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Autore: Ayako_Chan    14/04/2010    2 recensioni
Aqua. Un tributo al pianeta, e alla sua anima vibrante.
"Era la magia della luce del tramonto che si spandeva dolcemente sulle acque, il canto dei gabbiani la mattina presto, il sapore familiare delle feste tradizionali, i misteri delle calli coperte di nebbia, l’aroma delle patate con burro durante l’inverno, il calore di una città che tutti amavano e proteggevano."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akari Mizunashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un piccolo cammeo per un'opera stupenda, che ha saputo trasmettermi una dolcezza di sentimenti unica. Per un personaggio che sembra quasi troppo buono per essere vero. Per tutti coloro che, come me, vorrebbero vivere su un pianeta così.

 

 

***

 

 

La luce filtrava leggera dalla grande finestra rotonda che si affacciava sull’immenso oceano di acqua. I primi, pallidi raggi di sole si posavano con delicatezza sulle piccole onde che increspavano la superficie salata, regalando agli occhi dei più mattinieri limpidi giochi di luce.

Una tenue brezza volava per la città, sui canali e tra le calli, portando con sé il denso odore del mare e quello appena accennato dei fiori, assieme a quell’idefinibile qualcos’altro che annunciava sempre l’arrivo della primavera su Aqua.

Akari, divisa estiva indossata e direttore Aria al fianco, sedeva sul molo dell’Aria company, godendosi ad occhi chiusi il piacevole tepore.

 

“Akari!”

 

Si voltò verso la sua senpai, sorridendo lieta. “Buongiorno, Alicia!”

 

La ragazza ricambiò il sorriso con la solita espressione di comprensiva dolcezza, accovacciandosi di fianco alla sua kohai. “Come siamo mattinieri oggi, Direttore”  commentò, accarezzando la testa del grosso gatto marziano, ricevendo in risposta un sonoro “PNYU!”.

 

“Probabilmente anche il diretto Aria ha sentito l’arrivo della primavera!”

 

Alicia sorrise di nuovo, annuendo. Poi, osservando il volto sempre entusiasta di Akari, aggiunse: “Perché non ti prendi la mattinata libera?”

 

“EEEH?” La ragazza si voltò di scatto, incredibilmente sorpresa “Davvero posso?!”

 

Ridendo, l’altra rispose “Certo. Questa mattina abbiamo poche richieste, e ti meriti un po’ di riposo.”

 

“Aaaah, grazie mille, Alicia!” Akari scattò in piedi di colpo e, con un ultimo sguardo grato alla sua senpai, corse a prendere il remo della gondola.

 

Alicia rimase a fissarla allontanarsi sulla superficie limpida del mare, con un sorriso malinconico che trasmetteva tutto il suo affetto per lei.
Perché in Akari rivedeva se stessa, ed era incredibile come quella ragazza proveniente da un pianeta meccanizzato come la terra fosse entrata in simbiosi con Aqua, arrivandone a scoprirne gli aspetti più peculiari, e nello stesso tempo riuscendo ad amare anche le cose più comuni; era quel suo continuo sorprendersi per tutto che la rendeva tanto autentica, tanto simile allo spirito che pervadeva la città.

E per quello spirito, tutti finivano per amarla.

 

*

 

Akari remava tranquillamente, per una volta lasciando perdere gli allenamenti, la bravura tecnica, e le altre regole che le Undine dovevano seguire. Remava solo per il piacere di sentir scivolare l’acqua dei canali sotto alla gondola, per il rumore delle onde contro il legno, per il vento tra i capelli.

La mattina volò senza che quasi se ne accorgesse.

Tra i saluti delle persone che conosceva, le chiacchiere allegre dei neo-veneziani, la riscoperta di alcuni canali interni ancora più tortuosi al suono di “Passa una gondola!”, ben presto il sole salì fino al suo punto di culminazione, accecando quella città fantastica di bagliori dorati.

Voltando l’imbarcazione in direzione dell’Aria Company, le capitò sott’occhio la pasticceria dove Aika conduceva sempre lei ed Alice quando non avevano nulla da fare, e fu sorpresa di vedere l’amica seduta ad un tavolino di fronte ad Al.
Sorrise, divertita. Lo gnome doveva tenere particolarmente all’amica se era disposto a lasciare il suo lavoro per salire in superficie a vederla quell’ora del giorno. 

Decidendo di non disturbarli, proseguì inosservata.

 

“PNYU!”

 

“Direttore Aria, ha fame?” rise, osservando il muso speranzoso del gatto “adesso torniamo a casa, non si preoccupi.”

 

Socchiuse gli occhi, pervasa da una felicità pressoché totale.

Amava quel pianeta, venerava quella città. Così diversa dai ritmi meccanizzati della Terra! Così immediata, così vera ed autentica!

Lì, potevi ancora conoscere il gusto di un gelato, provare l’eccitazione di smarrirti tra le vie e scoprire giorno dopo giorno qualcosa di nuovo e di ancora più bello!
Era la magia della luce del tramonto che si spandeva dolcemente sulle acque, il canto dei gabbiani la mattina presto, il sapore familiare delle feste tradizionali, i misteri delle calli coperte di nebbia, l’aroma delle patate con burro durante l’inverno, il calore di una città che tutti amavano e proteggevano. Era l’amicizia di Aika ed Alice, il sostegno di Alicia, Akira ed Athena, la presenza costante del direttore e il perenne impegno che tutti mettevano nel proprio lavoro.

Una volta Al glielo aveva spiegato; era ciò che Aika aveva sintetizzato in un perfetto “E’ tutta colpa della forza di attrazione!”.

Aqua era soggetto a due forze, quella di attrazione gravitazionale e quella di repulsione centrifuga. La risultante di quelle due forze era la gravità, che attirava verso il pianeta tutti i corpi, uomini compresi.

Ma lei di fisica non ci capiva nulla, e se quella legge le era rimasta impressa era perché, per lei, era più una cosa interiore: la bellezza di Neo-venezia catturava l’animo, e lo tingeva irrimediabilmente coi suoi colori, accettando tutti senza discriminazioni.

Anche lei, piccola straniera terrestre, si sentiva ormai parte di quel grande organismo che era Acqua, tanto che era certa che non sarebbe mai riuscita a trovare un luogo in cui sentirsi più a proprio agio.

 

Sentì cantare un’Undine che poteva essere soltanto Athena-senpai, mentre pensava quella cose; e con un ultimo sorriso colmo di quello che poteva essere amore e soltanto amore per ogni singola fibra di quella città, si apprestò a raggiungere Alicia che, già lo sapeva, la attendeva sorridente per il pranzo.

  
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