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Autore: Mistral    18/04/2010    2 recensioni
“Dì un po': te come ti vogliono?
Dì un po': tu come ti vuoi?
Sono vivo abbastanza...
per di qua, comunque vada,
sempre sulla mia strada”
Questo è ora il tuo discemolo, Shisho: colui che porta il sorriso e la misericordia di Dio al mondo e alle anime dannate degli akuma.
[Riflessioni di Allen Walker][Ambientato nella Night 173]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un breve fic scritta di getto og

Un breve fic scritta di getto oggi pomeriggio, dopo aver risentito, per la prima volta dopo qualche secolo, Sulla mia strada del Liga.

Leggendo il testo, mi è venuto spontaneo associarlo ad Allen e in particolare al momento in cui, mentre è sui tetti di Parigi con Link, ad aspettare che il Ladro G colpisca, ascolta per l’ennesima volta il messaggio registrato da Cross su Timpcanpy.

È solo un piccolo esperimento che non so giudicare nei suoi esiti, in quanto non ho molta familiarità con la gestione di Allen (come ben saprà chi solitamente mi legge, quasi sempre io scrivo di Kanda). Ditemi voi cosa ne pensate!

 

Ovviamente D.Gray-Man è proprietà della sensei Hoshino, mentre la canzone è del mitico Ligabue.

Le parti in corsivo sono mie traduzioni dall’inglese della Night 173.

 


 

Dedicato a chi è moyashi inside

Ti voglio bene, sis! ©

 

 

Per di qua, comunque vada, sempre sulla mia strada…

 

 

“Ehi Allen, adesso che ci penso, non te l’ho mai domandato prima ma… ti piace Tim?

Ti avevo chiesto di averne cura al mio posto, però, ad essere sincero, ho sempre pensato di lasciarlo a te…

A Tim ho detto che, da oggi in poi, può fare ciò che crede.

 

Quanto a te, potresti non volermi ascoltare sapendo che sto portando avanti la volontà del Quattordicesimo…

Ma nel caso in cui tu stia pensando di essere costretto a camminare sulla strada che io e il Quattordicesimo abbiamo scelto per te, sappi che ti sbagli.

 

Una strada è un qualcosa che si crea mentre ci si cammina: la terra che hai calpestato si indurisce sotto i tuoi piedi ed è questa che forma la strada.

Tu sei l’unico che può creare la tua strada, quindi smettila di indossare quella maschera di «Mana» e cammina da solo. Sempre che tu non ti sia già arreso, ovvio…”

 

Ehi baka Shisho, dì un po’: da dove ti è uscita una cosa del genere?

Se ti avessi davanti, mi verrebbe voglia di prenderti a pugni ogni volta che risento questo messaggio. Accidenti a te…

Non ti bastavano più le entrate in scena spettacolari, in cui puntualmente ti presentavi un attimo prima che io ci lasciassi le penne (anche se è sempre andata a finire che ho rischiato quasi di più con te presente che quando non c’eri…), adesso devi pure fare le uscite in grande stile, facendoti sparare in testa per poi svanire nel nulla…

Se non fosse una cosa di pessimo gusto mi metterei a ridere, sai? Al che Link finirebbe per prendermi completamente per pazzo - ma tanto, peggio di così…

 

Mi hai lasciato qui a sbrogliare un bel casino: te ne rendi conto, vero? Dopo quello che mi hai detto, come faccio a credere di non essere solo una pedina capitata per caso nel posto sbagliato al momento sbagliato? Come faccio a credere che Mana, l’uomo che ho sempre considerato come un padre, vedesse in me Allen e non solo l’ospite delle memorie di suo fratello? Che mi amasse per quel che sono e non per quel che rappresento?

 

Tu sei stato un pessimo maestro, sotto molti punti di vista - sei sempre stato egoista, irresponsabile e scansafatiche e te ne sei sempre fregato di farmi lavorare come uno schiavo per pagare i tuoi debiti, costringendomi anche a rischiare la pelle.

Eppure, potessi tornare indietro, pur sapendo quel che mi aspetta rifarei tutto da capo: perché, nonostante tutto, da te ho imparato molto, anche se forse non nella maniera più convenzionale…

A te devo la gran parte, se non la totalità, di quello che sono: senza di te probabilmente sarei rimasto per sempre fermo accanto alla tomba di Mana, a lasciarmi consumare dal rimorso. Non sarei mai diventato un esorcista, non avrei mai trovato il modo di espiare la mia colpa, ma avrei lasciato che essa mi schiacciasse.

 

Durante quel colloquio assurdo e surreale alla Home, quando te ne sei uscito con quelle notizie sconvolgenti su mio padre e su quello stronzo (sì, perché quello è uno stronzo di prima categoria!) del Quattordicesimo, ti ho ribadito che intendo mantenere la promessa che, da solo nella mia stanza, davanti al quadro di quel pagliaccio incatenato con una bara sulla schiena (che ironia quel dipinto…), feci alla memoria di Mana il giorno in cui entrai nell’Ordine: quel giorno promisi che non mi sarei mai fermato, che avrei continuato a camminare per la mia strada, qualunque essa fosse.

Alla Sede Asia poi, nel periodo terribile che ho passato lottando per recuperare la mia Innocence, ho avuto la certezza che la mia strada era quella che tu mi avevi mostrato quella notte: io sono un esorcista e lo sarò sempre, fino alla morte. Ma lo sarò perché l’ho deciso IO, non perché tu o il Quattordicesimo o il destino o chissà che, avete stabilito che io lo fossi.

 

Quindi Maestro, per favore, non venirmi a dire adesso una cosa del genere, ok? Perché la promessa che feci a Mana e i sentimenti che nutro per lui e per tutti coloro che mi sono cari, queste cose sono «Allen», sono il vero me stesso. Il Quattordicesimo con le sue stupide memorie non c’entra niente. E ti assicuro che non gli permetterò tanto facilmente di cancellarmi!

Che ti credi? Non si sopravvive tre anni con un tiranno come te per maestro se non si ha almeno un po’ di forza di volontà, sai?

Anche se stavolta è dura, più dura di altre… sarà che qui all’Ordine ho trovato davvero la mia casa e la mia famiglia, ho trovato un calore che quasi non avevo conosciuto neanche negli anni in cui vagabondavo con Mana… e ho paura di veder sparire tutto…

Più voli alto, più rovinoso è lo schianto quando precipiti al suolo. Chi non ha niente non ha nemmeno timore di perdere qualcosa, e forse affronta la vita con più spavalderia.

 

E io che ho vissuto un tempo in cui non avevo niente, sono ancora più attaccato alle piccole, grandi cose che la vita mi ha concesso - anzi, che io mi sono conquistato.

Amo ognuna di queste cose e ognuna delle persone che mi sono vicine di un amore viscerale (non ci riesco, non ci riuscirò mai, a essere cinico come te, Maestro…), perché esse sono parte integrante della mia identità - e lo sono ancor di più adesso che quel mostro dentro di me mi fa dubitare di essere mai stato veramente me stesso.

Le cose e le persone che amo sono me stesso, io mi sono sempre identificato totalmente in loro e nella mia missione di esorcista; ma nel momento in cui quel Noah ha polverizzato la mia Innocence, minacciando così di impedirmi di continuare ad essere un distruttore che salva, privandomi della mia ragione d’essere, ho capito che in realtà «Allen» era qualcosa in più di questo, qualcosa in più di ciò che amava.

Da quando la mia Innocence è tornata a me, ho capito di non essere più solo la maschera di Mana: fino a quel momento, la mia identità era basata unicamente su quel che Mana stesso mi aveva insegnato e trasmesso, ma da allora sono andato oltre. Ho continuato a camminare, sono andato anche oltre l’essere un semplice esorcista, e sono diventato il Pagliaccio di Dio.

Questo è ora il tuo discemolo, Shisho: colui che porta il sorriso e la misericordia di Dio al mondo e alle anime dannate degli akuma.

E puoi star certo che non mi arrenderò tanto facilmente davanti a nulla: non saranno né il Quattordicesimo, né Leverrier, né il Conte o chiunque altro a farmi desistere dal continuare per la strada che IO mi sono scelto.

Ho rischiato la vita innumerevoli volte, ma solo in un’occasione ho sfiorato la morte da vicino: quel giorno, in quella foresta, ho sentito la sensazione del sangue che stilla dal cuore e del freddo implacabile che ti stringe le membra e ti assicuro che, no, non ci tengo a ripetere l’esperienza tanto presto.

È stato un qualcosa di orribile, quasi quanto l’inferno in terra che si spalanca nel mio sguardo in bianco e nero ogni volta che vedo le anime imputridite degli akuma. Ma non sarà questo a farmi desistere dalla mia missione.

Io andrò avanti, sempre avanti, Maestro… e se, come penso, sei ancora vivo (perché non posso credere che tu ti sia lasciato uccidere così), ti prometto che ti troverò. E te la farò pagare per questo stupido messaggio!

 

“Non importa quante volte la riascolto, questa registrazione mi sembra sempre una specie di testamento… mi fa incavolare!”

“E chi ti dice che non lo sia?”

“Una cosa del genere non è assolutamente nello stile del Maestro…

 No, la mia strada non è già decisa: me la creerò io con le mie mani!”

   
 
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