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Autore: Scarlett Sakura    18/04/2010    2 recensioni
E’ qui che ho iniziato i primi, veri, rudimenti del calcio. Mi sono impegnato con tutto me stesso e alla fine ho vinto la mia partita. Qualunque cosa accada, resterà per sempre “la nostra riva”.
Il mio posto preferito al mondo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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La nostra riva

 

 

 

 

Un ragazzino, apparentemente un quattordicenne, calciava un pallone da calcio di fronte alla colonna di cemento sulla riva di un fiume. Lì, spesso e volentieri, le persone s’incontravano e si scontravano, per questo, era diventata per tutti “La nostra riva”.

<< Ehi, nanetto! >> Lui si voltò.

<< Shige, ciao. Sei venuto ad allenarti? >> Chiese tutto contento di vedere l’amico.

<< Si e no. >> Rispose enigmatico con un sorrisino obliquo stampato in faccia.

<< Facciamo un po’ di esercizio? >> Propose.

<< Ok. >> Iniziarono con i dribbling, per passare poi alle marcature, ai passaggi e infine ai tiri in porta. Fu un pomeriggio piacevole e i due si divertirono molto.

<< Ah, che stanchezza. >> Sho si afflosciò sul pilastro di cemento dove era disegnato il rettangolo della porta.

<< Puoi dirlo forte. >> Il biondo fece la stessa cosa e si sedette accanto a lui. Rimasero per un po’ ad osservare l’acqua del fiume che continuava a scorrere imperterrita e incurante di tutto.

<< Sai un cosa, Shige? Vorrei che questo momento non finisse mai. >>

<< Vuoi che restassimo soli io e te per sempre? >> Vi era una strana inflessione nella sua voce che l’altro non riuscii a capire.

<< No. >> Rispose ingenuamente. << Vorrei soltanto che questi attimi di pace durassero per sempre. >> Gli sorrise sincero come era sua abitudine fare.

<< Peccato… >> Assunse una finta espressione dispiaciuta. << avremmo potuto fare cose come questa. >> Senza preavviso avvicinò il suo viso a quello del ragazzo e lo baciò. Dapprima si limitò a uno sfioramento di labbra, accarezzando le sue che erano rimaste immobili, come il resto del corpo, in fase di shock.

<< Shi… >> Ripresosi cercò di parlare ma l’altro ne approfitto per introdurre la sua lingua nel suo antro. Fu una danza lenta e sensuale che sembrava non volesse finire mai. Anche Sho partecipava, seppur con un certo imbarazzo, a questo scambio “d’affetto”. << Asc… >> Cercò di staccarsi il biondo di dosso, facendo leva con entrambe le braccia, perché aveva bisogno di aria. Era la prima volta che baciava qualcuno e non era abituato a certi ritmi. Finalmente sembro ascoltarlo e lasciò la sua postazione per passare ad altro. Infatti, si dedicò al suo collo con le sue labbra, i denti e la lingua mentre una mano curiosa s’infiltrava sotto la maglietta del più piccolo. Sho era rosso oltre ogni dire, non aveva mai ricevuto carezze così audaci e per giunta da un ragazzo come lui. Tuttavia, non sembrava dargli fastidio, almeno fino a quando Shige non passò ad un’altra parte del corpo. Gli alzò l’indumento superiore dedicandosi al suo petto. << Credo sia il caso di finirla. >> Cercò di chiamarlo ma senza risultato.

<< Perché? >> Si era sollevato e ora lo guardava dall’alto con un espressione seria.

<< C… come perché? N… non… possiamo fare certe cose in un posto del genere, e… e se ci vedesse qualcuno? >> Era rosso come un aragosta per via del profondo imbarazzo che provava, inoltre, stare in quella posizione di certo non lo aiutava.

<< Nessun problema. >> Decreto l’altro oltremodo tranquillo. << Oya-san oggi non c’è e so per certo che non passerà nessuno per le prossime due ore. Qualcos’altro da ridire? >>

<< Si, io! >> Una voce sconosciuta e piuttosto irritata s’intromise nella conversazione.

<< Mizuno! >> Lo chiamò il ragazzino come se lui fosse la sua ancora di salvezza.

<< Ciao, Tatsu-boy. >> Lo salutò allegramente il biondo per nulla intimorito dalla sua espressione tutt’altro che ragionevole.

<< Cosa ne diresti di alzarti? E magari di spiegarmi cosa diavolo pensavi di fare, QUI e a LUI? >> Incrociò le braccia come si aspettasse davvero una spiegazione, cosa che non ebbe dato che ormai erano stati interrotti.

<< Mi sembra ovvio, vero nanetto? >> Rise di gusto mentre accarezzava i capelli al compagno di squadra in un gesto che doveva essere fraterno ma che il nuovo arrivato non interpreto così. Infatti, il capitano, afferrò Sho per un braccio e lo scansò avvicinandolo a se.

<< Ascoltami bene, Shigeki. >> Scandì attentamente il suo nome. << D’ora in avanti verrò anch’io con voi quando deciderete di allenarvi insieme. >> Decreto serio e alquanto scocciato dall’atteggiamento dell’altro.

<< Che paura. >> Ironizzò avendo colto la velata minaccia nelle sue parole, cosa che non fece Kazamatsuri.

<< Mi sembra un ottima proposta. >> Era felicissimo all’idea di trascorrere altro tempo con i suoi due migliori amici e di potersi allenare con due grandi calciatori come loro. Dimenticò totalmente la vergogna provata pochi istanti prima e cominciò a parlare a ruota. << E’ fantastico! Avremo l’opportunità di passare tanto tempo insieme e per giunta sulla nostra riva! Che stupido, avrei dovuto pensarci prima. Non mi sembra vero. >> Sato scoppiò in una fragorosa risata che l’altro non capì.

<< Che cosa c’è, Shige? Lo trovi divertente. >> Non afferrava il motivo di tanta ilarità, in fondo era sempre stato molto ingenuo.

<< Non… non… non ha capito niente. >> Disse tra una risata e l’altra mentre si teneva la pancia, appoggiato alla spalla sinistra di un Mizuno esasperato, per non cadere. Il capitano decise di ignorarlo mettendosi a osservare il fiume con aria assorta.

<< Questo posto è speciale, non solo per noi, ma per chiunque sia passato almeno una volta di qui. >> Aveva un espressione rilassata e serena, come se niente potesse turbarlo al mondo. Persino il biondo assunse un’aria quasi solenne mentre parlava.

<< E’ vero, hai ragione. Quante volte abbiamo sfogato la nostra rabbia contro queste mura, mangiato i manicaretti di Oya-san e riso felici. >>

<< E’ qui che ho iniziato i primi, veri, rudimenti del calcio. Mi sono impegnato con tutto me stesso e alla fine ho vinto la mia partita. Qualunque cosa accada resterà per sempre “la nostra riva”. Il mio posto preferito al mondo. >> Sho corse verso il pallone e lo calciò in direzione dei suoi compagni, la palla venne stoppata di petto dal capitano.

<< Vero. >> Aggiunse Tatsuya.

<< Già. >> Anche Sato la pensava alla stesso modo. << A proposito, nanetto. >> L’espressione maliziosa fece di nuovo comparsa sul suo viso.

<< Si? >> Chiese, ignaro delle intenzioni dell’amico.

<< La prossima volta ci alleniamo di nascosto, magari a casa mia. >> Finì, allargando il suo sorriso.

<< Ma se tu abiti in un tempio, pensi ti lasceranno giocare? >>

<< Forse no Tatsu-boy, ma potremmo fare altro. >>

<< Shige! >>

 

 

 

Fine!

 

 

 

 

Reparto ricovero autrice:

 

 

Ho preso ispirazione da una mia fiction scritta su Idaten jump e mi sono detta: “Perché non far divertire anche loro?” (O lui… NdSho -_-“ – Punti di vista NdIo ^^) Spero che sia piaciuta almeno un pochino. ^^

Ho intenzione di scriverne un’altra ma più seria  e meno idiota rispetto a questa, anche se più breve.

 

P.S: scusate gli scempi grammaticali. ^^””

 

 

Ringrazio tutti coloro che avranno la bontà di lasciare una recensione, oltre a stra-ringraziare (lo so che non si scrive) chi metterà questo orrore tra le storie preferite, seguite e ricordate.

 

 

 

Saluti da Koishan la folle.

 

   
 
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