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Autore: dina    18/04/2010    4 recensioni
Può un cuore spezzato tornare a battere? Può l'amore perdonare ogni cosa? Può un aiuto sovrannaturale aiutarci a capire cosa realmente vogliamo? *FanFiction classificatasi seconda al concorso "A song for a story" di emogirl in pink*
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiunque abbia detto che il giorno del matrimonio è il più bello della vita meriterebbe di essere preso a calci nel sedere.

Ripetutamente.

Con violenza.

Erano questi i pensieri di Hermione, mentre con lo sguardo distratto percorreva le colline verdeggianti.

Era tutta una presa in giro, un bouquet di fiori d'arancio per inaugurare una lunga e fruttuosa vita insieme, il velo semitrasparente sul viso per nascondere le piccole lacrime della sposa, il tulle, i pizzi, le promesse.. tutta una presa in giro.

Eppure non poteva dire di non saperlo, c'era una piccola, minuscola parte di lei che conosceva la verità, che aveva capito che dietro le parole c'erano bugie, che dietro i sorrisi c'era incertezza, che il significato di quelle carezze non era infinito amore.

Ma lei non aveva dato retta al suo intuito, era stata volutamente sorda alle ammonizioni del suo inconscio, cieca agli impercettibili segnali che scorgeva ovunque.. ed adesso ne pagava le conseguenze, infondo lo meritava.

Rise mentalmente, era stata nominata “La Strega più Intelligente e Brillante del Mondo Magico” dalla Gazzetta del Profeta, eppure era stata così stupida.

E solo adesso, ripercorrendo i suoi ricordi riusciva a vedere tutto con chiarezza.

Il giorno in cui le aveva chiesto di sposarlo non era stato come tutte le ragazze lo immaginano, non un momento esattamente romantico, niente scene da film sdolcinati, niente per cui scoppiare in lacrime.

Semplicemente avevano bevuto un po' per festeggiare la promozione di Ron a Capo d'Attacco degli Auror, e tra un bicchiere e l'altro lui aveva buttato lì la proposta, o meglio l'affermazione.

-Sai, penso proprio che dovremmo sposarci- aveva detto con voce impastata di Whisky Incendiario, lei aveva sorriso e annuito.

..E quello era stato il preludio alla distruzione.


-Signorina?- una voce la richiamò alla realtà.

Si voltò e vide un vecchio signore che con gli occhi chiari la osservava incerto, sembrava sulla settantina, i capelli quasi completamente bianchi e l'espressione bonaria, cercò di ricomporsi -mi dica..?-

-Tutte le cabine sono occupate, è libero quel posto?- indicò il sedile di fronte a lei.

Hermione annuì, avrebbe preferito restare da sola, ma non aveva il cuore di negare ad un vecchietto un posto a sedere, il viaggio era ancora lungo.

L'uomo prese posto e posò la logora valigia, poi le sorrise -la ringrazio, di questi tempi la gentilezza scarseggia tra i giovani-

-Già..-

-E' inglese?-

-Si, lei?- chiese più per cortesia che per altro.

-Si, sono anche inglese..- annuì lui -va in Francia per lavoro?-

-Tra le altre cose.. lei?-

-No, io sono su questo treno per una promessa che ho fatto molto tempo fa-

Hermione s'incuriosì, ma non volle essere indiscreta, quindi si limitò a sorridere e considerando la conversazione terminata si voltò verso il finestrino.

La sua attenzione venne nuovamente catturata dall'anziano uomo, che adesso stava aprendo la valigia per uscirne un grosso panino incartato.

L'uomo si accorse del suo sguardo e le fece un sorriso -ne vuole?-

Un ombra le attraversò la mente, la prima volta che aveva avuto un morso nello stomaco, la prima volta che aveva sentito il muro di sicurezza del loro amore tremare, la prima volta in cui qualcosa dentro di lei aveva capito che stava mentendo.


Erano passate tre settimane dalla sera in cui avevano deciso di sposarsi, lei stava lavando gli ultimi piatti, mentre Ron era nel salotto che guardava una partita.

Si asciugò le mani e imbottì un panino, doveva dargli una cattiva notizia e voleva addolcire la pillola quanto possibile.

Raggiunse il suo ragazzo nella stanza attigua e glielo porse sorridente -ne vuoi?-

Lui le gettò una rapida occhiata e annuì -grazie-

-Ron potresti spegnere un attimo, devo parlarti di qualcosa-

-Herm non potremmo parlarne più tardi?-

-No, è importante-

-Okay..- a malincuore aveva spento il televisore -dimmi-

-Ho parlato con il prete oggi, tutto il mese di maggio è pieno.. come tutti gli altri giorni o mesi fino a dicembre..- aveva detto tristemente.

-Dicembre?-

-Si..-

-Non è disponibile nessun altro giorno?-

-E' appunto di questo che volevo parlarti.. l'unico giorno disponibile è tra tre settimane.. il sette Marzo..-

-Tre settimane?- deglutì.

-Si..-

Silenzio.

-E' un problema?- chiese lei incerta.

-..No.. tre settimane va benissimo..- rispose dopo una manciata di secondi.

-Okay, allora telefono a tua madre e glielo dico- aveva detto entusiasta correndo nell'altra stanza.

Giusto in tempo per non vedere l'espressione atterrita di lui.


-Hermione, si sente bene?-

-Uh?- si riscosse e lo guardò disorientata.

-Aveva lo sguardo perso.. ho detto qualcosa che non va?- s'informò spiaciuto.

-No, no.. mi scusi lei.. non so cosa mi sia preso- portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, nervosa.

-Non si preoccupi Hermione- le sorrise.

Lei lo guardò confusa, come sapeva il suo nome? Non si erano mai presentati, eppure..

Il sorriso dell'uomo si allargò intuendo i suoi pensieri -l'ha scritto sulla borsa-, indicò la tracolla affianco alla ragazza, c'era una targhetta con una scrittura elegante: HERMIONE G.

-Ah..- si limitò a dire imbarazzata.

-Allora, ne vuole?- ridomandò cortesemente.

-No, la ringrazio..-

-In effetti non ha un bell'aspetto..- osservò con fare scientifico quel panino -sembra ammaccato e muffito.. non deve avere un buon sapore-

-Forse una volta quel panino era appetitoso, morbido e gustoso.. ma poi è stato aperto in due, imbottito di ingredienti che non gli appartenevano e lasciato nel bancone, solo a guardare i suoi fratelli che venivano mangiati.. ed adesso è troppo stanco anche per sembrare delizioso-

Ecco come si sentiva, come un vecchio panino abbandonato sul tavolo, lacerata in due, che per riunire le parti di se stessa aveva usato la rabbia, l'odio, il dolore.

L'uomo la guardò e poi tornò a guardare il panino -forse ha ragione.. ma non credo che avrebbe dovuto smettere di lottare, infondo alla fine qualcuno l'ha comprato-

-Qualcuno che non vuole mangiarlo però- gli fece notare.

L'altro sorrise nuovamente e per tutta risposta diede un grosso morso al pane, dopo che ebbe finito di masticare disse: -come pensavo, malgrado l'apparenza è molto buono-

Hermione fece un mezzo sorriso, se avessero assaggiato lei non avrebbero detto la stessa cosa, lei era dura ormai, era stata prosciugata di tutta la linfa vitale.

Quel processo era iniziato quella sera, quando seduti a cenare parlavano del loro matrimonio. O meglio, era lei che parlava, lui annuiva ogni tanto.

-Hermione, devo partire..- queste erano state le sue parole serie.

Lei si era interrotta immediatamente e, con un tuffo al cuore, gli aveva chiesto spiegazioni.

-Devo tenere una conferenza a Chicago.. starò via cinque giorni-

-Va bene.. anche se mancano solo nove giorni alle nostre nozze.. beh il lavoro è lavoro, no?- aveva finto un tono frivolo e noncurante, ma dentro di sé una vocina non le dava pace.

-E' così-

Sapeva che stava mentendo, ma non disse nulla, non ne ebbe il coraggio.

Non ne avevano più parlato.

L'indomani Ron era partito, le aveva dato un lieve bacio sulla guancia e se ne era andato con la promessa che l'avrebbe chiamata non appena fosse atterrato l'aereo.

Era passato un giorno senza che il telefono squillasse.

Un altro giorno ancora niente.

Hermione aveva provato a rintracciarlo, ma il suo telefono era sempre staccato, aveva mandato gufi e gufi, ma niente.

Per tre giorni ancora nulla.

Poi la svolta, era tornato la notte del quinto giorno, puzzava d'alcol, fumo e femmine.

Non sapeva come, ma Hermione lo intuì, forse una donna se le sente queste cose, forse ha un sesto senso o qualcosa di simile, ma.. lei sapeva.

Sapeva.

Ma non disse nulla.

Lo baciò e abbracciò, lo sgridò per non essersi fatto vivo e credette alle sue scuse.

Infondo non le importava sapere dove era stato, cosa aveva fatto né con chi l'avesse fatto, Ron l'avrebbe sposata.

Ron aveva scelto lei, non le sue amanti.

Lei sarebbe diventata la signora Hermione Jane Granger in Weasley.

Doveva aspettare solo qualche giorno e poi tutto sarebbe andato bene.

Era stata una sciocca, cieca e stupida illusa.

Poggiò la fronte contro il freddo vetro del finestrino e chiuse gli occhi, cercando di dimenticare e finì per addormentarsi.

Si risvegliò dopo un tempo che le parve interminabile, guardandosi confusa intorno.

-Ben svegliata- la salutò con allegria l'uomo.

-Grazie..- si stiracchiò.

Era strano, di solito era molto diffidente nei confronti degli estranei, ma quella volta si era sentita al sicuro, si era persino addormentata in sua presenza.

Quell'anziano signore le ispirava fiducia, quasi affetto.. curioso, poiché dopo quel giorno non pensava di potersi mai più fidare di nessuno.

-Cosa sta leggendo?- domandò curiosa, per cercare di distrarsi.

L'uomo teneva in mano un libro in pelle marrone, sembrava vecchio e logoro.

-E' il mio libro preferito..-

-Come s'intitola?-

-Confesso di non sapere il suo titolo.. suppongo di non averlo ancora trovato-

-L'ha scritto lei?- chiese stupita.

L'altro rise -oh no, non pretenderei mai di poter scrivere un capolavoro del genere..-

-Ma allora chi l'ha scritto?- era sempre più confusa e irritata, odiava le rispose enigmatiche.

-Chi può dirlo con certezza? Forse un autore o forse i personaggi stessi, non saprei darti una risposta-

-Sa dirmi almeno di cosa parla?-

-Certamente.. è la storia di due ragazzi, innamorati fin da piccoli l'uno dell'altra, che dopo tante peripezie decidono di sposarsi, ma il giorno del matrimonio l'uomo abbandona la donna sull'altare..-

Un colpo allo stomaco, un ricordo, questo era poco chiaro, non rimembrava granchè, era come un flashback della notte in cui ci si è ubriacati, qualcosa di confuso, che al solo ripensarci faceva venire un gran mal di testa.

Sapeva soltanto che faceva male.. più male di tutti gli altri, perchè aveva soffocato tutte le sue speranze e ucciso il suo amore.

Lei che si acconciava i capelli ed aggiustava il velo nella stanza attigua alla chiesa, uno scambio di sorrisi con sua cognata; suo padre che le diceva di sbrigarsi.. la marcia nuziale.. il cuore che palpitava d'emozione.. l'espressione di Ron mentre si avvicinava.. la sua fuga improvvisa.. il testimone che lo insegue.. ed ancora il cuore che palpita, ma questa volta non è emozione..

Tum tum..

..In lontananza urla e poi il rumore di una macchina che sgomma..

Tum tum..

..Il volto funereo di Harry che si dirige verso di lei..

Tum tum..

..Il tono con cui le dice -Ron se ne è andato..-

..E poi il buio.

Si era risvegliata mezz'ora dopo nella sua stanza con sua madre che piangeva e le stringeva forte la mano.

E lì aveva capito che il suo cuore non avrebbe mai più battuto.

-Non mi sembra una trama molto avvincente..- cercò di ricomporsi.

-Invece lo è, perchè vedi, la donna è distrutta, ma contro ogni previsione anche l'uomo lo è..-

-Beh è lui che ha scelto di abbandonarla, quindi non capisco il suo dolore!- lo interruppe con fervore.

-E' appunto per questo che è interessante, poiché molti si fermano a guardare le cose semplicemente all'apparenza, senza sapere le ragioni che spingono a compiere determinate cose..-

-E quali sono le sue ragioni?-

-Era spaventato, non sapeva come reagire-

-Se l'avesse amata davvero non avrebbe avuto paura- enunciò impettita.

-Lui l'amava moltissimo, però ha avuto paura, si è sentito soffocare, si è sentito male perchè non conosceva il suo futuro, perchè non sapeva se l'avrebbe resa felice, se sarebbe riuscito a darle ciò che meritava..-

-Sono certa che a lei sarebbe bastato il suo amore per essere felice-

-Ma lui non sapeva questo..-

-Lo sta giustificando?- lo fulminò.

L'uomo fece un sorriso bonario e alzò le mani in segno di resa -no, dico soltanto che non tutto è come sembra, che bisognerebbe parlare, capire, ascoltare..-

-A volte non c'è nulla da capire-

-Questo non puoi dirlo-

-Come finisce il libro?- domandò dopo un po'.

-Se te lo dicessi ti toglierei tutta la sorpresa.. che piacere c'è a sapere le cose prima?- proferì divertito.

-Beh non credo che lo leggerò mai, quindi può anche rivelarmi il finale- insistette lei.

-Mai dire mai, Hermione-

La ragazza rimase in silenzio, non credeva che discutere con un vecchio avrebbe portato da qualche parte, lui avrebbe sempre sostenuto le sue ragioni e lei le sue.

Con la differenza che lei l'aveva provata sulla sua pelle quella situazione, mentre lui..

Già, ora che ci pensava non sapeva nulla di lui, né il suo nome, né da dove veniva.. riflettendoci era come se fosse spuntato dal nulla.

-Prima ha detto che va in Francia per una promessa.. se non sono indiscreta, mi potrebbe dire di cosa si tratta?-

-La promessa l'ho fatta molti anni fa, a una bambina di quattro anni-

-Davvero?- lui annuì -e cosa le ha promesso?-

-Che l'avrei protetta e indirizzata nella strada giusta qualora si fosse persa-

-Io non capisco- ammise dopo qualche secondo di riflessione.

L'uomo rise -molte volte me lo sono sentito dire.. si chiedono il perchè delle cose, quando basterebbe soltanto guardare più attentamente..- indicò il finestrino -se vuole scusarmi, adesso dovrei andare-

-Tornerà?- si stupì di questa sua domanda, non avrebbe voluto dirlo, ma quella sua frase era suonata più come un addio che altro.

Sorrise -sarò sempre qui-

C'era qualcosa di strano in lui, qualcosa di strano nel modo in cui le aveva parlato, nel suo aspetto e nei suoi modi, ma non riusciva a comprendere cosa.

L'uomo uscì dalla cabina ed Hermione lasciò perdere la questione, si voltò verso il finestrino a pensare.

Era così immersa nelle sue riflessioni, che non si accorse dell'ombra che si avvicinava sempre di più al treno, soltanto quando fu molto vicina da riconoscerne i contorni la riconobbe come un'automobile volante.

Quando fu abbastanza vicina al suo finestrino, riconobbe il guidatore, che le fece segno di abbassare il finestrino.

Lei lo fece incerta, Harry le sorrise e girò la macchina, lo stomaco le si contorse, quando vide il passeggero alla sinistra del ragazzo.

-Hermione..-

Lei alzò di scatto il finestrino e s'impose di restare impassibile, ma dentro era inquieta.

Cosa ci faceva lui qui?

Ron prese a bussare insistentemente nel vetro, ma lei continuava ad ignorarlo, quindi uscì la bacchetta e lo abbassò di colpo.

-Hermione devi ascoltarmi..-

-Vattene via!- cercò di richiuderlo, ma si era incastrato.

-Hermione..-

-Vattene Ronald, non voglio vederti!-

Uscì la bacchetta e stava per fare un incantesimo al vetro quando, contro ogni sua aspettativa, il rosso fece un agile salto e s'infilò nella cabina attraverso il finestrino abbassato.

-Hermione devo dirti una cosa..-

-No! Non voglio ascoltarti!- mise le mani a coprirsi le orecchie.

Lui le si avvicinò e cercò di toglierle, ma lei urlò -non toccarmi! Non toccarmi!-, Ron annuì e si allontanò di qualche passo.

-Ti prego ascoltami.. so di non meritarlo, però ti supplico.. ho il diritto di parlarti..-

-Ti sbagli, hai perso questo diritto più di un mese fa.. esattamente il sette Marzo-

-Hermione ti prego..-

-Non c'è bisogno che tu dica niente, non voglio sentire le tue frasi fatte.. ti dispiace che non sia andata come speravamo.. ti dispiace di avermi abbandonata in chiesa.. ti dispiace di non avermi amata quanto ti amavo io.. ti..- sentendo la sua voce tremare si accorse che stava piangendo, e per questo lo odiò ancora di più.

-NO! Tu non capisci! Mi manca il fiato, non riesco a seppellire il mio passato cosparso di bugie. Sono uno schiavo del tuo ricordo che come veleno scorre dentro me..- lei non rispose -è vero, mi dispiace.. ma non per le ragioni che hai detto tu, mi dispiace perchè ho avuto paura, perchè sono stato un codardo, un bugiardo.. non pensavo di meritarti e forse è davvero così, ma voglio provare a renderti felice.. io ti amo da impazzire e voglio..-

Le sue parole..

-Lui l'amava moltissimo, però ha avuto paura, si è sentito soffocare, si è sentito male perchè non conosceva il suo futuro, perchè non sapeva se l'avrebbe resa felice, se sarebbe riuscito a darle ciò che meritava..-

Nel frattempo il rosso continuava il suo monologo -non ho capito tutto questo fino a quando non ti ho persa, quando ho saputo che stavi per partire.. quando ho incontrato quel vecchio pazzo..-

-Quale vecchio pazzo?-

-Un uomo sulla settantina con gli occhi azzurri, che mi ha parlato di uno strano libro senza titolo né autore che era come se..-

-Come se parlasse di noi..- realizzò lei.

-Esatto.. e poi mi ha parlato di una promessa e quando gli ho chiesto spiegazioni se ne è andato-

Hermione si avvicinò al sedile dove prima era seduto il suo ospite, controllò se avesse lasciato la valigia o qualche biglietto, ma l'unica cosa che trovò fu una grossa e candida piuma bianca.

-La promessa l'ho fatta molti anni fa, a una bambina di quattro anni.. l'avrei protetta e indirizzata nella strada giusta qualora si fosse persa-

Sorrise tra le lacrime ricordando quello che credeva fosse stato solo un sogno, molti anni addietro.

-Hermione..- la richiamò -mi dispiace davvero di averti ferita, non era mia intenzione..-

-Tu mi hai tradita, quando sei andato a quel viaggio di lavoro.. tu sei stato con un'altra!-

-No! Questo mai! Te lo giuro, sono andato in un night club è vero, ma ci sono andato soltanto per bere e commiserarmi.. non ho fatto null'altro-

-Non so se..-

-Te lo giuro Hermione, sei sempre stata l'unica per me..-

-Parlami Ronald, fammi ascoltare, capire..- enunciò dopo un po' di silenzio, mentre si asciugava le lacrime.

-Mi dispiace.. mi dispiace e ti amo.. non ho nient'altro d'importante da dire..-

Era quella la strada giusta allora? Perdonare?

Tum tum.. tum tum..

Udì il suo cuore accelerare i battiti come in risposta alla sua domanda.

-Giuro che avrei voluto odiarti per sempre..- tirò su col naso.

-Non ce n'è bisogno, mi odio abbastanza da solo..-

Tum tum..

-Ron.. me la pagherai..- si voltò a guardarlo con un mezzo sorriso.

Lui sospirò sollevato e rise -non vedo l'ora.. ma nel frattempo mi farò perdonare così bene che dimenticherai ogni piano di vendetta-

-Ne sei sicuro?-

-Certo-

-E come hai intenzione di fare?-

-Intanto cominciando da questo..- e la baciò con passione e nostalgia.

Quando si staccarono, Hermione prese la sua mano e se la portò al petto, dove il suo cuore batteva all'impazzata -lo senti?- lui annuì -è solo per lui che ti perdono- lui sorrise e la baciò nuovamente.

E non le importava chi fosse quell'uomo, che titolo avesse il suo libro o come finisse, sapeva soltanto cosa avrebbe fatto e con chi.

Adesso era felice, perchè adesso il suo cuore batteva di nuovo.

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Mia prima Ron/Hermione.. Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va ;)

  
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