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Autore: SylverTrinity    14/04/2010    2 recensioni
Nella penombra della strada di selciato, una pagina di giornale veniva trascinata dall’umido e freddo vento autunnale. Una mano coperta da un guanto scarlatto la raccolse, portandola al volto. Alla debole luce di un lampione stentato, lesse quelle righe e un sorriso curvò le labbra tinte di rosso…
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CEDRIC, IL CACCIATORE

Nella penombra della strada di selciato, una pagina di giornale veniva trascinata dall’umido e freddo vento autunnale. Una mano coperta da un guanto scarlatto la raccolse, portandola al volto. Alla debole luce di un lampione stentato, lesse quelle righe e un sorriso curvò le labbra tinte di rosso…

Lord Cedric era un uomo rispettato e molto conosciuto. Nella buia epoca che stava attraversando l’umida cittadina di Ravenhill, lui era la speranza dei cittadini e l’eroe dei bambini.
Lord Cedric era un cacciatore di Vampiri.
Non uno dei tanti, ma il migliore. Si diceva che non avesse mai fallito una caccia, sempre affiancato dal suo assistente, Argo, un giovane discendente dalla nota famiglia Astaroth, che da secoli sfornava grandi Alchimisti.
Proprio di un Alchimista capace necessitava Cedric. Non poteva esistere un cacciatore senza delle armi capaci di uccidere quelle creature sfuggite alla morte e capaci di poteri inumani.
Cedric lo sapeva bene. Dieci anni prima aveva visto la moglie morire e rinascere sotto ai suoi occhi, ad opera di Lasha, uno dei vampiri più antichi della zona. Affascinante e dai modi eleganti, Lasha non aveva bisogno di cacciare: puntualmente qualche svampita si lanciava tra le sue braccia, invaghita dal bell’aspetto del mostro.
Con Mariel non era andata così. Mariel era una giovane risoluta, scaltra e spesso si era rivelata una vincente alleata per Cedric, un’eccellente stratega. Ma quella notte di dieci anni prima non era riuscita a vincere su Lasha. Cedric non aveva avuto la forza di ucciderla prima che ella rinascesse e dimenticasse cos’era stata.

Argo stava riponendo con cura i dardi d’argento in una fascia di cuoio da portare stretta al petto. Cedric guardava fuori dalla finestra la luna velata di nuvole, con la sua solita aria tra il torvo è l’eterno malinconico.
Da quando Mariel se n’era andata non aveva prestato più di tanto interesse verso la propria persona. Vestito di nero con un cappotto lungo fino ai piedi e un cappello con la tesa ad oscurargli gli occhi, sembrava più un malintenzionato che il grande salvatore di Ravenhill.
Argo passò in rassegna le balestre e assicurò alla cintura una sacca di sfere esplosive. S’infilò i guanti armati e provò il meccanismo che faceva scattare pugnali affilati in puro argento. Soddisfatto si affiancò a Cedric. I due uscirono di casa dirigendosi a ovest, fuori città.
Erano settimane che Cedric seguiva una pista e ora era certo di aver trovato la tana di uno di quei mostri sanguinari.

La chiesa gotica aveva finestre e porta sbarrati da assi di legno inchiodate con un cartello in bella mostra che annunciava a chi avesse il coraggio di avvicinarsi, che la struttura era sconsacrata e pericolante.
Che un vampiro l’avesse scelta come dimora era singolare. Sicuramente doveva essere potente per poter vivere in un luogo così vicino alla cristianità.
Cedric e Argo si fecero largo abbattendo la porta, annunciando il loro arrivo al padrone di casa. Entrarono e subito Argo lanciò una sfera che rotolò sul pavimento emanando una luce azzurrina che filtrò nell’aria polverosa dell’antica chiesa.
Le panche allineate sul pavimento di marmo, rivolte a un altare spoglio, furono l’unica accoglienza che ricevettero.
Balestre alla mano, dandosi la schiena, i due avanzarono guardinghi puntando le armi in ogni angolo, aspettandosi di veder spuntare il nemico da dietro una colonna.
D’improvviso Cedric fu atterrato e trascinato nell’ombra della navata di destra. Argo si precipitò verso il collega, cercando di scorgere il nemico per attaccarlo, ma prima che potesse far luce, la creatura gli si avventò contro sbattendolo a terra, per poi balzare via e sparire nuovamente nell’ombra con una sorta di sibilante ringhio.
- Argo, razza d’imbecille! – tuonò Cedric rialzandosi – Cosa aspettavi a colpire!
- Ma c’eravate voi di mezzo signore!
- Accidenti a te, potevo restarci secco! Meglio morire che diventare uno di loro!
- Era davvero pesante per essere un cadavere eh?
- L’ho notato – borbottò Cedric rificcandosi il cappello in testa, guardandosi intorno – Dannato mostro…
- Siete ferito?
- No, me lo son levato di dosso prima che potesse mordere. Aveva un alito gelido, sembrava l’aria stantia di una cripta
- Cosa ci si può aspettare da un morto…
- Già
Prima che potessero avanzare ancora, la creatura piombò sulle loro teste con un ringhio feroce, atterrandoli sotto il suo peso. Gli artigli gelidi affondarono nel fianco di Cedric che lanciò un urlo, più simile a un ringhio che a un urlo per la verità.
Argo riuscì a farsi da parte e puntò la balestra sul nemico scoccando. Il quadrello d’argento rimbalzò sulla sagoma bitorzoluta senza fargli un graffio, ma la cosa senza dubbio lo irritò.
Spalancò le ali da pipistrello volgendo il muso verso l’Alchimista ringhiando. Non era un Vampiro, ma una creatura di roccia dagli occhi simili ai baratri dell’inferno.
- Argo! Imbecille! Colpiscilo – Cedric cercò di togliersi l’imponente peso della bestia dalle costole.
- I quadrelli non funzionano! – Argo fece un balzo di lato schivando l’attacco della creatura il cui peso spaccò i lastroni del pavimento.
- Prova col fuoco – consigliò Cedric, alzandosi dolorante, certo di aver qualche costola andata.
Argo lanciò una delle sfere incendiare sulla bestia. Il vetro si ruppe e una vampata rovente avvolse il mostro che si dimenò indietreggiando.
I due si ritrovarono a tossire nel fumo acre lasciato dal fuoco, guardandosi intorno con occhi arrossati.
- L’hai ucciso?
- Non saprei…
Ma un sommesso ringhio lì informo che, no, non l’avevano ucciso. Nel fumo denso si accesero quei due occhi brillanti. La bestia di pietra avanzò schiudendo le fauci ricolme di lingue di fuoco. Il cacciatore e il suo assistente, intuito il pericolo, cercarono riparo dietro le colonne marmoree della chiesa, ma quando il fuoco della bestia esplose a Cedric fu chiaro di aver perso il caro amico.
Le sue urla disperate mentre si contorceva tra le fiamme, lo colpirono e lo resero stupido. Lasciò il suo nascondiglio accorrendo a salvare Argo, ma nulla c’era da fare per quel corpo divorato dalle fiamme. Troppo indugiò nel salutarlo, tanto che alle sue spalle si era avvicinata senza rumore un’esile figura dalla bellezza ultraterrena.
Cedric si volse, posando lo sguardo negli occhi turchesi di colei che fu sua moglie. Si era promesso di ucciderla, ma Mariel era tutt’ora un’eccellente stratega, così abile da esser riuscita a distrarre e colpire anche lui.
Gli sorrise angelica, mentre la sua mano, fulminea, si conficcò nel petto del cacciatore, ponendo fine al battito del suo cuore. Alle sue spalle Lasha accarezzava la bestia granitica come fosse un amabile cucciolone.
- E così è finita – mormorò a stento il cacciatore sorridendo alla bella giovane.
- Così pare, amore mio – e con un repentino strattone il Vampiro strappò il cuore a Cedric, lasciandolo riverso sul pavimento in una pozza di sangue.

Nella notte le labbra rosse di Mariel s’incresparono leggendo la pagina di giornale che annunciava la morte di Cedric, passando il foglio al bell’uomo che la teneva stretta a sé.
- Ho fatto bene a prenderti Mariel cara – sussurrò Lasha - L’invincibile stratega di Cedric adesso è mia, nulla ci ostacolerà – E mentre la pagina di giornale volava via, i due Vampiri avanzarono a Ravenhill, pregustando il sapore del terrore delle loro prossime vittime.


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PiccolaWriter - Ma grazie mille ^^ a quanto ho visto dal tuo profilo scrivi un genere diverso da quello che di solito scrivo io (distaccandomi completamente dalla realtà odierna). Adoro le descrizioni e così adoro qualcunque libro si dilunghi in esse, credo servano ad immergersi meglio in ciò che si sta leggendo, sentendosene partecipi :3

  
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