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Autore: Allen_Anne_Black    14/04/2010    0 recensioni
L'ho scritta ieri sera al pub e ho voluto pubblicarla perchè era tanto che non scrivevo, non ha senso e i personaggi sono di mia pura invenzione ma spero che piaccia ^_^ Lui aveva sempre odiato le discoteche come ogni metal che si rispetti ma per gli amici era disposto a fare quel genere di sacrifici
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Final Baraonde
Una serata calda, quasi afosa, forse non proprio la serata giusta per andare in discoteca ma a loro, infondo, che importava?
Erano giovani, volevano godersi la vita, quindi tutti in spaggia a ballare!!!
Di compagnie ce n'erano molte al mondo ma loro erano particolari, uniti da cosa non si sa, da quanto tempo ormai neanche loro lo sapevano ma stavano tutti insieme, inseparabili, sempre e comunque, loro erano la Kaisha, la più forte compagnia del quartiere vecchio di Nuova Jenova; erano loro a comandare su buona parte di quel territorio e nessuno aveva di che lamentarsi, essere figli di nobili diseredati permetteva lo stesso qualche lusso in quella parte di mondo, soprattutto se ti sapevi pestare molto bene.
Stavano tutti ballando come pazzi, mezzi ubriachi, chi più chi meno, o solo esaltati dalla serata quando Marie, la bella dark dai mossi capelli corvini del gruppo, non vide più Andreus Rave, il suo amore segreto, il capo mai dichiarato di quella pazza combriccola di scalmanati. Subito la preoccupazione per lui la prese, sapeva benissimo che il giovane non aveva affatto bisogno di protezione ma come si dice: "L'amore è muto e sordo" e lei viveva nell'angoscia anche se non lo vedeva per 3 secondi netti.
Lui aveva sempre odiato le discoteche come ogni metal che si rispetti ma per gli amici era disposto a fare quel genere di sacrifici la domanda che però tartassava insistentemente la mente di Marie però a quel punto era: "Dove cavolo è finito adesso?!?" indispettita e silenziosa sparì tra la folla esultante schivando tutti gli amici che avrebbero potuto intralciarla fino alla passerella che portava alla spiaggia cercando con lo sguardo l'oggetto delle sue ricerche e finalmente lo vide, dopo ben dieci minuti di ricerca assidua, Andreus stava comodamente riverso su uno sdraio a riprendere fiato, un braccio a coprirgli gli occhi verdi, i lunghi capelli biondi appiccicati a fronte e collo luccicavano di sudore mentre la camicia bianca, ormai fradicia, era appallottolata ai suoi piedi del tutto inutile.
Marie sospirò estasiata alla vista del petto e dell'addome scolpiti dagli allenamenti estenuanti a cui il ragazzo si divertiva sottoporsi e ridacchiò maliziosa, leccandosi il labbro, mentre gli si avvicinava silenziosa, i piedi nudi immersi nella sabbia fresca, i sandali tra le dita prima di lasciarli cadere vicino al lettino e andarsi a sedere a cavalcioni sul compagno.
Il corto vestito di pizzo senza maniche che portava mise in mostra le cosce liscie e perfette mentre il seno prosperoso si schiacciava sul fisico ammirato fino a qualche istante prima.
Andreus si sentì afferrare i polsi e venire bloccato con scarsa forza al lettino da un peso all'altezza del bacino, aprì lentamente gli occhi notando una copertina di capelli corvini che conosceva fin troppo bene e due occhi lucidi d'alcool fissarlo maliziosi, l'odore acre di nicotina e tabacco che gli colpiva le narici non gli tolse dubbi sull'identità della presenza sopra di lui:
«Marie?» domandò retorico, quasi divertito.
«Ciao...» sussurrò lei in risposta a pochi centimetri dalle sue labbra.
«Sei ubriaca?» continuò lui con le ovvietà, in fin dei conti neanche lui era tanto lucido quella sera.
«Probabile... Tu?»
«Forse... Che stai facendo?» chiese ancora sentendola leccargli il collo con lentezza "Impassibile And... Sii impassibile" ripetè mentalmente reprimendo un brivido.
«Ti seduco forse?» ridacchiò Marie nel suo orecchio prima di prendergli il lobo tra le labbra e succhiarlo con indolenza "Ma porco *** però!!!" pensò lui stavolta rabbrividendo per quella tortura ad uno dei suoi punti deboli.
«Non mi sembraaaah... caz**...» non finì la frase quando Marie, biricchina, gl'infilò la lingua nell'orecchio facendolo gemere incontrollato.
«Dicevi?» domandò lei dopo cinque minuti d'estenuante tortura.
Il ragazzo ansimava leggermente, maledicendosi per non riuscire a mascherare le sensazione che sentiva, l'alcool, la discoteca, gli amici e la sua ex che lo stava facendo ammattire ricordandosi perfettamente che tasti toccare o per meglio dire, leccare, per eccitarlo come pochi. "Fo****a astinenza del caz**!!!" pensò ringhiando quando si ritrovò a ricambiare il bacio passionale dell'amica.
Quando si separarono erano entrambi a corto di fiato, scossi dall'adrenalina che gli scorreva nel sangue come un fiume in piena incendiato dall'alcool e dal momento; stavano per rituffarsi in un bacio mozzafiato quando le voci di Chris e Tina, in lontananza, non li fecero saltare sul posto portando Marie a fiondarsi su uno sdraio li vicino e accendendo una sigaretta in fretta e furia.
«Eccovi!  Vi cercavamo da mezz'ora!» sbottò un amabile ragazza dal caschetto castano battendo i piedi sulla sabbia, le mani sui fianchi ed un'espressione piccata in visto « Andiamo forza! Stanno per chiudere!!» continuò poi facendo dietro front e raggiungendo un alto ragazzo moro e dalla carnagione scura, che fumava in tutta tranquillità con un sorriso di chi la sa lunga dipinto sulle labbra.
Entrambi i ragazzi trassero per un secondo un sospiro di soglievo, si vedevano già stampati in faccia le belle ballerine di Tina per quello che stavano combinando ma probabilmente neanche lei era così lucida da capire la situazione se non aveva battuto ciglio, e se non se ne accorgeva lei allora c'era da stare tranquilli, anche se Andreus non aveva affatto mancato di notare lo sguardo sornione che il suo migliore amico gli aveva lanciato prima di sparire sulla pista con la compagna.
Lentamente s'alzarono con un mugugno, senza guardarsi e raggiunsero il resto del gruppo rimanendo comunque in dietro, finchè, in un momento di confusione generale, Marie non si sentì afferrare e sbattere contro un muro, una lingua calda a combattere per la supremazia contro la sua e poi un sussurro nell'orecchio che la fece sorridere come non mai:
«La prossima volta me la paghi Principessa...»
  
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