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Autore: S u n n y    13/04/2010    5 recensioni
Oh Cielo! Lo stavo facendo sul serio?? Avevo davvero accettato l’invito a colazione da quello del piano di sopra? Sospirai: Si, l’avevo fatto, ma come facevo a dire ad uno con quel corpo, con quell’aria, con quello sguardo magnetico che…. Okay, basta, concentrati Micha, non è il caso di pensare a certe cose! [Sequel di "Succo D'Ananas"]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gustav Schäfer, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Latte & Biscotti-


I personaggi reali di questa storia, scritta senza alcuno scopo di lucro, non mi appartengono.


-Latte & Biscotti-



Mi guardai allo specchio per l’’ultima –ed ennesima- volta.

Ero in tenuta sportiva: jeans, Converse e T-Shirt. Non volevo vestirmi elegante, l’avrei spaventato.

Oh Cielo! Lo stavo facendo sul serio?? Avevo davvero accettato l’invito a colazione da quello del piano di sopra?

Sospirai: Si, l’avevo fatto, ma come facevo a dire ad uno con quel corpo, con quell’aria, con quello sguardo magnetico che…. Okay, basta, concentrati Micha, non è il caso di pensare a certe cose!

Andai in bagno, per passarmi un velo di cipria sulle guance, ma nel guardarmi allo specchio inorridii: i miei capelli erano ORRIBILI, inguardabili! Cercai di dargli un senso, rinunciandoci in partenza.

Infondo sarebbe stata una semplice colazione tra vicini di casa.

Mi guardai di nuovo e risi della mia ridicola affermazione: sarebbe stata “un amorevole colazione tra vicini di casa” se lui fosse stato un vecchiaccio con la dentiera e la merlite acuta, non un figo pazzesco con un fisico da personal trainer e un’aria da angelo.

Presi le chiavi, guardando l’orologio: mancavano esattamente cinquantatre secondi alle nove. Mi ci sarebbero voluti circa trenta secondi per uscire di casa e venti per salire le scale, sarei arrivata a tre secondi alle nove, nei quali lui mi avrebbe aperto la porta e nei conseguenti venti secondi in cui io avrei sbavato senza ritegno.

Va bene Micha, controllati. Cerca di evitare l’ipersalivazione e la seguente demenza senile ce ti farà apparire un Bigle incrociato con uno di quei cani grassi e bavosi uguali a quelli che aveva sua cugina Ozel circa tre anni orso-…OKAY, CONCENTRATI!

Con forza sovraumana uscii di casa e corsi verso l’appartamento del piano di sopra: la mia profonda riflessione sulla demenza senile mi aveva privato di quindici secondi buoni.

Premetti il campanello in ottone e aspettai fuori, nel pianerottolo, torturandomi la maglietta dell’Hard Rock Café di Oslo, che adesso mi sembrava banale e ridicola.

Poi lui mi aprì, illuminando il pianerottolo con il suo sorriso.

Mi sentii davvero un vecchio cane bavoso, tanto lui era splendente.

Oh Mio Dio. Era lui, Lui il Dio Del Sesso sceso a terra.

Gustav (altrimenti detto DDS) mi guardò facendo un sorriso timido –ma che mise a dura prova la mia saliva- e pronunciò con la sue labbra morbide e terribilmente sensuali: “Ciao Micha, spero che il tuo sonno non sia stato disturbato da rumori molesti… Vieni, entra.”

Anche io sorrisi, a mia volta: -Non preoccuparti ho dormito come una bambina…-

Si spostò dalla porta, facendomi entrare. Il tavolo era vicino alla finestra, con una tovaglia bianca che dava l'idea di pulito. Era stracolmo di cibo, sorrisi, vedendo in primo piano il cartone del succo d'ananas, accanto al latte.

Gustav mi fece cenno verso la sedia, sedendosi vicino a me, versando in un bicchiere del succo. Me lo porse, sorridendo.

Feci un cenno prima di berne un sorso.

-Allora Micha, di cosa ti occupi?-

chiese, mentre prendeva un croassant.

-Scrivo per il giornale studentesco, e per adesso lavoro in laboratorio. Sono laureata in biologia.- sospirai, tesissima. Più lo guardavo, più la saliva tentava di uscire dalle mie labbra. Bevvi un altro po' di succo, per impedirne la fuori uscita.

-E tu, cosa fai, oltre suonare una splendida batteria rossa?-

Sorrise, -Sono un musicista su scala internazionale, per adesso mi godo il tanto agognato riposo.-

Bello, intelligente, ricco e pure talentuoso. Era il Dio del Sesso, non c'erano altre spiegazione.

In un lampo di lucidità, capii che NON ERA UN PERSONAL TRAINER.

E a cosa diavolo gli servivano tutti quei bicipiti?

Lo osservai sgranando gli occhi.

-E...come si chiama il tuo gruppo?-

Lui sorrise, mettendosi in bocca un biscotto. Non rispose, e io lo guardai interrogativa. Decisi che non mi importava un gran ché, alla fine.

Capii che era un tipo riservato, e non voleva far trapelare molto di sé, probabilmente il suo invitarmi era stato un grande sforzo, il fatto che fossi lì lo faceva felice, nonostante all'apparenza fosse così calcolato.

Lo guardai, sorridendo teneramente, mentre lui mordeva un biscotto e storgeva il naso.

-Facciamo il gioco delle 10 domande!- esordii, come quando ero adolescente e non sapevo nulla del mondo.

Gustav rise, forse considerandomi un po' troppo grande per queste cose, ma a me non importava, mi faceva sentire bene, ed era questa la cosa più importante.

-Inizi tu?- chiese lui, sorridendo.

-Certo...allora...Le cose che più ami?-

-Suonare dal vivo, il mio primo CD dei Metallica, la primavera, l'odore d'erba fresca, il latte e biscotti al mattino: mi ricorda casa quando sono fuori.- Lo guardai, osservandolo un po' meglio. Al primo impatto non avevo notato le piccole imperfezioni della sua pelle, o quanto fossero callose le sue mani, o quanto i suoi occhi fossero profondi. Annuii incitandolo.

-Il tuo libro preferito?-

-Senza alcun dubbio...Orgoglio e Pregiudizio, Jane Austen. Amo l'antica cortesia, l'ironia velata, il corteggiamento sofferto, e ovviamente Mr Darcy.-

-Wo, non l'ho mai letto, ma mi piacerebbe.-

-Te lo presto se vuoi... Cosa vorresti avere ma non hai?-

-Una ragazza che mi supporti anche quando è difficile farlo. Band preferita?- quella risposta mi lasciò leggermente perplessa, non capivo se la sua era una risposta sincera o solamente una legge dettata dal caso.

-Questa è una domanda difficile, penso in ogni caso gli Who. Libro che è adesso sul tuo comodino?-

-Il maestro e Margherita, Bulkagov. Piatto preferito?-

-Bistecca ai ferri all'italiana. Ricordo più bello?-

-Primo concerto dal vivo dopo essere stati scritturati. Strumento musicale che vorresti suonare?-

-Suono. Contrabbasso.-

-Uuuuh, una musicista...che bello. Sono in compagnia allora.-

-Bèh, diciamo di si... Vediamo, ultimo film visto?-

-Penso sia stato “Harry ti presento Sally”. Colore peferito?-

-I colori accesi, non importa quale. Canzone preferita?-

-Nothing else matters, Metallica. Cos'hai nel primo cassetto del tuo comodino?-

-Una candela, un pacchetto di Malboro rosse di quando ho smesso di fumare, un mazzo di scorta, un libro da iniziare, un'agenda e una penna e...- “i preservativi.” Okay, forse quella era meglio evitarla. Si, decisamente.

-E?-

-E' imbarazzante, fidati.-

Gustav la guardò per un attimo poi si mise a ridere. -Hai sul serio dei preservativi nel cassetto del comodino?-

-Era davvero così chiaro?- Gustav annuì mentre ancora rideva, -Meglio essere pronta per ogni evenienza.- mi voltai, rossa per la vergogna, ma sorridendo. Quel ragazzo sapeva leggermi come un libro aperto, incredibile.

-Dai, continua Micha.-

Decisi di non dargliela vinta, e quindi, guardandolo chiesi; -Qual'è il posto più strano in cui l'hai fatto?-

-Vuoi davvero saperlo?- aspettò un attimo.

-Okaaaay. Nel garage del mio vicino di casa!- Micha scoppiò a ridere. -Bel posto, signor Shäfer.-

Anche lui rideva sereno.

-Siamo a 7 giusto? Sta a te Gustav!-

-Bene...uhm... Esperienza più brutta con dei ragazzi?-

-oddio, lasciamo stare, la mia vita è stata piena di brutte esperienze!-

-La conto come risposta.-

-Certo. Sei figlio unico?-

-No, ho una sorella. Hai mai avuto animali domestici?-

-Un pesce rosso. Mia madre gli dava così tanto da mangiare che è scoppiato.- ancora una volta Gustav rise, -Sul serio, non sto scherzando! Okay, rimpianto più grande?-

-Non ho rimpianti, solo rimorsi. Marca della tua macchina?-

-Audi!-

-Bene, sta a te, è l'ultima domanda.-

-Vuoi venire a cena da me sabato sera?-

Gustav la guardò stupito e Micha gli sorrise, arrossendo lievemente.

-Molto volentieri, signorina Freuman, molto volentieri.-

-Hai l'ultima domanda da farmi.-

Gustav ci pensò un attimo, poi riempiendo il bicchiere di latte, chiese, sorridendo,

-Vuoi un po' di latte e biscotti?-


   
 
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