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Autore: everbeenmine    17/04/2010    3 recensioni
Saaalve. Sono Cristina, sono nuova in questo sito e questa è la prima OS che pubblico qui. Devo dire che è stata scritta quest'estate d'istinto, come frutto della mia emnte malata e sognatrice. Può piacere o no, ovviamente. E' la storia molto breve di due ragazzi, che stanno per superare l'adolescenza e scoprono di volerlo fare insieme. Voglio chiarire che la protagonista NON SONO IO, bensì tutte le ragazze che leggeranno e si immedesimeranno in essa. Spero davvero che vi piaccia, perchè il mio obiettivo e prorpio quello di far provare emozioni a chi legge. Ed ora bando alle ciance, ecco questa sottospecie di OneShot ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima Os postata in questo sito.

E' tutto frutto della mia mente malata, scritta esclusivamente per emozionare.

Spero piaccia ^^

 

FlyWithMe___

If time was still

the sun would never never

find us

We could light up

The Sky tonight I

can see the world through

your eyes

Leave it all behind

 

Dolci ed incantevoli note riempivano così la stanza in cui mi trovavo, cullandomi teneramente.

Ho sempre avuto un debole per quella canzone.

Le parole così piene di significato, la melodia così bella, le voci così dolci e le emozioni in grado di trasmettermi, erano davvero indescrivibili.

Amavo ascoltarla quando non avevo nulla da fare, oppure per tranquillizzarmii un pò, e in un certo senso anche per...sognare.

 

Mentre mi dilettavo nell'ascolto, però, sentii dei rumori impercettibili alle mie spalle, ma non ci feci tanto caso, tanto ero immersa nella musica.

Ad un certo punto però sentii da dietro una voce così dolce e familiare, che cominciai a sentire dei brividi per tutto il corpo.

 

If it's you and me forever

if it's you and me right now

that be alright

be alright

We're chasing stars to lose our shadow

Peter Pan and Wendy turn out fine

So won't you fly

With Me

 

Sentii sussurrarmi all'orecchio quelle meravigliose parole, con una dolcezza infinita, tipica di Lui.

Assaporai quel momento, contemplando quella voce fantastica, che potevo avere solo per me.

Il mio cuore prese a battere più in fretta, appena le Sue mani si posarono delicatamente sui miei fianchi, accogliendomi in un dolce abbraccio al quale mi lasciai andare subito, sempre cullata da quella splendida voce.

Mi sentii in paradiso, come tutte le volte in cui ero con Lui d'altronde.

Il Suo profumo che tanto adoravo, mi invase totalmente, entrando dolcemente nelle mie narici, andando a colmare i polmoni.

I Suoi riccioli morbidi mi solleticavano delicatamente il collo, e il Suo mento si appoggiò alla mia spalla.

 

Oh yeah

You gotta fly fly with me Now

...

Now the past

can come alive and give it meaning

and a reason

to give all I can

to believe once again

 

Ossì.

Quella voce era miliardi di volte meglio di quella originale che si sentiva dalle casse del computer.

Mi sentivo in una situazione di totale beatitudine e tranquillità, quasi sotto un incantesimo.

Infine sorrisi, e cliccai con il mouse per interrompere la canzone.

Lui smise di cantare e, sempre dietro di me, mi stampò un bacio sulla guancia.

 

- Scusa amore, è tanto che aspetti? - mi chiese.

- No no, tranquillo. E comunque ho passato bene il tempo... - risposi sorridendo - Tu che stavi facendo? - chiesi poi facendo la gelosa.

- Mmh... - chiuse un momento gli occhi - Sapessi... - disse poi spalancandoli di nuovo come a dire chissà che cosa.

Reagii alla provocazione, e mi lanciai contro di lui, tirandogli dei leggeri pugni sul petto.

- Hey hey hey, non sapevo fossi così violenta! - disse scoppiando a ridere.

- Quando ti ritroverai senza capelli, vedrai la vera VIOLENZA. - risposi ridendo come una matta a mia volta.

- Noooo! I miei riccioli non si toccano! - disse tra le risa di entrambi.

- Ti ricordo che quei riccioli sono MIEI, non tuoi, e ne faccio quello che voglio. - conclusi io, facendolo ridere ancora di più.

Mentre mi agitavo stringendo i denti, tentò di frenarmi circondandomi con le sue braccia.

Alla fine mi lasciai andare e risi pensando a come facevamo sempre gli stupidi.

Mi abbracciò, e mi schioccò diversi baci sulla testa, cullandomi.

- Ero in studio. In teoria dovevamo provare a registrare, ma Joe non era proprio in voce... - disse tornando parlare seriamente.

- Oh povero cognatino...e tu? - gli chiesi io.

- Mi sembra di averti fatto sentire come sta la mia voce...no? - rispose lui sorridendo.

Alzai lo sguardo e lo fissai negli occhi, due splendidi pozzi color cioccolato.

- Sisi, sono sicura che stia più che bene. - risi io.

Ci guardammo per un tempo infinito negli occhi, scambiandoci dolci sguardi che valevano più di mille parole.

Avevo sempre amato i suoi occhi, tra le altre cose, perchè erano incredibilmente profondi, lucidi, vivi, sinceri, oltre che naturalmente bellissimi, da lasciar senza fiato.

- Perchè mi guardi così? - mi chiese d'un tratto.

- Non lo so...forse perchè ti amo. Ti do fastidio? - risposi io sicura, per poi sorridere alla battuta.

Il suo sguardo da cucciolo si addolcì ancora di più, e mi guardò come un padre guarda la sua bambina che comincia a farsi grande.

- Fastidio? Stai scherzando? - mi rispose lui, serio.

Mi fissò poi per qualche istante ancora, questa volta con maggiore intensità.
Non capii cosa voleva comunicarmi con quello sguardo, finchè non me lo fece vedere apertamente.

Si avvicinò lentamente, strinse le labbra a cuore e le posò dolcemente sulle mie.

La collisione, come sempre, fu un'esplosione calda e delicata, un incantesimo fantastico dal quale nessuno dei due avrebbe mai voluto riprendersi.

Appena capii le sue intenzioni, ricambiai quel bacio inaspettato con altrettanta tenerezza.

Dopo però, le carezze con le labbra divennero più frenetiche, e alla speciale danza si aggiunsero anche le nostre lingue, che giocavano dolcemente tra di loro.

Solo Lui sapeva darmi baci che mi toglievano il fiato, che mi facevano morire di crepacuore e che mi facevano impazzire, tanto erano speciali.

Quel perfetto stato di beatitudine durò un tempo infinito, durante il quale le nostre bocche non si lasciarono per un solo istante.

Eravamo troppo presi l'uno dall'altro ed ogni nostro bacio così speciale ne era la prova.

Insinuai poi, come adoravo fare, le mani tra i suoi riccioli splendenti e incredibilmente morbidi, scompigliandoli ed ravvivandoli tutti con delicatezza.

Lui invece mi teneva per i fianchi, e spesso accarezzava la mia schiena dolcemente, avvicinandomi poi a sè.

Fu un bacio lungo, dolce, ma anche parecchio impegnativo.

Ad un certo punto però, il nostro idillio fu interrotto da un guastafeste che però adoravo.

- Hey Nick, ti ricordi gli spartiti di W... - la voce stridula di Joe riempi la stanza, appena arrivò sulla soglia.

S'interruppe subito appena ci vide e lasciò la frase in sospeso, spalancando gli occhi.

 

Appena lo sentimmo ci staccammo immediatamente, io per prima.

Non amavamo fare certe cose alla presenza di altri, ritenevamo i nostri baci intimi, particolari, speciali, e dovevano essere NOSTRI.

Divenni bordeau per la vergogna, Lui invece lanciò uno sguardo omicida al fratello.

- Oh, ehm, ops, ecciù, arg, eh...scusatemi non volevo interrompervi...non immaginavo...cioè...ecco io... - tentò di dire quel povero ragazzo.

- Ok Jonas, abbiamo capito fa nulla. - gli risposi io recuperando in un attimo la mia sicurezza.

- Bene ok, io me ne vado. Passo un'altra volta. - disse poi lui, intenzionato ad uscire.

- Dove vai, vieni. Ormai sei entrato, dimmi. - lo trattene il Ricciolino.

- Ti aspetto fuori. - gli dissi infine io, schioccandogli un bacino sul suo naso perfetto - Ciao Cognatino che viene sempre nel momento sbagliato e che fa sempre figure di M. - dissi rivolgendomi poi a Joe e dando anche a lui un innocente e fraterno bacio sulla guancia.

Risero entrambi ed io uscii.

 

Dopo qualche minuto, Lui uscì dalla porta, con addosso dei bermuda bianchi, una canottiera grigia con il collo a V, i Rayban a goccia nuovi, e una borsa nera, la sua preferita.

- Ti...ti sei cambiato? - dissi io, stupefatta da cotanta bellezza.

- Sì, voglio portarti in un posto. - rispose Lui sorridendo, e schioccandomi un bacio sulle labbra, per attirarmi verso quel mistero.

- Vedi che con me non attacca, dimmi dove mi vuoi portare. - gli dissi.

- Misteeeeeero! - disse.

- Lo sai che non mi piacciono i misteri... - gli dissi, fingendomi offesa.

- LO so, infatti non è un mistero, bensì una sorpresa. - disse lui, difendendosi alla grande.

- Uuuuuuffa. Beh, portami a casa, dimmi almeno come mi devo preparare. - gli risposi io rassegnata.

- E' un sacco di tempo che voglio andarci con te. Fammi salire in camera tua e ti prendo io quello che ti serve. - mi disse sorridendo, mentre si dirigeva in macchina.

- Ok, mi fido. Tanto conosci ogni singolo angolo di camera mia, quindi fa pure. Sono curiosa sai? - gli risposi salendo sulla sua meravigliosa Mustang.

- Lo so. Sinceramente mi piace farti rodere dalla curiosità. - scherzò lui.

- Non è normale che i ragazzi facciano alle loro ragazze quello che odiano, ma va bene lo stesso. - risi io.

Mise in moto, e mi sorrise.

Eravamo così, eterni bambini che giocavano e scherzavano tra di loro, ma che allo stesso tempo si volevano molto bene e diventavano sempre più inseparabili.

Ormai uscivamo tutti i giorni, stavamo spesso insieme, dove c'ero io c'era lui, e dove c'era lui c'ero io.

Non ce ne stavamo accorgendo, ma il nostro rapporto si stava consolidando sempre di più.

Non ci rendemmo conto subito che nessuno era ormai in grado di stare senza l'altro.

 

In breve arriviamo sotto casa mia, e lui salì.

Non mi mossi, e lo aspettai, sempre più curiosa.

E' vero, non amavo le sorprese, ma le sue erano sempre gradite perchè le migliori che si potessero immaginare.

 

Uscì con un sorriso stampato sul volto, come dire "Ce l'ho fatta, missione compiuta" ed io risi.

- Fatto? - gli chiesi.

Annuì.

- Posso ved... - tentai di dire, afferrando la borsa di Pucca.

- NO! - mi bloccò.

- Ok... - mi arresi.

- Non ce la fai proprio a trattenere la tua curiosità, vero? - mi chiese poi, ridendo.

- Ehm...cioè, io ci provo, avevo anche pensato ad una terapia in realtà, ma...il mio psicanalista dice che sono un caso disperato... - risposi avvicinandomi a Lui.

- Oh, e chi è questo grande uomo? Nono, devi presentarmelo, scommetto che è un genio. - disse Lui.

- Eh...prova ad immaginare...anche se non credo sia un grande genio in realtà. - dissi scoppiando a ridere.

- Ma come...AH! Oggi ti affogherò e non avrò piet... - disse Lui, tradendosi clamorosamente.

Gli puntai il dito contro e spalancai la bocca, pronta ad urlargli addosso la mia vittoria e a rinfacciargli il dannato errore.

- Oddio...che ho detto? Nono non crederci, scherzavo! - tentò di riparare.

- Tuuuuuuuuuuuuuuuuuuu! Che stupidino, ti sei fregato da solo! Ahahah! - risi io.

- Daaaaaai però. Possibile che ogni segreto con te non possa restare segreto per poco più di cinque minuti?! - disse fingendosi offeso.

- Amore ma hai fatto tutto da solo, io non ho fatto proprio nulla. Ti sei tradito, non è colpa mia... - risposi vedendo il suo broncio - Ooooooook. Faccio finta di non aver sentito. Di cosa stavamo parlando? - mitica idea.

A quel punto si sciolse in uno splendido sorriso e mi guardò con occhi dolci.

- Sei speciale, ti amo proprio per questo. - mi disse chiaramente.

Dentro di me arrivò uno Tsunami misto ad un terremoto, con in mezzo pure una bufera e qualche tempesta. MA come al solito, riuscii a trattenermi, o quasi.

Gli stampai un veloce ma potente bacio sulla bocca e gli sorrisi - Voglio andare al mareeeee! Su! - dissi, ridendo.

Sorrise, illuminando la mia giornata, di nuovo.

 

- Che costume mi hai preso? - gli chiesi.

- Quello a fiori che ti ho regalato io, mi fa impazzire. - mi rispose, ridendo sotto i baffi.

- Possibile che tu debba sempre guardare al tuo interesse?! - risi.

- Io non guardo sempre al mio interesse. Soltanto credo che il tuo costume debba piacere a me, e NON A TE. - disse.

- Bah, chi ti capisce è bravo. - risposi, rassegnata - Vado dietro a mettermelo, non sbirciare. - dissi poi, scavalcando agilmente il sedile e catapultandomi su quelli posteriori.

Prese a voltarsi in continuazione, come volesse provocarmi.

Lo vidi, e gli tirai uno schiaffetto sui riccioli - Ma ti vuoi girare?! - gli dissi ridendo - Lo fai apposta, lo so.

Sembrò stare buono per pochi secondi, poi si rigirava ridendo come un matto.

- Guarda sta stradaaaaa! Non ci vengo se continui a fare così. - dissi poi, mettendo il broncio.

- Okokokok, faccio il bravo. MA dovrai ripagare il mio sforzo. - rispose con quel maledetto sorriso da birichino.

- Vedremo, GIRATI ORA. - dissi tirando fuori lo splendido costume.

Trafficai un pò, ma fu bravo e non si osò a sbirciare; sapeva che gliel'avrei fatta pagare.

Mi aggiustai un pò, finchè fui pronta e gli saltellai accanto.

- Mi sta, pensavo di essere ingrassata. - cominciai a dire.

Si voltò un momento, ma non potè vederlo perchè avevo un copricostume sopra.

- Ingrassata tu? Scema. - disse convinto.

- Certo, guarda che sono un essere umano, e per giunta mi piace mangiare, quindi... - risposi.

- Sei bellissima così, nè troppo grassa nè troppo magra sei perfetta. - mi disse poi.

- Sei di parte, ma grazie lo stesso. - gli risposi, schioccandogli un bacio sulla guancia.

Mi resi conto che quando guidava gli davo troppi baci, evidentemente mi attraeva parecchio.

 

Dopo poco arrivammo a destinazione, e scendemmo dalla macchina.

- Da quanto tempo desideravo farmi un bagno. - disse respirando l'aria colma di iodio - Guarda che bello il mare.

- Sono nata in un posto di mare, anche io lo adoro. - risposi guardandolo sognante.

Mi prese dolcemente per mano, e mi condusse verso la spiaggia.

Mi tolsi le infradito, e camminai con lui sulla spiaggia tiepida che mi solleticava i piedi.

Non c'era nessuno, la riva era deserta, ciò avrebbe voluto dire tre parole, INTIMITA', PACE, TRANQUILLITA', tutto quello che ci occorreva.

 

Appena scelse il luogo giusto, si fermò, mi lasciò la mano, mi sorrise e prese due asciugamani per stenderle sula sabbia.

Io mi tolsi il prendisole e subito dopo mi imitò.

- Mammamia se ti sta bene, sei divina. - mi sussurrò, cingendomi poi i fianchi.

- Non farmi parlare del tuo costume, perfavore. - gli risposi, abbagliata.

- Vieni. - disse poi, prendendomi per mano, dirigendosi verso il mare, con il vento tra i capelli.

 

Appena mettemmo piede in acqua, ci vennero i brividi.

- Oddio ma è gelida. - dissi, stringendogli la mano.

- E allora? Siamo a febbraio, è normale. Dai andiamo! - mi incitò, come un bambino ansioso.

Mi lasciai guidare, piena di fiducia, da Lui, anche se i miei piedi stavano andando in cancrena.

Avanzammo lentamente, finchè il livello dell'acqua si alzò, arrivando fino al ginocchio, poi alla coscia, fino al bacino.

- Hai ancora freddo? Vuoi che usciamo? - mi chiese poi, premuroso.

- Nono, tranquillo. - gli risposi.

Mi sorrise, e appena l'acqua fu più alta si tuffò con una grazia e un eleganza tipica di un eroe greco.

Possibile che ogni cosa facesse mi lasciasse sempre attratta e affascinata?

Appena uscì, dopo qualche bracciata, temetti per la sua incolumità.

Lentamente il suo corpo perfetto, limpido e luccicante per le innumerevoli goccioline, emerse dall'acqua.

Scosse i riccioli bagnati e gonfiò i muscoli del petto.

- Tutto bene? - mi chiese.

Chiusi la bocca e feci finta di nulla - Oh certo. Sisi, benissimo.

- Quando ti tuffi? - mi chiese po avvicinandosi, tutto bagnato.

- E' proprio necessario? - dissi.

- Voglio farmi il bagno con te, da solo non c'è gusto. - mi rispose, con fare da bimbetto - Ti bagno io, dai.

- NO. Odio essere bagnata, lo sai. Ti prego non farlo. - lo supplicai, allontanandomi.

Si avvicinò sempre di più, con guardo dolce ma apparentemente malefico.

- Che vuoi fare? Nono torna indietro. Perfavore, NO. - inistetti inutilmente.

- Ok, ti do un ultima possibilità. O ti butti al mio tre, oppure ti bagno io. Decidi. - mi propose.

Lo guardai stralunata, mentre sbattevo i denti, poi iniziò a contare.

- Uno, Due, Due e mezzo, Due e tre quarti...- sospirò - TRE!

Non mi mossi, paralizzata dal freddo.

Mi fissò, vittorioso.

- Non mi lasci altra scelta. - fece spallucce.

- Nooooooo! - tentai di urlare.

Non servì, perchè con la velocità di un fulmine si lanciò addosso a me, ed entrambi finimmo sott'acqua.

Mi sentii un blocco di ghiaccio, e l'avrei ucciso se non mi avesse trattenuto..

Riemersi subito e mi seguì.

- O mio Dio, ma sei pazzo?! - chiesi, stringendo le braccia per riscaldarmi.

- Eddai, che vuoi che sia. - scherzò - Non ti buttavi, allora...

Non lo lasciai finire, e mi allontanai.

Mi seguì subito e mi fermò.

- Okok scusa scusa scusa scusa scusa amore. Dai ti riscaldo io. - mi disse, afferrandomi da dietro.

Mi abbracciò, dolcemente, e mi diede diversi baci sulle guance.

- Dai amore, mi perdoni? Scusa, volevo istigarti un pò, solo che ci ho preso la mano... - disse con voce gentile, poi vedendo che non rispondevo continuò - Guardami, perfavore. Scuuuuuuuuusa tesoro. - fece gli occhi da cucciolo, sapendo che non vi avrei resistito.

Mi voltai verso di lui e sorrisi.

- Così mi piaci. - ricambiò il sorriso e mi cinse i fianchi.

- Te l'ho mai detto quanto sei scemo?! - gli chiesi.

- Mmh...No, rinfrescami la memoria. - rispose, chiedendo gli occhi e serrandomi le labbra con un bacio.

Dopo mi staccai da Lui e dissi - Sai di...salato. - e scoppiai a ridere.

- Non mi dire, aspetta vieni qua che io non ho sentito. - disse, sorridendo e rituffandosi sulle mie labbra.

L'acqua era gelata, ma sapevamo come riscaldarci.

Un bacio di fuoco, che nemmeno l'acqua del mare riusciva a spegnere.

Dopo un pò ci staccammo.

- Mmh... - disse leccandosi le labbra - Che buono...

Gli diedi uno schiaffetto per farlo smettere, poi gli misi le braccia intorno al collo e ci abbracciammo.

Chiusi gli occhi, e assaporai quel momento splendido, guancia a guancia con Lui, che mi cullava nella acqua e mi accarezzava delicatamente.

- Vorrei stare così per sempre... - gli dissi dopo un lungo silenzio.

- Anch'io, non sai quanto. - rispose stringendomi forte tra le sue braccia.

- Nicholas, perchè non andiamo via? - gli domandai, per pentirmene subito dopo.

- Che dici? - mi rispose lui, guardandomi negli occhi.

- Perchè non ce ne andiamo, lontani da qui, per costruirci una vita, la NOSTRA vita? - dissi.

- Perchè me lo chiedi? - domandò a sua volta, perplesso.

- Perchè ti amo, e... - provai a rispondere.

Non mi fece continuare, e premette a lungo le sue labbra sulle mie, serrandole in un bacio bramoso, quasi disperato e atteso da tempo.

Poi si staccò debolmeente, e mi diede un bacino sul lobo dell'orecchio, sussurrandomi - LO sai che con te verrei anche in capo al mondo, e ti amo più di qualsiasi altra cosa.

- Nick...sul serio, io... - tentai di affermare.

- Guarda che non sto scherzando. - mi interruppe seriamente - Io ti amo, è solo che dovrei abbandonare la carriera, i miei fratelli, i miei genitori...io non so se... - finì.

- Lo so, scusa lascia stare, a volte mi vengono in testa strane idee e le sparo così, senza pensare. - dissi, tutt'altro che convinta.

Mi pentii subito e abbassai lo sguardo, trattenendo le lacrime.

- Ti supplico, non fare così. - mi pregò Lui, stringendo i miei fianchi con dolcezza.

- Così come? No tranquillo tutto bene. Ho freddo, esco. - dissi e così tolsi le sue mani dalla mai vita.

Rimase stupito all'ennesima potenza dal mio gesto, perchè non l'avevo mai respinto in vita mia, MAI.

Mi allontanai, continuando mordermi il labbro per il rimorso, fino a che arrivai alla sponda e afferrai un asciugamano dalla mia borsa.

In men che non si dica sentii dei movimenti frenetici nell'acqua ma non mi voltai, capendo che era Lui a correre.

Dopo un attimo sentii le sue mani fredde e umide stringermi da dietro con forza, ed io rimasi ferma e rigida, senza ricambiare l'affetto.

- Ci sei rimasta male, non è vero? - mi chiese poi, piazzandomisi davanti.

- No. - gli dissi fredda.

- Non è vero, dimmi la verità, ho bisogno di capire... - insistette.

- E' questa la verità, stai tranquillo, voglio solo tornare a casa. - risposi, forzando un sorriso falso.

Capì che mentivo, mi conosceva alla perfezione, ma proprio per questo non infierì.

Raccogliemmo le nostre cose, e la giornata fu rovinata, si può dire, del tutto.

 

Durante tutto il tragitto non aprii bocca, ma intuii più volte il suo sguardo posato su di me.

Probabilmente mi rivolse anche la parola, ma io nemmeno me ne accorsi.

Dopo un pò, parcheggiò davanti a casa mia, spense il motore e si girò a guardarmi, con occhi languidi, dispiaciuti e terribilmente innamorati.

Non lo guardai, rimasi a fissare il parabrezza, cominciando a sentire caldo.

In breve si avvicinò, in cerca d'affetto, ma io lo schivai e uscii in fretta dalla macchina.

Assunse un'espressione indecifrabile, ed io ci rimasi ancora più male di lui.

Corsi in casa e raggiunsi la mia stanza, mentre Nicholas si prese la testa tra le mani e fu sopraffatto da una maledetta voglia di piangere.

 

Non ci sentimmo per un lungo periodo, o meglio non mi feci sentire.

Non volevo farlo stare male, a lui tenevo più di ogni altra cosa, ma era più forte di me.

All'improvviso credevo che non mi amasse davvero, che avrebbe fatto a meno di me, e che probabilmente l'amore vero ed eterno non esisteva.

Mi chiamava in continuazione, a casa, sul cellulare, mi inviava email, messaggi, ed io non mi facevo mai trovare.

Quando leggevo il suo nome sui display, era come se però il mio cuore fosse trafitto da un coltello.

Continuava a cercarmi, a chiedermi dove fossi, a scusarmi, a pregarmi, ma io non gli rispondevo.

Per tutto quel tempo mi dedicai agli studi, che volevo terminare il più in fretta possibile per farmi una vita lontano da lì.

 

Un giorno però, uscii di casa per recarmi in biblioteca, quando sentii qualcuno correre verso di me.

Era Lui, che mi raggiunse quasi subito da dietro e mi incitò a voltarmi.

- Sono io. Dove sei stata? Perchè fai così? Dio santo sto impazzendo, ti prego, guardami negli occhi. - la sua voce era tremante e sofferente, rotta, come non l'avevo mai sentita.

- Nick non mi seguire. Vai via. - tentai di tranquillizzarlo.

- Non ti sto seguendo! Sono giorni che non ti fai sentire, non posso andarmene! Guardami, guardami! - disse alzando la voce, e tirandomi verso di sè con il braccio.

I miei occhi si ritrovarono a due, forse tre millimetri dai suoi.

Rimasi pietrificata. I suoi occhi erano rossi, velati di tristezza e sofferenza che doveva essere durata per molto tempo.

Non l'avevo mai visto così, e sentii un colpo al cuore, probabilmente era il rimorso che mi divorava.

- Mi sono mancati i tuoi occhi, non poterli vedere è stata una sofferenza. Perchè? - mi chiese all'improvviso.

Mi morsi il labbro, come se non bastasse sentivo le lacrime premere contro gli occhi per uscire, e una sensazione di malinconia mi invase da testa a piedi.

- Nick non complichiamo le cose, io...devo andare... - tentai di distogliere lo sguardo, ma senza successo.

I suoi occhi lucidi mi trasmettevano un amore infinito, che non riuscivo a respingere.

- Cosa dovrei complicare? Amore mio mi manchi, sto letteralmente andando fuori di testa. Sei sparita, non ti ho più vista nè sentita, non ti fai trovare, e io non capisco il perchè. Sono distrutto, ti prego spiegami. - insistette lui, iniziando a piangere lacrime silenziose.

Appena lo vidi, lo imitai senza problemi. Il viso mi si inondò di goccioline amare, come il mio stato d'animo.

- Non so più niente. Dopo l'altro giorno mi sento strana. Forse per la prima volta ho capito che sono adulta, e devo cominciare a pensare al mio futuro. E poi... - provai a dire.

- E io? Io non faccio parte del tuo futuro? Come hai potuto lasciarmi da parte, e non considerarmi per niente? Come? - urlò fuori di sè.

Non ebbi paura della sua reazione, lo conoscevo, lo AMAVO.

- Io... - dissi più a bassa voce, quasi mi confidassi - Io ti AMO, e non potrei mai e poi mai desiderare un futuro senza di te. Ormai fai parte della mai esistenza, di me, come potrei escluderti? Come puoi solo pensare che non voglia considerarti? Quando quel giorno mi hai detto che non potevi abbandonare tutto, io ci sono rimasta male, è vero. Ma proprio perchè ti amo, non vorrei mai costringerti a fare cose che non vuoi. Tra poco finirò gli studi e mi trasferirò, non sentendoti volevo solo rendere il nostro addio meno difficile.

Nicholas non rispose, prese a piangere sommessamente, e io non potei guardarlo negli occhi per un solo istante. Era stupito, interdetto e maledettamente in colpa.

- Non è colpa tua, ok, stai tranquillo. Questi giorni sono stati i più brutti della mia vita, e probabilmente peggioreranno soltanto quindi...Non ti preoccupare. Voglio solo che tu sappia che non ho mai voluto bene a nessuno come ne voglio a te, e...Ho tanto sognato una vita al tuo fianco. Solo ora mi rendo conto che le nostre strade sono diverse e forse... - dissi, cercando di restare calma.

Mi interruppe, fu un attimo.

Sentii le sue labbra muoversi dolcemente come petali di rosa sulle mie, serrandole in un bacio meraviglioso.

Aveva la bocca umida di lacrime, come del resto anche io, e il suo fu un bacio caldo e atteso.

Fu come se non volesse più staccarsi da me, come se mi avesse desiderato per un tempo infinito e ora potesse avermi con lui, come se volesse cancellare tutto il male e le sofferenze del suo cuore, con esso.

Mi lasciai andare, e con quel bacio mi tornarono in mente tutti i momenti passati assieme, tra cui i più belli, e quelli ancora più belli.

Mi prese il viso tra le mani, poi cominciò ad accarezzarmi le guance, il collo, i capelli, la schiena, fino ad arrivare a cingermi i fianchi.

Solo dopo un tempo infinito mi lasciò per un istante e sussurrò - Ti amo più della mia vita, più del sole che sorge, più delle acque del mare che accarezzano la spiaggia, più delle nuvole che volano in cielo, più delle creaturine che abitano il mondo, più di quanto abbia mai amato nessuno sulla faccia di questa benedetta terra, e non potrei sopportare nemmeno un altro istante senza averti al mio fianco. - disse con un tono terribilmente dolce - Ho sofferto come non mai in questi giorni, solo Dio sa quanto sia stato male e quanto mi sia pentito di averti detto quelle cose. Sono pronto a seguirti ovunque tu vada, ovunque tu voglia andare, anche in Lapponia se necessario. - si fermò e sorrisi, quasi felice - E lo so che potevo apparire come un ragazzino, perdonami, ma in realtà anch'io sono cresciuto, e da uomo quale sono, ho capito che sei tu la donna della mia vita. E' solo l'amore per te che mi fa sentire un pò come quando avevo sedici anni. - sorrisi di nuovo, Lui era il MIO NICHOLAS - Quindi, per te potrei abbandonare tutto, perchè TI AMO. E...a proposito. Vuoi sposarmi? - concluse.

Impazzii, il mio cuore smise di battere per buoni 30 secondi e lo fissai, terrorizzata, mentre estraeva una scatolina blu dalla tasca e l'apriva di fronte ai miei occhi.

Mi sorrise, impaziente e innamorato come un ragazzino, e io mi sciolsi.

Lo adoravo, e probabilmente era scritto che noi due fossimo fatti l'uno per l'altra.

- Sì Nick, lo voglio più di qualsiasi altra cosa al mondo. - risposi io, buttandomi subito tra le sue braccia, e questa volta, per sempre.

 

Cris.

 

  
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