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Autore: BloodyRose91    17/04/2010    2 recensioni
Che se devo morire che sia per amore E se mi innamoro che sia di te E che della tua voce sia fatto questo cuore Tutti i giorni Io chiedo a Dio
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autore: Premetto che considero questa fan fiction "incompleta". Ha qualcosa che non mi convince,non riesco ad esprimere tutte le sensazioni che pensavo. Spero di sistemarla al più presto. Morivo dalla voglia di pubblicarla.
Dedico questa fan ficion a Eternal/Lovina/Silvia,che ama la spamano ed è riuscita a fare in modo che anche io mi innamorassi della spamano. Eternal,questa è per te♥

Que si me muero sea de amor
Y si me enamoro sea de vos
Y que de tu voz sea este corazón
Todos los días a Dios le pido.



Che se devo morire che sia per amore
E se mi innamoro che sia di te
E che della tua voce sia fatto questo cuore
Tutti i giorni Io chiedo a Dio



Il caldo era sempre più soffocante,come lo era sempre ad Agosto in Spagna.
Lovino si sentiva terribilmente apatico per colpa di quelle temperature,così stava disteso su quell'enorme letto bianco a fissare un ventilatore che invano girava cercando di combattere il caldo. Si sentiva quasi ipnotizzato da quel continuo girare.
In quel letto una volta si sentiva tanto minuscolo,così minuscolo che Antonio per non perderlo doveva tenerlo stretto a sè,e Lovino si addormentava cullato dal respiro dello spagnolo. Era così quando era bambino.
L'alba tingeva con varie sfumature di colori caldi la stanza,quel ventilatore girava ancora inutilmente,e quelle lenzuola bianche erano sempre fresche e davano un pò di sollievo a quei due corpi bollenti ma che comunque coninuavano a tenersi stretti.
Il piccolo ogni mattina all'alba apriva gli occhi e si trovava davanti il volto dell'ispanico che dormiva sereno e sorridente. Lovino allora arrossiva ma con tanta felicità ritornava a dormire.
Quella mattina Lovino aprì gli occhi
<< era solo uno schifosissimo sogno>>
pensò guardando al suo fianco: il letto era vuoto.
Ed era vuoto da due anni a questa parte. La guerra stava allontanando lo spagnolo che andava via la mattina presto e tornava che era già notte fonda. Lovino aveva perso l'abitudine di aspettarlo, Antonio aveva perso l'abitudine di dormire con lui nel lettone preferendo il divano per paura di svegliare quel bambino che a poco a poco,da solo,stava diventando un uomo.
Quella mattina doveva essersi svegliato tardi perchè la città sembrava già nel pieno della sua vita. Dalla finestra suoni e profumi si mescolavano. Le ballerine di flamenco si muovevano al ritmo di suoni caldi e passionali tipici dei nostalgici canti hondo. Una tra le più belle notò il ragazzo affacciato alla finestra mandandogli un bacio,Lovino arrossì rientrando in casa.
Annoiato decise di fare due passi e notò che per i vicoli delle stradine si diffondeva un buon odore di paella. Tutti quei suoni e profumi di Madrid gli ricordavano quel sogno e quel passato che sembrava tanto lontano. Quando passeggiava la mattina con Antonio che stringeva la sua manina. Il campo di pomodori dove passava intere giornate a giocare con Spagna e mangiare pomodori che profumavano ancora di terra.
Più cercava di mandare via la nostalgia più i ricordi del passato tornavano in mente con prepotenza.
Passeggiava con le mani in tasca e quel broncio che non lo abbandonava mai.Iniziava ad abituardi all'idea di essere abbandonato,se lo aveva fatto italia perchè non doveva farlo Spagna? Poi pensò che in entrambi i casi lui non aveva mai fatto niente per fermarli.
Passarono due ragazze che chiaccheravano allegramente,ed erano emozionate all'idea di organizzare una cena per gli amati.
Quell'idea arrivò al cervello dell'italiano che in un primo momento si sentì stupido arrossendo. Cambiò direzione andando verso l'emporio di un vecchio uomo che aveva i pomodori più buoni di tutta Madrid,i preferiti di Antonio.
Quel pomeriggio si impegnò tanto a cucinare,nonostante la paella non fosse uno dei suoi piatti tipici gli riuscì bene. Gli italiani erano tra i migliori in cucina, questo era risaputo da tutti.
La tavola era apparecchiata in modo impeccabile,come se ogni oggetto si trovasse in quel preciso punto per creare la perfezione.
L'ora di cena era già arrivata,ma l'italiano sapeva che Antonio sarebbe arrivato più tardi,e così aspettò.
Aspettò affacciato alla finestra dove il vicinato mangiava,seduti tutti ad una grande tavola,come una numerosa famiglia. Poi aspettò seduto sul divano,e infine aspettò giocherellando con un pomodoro a tavola.
Le ore passarono ed era già mezzanotte. Il piccolo mediterraneo dormiva con la testa poggiata sulla tavola e il suo volto sembrava ancora ingenuo come quello di un bambino.
La portà con un pò di scricchioli si aprì,e due occhi color smeraldo brillarono nel blu della notte. Antonio fu sorpreso nel trovare il suo amato in quella stanza, lo stava aspettando? Era strano visto che non lo faceva da anni ormai. Un sorriso si dipinse in quel volto stanco davanti a quella scena che trasmetteva tutta quella dolcezza che l'italiano aveva sempre nascosto.
Si avvicinò alla tavola carezzando i capelli del ragazzo e poi prese un pomodoro dirigendosi verso l'uscita. Il dovere lo stava aspettando. Uscì da quella stanza addentrandosi nel buio di quella Madrid che aveva abbandonato profumi,colori e suoni per concedersi un pò di riposo. Restò per molti minuti poggiato alla porta di ingresso a fissare il cielo con malinconia. Fu riportato alla realtà dal suono della sedia che si spostava. Sorrise,il piccolo italiano si era svegliato,forse stava andando a dormire nel letto che una volta condividevano. Un altro rumore lo fece preoccupare,sebravano singhiozzi. Lovino stava piangendo?
Aprì la porta improvvisamente:l'italiano era fermo davanti l'entrata della stanza da letto che singhiozzava cercando di bloccare le lacrime.
Corse ad abbracciarlo e qualche lacrima uscì copiosa anche dai suoi occhi.
<< Lo siento.Lo siento. Por favor perdonamé.>> Quella mattina uno strano calore circonadava il corpo dell'italiano in quel grande letto con le lenzuola bianche fresche. Aprì gli occhi e notò il sole riempire la stanza.Come ogni mattina. Ma quel calore non era il sole che brillava già alto nel cielo. Quel calore era il corpo del suo amato che lo teneva stretto di nuovo mentre dormiva con un sorriso sul volto. Quanti altri giorni passeranno ancora prima di ritrovarti quì ancora una volta come adesso? Non mi importa. Importa solo che questo attimo non finisca mai,importa che questo abbraccio ci tenga ancora stretti almeno fino alla fine di questa giornata. Per il resto: Mañana será otro día
  
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