secondo l’immagine di Lily vestita in quel modo balenò nella sua mente, ma
poi la consapevolezza di quel pensiero e il recupero delle sue sanità mentali
lo riportarono al pianeta terra – ed al sexy shop in cui aveva messo piede.
«Una
zucca, eh? La mogliettina ci va sul pesante, ma ho qualcosa che fa al caso
vostro!» Esclamò con fierezza l’uomo, abbassandosi e mostrando parte del suo
fondoschiena a Lysander, che si portò una mano alla bocca per impedirsi di
ridere e vomitare allo stesso tempo.
Quando
vide l’uomo rialzarsi dalla sua posizione si diede una scrollata, osservando
incuriosito la scatola che teneva in mano.
Sbiancò,
sperando che non fosse vero.
«Freschi,
freschi dalla Francia. Perizomi alla zucca commestibili e taglia unica!»
Mezz’ora
dopo si ritrovò a navigare per le vie di Londra alla ricerca di un posto
appartato per spiccare il volo nella speranza che una zucca gli cadesse di
fronte al naso.
Tra
le braccia, teneva almeno una decina di quei perizomi commestibili, più delle
collane che chiunque avrebbe dovuto considerare illegali visto i pendenti poco
usuali intorno alla zucca rossa.
Si
diede animatamente dell’idiota per la cinquantesima volta prima di vedere una
chioma di capelli biondi scompigliata quasi quanto la sua e una nera.
Inarcò
un sopracciglio sorpreso, aumentando il passo.
«Malfoy?»
Domandò con incertezza quando fu a meno di un metro dal ragazzo chiamato in causa,
che si irrigidì come un palo riconoscendo la voce del suo amico di vecchia
data.
Disegnò
un sorriso fasullo sul viso affilato, mentre al suo fianco il moro sospirava
rassegnato.
«Ehilà,
Scamandro? A cosa dobbiamo questa tua passeggiatina notturna?» La nota di
vivacità forzata non sfuggì alle orecchie di Lysander, che adocchiò solo in
quell’istante il compagno del biondo. E per poco non ebbe una sincope.
«Albus?!
Che diavolo ci fate in giro a quest’ora mentre Rose – che è tua moglie,
Scorpius! – è a casa, incinta da quasi nove mesi?!» Strillò con voce acuta,
nascondendo dietro la schiena i suoi acquisti inaspettati della sera e tirando
su rumorosamente con il naso.
Al
si diede una sberla sulla fronte, mentre Scorpius sbuffò.
«Lo
sapevo che avrebbe frainteso. Perché tutti fraintendono?» Chiese a sé stesso e
al biondo accanto a lui proprio il secondogenito della famiglia Potter,
spalancando le braccia e aggiungendo una nota stridula alla sua voce.
Malfoy
lo guardò come se fosse ovvio, mentre Lysander immaginava la voce di Lily che
lo incriminava non solo di non aver trovato quella maledetta zucca che lo stava
portando alla rovina, ma anche di aver bighellonato per Londra con due suoi
amici.
«Fraintendono
perché tu sembri un gay, Potter»
Lysander
inarcò un sopracciglio, prima di sospirare sconfitto.
Ecco
che ricominciavano, quei due...
«Io?
Semmai sei tu quello che sembra un gay, Malfoy, con i jeans super attillati e
le camicie sbottonate!»
Ora
sarebbero iniziate le urla, e a lui serviva ancora una zucca.
«TAPPATI
QUEL CESSO CHE HAI PER BOCCA! IO HO UNA MOGLIE!»
«E
IO MI SONO SCOPATO TUA CUGINA IERI SERA!»
«E
io rischio di non arrivare a domani, ma tanto a voi che importa? Io sono un
povero eterosessuale dimenticato dal mondo!» Li bloccò Lysander con una spinta,
lasciando così cadere il sacchetto di plastica a terra.
Scorpius
sorrise notandone il contenuto, contagiando anche Al.
«Un
povero eterosessuale dimenticato, eh? Non mi pare che tu voglia annoiarti,
questa notte – anche se sarebbe più consono dire mattina, visto l’orario» Disse
il giovane rampollo dai capelli biondi, ammiccando in direzione del moro e
scoprendo una fila di denti bianchi perfetta.
«Non
è come sembra. È che mi serve una maledettissima zucca! Perché tua moglie non
ti chiede una zucca, eh? Perché Lily non ha voglia di un gelato al cioccolato
o...o...di una pizza! Che cosa hanno di male le pizze? Tutti amano la pizza!
Voi non amate la pizza? Io amo la pizza!»
Al
aprì la bocca e prima che Scorpius potesse intimargli di infilargli qualcosa in
gola se mai avesse detto a sua volta la parola pizza, Lysander ebbe
un’illuminazione.
«Una
serra!» Chiosò stupito dalla sua stessa mente, dimenticandosi che avrebbe
potuto arrivarci tre ore prima e non dopo aver speso quasi tutte le sterline
babbane che teneva nel portafogli per ogni evenienza.
«A
quindici minuti da qui c’è la serra di Neville. Però lui ora è ad Hogwarts e
non credo che il guardiano sarebbe disposto a...»
Al
fu fermato da Malfoy che, con un ghigno che non prometteva nulla di buono sul
volto affascinante, strinse le spalle di Lysander e propose una cosa che, fino
a tre ore prima, il ragazzo non avrebbe mai preso in questione.
«Ci
infiltriamo e ne rubiamo una, chi vuoi che se ne accorga?»
«Ci?»
Domando Al, perplesso.
«Rubiamo?»
Chiese a sua volta Lysander, fissando Scorpius negli occhi grigi.
Questi
annuì, sbuffando poi.
«Suvvia,
un po’ di brivido nella vostra vita! Non vorrete mica arrivare a trent’anni ed
avere come unica esperienza particolarmente eccitante la vostra prima notte di
nozze?» Si bloccò, puntando gli occhi sul moro. «Scusa amico, vero che tu non
hai avuto nemmeno quello di brivido!»
Prima
che Albus potesse saltare addosso al biondo, Lysander si frappose tra di loro
fulminandoli.
«E
sia, però comando io»
La
testa di Lysander spuntò da dietro un albero, seguito a ruota da quelle di
Scorpius e Al, che battibeccavano su quale fosse il modo più veloce per
arrivare alla serra escluso il volo da quando erano partiti, mezz’ora prima.
Il
giovane Scamandro teneva la mano sulla bacchetta e non per paura che vi fosse
un qualche pericolo, ma per schiantare quanto prima quei due rompi scatole che
si era portato appresso come un povero allocco.
E
dire che era anche piuttosto intelligente, non rimaneva ore a fissare il cielo
e le Creature Magiche come suo fratello Lorcan, né credeva ai Nargilli – beh,
forse un pochino sì.
«Via
libera» Annunciò dopo un secondo, notando il cartello che annunciava l’ingresso
alla serra delle zucche.
Si
piegò a sufficienza per non essere visto dalla casa del guardiano, correndo poi
verso la porta ed aprendola con un alohomora appena sussurrato.
Dietro
di lui, Scorpius aveva fatto uno sgambetto ad Al che era caduto a terra e si
era rotto una lente degli occhiali.
«Di
qua» Intimò ai due con un gesto secco della testa, i capelli che si erano
appiccicati alla fronte a causa della leggera pioggerellina che aveva iniziato
a cadere all’alba delle quattro e mezza del mattino.
Incespicò
in un vaso di porcellana e nel tentativo di rimanere in piedi appoggiò la mano
su un rastrello, pungendosi e facendosi scappare un urlo di dolore.
Subito
Al gli intimò di stare zitto, una pala puntata in faccia ad uno Scorpius armato
di concime.
«Vedete
una zucca?» Domandò massaggiandosi la parte dolente, prima di sbattere la nuca
contro qualcosa di duro.
Quando
sollevò gli occhi per poco non svenne. Lì, di fronte a lui, c’erano decine e
decine di zucche. Arancioni, grosse, piccole, medie, acerbe. Ce l’aveva fatta.
«Guardalo,
quasi piange!» Lo derise Scorpius, pestando un filo a terra.
E
fu il caos.
Dapprima,
un paio di irrigatori partirono, bagnandoli da capo a piedi e facendo
bestemmiare Scorpius così fantasiosamente che sia Al che Lysander si sentirono
degli inetti con le loro semplici e banali maledizioni contro Merlino.
Al
inciampò nel tentativo di afferrarne uno, ma colpì un pulsante dall’aria
inquietante che fece partire un allarme.
«La
porta! Corri alla porta!» Strillò Scorpius spintonando il moro, mentre Lysander
afferrava una zucca qualsiasi da quelle sopra la sua testa e seguiva i due
amici.
Albus
lottò per una manciata di secondi con la maniglia, prima di sbarrare gli occhi
inorridito.
«Siamo
chiusi dentro!» Sbraitò, terreo.
«Come
sarebbe a dire che siamo chiusi dentro? Mettici un po’ di forza in quelle
braccia e spingi, idiota!»
«Fallo
tu, visto che sei così muscoloso!»
Lysander
vide chiaramente i titoli della Gazzetta del Profeta: Albus Severus Potter:
rinuncia a seguire le strade del padre e diventa un ladro di zucche. Scorpius
Hyperion Malfoy: segue le orme del padre e tenta di uccidere due amici
rinchiudendoli in una serra. Lysander Scamandro: scopre dei Nargilli in una
serra.
Poi,
ecco un’altra illuminazione. Due in una sera, Lily ne sarebbe stata fiera se
non avesse avuto quell’assurda voglia di zucca che l’avrebbe portata a compiere
un omicidio non appena sarebbe rincasato.
«RAGAZZI!
Siamo maghi, giusto?»
Scorpius,
che teneva saldamente per i capelli Al, annuì per entrambi.
«E
allora?»
«E
allora...dove abbiamo messo la smaterializzazione?»
E
con un sonoro pop, scomparve.
Albus
e Scorpius si guardarono, e avrebbero dato all’altro dell’idiota se non
avessero udito dei passi arrivare velocemente verso la serra.
Dando
l’uno un calcio all’altro, scomparvero a loro volta lasciando a bocca asciutta il
guardiano dagli unticci capelli neri.
«Ragazzini
pestiferi»
Rincasò dieci secondi dopo, cadendo
di peso sul pavimento della sua camera da letto e lasciando rotolare la zucca.
Dall’alto, sbucò la testa rossa
fiammante di Lily, un sorriso dolce sul viso paffuto.
«Sei stato via molto, amore!» Trillò
con allegria, lasciando perplesso Lysander.
Si era aspettato una sfuriata,
invece Lily gli buttò le braccia al collo e lo baciò con foga.
«Ho preso la zucca» Disse,
additandola.
Arrossì quando notò anche il sacchetto
contente il suo fantastico set per una nottata infuocatae,
girandosi timoroso di leggere una reazione omicida negli occhi della moglie.
«Oh, Ly.
Non mi avevi detto che eri un fan di queste cose» Disse alquanto divertita,
afferrando tra le mani la confezione di perizomi commestibili.
Solo in quel momento Lysander notò
che la bocca della moglie era sporca di succo.
«Hai mangiato qualcosa mentre ero
via?»
Lily annuì, indicando poi una
bottiglia arancione ai piedi del letto.
«Visto che non arrivavi più sono
scesa in cucina e ho preso del succo di zucca. Per caso non l’avevi trovato,
prima?»
E Lysander Scamandro cadde con un
tonfo sordo sul pavimento.
N/a
No comment su quello
che avete letto. Se siete arrivati fin qui mi inchino ai vostri piedi! XD
Seriamente, non ho
niente da dire. È una cosina, scritta più per divertimento che per altro, che è
riuscita persino ad arrivare quarta ad un contest (e qui ancora non ci posso
credere). Quindi ringrazio sinceramente Only_me per
il giudizio super positivo.
La fic è dedicata
interamente alla MUSA, ossia la Cì che mi sosteneva mentre scrivevo e che darà una sua
personale interpretazione al motivo per cui Al e Sis
se ne stavano insieme a notte fonda nei quartieri di Londra.
Beh, che dire? Se
lascerete un commento avrete ancora più coraggio. J
Cà