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Autore: dancy184    13/04/2010    2 recensioni
Eff a causa di una relazione con il giovanissimo fidanzato di sua madre, viene cacciata di casa e spedita da suo padre, che non vede dall'età di 3 anni. Suo padre è un tipo figo, stile rock n' roll, che in passato è stato militare e che ora fa un lavoro misterioso.... Moon city, la nuova città a forma di mezza luna dove si ritrova Eff è affacciata sul mare ed è molto pittoresca e romantica. Le persone che vi abitano però sono rozze e fuori controllo. Sembra un mondo completamente parallelo. Eff si troverà ad affrontare mille problemi e mille rischi e scoprirà tanti aspetti di sè stessa precedentemente sconosciuti. Uno in particolare la colpirà senza alcun avvertimento.... _______________ Rating variabile. Commentate che mi date l'ispirazione!!!!! Vi assicuro che è molto meglio di quanto sembri. B.
Genere: Generale, Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono stupefacente. Tre capitoli in tre giorni. Miticuuu (citazione privata) Grazie per le bellissime recensioni. Mi fate venire l'ispirazioneeeee

1.

Ormai è quasi una settimana che frequento il liceo di questa città, ma ancora non mi sento a mio agio.

Il clima è sicuramente migliore di dove stavo prima e le giornate sono quasi sempre soleggiate e ventose, proprio come piace  a me, eppure mi sento come se stessi per soffocare.

I miei compagni di classe sono rozzi e parlare con loro è veramente difficile a causa della loro scarsa conoscenza della grammatica, ma almeno ora non ricevo solo occhiate arcigne e mi sorridono tutti appena entrano in classe, mezz’ora dopo di me, ogni giorno.

In sostanza non mi considerano più una stronza con la puzza sotto il naso e passano volentieri l’intervallo con me.

A parte una certa Bianca, che mi odia, ma che non osa guardarmi in faccia.

Non è che io sia al settimo cielo per come siano le cose in questo momento, ma potrebbe andare peggio.

Lucilla è la persona più interessante che io abbia conosciuto finora, omettendo quella donna dai capelli di miele e gli occhi profondi, e ogni giorno mi insegna qualcosa di nuovo su questa città e sulle persone che vi abitano.

Sono sorpresa da questa mia nuova me.

Non ho mai fatto amicizia così in fretta.

E penso che Lucilla si possa considerare in tutto e per tutto un’amica; voglio dire, per due pomeriggi di fila siamo uscite insieme e una sera mi ha telefonato per chiedermi i compiti di storia.

Non sono molto pratica di queste cose, avendo avuto esclusivamente amici maschi, ma penso che Lucilla sia una ragazza di cui mi posso fidare.

Già.

Ma se sta andando tutto così discretamente bene non capisco cosa mi stia succedendo!

Mi sdraio sul letto sfatto, fumando una Pall Mall.

“Niente Lucky Strike, per oggi. Passa domani.” (è un flashback. Lo so. Non si capisce. n.d.A)

Che città insulsa.

 Mio padre è un tipo a posto, non mi fa mancare niente e una volta mi ha pure portato a scuola in moto, facendomi fare decisamente una bella figura.

Non tutti i genitori possono permettersi una Triumph Speed Triple.

Eppure...

Insomma cosa c’è?!

Cicco nel posacenere e mi alzo di colpo,fissando frustrata la finestra aperta.

Ho un papà fighissimo, un migliore amico che nonostante la lontananza si fa sentire quasi sempre, ho appena trovato un’amica piuttosto simpatica, sono la più brava della classe e ho persino la possibilità di andare al mare a farmi il bagno ogni giorno! Che cosa c’è che non va in me e che mi fa odiare questo posto?

Una nuvola quasi insignificante copre il sole per un secondo, e un ombra più grande sembra oscurarmi i pensieri.

Che stress.

Accendo un’altra sigaretta.

Questa è tipo la ventesima della giornata.

E fa anche cagare.

Mio padre bussa  alla porta.

“Posso entrare?”

“No, sono in mutande.”

Ride.

Che cazzo ridi?? Sono in mutande sul serio.

Mi auto-censuro subito. Cavoli è la prima parolaccia che penso nei confronti di mio padre!

“Okay. Io esco. Solite cose di lavoro.”

“A sta sera.”

“Ciao”.

Sento la porta sbattere e un uccellino particolarmente intonato cinguetta sul pioppo più vicino.

Cosa manca?



2.

“Ehi Eff, sei strana oggi. Da una parte ti vedo irritata e dall’altra iper felice. Cosa è successo?”

Lux mi fissa, distogliendo gli occhi dai suoi appunti di Scienze, sussurrando per non farsi sentire dal professore.

Evviva.

Partiamo con le confidenze tra amiche.

“Oggi viene a trovarmi il mio migliore amico. Ed è da molto che non ci vediamo.”

Non alzo nemmeno gli occhi per annunciarglielo

Più che una confidenza sembra la confessione di un delitto estorta con l’inganno.

Annuisce.

“Grande. Vorrei conoscerlo! però non mi spiego quella parte irritata di te che cerchi di nascondermi in questo momento.”

Alzo lo sguardo dal mio quaderno, perplessa.

Questa ragazza sembra davvero preoccupata per me.

La fisso negli occhi e vedo un velo di sincera preoccupazione.

Borbotto un “Lascia perdere” senza senso.

E lei mi ubbidisce, non troppo convinta.

“Cagnolino bavoso.”

Così l’ha chiamata Bianca ieri, per prenderla in giro.

“Segui Eff come un cagnolino bavoso.”

Lucilla per tutta risposta le ha tirato uno schiaffo in piena faccia.

“Tu ti lasceresti persino cagare in testa solo per camminare pari a lei.”

E con questo ce ne siamo andate, lasciando Bianca umiliata tra le risate delle sua amiche idiote.

Lucilla ha un bel carattere, è forte.

Quando ha guardato Bianca negli occhi sembrava in grado di spostare una montagna.

Io in questo momento sono così in crisi che non riesco nemmeno ad alzare la mano e chiedere al professore di andare in bagno, nonostante la pipì che sto trattenendo dall’inizio della mattinata.

A volte sono veramente idiota.

Tiro su la mano.

“Prof. potrei-”

La porta si spalanca ed entra un ragazzaccio.

Proprio così, un ragazzaccio.

Il professore non mi ha nemmeno sentito. Fissa il biondino negli occhi con fare annoiato e si rivolta verso la lavagna.

“Vai a posto Riccardi.”

Riccardi?

Ma qui i professori non chiamano nessuno per cognome!

E per di più è quasi metà mattina! Ed è un indecenza entrare in classe a quest’ora.

Il Prof. se ne frega di me e della mia mano alzata e torna a spiegare.

Io faccio afflosciare la mia sinistra sul fianco e appoggio la testa sul quaderno.

“Se non faccio la pipì ora, rischio di farmela addosso.”

Lux ridacchia.

“Sarebbe un evento decisamente da non perdere.”

Non ho nemmeno la forza di mandarla a quel paese.

“Prof., Effy non si sente bene. Posso accompagnarla in infermeria?”

Il professore fissa Lux e poi me.

“Non è uno dei tuoi soliti trucchetti per saltare le mie lezioni, Lucilla?”

La mia amica sembra indignata.

“Prof., scusi eh, ma la guardi! Tra un po’ collassa sul banco!”

Alcune compagne sembrano preoccupate, così il professore ci dà il permesso di uscire e appena fuori dalla classe sfrecciamo in bagno, per una bella pipì liberatoria.

Odio i bagni di questa scuola, ma me ne infischio.

La farei persino a testa in giù.

“Cos’hai bevuto a colazione, Eff, l’intero porto della città?”

Mando Lucilla al diavolo ed esco dal bagno con un colorito visibilmente migliore.

Viva i bagni della scuola!


***


In classe sembrano tutti sovra eccitati.

What happened?

Sono stata via per tipo mezzo secondo!

“Ben cinque minuti, altro che mezzo secondo. Non la finivi più di pisciare.” Commenta malignamente Lux.

In soldoni il ritorno di questo Riccardi ha fatto notizia.

In effetti da quando mi sono trasferita non l’ho mai visto, ma da quel che ho capito è il classico fighetto che fa il bullo con i più piccoli e che corteggia ogni ragazza come semplice hobby giornaliero.

Bella merda.

Quelli come lui, li deporterei in massa su un’isola deserta per far sì che si sterminino l’uno con l’altro con dei massacri atroci.

Visione macabra.

Ghigno perfidamente.

“Perché sghignazzi?”

“Perché non li reggo i montati, non è ovvio?”

“La panna montata ti piace, però.”

“Quella sì.”

Ah, che bello avere amiche femmine.



3.

Questa giornata è stata faticosa. E alla fine il Prof. di scienze ci ha dato persino compiti extra, per il caos che hanno fatto i miei compagni negli ultimi cinque minuti di lezione.

Che schifo.

Oggi fa particolarmente caldo e non soffia nemmeno un’alito di vento.

Sarebbe una giornata ideale per pigronare su un terrazzo con una coca cola ghiacciata, come facevo da mia madre, ma mio padre non ha il terrazzo e qui tutti preferiscono andare al mare in giornate come questa.

Sto raggiungendo la fermata del tram per tornare a casa quando Ludovica, una mia compagna, mi fa segno di fermarmi.

“Eff! Sei scappata fuori dalla classe e non sono riuscita a fermarti.”

Si, sono sempre stata particolarmente brava a guardie e ladri.

“Senti, ti va di venire al mare con noi? Ci mangiamo un panino e  magari facciamo il bagno.”

La fisso negli occhi.

Sembra seriamente fiduciosa che io dica di si.

Povera.

“Meglio di no, grazie comunque.”

“Ehi dai, se è per il costume non devi preoccuparti. Non ce l’ha nessuno! Puoi usare benissimo la tua biancheria! A meno che non sia bianca perché in quel ca-”

“Ascolta, Ludo, non è affatto per il costume, è che semplicemente non ho voglia di venire.”

“Sei sicura? Guarda che al bar sulla spiaggia fanno dei panini buonissimi.”

Faccio segno di no con la testa.

“C’è anche la pizza! a te piace la pizza, non è vero?”

“Magari un’altra volta.”

Mi fissa un po’ delusa.

Non le dirò mai che non so nuotare.

Le sorrido e mi volto.

“Per caso... non sai nuotare?”

La sue parole non vogliono essere odiose, ma riesce ad irritarmi comunque

Che stress.

Perché mia madre non poteva farmi praticare sport normali come il nuoto?

“No, Efigenia, tu sei una bimba forte. Fai Ninjutsu, come la tua mammina!”

Bella merda.

Ludovica sta sorridendo rincuorante.

“Dai, vieni.”

Non so se è una buona idea.

Una sensazione...

L’ho già sentita.

Cos’è?

Deglutisco, fissando la mano candida di Ludo che mi invita a seguirla.

Che faccio? Vado?

Socializzazione.

Ma poi non ho tempo per studiare e devo vedere quel cretino di Max che deve venire fin qui...

Socializzazione!!

“Okay.”

Lei sorride smagliante, afferrando la mia mano.

Sembra davvero felice.

“Quando le altre lo sapranno che vieni saranno arci contente  e non vedranno l’ora di passare un po’ di tempo con te e..”

..E blahblahblah.

Ma quanto parla questa?

Un sorriso mi sale spontaneo mentre mi tira verso il suo gruppo di amiche.

Ci salutano, esultanti.

Non mi danno fastidio tutte queste nuove conoscenze.

Ma se..

Cristo, perché devo farmi sempre tutti questi problemi?

La seguo e ‘fanculo tutto.



  
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