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Autore: Sorella_Erba    18/04/2010    5 recensioni
Future-fiction. Il tradimento di Lancelot e Guinevere. «Arthur», ripeté sussurrando.
La risposta fu: «Abbracciami».
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Trahi.

 

«Sire». Con l’incertezza che fluttuava fra le sue parole, Merlin si fece avanti. Il rimbombo secco dei suoi passi fra le ampie volute del soffitto era l’unico suono che udiva.

L’oscurità che avvolgeva la sala del trono lo sorprese tanto quanto il silenzio di Arthur. Incuteva terrore: sembrava fosse stata lasciata volutamente libera di divorare anche il più misero lembo di superficie.

«Arthur…?».

Lo trovò scompostamente seduto sul trono, la testa sorretta dal braccio appoggiato in malo modo sopra un sostegno, le gambe aperte e abbandonate. Accanto allo scranno d’oro sporco, da una parte c’era un basso tavolo rotondo sul quale erano state sistemate una coppa e una brocca colma – Merlin suppose – di vino; sembrava non fossero state utilizzate. Dall’altra, svettavano i contorni acuminati del trono della regina. Vuoto.

«Arthur».

Il re si alzò dal trono con un ringhio gutturale e un gesto così repentino e aggressivo che Merlin inspirò violentemente e, malgrado non volesse, si ritrovò ad indietreggiare. Arthur calciò il tavolino, facendolo ribaltare con un violento fracasso. Gli oggetti prima posti sopra di esso rotolarono sul pavimento e il legno ai piedi del trono fu macchiato dal liquido scuro del vino.

Le spalle di Arthur, ampie e forti, per un momento furono scosse da sussulti.

«Merlin…».

Merlin, che osservava la scena ad occhi dilatati, rinsavì. «Sì, mio signore?».

«Vieni qui e smettila con questa dannata formalità».

Merlin annuì con convinzione, seppure il sovrano non potesse vederlo. Si fece avanti cauto, sostenendosi al bastone di quercia, le iridi bluastre che vagavano esitanti sulla testa bionda del re ora macchiata dal buio, piegata come in un gesto di resa.

«Arthur», ripeté sussurrando.

La risposta fu: «Abbracciami».

Abbracciarlo fino a soffocarlo, asfissiarlo, fino ad appiattirgli il corpo assieme al dolore – e trasformarlo in un coltello da martirio, sottile, liscio, acuminato, così da poter uccidere il colpevole.

Avrebbe voluto non assistere mai a quella scena – vedere le lacrime della rabbia solcargli il volto, scendere a saziarsi dei suoi lineamenti, avidamente.

A causa di lei, a causa di loro. Dell’amore sacrilego e tuttavia non così reo.

Merlin voleva porgere le spalle e ripercorrere i passi che l’avevano condotto da lui. Le gambe si mossero d’istinto, le mani lasciarono cadere il bastone e sfiorarono quei fili dorati e il manto nero sulle spalle in carezze leggere. Sentì le sue braccia avvolgere il corpo di Arthur, stringerlo, sostenerlo, custodirlo.

Il suo dolore si unì a quello del suo signore, e lo mischiò alla propria colpa.

 

 

N/A.

Altra future-fiction, altro angst, altra situazione direi piuttosto “celebre”. L’abbandono di Ginevra/Guinevere e il tradimento – il titolo, a tal proposito, parla chiaro. Trahi viene dal francese e significa “tradito”.

Non sono in vena di happiness, scusate.

Vi ringrazio per i pareri alla shot precedente, siete stati davvero gentili (:

   
 
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