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Autore: DazedAndConfused    18/04/2010    5 recensioni
Che hai fatto di male? Vuoi solo garantire un futuro radioso al pianeta Wonder, che altro? Quel buffo folletto ti aveva assicurato che, così facendo, avresti salvato tutti i tuoi sudditi. Eppure, ogni tanto, senti che c’è qualcosa che non va, qualcosa che non sta funzionando per il verso giusto.
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raggio di Sole?

Finalmente piove su di me,

la pioggia copre questo piangere…

 

Una, due, dieci, cento, mille e più perle d’acqua cadono dal cielo, inzuppandoti il mantello scuro.

Non ci fai nemmeno caso, tanto è il caos che hai in testa: lingue di fuoco ti attraversano le tempie, in compagnia di stupidi folletti che danno il via ad orge assurde a cavallo d’ippogrifi caleidoscopici.

Non c’è che dire: un trip coi fiocchi.

Roman non ti aveva accennato tutto questo quando ti aveva proposto di passare al lato oscuro, vero?

Sicuramente era una di quelle clausole, così minuscole da essere invisibili all’occhio umano, che non leggi mai, prima di firmare uno stupido pezzo di carta, un contratto che stai stipulando con qualche infame.

 

In contrasto grandi amanti

scoprono la notte e il giorno e scivolano,

e scivolano…

 

Un brivido ti percorre ogni minima vertebra della tua spina dorsale, andando a conficcarsi nel midollo per non lasciarlo più.

 

Capelli morbidi e fluenti come le pieghe della gonna in seta che tu, famelico, le hai strappato di dosso, sicuramente rossi come le fragole di cui va ghiotta.

 

Un momento: non erano mica onde del mare?

 

Vabbè.

 

Occhi come le corolle dei papaveri, bombardati in questo preciso istante dalla pioggia che, incessante, continua a cadere dagli squarci del cielo.

 

E se invece fossero stati due specchi turchini in cui tuffarsi?

 

La confusione è talmente tanta e la testa comincia a farti ancor più male, che rinunci a quei miseri brandelli di ricordi che ti rimangono in mente.

 

Pelle di latte: liscia come la seta, pura come un casto primo bacio.

 

Brandelli. Ricordi. Mente.

Mente?

Perché, sei ancora in possesso di una mente?

 

Se fossi grande come il Cielo,

ti avvolgerei con il mio spirito…

 

Una miserabile illusione, tutto qua.

Cos è che vorresti avvolgere?

L’hai già avvolta. L’hai avvolta in una tela vischiosa, la tua schifosa ragnatela di viscido ragno corrotto.

Lei, lei che ti ha stregato il cuore.

Lei, lei che continua a mantenere viva la tua stupida parte appartenente allo schieramento dei cosiddetti buoni.

Cosiddetti perché intentano guerre per futili motivi, impongono matrimoni d’interesse a giovani vergini, vivono in un mondo dorato, disprezzando neutralità e apatia.

Ma bando alle ciance, torniamo al discorso di prima.

 

Più volte hai tentato d’inghiottirlo per sempre, ma invano.

Il suo ricordo è la sua forza, la linfa che gli permette di rimanere in vita a stento.

Sospiri.

I sette regni ti danno la caccia, i tuoi genitori ti hanno ripudiato, tua sorella piange disperata per la tua sorte, lei nemmeno ti calcola.

Che hai fatto di male?

Vuoi solo garantire un futuro radioso al pianeta Wonder, che altro?

Quel buffo folletto ti aveva assicurato che, così facendo, avresti salvato tutti i tuoi sudditi.

Eppure, ogni tanto, senti che c’è qualcosa che non va, qualcosa che non sta funzionando per il verso giusto.

 

Ma sono stato meschino e sto fermo,

aspettando la Notte.

 

A te poi non occorre aspettarla, la Notte.

Lei alberga placida e serafica nel tuo cuore, come una vecchia puttana farebbe in un lurido motel sulla Quinta Strada.

Sta lì, zitta e quatta, come una fiera aspetta accucciata, feroce e implacabile la preda designata.

E in questo caso la sua preda è il tuo equilibrio mentale, e questo lo sai.

E bene, anche.

E’ già stato braccato e si divincola, come farebbe un’anguilla, dopo essere caduta nella trappola della rete di un pescatore.

 

D’improvviso la pioggia smette di scorrerti tra i capelli, e le gocce cadono con forza su qualcosa; alzi lo sguardo e la vedi.

 

Non lei, bensì l’altra.

 

Ma sei come un raggio di Sole

che irradia tutto,

anche gli sbagli miei…

 

L’ombrello in mano, ti fissa sconsolata, ma col solito bagliore d’adorazione disperso nelle iridi acquose.

«Bright, ti prego, alzati…»

Alzarti?

Ma chi è mai caduto?

Solo adesso ti concentri su te stesso e ti vedi: accucciato per terra, le braccia ti reggono a fatica, il tuo riflesso dai contorni incerti troneggia con poca fierezza nella pozzanghera.

Alzi lo sguardo e la scruti: lacrime cocenti le rigano le guance, il corpo scosso da tremiti e singulti.

 

E vedrai che nel domani

scoprirai che se il cielo è blu,

è perché ci sei tu.

 

L’ombrello oscilla, così come il tuo cuore vacilla: che ti sta succedendo?

Glielo togli cortesemente di mano e, facendo per rialzarti, le dici gentilmente: «Dai qua, faccio io: sarai stanca.»

Peccato che il tuo tentativo fallisca miseramente: le tue gambe sono troppo molli per sostenerti e il tuo cuore troppo debole per cercare la forza di ritentare.

La speranza ti abbandona, flebile lumino che si spegne a poco a poco tra i meandri del muscolo involontario che pompa il tuo sangue.

 

Bravo, hai avuto il tuo bagliore di gentilezza, la tua buona azione l’hai fatta anche oggi, ma sarà l’ultima.

Il tuo povero cervello, burattino di legno nelle mani di un qualcuno che di certo non aspira alla serenità di Wonder, viene trafitto da graffi invisibili.

 

Un urlo lancinante lambisce l’etere, prende a calci il cielo, straziandolo.

Ti accasci nuovamente, tenendoti la testa troppo pesante tra le mani.

Urli, tossisci, stringi i denti.

 

Lei ti fissa impaurita, le lacrime agli occhi, impotente, incapace di darti una mano.

Sa di non poter usare i suoi poteri per aiutarti.

Sa che è una lotta solo tra te e la tua dannata metà sporca.

 

L’unica cosa che fa è appoggiarti la mano sulla spalla e sussurrare: «Bright, io…»

Hai un impeto di rabbia irrefrenabile.

Le afferri la mano con rabbia e la togli dalla tua spalla, peso insopportabile.

Poi, stringendogliela convulsamente, ti volti.

Ed è lì che il tuo cuore cede nuovamente.

 

I suoi occhi, angoli di cielo (1), ti scavano nel profondo, piangendo lacrime amare.

La stretta si allenta, le lasci la mano libera.

 

Il tuo cuore, al contrario, è sempre più stretto, ti fa soffocare, il respiro sempre più affannoso.

Tossisci per liberarti i polmoni dal veleno che il tuo cuore sta pompando, non capisci più niente.

La fanciulla davanti a te ha occhi rossi, no!, azzurri, ma cosa dici?, cremisi come fiamme ardenti, starai scherzando, spero?!, son turchesi come una distesa oceanica a mezzogiorno!

 

Finalmente piove su di me,

la pioggia copre questo piangere…

 

Che hai fatto di male?

Vuoi solo garantire un futuro radioso al pianeta Wonder, che altro?

 

Qualcuno ti strattona con forza, urlando: «Che hai fatto di male? Vuoi saperlo? Hai gettato un intero regno nella disperazione perché hai rapito il degno erede al trono, colui che sì, avrebbe davvero condotto Wonder alla salvezza, ma a tempo debito!

Hai terrorizzato altri sudditi, seminato semi di discordia in giro, creato angoscia e sfiducia in migliaia di cuori!

Hai indebolito due genitori, li hai privati del loro figlio adorato, ridotto ad uno straccio una povera principessa che aspetta solo il ritorno del suo amato fratello maggiore, colui che l’ha guidata in ogni suo passo!

Hai fatto male a tutti gli amici che ti attorniavano e che nutrivano in te grandi speranze!

Ma soprattutto, hai ferito la persona che ti avrebbe voluto al suo fianco per tutto il resto dei suoi anni… Sei un fallito! Sei solo un povero fallito che sta distruggendo la sua patria inseguendo una chimera, un sogno irrealizzabile!

E io sono solo una povera cretina che è corsa qui, nonostante sia consapevole del fatto che di lei non te ne freghi niente, che t’interessi solo sua sorella!

Che tu possa essere maledetto, Bright, e che possa essere maledetta io, che ti amo ancora, nonostante tutto e tutti!» e si abbandona ai singhiozzi, facendo cadere l’ombrello che aveva ripreso in mano.

 

Resta solo il silenzio,

tra le mani solo ricordi

di questo piangere,

piangere…

 

Il cervello smette di sanguinare veleno.

Il cuore si sgretola, al solo sentire quelle parole aspre, taglienti come un pugnale che vorresti volentieri conficcato nella tua carne, piuttosto che vedere lei soffrire.

Silenzio.

La maschera di gelo si sfascia, non ce la fai più.

Strisciando a fatica, ti avvicini a lei e l’abbracci.

 

E’ un abbraccio colmo di disperazione, confusione, oblio.

I tuoi occhi si aggrappano ai suoi, silenziosa richiesta d’aiuto.

E lei, quasi avesse capito, prende le tue mani tra le sue e ti fissa con uno sguardo dolce ma malinconico.

«Io ci sono, se vorrai. Ma la risposta la devi trovare dentro te stesso.»

 

Ma sei come un raggio di Sole

che irradia tutto,

anche gli sbagli miei…

 

Abbozzi un sorriso incerto, tanto per non farla preoccupare, anche se in realtà quello che ha più paura sei tu.

Lei però ti legge nel pensiero e fa più stretta e calda la sua presa, quasi a volerti dimostrare che nulla potrà separarvi, nulla dura per sempre, nemmeno la fredda pioggia di novembre.(2)

 

E vedrai che nel domani

scoprirai che se il cielo è blu,

è perché ci sei tu…

 

La lucina flebile si fa sempre più luminosa e spavalda, prepotente in tutto quel nero.

Gli ultimi graffi sanguinanti al tuo cervello.

La mano delicata e affusolata di lei nella tua.

Senti che trema, ha paura.

Ma, nonostante tutto, cerca d’infonderti speranza, seppure essa debba farsi strada tra tutti quei tremiti.

 

Ed è un attimo.

Un ultimo grido, più straziante e doloroso degli altri, e cadi al suolo, inerme.

Lei stringe a sé il tuo corpo privo di sensi, accarezza i tuoi fili d’oro, incurante della pioggia che continua a tormentarvi.

Ora siete insieme, per sempre.

 

Finalmente piove su di me,

la pioggia copre questo piangere.

 

 

 

 

 

(1) “Angoli di cielo” è il titolo di una bella canzone dei Tiromancino, che mi è sembrato alquanto azzeccata per gli occhi di Rein.

(2) Omaggio alla splendida “November Rain” dei Guns’n’Roses, un capolavoro che v’invito ad ascoltare.

 

 

Ok, non so se possa essere definita come un’angst, perché ho lasciato un finale un po’ così, diciamo a libera interpretazione.

Beh, che dire?

E’ la prima volta che mi cimento in qualcosa di drammatico con i miei due beniamini, perché preferisco fare cose fluffose XD, ma ho ritenuto giusto condurre la storia verso mete malinconiche.

 

Ah, dedico questa one-shot a redeagle86, che mi ha riempito di complimenti e che non sa quanto piacere mi faccia sentirmi dire certe cose da lei, che ha le mani d’oro in quanto a creare ff.

So che hai un debole per le angst con Dark Bright, e ho fatto questa schifezzuola per te :D

Spero che almeno un pochino ti sia piaciuta, altrimenti pazienza X°°°D

 

Alloooour, passiamo un po’ alle spiegazioni (:

Come ho già detto, il finale è un po’ incerto, non ben definito, anche se magari è chiaro in un certo senso. Boh. XD

 

Nella parte in cui Bright descrive i capelli e gli occhi della ragazza, sembrerebbe un flash-back bello e buono: in realtà è dubbioso anche lì, perché poco prima ci si è resi conto della sua diciamo discutibile sanità mentale, quindi potrebbe benissimo essere frutto della sua fantasia malata.

 

Tutto in lui è dubbioso, indefinito: basti pensare al fatto che, se prima Rein è definita con tono sprezzante come l’altra, successivamente ruba alla sorella il ruolo da protagonista, quella bellissima parola che è lei.

 

Quando Bright riprende le parole “Che hai fatto di male? Vuoi solo garantire un futuro radioso al pianeta Wonder, che altro?” è chiaro che non si trattano solamente di pensieri, ma che se li lascia sfuggire di bocca, com’è palese dalla successiva reazione di Rein.

 

Mmmm, per ora mi pare tutto. u____ù

 

Ah, la stupenda canzone è “Raggio Di Sole” de Le Vibrazioni, che mi sta ossessionando in questi giorni :D

I versi ispiratori, le mie Muse sono stati “In contrasto grandi amanti scoprono la notte e il giorno e scivolano, e scivolano…” e “Ma sono stato meschino, e sto fermo, aspettando la Notte.”

 

Le solite illuminazioni XD

 

E, ultima cosa: avrete notato che nel titolo è presente il punto di domanda.

Beh, vi dice niente la parola dubbio? X°°°D

Rein è veramente la salvezza di Bright oppure è stata proprio colei che lo ha spinto nel baratro del non-ritorno?

Con questo DUBBIO vi lascio, carissimi lettori (:

 

Ringrazio in anticipo chi recensirà, ricorderà, aggiungerà ai preferiti o ai seguiti questa storia, o si limiterà a leggerla (:

A voi, come al solito, un sincero grazie e un bacio :*

Dazed;

 

   
 
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