Spazio autrice

E' mezzanotte e mezza e, invece di dormire, mi è venuto il ticchio di scrivere qualcosina su questi due. Immaginate questa flashfic di 250 parole, su per giù, (ed è già la terza che scrivo, vi prego, fustigatemi!) come un "dopo scontro" con l'organizzazione. E' una cagatina che spero vi piaccia, io mi sono divertita a scriverla!
(Mi auguro non vomitiate sopra al pc, in ogni caso me ne tiro fuori, io non c'entro niente! E' pur sempre quasi l'una, diamine!)

Disclaimer: i personaggi, purtroppo, non mi appartengono ma sono di Gosho-san, questa fic non è scritta a scopo di lucro ma per puro spirito creativo e divertimento assoluto (ergo: non ci guadagno niente dalla sua pubblicazione!).
Buona lettura,


_Lily_

Non concesso

«Ti amo.»
Schietto, diretto, senza troppi giri di parole. Heiji era sempre stato così e anche in quel momento non s'era smentito.
«He-Heiji.»
La voce tremula e insicura della ragazza lo fece sorridere: era in imbarazzo. Diventava rossa per niente, la sua piccola Kazuha, ma era proprio questo suo lato che lo faceva impazzire.
«Ti ho sempre amata, Kazuha.»
Continuò, stringendola più di quanto gli fosse lecito. La ragazza si ritrovò soffocata dal suo profumo, quel delizioso e amato odore di nocciola che Heiji emanava sempre e che le intorpidiva i sensi, facendole scordare persino il suo nome.
«Solitamente, a questo punto, si dovrebbe dire "anche io" o, al massimo "vai al diavolo". Il silenzio non è concesso.»
Tentò di scherzare il ragazzo, affondando il viso nei capelli profumati di lavanda della ragazza.
Kazuha sorrise istintivamente del goffo tentativo del detective di scacciare via l'imbarazzo. Improvvisamente, quando stava per rispondere, le balenò in mente un'idea che la fece tremare dall'imbarazzo e dall'adrenalina che le stava scorrendo in corpo.
Sciolse di poco l'abbraccio con il ragazzo, beandosi dei suoi occhi azzurri e del suo sguardo impaurito ma, prima che fosse lui a dire qualcosa, si alzò in punta di piedi poggiando, delicata, le sue labbra su quelle di Heiji. Lui, sorpreso, non ebbe nemmeno la forza di capire cosa stesse succedendo fin quando lei non si allontanò. Sorrideva, imbarazzata e felice mentre il detective la guardava, rosso in volto e con un'espressione stranita, confusa e gioiosa nelle iridi cobalto.

«Allora? In questi casi il silenzio è concesso oppure no, Heiji?»