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Autore: erikablue    15/08/2005    8 recensioni
amate i blue, amate lee, amate le storie romantiche allora leggete questa è la storia di una ragazza...senza famiglia...senza amici...si ritroverà sola in un mondo sconosciuto...ma una persona, che credeva odiare, e che faceva di tutto per umiliarla e farle pesare ancora di più quella meschina esistenza, le farà capire il vero significato dell'amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“  Changes “

23/09/1998
1° capitolo: “Perché…”

Era il 23 settembre del 1998; Erika, frequentava ormai l’ultimo anno nella scuola privata in cui, cinque anni prima, sua madre l’aveva iscritta…Era una ragazza solitaria, non che non amasse le persone, anzi al contrario, ma purtroppo da quando si era trasferita in quel nuovo paese non era riuscita a legare con nessuno. Diciamo che un po’ la colpa era anche sua, da quando il padre aveva lasciato lei e sua madre, il suo carattere si era un po’ inacidito, ma tutti nel suo paese sapevano il suo problema e la consideravano ugualmente un’amica. Ma quella dannatissima mattinata di un giovedì caldo e afoso, era suonato il telefono e tutto era cambiato…La madre aveva visto, infatti, un kamikaze uccidere a volto scoperto migliaia di persone, e quindi era scattata la protezione testimoni e loro si erano dovuti trasferire, dopo le minacce, in un nuovo paese…l’Inghilterra, e avevano dovuto assumere nuove identità. La madre l’aveva iscritta in una scuola privata tra le migliori in tutto il mondo… ma anche con questa prospettiva non riusciva ad apprezzare la bellezza di quella scuola, che gli altri amavano… se avesse avuto un’amica, non avrebbe disprezzato tanto quel posto. Ma gli altri la evitavano, sia per il fatto che loro sapevano che lei nascondeva qualcosa, un qualcosa che non poteva svelare neanche all’anima più sincera… sia perché era arrivata al secondo anno in quella scuola, e quindi i gruppi, le amicizie, si erano gia formate da un bel po’. Le compagne le parlavano solo per deriderla o umiliarla, davanti ai ragazzi che più odiava in quella scuola, e anche loro non facevano niente per aiutarla: Simon Webbe e Lee Ryan; il primo taciturno e poco espansivo con gli altri, anche se cercato spesso da tutti perché considerato un superfusto. Era un ragazzo negro, ma aveva un proprio fascino. Il secondo, invece, era il classico tipo che si prendeva il dito con tutta la mano, era simpatico, e agli occhi delle sue compagne meraviglioso; un tipo biondo con gli occhi azzurri che aveva file d’ochette sghignazzanti ai suoi piedi.   Aveva una sola opportunità per sfogarsi: scrivere il suo diario, che ormai aveva raggiunto dimensioni inimmaginabili, sia perché scriveva almeno 7 pagine al giorno, sia perché ogni volta che scriveva piangeva, e le pagine, con molta acqua si erano scolorite e ingrandite di volume.
Anche il primo giorno del suo nuovo, e finalmente ultimo anno per lei, si ritrovò a pensare di scappare, e di mandare al diavolo tutto ciò che aveva concluso negli ultimi quattro anni, ma poi riflettendoci aveva resistito quattro anni, uno in più non faceva molta differenza; e cosi’ andava avanti , anche se il peso sullo stomaco che ogni tanto le si affievoliva, aumentava sempre più.
Era arrivata a scuola e si era sistemata come di consueto nella stanza numero 63 che le era stata assegnata sin dal primo anno. Passava lì la maggior parte del tempo, a piangere o a studiare, le cose che più le riuscivano bene. Entrando nella sala dove abitualmente tutti gli studenti facevano colazione, trovò come di consueto Lee circondato da una marea di ragazze che lo volevano salutare, e Simon che in silenzio consumava la colazione e osservava la scena disgustato.
-    Non ti da fastidio- disse poi, quando il ragazzo biondo ebbe baciato l’ultima delle sue pretendenti?
-    Se non da fastidio a loro perché deve darlo a me?- e questo bastò a far zittire il ragazzo.

Erika, si sedette come di consueto al limite del gran tavolo e consumò velocemente la colazione, per poi dirigersi verso l’aula ed occupare il posto migliore per il nuovo anno. Le ragazze che volevano sedersi con lei erano poche, anzi, praticamente nessuna, e cosi’, con quel pensiero usci astuccio e quaderno e cominciò a scrivere il suo nome al limitare della pagina, e accanto uno scheletro. Quanto desiderava morire… l’aveva pensato molte volte… la sua esistenza in questa vita, infatti, per lei non aveva significato, non le importava morire, ma poi pensava a sua madre e al dispiacere che avrebbe provato. Gia dopo la scomparsa di suo padre aveva attraversato una crisi, e adesso se lei si toglieva di torno era sicura che sua madre non sarebbe riuscita a resistere.
Dopo qualche minuto la campanella suonò e i ragazzi si riversarono in classe, evitando accuratamente di sedersi accanto a lei.  Tutti cominciarono a parlare tra di loro, scoccando ogni tanto occhiate oblique alla ragazza che entrava nel processo d’ebollizione.
-    Buongiorno ragazzi- disse la professoressa entrando in classe.
-    Bentornati in classe- disse felice, - be almeno qualcuno contento c’è- pensò lei sarcastica.
-    Spero che quest’anno vi applicherete più dei precedenti – disse mandando un occhiataccia a Lee- e che chi ha studiato sin dall’inizio continui a farlo-.

Tutti le batterono le mani.
-    Inoltre fra qualche ora arriverà un nuovo studente tra noi, ha una tra le medie più alte di tutto il paese. Fatevi belli, dobbiamo dare il benvenuto a questo ragazzo, viene da Salisbury… ne avete mai sentito parlare?
-    Io lo conosco…più o meno - disse Lee – abbiamo chattato qualche giorno fa al computer e mi ha detto tutto, anche se non credevo venisse veramente.
-    Bhe…comunque sia … saremo pronti ad accoglierlo, quando verrà, ma adesso fuori i quaderni e cominciamo a scrivere il programma per gli esami di quest’anno.

La ragazza riapri’ il quaderno e cominciò a scrivere ciò che la professoressa dettava ai suoi ragazzi.

Erano quasi giunti alla fine, quando la porta si apri’ ed entrò un a donna bionda, gli occhi scavati e la fronte matida di sudore.
-    Buongiorno- disse, e tutti salutarono, anche se il suo aspetto non la rendeva molto simpatica alle amiche abituate alla perfezione.

Entrò e venne seguita da un ragazzo biondo dagli occhi azzurri più che meraviglioso, non assomigliava per niente alla madre, tranne che per i capelli, che avevano assunto un colorito più giovane di quello della donna. Molte ragazze notarono la sua bellezza, e cominciarono a bisbigliare tra di loro.
-    Buongiorno- disse la professoressa prendendo la mano che la donna le porgeva- questo è Duncan se non erro.
-    Proprio lui signora… devo scappare, è stato un piacere conoscerla. - disse alla donna che la fissava con aria interrogativa- poi rivolgendosi al ragazzo gli disse con fare materno- studia tesoro, la tua mamma ti vuole bene, - e dopo averlo baciato usci’ dalla porta che richiuse con un leggero rumore.
-    Benvenuto duncan…spero ti troverai bene con noi…puoi sederti…- disse guardando la classe con occhio attento; molte ragazze si spingevano a vicenda par far togliere la propria compagnia di banco e far mettere lui al suo posto.
-    Puoi metterti lì in fondo vicino ad Erika se vuoi.

Quest’ultima assorta nei suoi pensieri, non aveva notato che il ragazzo si era seduto accanto a lei, e quando la scosse per la spalla sussultò spaventata e trattenne il respiro, come una bambina che attende di scartare il suo regalo.
-    Ciao –le disse dopo qualche minuto, quando la professoressa cominciò a spiegare.
  
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