Raggio di Sole?
“Finalmente piove su di
me,
la pioggia copre questo piangere…”
Una, due, dieci, cento,
mille e più perle d’acqua cadono dal cielo, inzuppandoti il mantello scuro.
Non ci fai nemmeno
caso, tanto è il caos che hai in testa: lingue di fuoco ti attraversano le
tempie, in compagnia di stupidi folletti che danno il via ad orge assurde a
cavallo d’ippogrifi caleidoscopici.
Non c’è che dire: un
trip coi fiocchi.
Roman non ti aveva
accennato tutto questo quando ti aveva proposto di passare al lato oscuro,
vero?
Sicuramente era una di
quelle clausole, così minuscole da essere invisibili all’occhio umano, che non
leggi mai, prima di firmare uno stupido pezzo di carta, un contratto che stai
stipulando con qualche infame.
“In contrasto grandi
amanti
scoprono la notte e il giorno e scivolano,
e scivolano…”
Un brivido ti percorre
ogni minima vertebra della tua spina dorsale, andando a conficcarsi nel midollo
per non lasciarlo più.
Capelli
morbidi e fluenti come le pieghe della gonna in seta che tu, famelico, le hai
strappato di dosso, sicuramente rossi come le fragole di cui va ghiotta.
Un momento: non erano
mica onde del mare?
Vabbè.
Occhi
come le corolle dei papaveri,
bombardati in questo preciso istante dalla pioggia che, incessante, continua a
cadere dagli squarci del cielo.
E se invece fossero
stati due specchi turchini in cui
tuffarsi?
La confusione è
talmente tanta e la testa comincia a farti ancor più male, che rinunci a quei
miseri brandelli di ricordi che ti rimangono in mente.
Pelle
di latte: liscia come la seta, pura come un casto primo bacio.
Brandelli. Ricordi.
Mente.
Mente?
Perché, sei ancora in
possesso di una mente?
“Se fossi grande come il
Cielo,
ti avvolgerei con il mio spirito…”
Una miserabile
illusione, tutto qua.
Cos è che vorresti
avvolgere?
L’hai già avvolta.
L’hai avvolta in una tela vischiosa, la tua schifosa ragnatela di viscido ragno
corrotto.
Lei, lei che ti ha
stregato il cuore.
Lei, lei che continua a
mantenere viva la tua stupida parte appartenente allo schieramento dei
cosiddetti buoni.
Cosiddetti perché intentano guerre per futili
motivi, impongono matrimoni d’interesse a giovani vergini, vivono in un mondo
dorato, disprezzando neutralità e apatia.
Ma bando alle ciance,
torniamo al discorso di prima.
Più volte hai tentato
d’inghiottirlo per sempre, ma invano.
Il suo ricordo è la sua forza, la linfa che gli permette di rimanere
in vita a stento.
Sospiri.
I sette regni ti danno
la caccia, i tuoi genitori ti hanno ripudiato, tua sorella piange disperata per
la tua sorte, lei nemmeno ti calcola.
Che hai fatto di male?
Vuoi solo garantire un
futuro radioso al pianeta Wonder, che altro?
Quel buffo folletto ti
aveva assicurato che, così facendo, avresti salvato tutti i tuoi sudditi.
Eppure, ogni tanto,
senti che c’è qualcosa che non va, qualcosa che non sta funzionando per il
verso giusto.
“Ma sono stato meschino
e sto fermo,
aspettando la Notte.”
A te poi non occorre
aspettarla, la Notte.
Lei alberga placida e serafica
nel tuo cuore, come una vecchia puttana farebbe in un lurido motel sulla Quinta
Strada.
Sta lì, zitta e quatta,
come una fiera aspetta accucciata, feroce e implacabile la preda designata.
E in questo caso la sua
preda è il tuo equilibrio mentale, e questo lo sai.
E bene, anche.
E’ già stato braccato e
si divincola, come farebbe un’anguilla, dopo essere caduta nella trappola della
rete di un pescatore.
D’improvviso la pioggia
smette di scorrerti tra i capelli, e le gocce cadono con forza su qualcosa;
alzi lo sguardo e la vedi.
Non lei, bensì l’altra.
“Ma sei come un raggio
di Sole
che irradia tutto,
anche gli sbagli miei…”
L’ombrello in mano, ti
fissa sconsolata, ma col solito bagliore d’adorazione disperso nelle iridi
acquose.
«Bright, ti prego, alzati…»
Alzarti?
Ma chi è mai caduto?
Solo adesso ti
concentri su te stesso e ti vedi: accucciato per terra, le braccia ti reggono a
fatica, il tuo riflesso dai contorni incerti troneggia con poca fierezza nella
pozzanghera.
Alzi lo sguardo e la
scruti: lacrime cocenti le rigano le guance, il corpo scosso da tremiti e
singulti.
“E vedrai che nel domani
scoprirai che se il cielo è blu,
è perché ci sei tu.”
L’ombrello oscilla,
così come il tuo cuore vacilla: che ti sta succedendo?
Glielo togli
cortesemente di mano e, facendo per rialzarti, le dici gentilmente: «Dai qua,
faccio io: sarai stanca.»
Peccato che il tuo
tentativo fallisca miseramente: le tue gambe sono troppo molli per sostenerti e
il tuo cuore troppo debole per cercare la forza di ritentare.
La speranza ti
abbandona, flebile lumino che si spegne a poco a poco tra i meandri del muscolo
involontario che pompa il tuo sangue.
Bravo, hai avuto il tuo
bagliore di gentilezza, la tua buona azione l’hai fatta anche oggi, ma sarà l’ultima.
Il tuo povero cervello,
burattino di legno nelle mani di un qualcuno che di certo non aspira alla
serenità di Wonder, viene trafitto da graffi
invisibili.
Un urlo lancinante
lambisce l’etere, prende a calci il cielo, straziandolo.
Ti accasci nuovamente,
tenendoti la testa troppo pesante tra le mani.
Urli, tossisci, stringi
i denti.
Lei ti fissa impaurita,
le lacrime agli occhi, impotente, incapace di darti una mano.
Sa di non poter usare i
suoi poteri per aiutarti.
Sa che è una lotta solo
tra te e la tua dannata metà sporca.
L’unica cosa che fa è
appoggiarti la mano sulla spalla e sussurrare: «Bright, io…»
Hai un impeto di rabbia
irrefrenabile.
Le afferri la mano con
rabbia e la togli dalla tua spalla, peso insopportabile.
Poi, stringendogliela convulsamente,
ti volti.
Ed è lì che il tuo
cuore cede nuovamente.
I suoi occhi, angoli di cielo (1), ti scavano nel profondo, piangendo lacrime amare.
La stretta si allenta,
le lasci la mano libera.
Il tuo cuore, al contrario,
è sempre più stretto, ti fa soffocare, il respiro sempre più affannoso.
Tossisci per liberarti
i polmoni dal veleno che il tuo cuore sta pompando, non capisci più niente.
La fanciulla davanti a
te ha occhi rossi, no!, azzurri, ma cosa dici?, cremisi come fiamme ardenti, starai
scherzando, spero?!, son turchesi
come una distesa oceanica a mezzogiorno!
“Finalmente piove su di
me,
la pioggia copre questo piangere…”
Che
hai fatto di male?
Vuoi
solo garantire un futuro radioso al pianeta Wonder,
che altro?
Qualcuno ti strattona
con forza, urlando: «Che hai fatto di male? Vuoi saperlo? Hai gettato un intero
regno nella disperazione perché hai rapito il degno erede al trono, colui che
sì, avrebbe davvero condotto Wonder alla salvezza, ma
a tempo debito!
Hai terrorizzato altri
sudditi, seminato semi di discordia in giro, creato angoscia e sfiducia in
migliaia di cuori!
Hai indebolito due
genitori, li hai privati del loro figlio adorato, ridotto ad uno straccio una
povera principessa che aspetta solo il ritorno del suo amato fratello maggiore,
colui che l’ha guidata in ogni suo passo!
Hai fatto male a tutti
gli amici che ti attorniavano e che nutrivano in te grandi speranze!
Ma soprattutto, hai
ferito la persona che ti avrebbe voluto al suo fianco per tutto il resto dei
suoi anni… Sei un fallito! Sei solo un povero fallito
che sta distruggendo la sua patria inseguendo una chimera, un sogno
irrealizzabile!
E io sono solo una
povera cretina che è corsa qui, nonostante sia consapevole del fatto che di lei
non te ne freghi niente, che t’interessi solo sua sorella!
Che tu possa essere
maledetto, Bright, e che possa essere maledetta io, che ti amo ancora,
nonostante tutto e tutti!» e si abbandona ai singhiozzi, facendo cadere
l’ombrello che aveva ripreso in mano.
“Resta solo il silenzio,
tra le mani solo ricordi
di questo piangere,
piangere…”
Il cervello smette di
sanguinare veleno.
Il cuore si sgretola,
al solo sentire quelle parole aspre, taglienti come un pugnale che vorresti
volentieri conficcato nella tua carne, piuttosto che vedere lei soffrire.
Silenzio.
La maschera di gelo si
sfascia, non ce la fai più.
Strisciando a fatica,
ti avvicini a lei e l’abbracci.
E’ un abbraccio colmo
di disperazione, confusione, oblio.
I tuoi occhi si
aggrappano ai suoi, silenziosa richiesta d’aiuto.
E lei, quasi avesse
capito, prende le tue mani tra le sue e ti fissa con uno sguardo dolce ma
malinconico.
«Io ci sono, se vorrai.
Ma la risposta la devi trovare dentro te stesso.»
“Ma sei come un raggio
di Sole
che irradia tutto,
anche gli sbagli miei…”
Abbozzi un sorriso
incerto, tanto per non farla preoccupare, anche se in realtà quello che ha più
paura sei tu.
Lei però ti legge nel
pensiero e fa più stretta e calda la sua presa, quasi a volerti dimostrare che
nulla potrà separarvi, nulla dura per
sempre, nemmeno la fredda pioggia di novembre.(2)
“E vedrai che nel domani
scoprirai che se il cielo è blu,
è perché ci sei tu…”
La lucina flebile si fa
sempre più luminosa e spavalda, prepotente in tutto quel nero.
Gli ultimi graffi
sanguinanti al tuo cervello.
La mano delicata e
affusolata di lei nella tua.
Senti che trema, ha
paura.
Ma, nonostante tutto,
cerca d’infonderti speranza, seppure essa debba farsi strada tra tutti quei
tremiti.
Ed è un attimo.
Un ultimo grido, più
straziante e doloroso degli altri, e cadi al suolo, inerme.
Lei stringe a sé il tuo
corpo privo di sensi, accarezza i tuoi fili d’oro, incurante della pioggia che
continua a tormentarvi.
Ora siete insieme, per sempre.
“Finalmente piove su di me,
la pioggia copre questo piangere.”
(1) “Angoli di cielo” è il titolo di una bella
canzone dei Tiromancino, che mi è sembrato alquanto
azzeccata per gli occhi di Rein.
(2) Omaggio alla splendida “November
Rain” dei Guns’n’Roses, un capolavoro che v’invito ad ascoltare. ♥
Ok, non so se possa essere definita come un’angst, perché ho lasciato un finale un po’ così, diciamo a libera interpretazione.
Beh, che dire?
E’ la prima volta che mi cimento in qualcosa di
drammatico con i miei due beniamini, perché preferisco fare cose fluffose XD, ma ho ritenuto giusto condurre la storia verso
mete malinconiche.
Ah, dedico questa one-shot
a redeagle86, che mi ha
riempito di complimenti e che non sa quanto piacere mi faccia sentirmi dire certe
cose da lei, che ha le mani d’oro in quanto a creare ff.
So che hai un debole per le angst
con Dark Bright, e ho fatto questa schifezzuola per
te :D
Spero che almeno un pochino ti sia piaciuta,
altrimenti pazienza X°°°D
Alloooour, passiamo
un po’ alle spiegazioni (:
Come ho già detto, il finale è un po’ incerto, non
ben definito, anche se magari è chiaro in un certo senso. Boh. XD
Nella parte in cui Bright descrive i capelli e gli
occhi della ragazza, sembrerebbe un flash-back bello e buono: in realtà è
dubbioso anche lì, perché poco prima ci si è resi conto della sua diciamo discutibile sanità mentale, quindi
potrebbe benissimo essere frutto della sua fantasia malata.
Tutto in lui è dubbioso, indefinito: basti pensare
al fatto che, se prima Rein è definita con tono sprezzante come l’altra, successivamente ruba alla
sorella il ruolo da protagonista, quella bellissima parola che è lei.
Quando Bright riprende le parole “Che hai fatto di male? Vuoi solo garantire un futuro
radioso al pianeta Wonder, che altro?” è chiaro che non si
trattano solamente di pensieri, ma che se li lascia sfuggire di bocca, com’è
palese dalla successiva reazione di Rein.
Mmmm, per ora mi pare
tutto. u____ù
Ah, la
stupenda canzone è “Raggio Di Sole” de Le Vibrazioni, che mi sta ossessionando
in questi giorni :D ♥
I versi ispiratori, le mie Muse sono stati “In contrasto grandi amanti scoprono la notte e il giorno
e scivolano, e scivolano…” e “Ma sono stato meschino,
e sto fermo, aspettando la Notte.”
Le
solite illuminazioni XD
E,
ultima cosa: avrete notato che nel titolo è presente il punto di domanda.
Beh, vi
dice niente la parola dubbio? X°°°D
Rein è
veramente la salvezza di Bright oppure è stata proprio colei che lo ha spinto
nel baratro del non-ritorno?
Con
questo DUBBIO vi lascio, carissimi lettori (:
Ringrazio
in anticipo chi recensirà, ricorderà, aggiungerà ai preferiti o ai seguiti
questa storia, o si limiterà a leggerla (:
A voi,
come al solito, un sincero grazie e un bacio :*
Dazed;