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Autore: gemellina    18/04/2010    12 recensioni
“Sono qui per tradire il mio ragazzo” “Direi che la premessa è allettante!” “Io ti ho detto cosa ci faccio qui, ma tu?” “Niente di particolare! Sono qui per tradire la mia futura moglie.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Hermione, Harry/Pansy
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Cos’è? Non parli più? Dov’è finita tutta la tua baldanza da cavaliere senza macchia e senza paura? DOV’E’ FINITA HARRY?”, lo urlò prepotentemente alzandosi dal letto nonostante il mal di testa lancinante e lo scarso equilibrio.

Harry dal canto suo, non riusciva a dire niente, apriva e chiudeva la bocca come i pesci e nella sua testa iniziavano a vorticare freneticamente domande interessanti.

Cosa diavolo ci faccio qui se a tradirla sono stato io?

Domande interessanti che non riuscivano a trovare risposte soddisfacenti.

“Parla cazzo! PARLA!”

Draco, poggiato allo stipite della porta con le braccia conserte, si godeva lo spettacolino gratuito che i due grifoni stavano inscenando nella sua preziosa camera degli ospiti, e se la Granger avesse iniziato a scagliare al suo ex tanti effervescenti incantesimi, non si sarebbe opposto, neppure se gli avesse distrutto la preziosa mobilia.

“Hermione, so di aver fatto una cosa riprovevole… ma ti sembra idoneo stare a casa di Malfoy? Dai su… sii coscienziosa, torna a casa… e dopo una sana dormita, domani mattina ne parleremo meglio… chissà che non si riesca a trovare una soluzione…”

Harry Potter era soddisfatto della sua trovata diplomatica e sperava, che altrettanto diplomaticamente, la sua Hermione la pensasse.

“Casa? Sana dormita? Trovare UNA SOLUZIONE?”

Harry annuì.

“Io non ho più una casa, tu per me non sei più nessuno… e se permetti la soluzione l’ho trovata da sola. Io per stanotte, approfitterò dell’innaturale gentilezza di Draco, e domani verrò a prendere la mia roba e cercherò un nuovo appartamento, perché di dividere ancora qualcosa con te… NON NE HO PROPRIO VOGLIA!”

Irata in maniera indicibile, nessuno riusciva a calmarla, nessuno sarebbe riuscito nell’intento.

“Credimi Hermione, ci sto male anch’io, ma sii razionale… ti prego…”

La ragazza iniziò a ridere, a ridere di gusto.

“Essere razionale… non riesco a esserlo sai? Tu mi hai tradita, mi hai tradita con Pansy Parkinson, una donna che questo week-end avrebbe dovuto sposarsi con lui. Vi rendete conto di aver ferito due persone che vi amavano? Non ti senti sporco? Non provi vergogna?”

Harry indietreggiò, non riusciva a rispondere e continuava a boccheggiare a vuoto.

“Da quanto va avanti questa relazione?”, chiese stancamente, portandosi i capelli indietro.

Le tempie continuavano a pulsare ferocemente e notò un lampo di tristezza negli occhi del biondino.

Il solito ghigno a fare da contorno al suo bel faccino e quello strano lampo di tristezza che le ferì il cuore ancor di più di quanto già non fosse.

Perché per un istante era stata egoista, come se la parte lesa fosse solo lei, ma anche lui non scherzava, lui aveva chiesto a quella puttana di essere sua moglie, era pronto a giurarle amore eterno e di costruire una famiglia con quel essere infernale.

“Da circa sei mesi…”, la voce flebile di Harry tagliò il filo sei suoi pensieri.

“Esci”

“Cosa? Dai piccola non sch…”

“NON chiamarmi piccola… non mandare a puttane quel poco di dignità che ti resta. E adesso… esci.”

Rassegnata si poggiò allo scrittoio, le lacrime che pressavano per uscire furenti e una rabbia irrazionale che possedeva il suo esile corpo.

“Esci! Vai via! Sparisci!” , sputò velenosamente le richieste.

Harry lanciò una sguardo di solidarietà al biondo, ma l’unica cosa che ricevette dal biondo fu uno sguardo che lo accompagnò simbolicamente alla porta, e così non potè far altro che abbandonare l’appartamento e andarsene col fardello della sua colpevolezza e della sua idiozia.

Sentendo sbattere la porta, Hermione si lasciò cadere a terra, le mani sul volto, mentre lacrime copiose solcavano le sue guance.

Iniziò a battere i pugni sul duro e freddo pavimento, facendosi anche male, ma non le importava, non le importava più niente.

Almeno quel dolore era sostenibile.

D’un tratto, si sentì stringere tra due braccia forti che la cullarono per parecchio tempo, nessuno dei due parlò, ma in qualche modo quel contatto risollevò entrambi.

 

 

 

 

La mattina seguente, quando Hermione si destò dal suo sonno senza sogni, si ritrovò sul letto, e un sorriso le scappò pensando a quanto fosse stato gentile con lei Malfoy.

Si guardò un po’ intorno e ricordò la scena di lei tra le braccia di quel ragazzo, ricordò la sfuriata, il dolore, l’alohomora prima di scoprire i due stronzi abbarbicati l’uno alle nudità dell’altra e schifata oltre ogni previsione, decise di darsi una sciacquata e cercare colui che l’aveva ospitata.

Draco l’aspettava nella sua spaziosa cucina, sorseggiando un caffè.

Hermione notò il viso più pallido del solito, le occhiaie e gli occhi arrossati.

Non era stata una bella notte neppure per lui.

Ovviamente.

“Ben alzata!”, disse ripiegando il giornale, facendole segno di accomodarsi, “Dormito bene?”, domandò cortese.

“Oh sì, e tu?”, chiese di rimando, accomodandosi.

“Direi di sì, non dopo aver proseguito con lo svuotamento di una bottiglia secolare di Whisky, regalo del padre di Pansy.”

Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio, poi Hermione prese la parola.

“Senti Malfoy, io ti devo ringraziare… sì, insomma… se non fosse stato per te probabilmente avrei dormito su di una panchina con il 99% delle probabilità di essere violentata, oppure avrei commesso un omicidio e beh, tra di noi non scorre buon sangue… e devo dire che non mi aspettavo tutta questa gentilezza e…”

… e avrebbe anche voluto ringraziarlo per l’abbraccio confortante, ma forse Draco Malfoy non avrebbe voluto essere ringraziato per quello, magari il fatto che si fosse mostrato umano in quella situazione già gli pesava, poi aver fatto dormire una Mezzosangue nelle sue preziose lenzuola di seta, insomma meglio non cadere in ulteriori imbarazzi.

“Di niente Granger”

Troncò ogni possibilità di conversazione e versò del caffè ad entrambi.

“Zucchero?”

“No grazie.”

Lei prese a sorseggiare il caffè, lui riaprì il suo giornale.

“Senti Malfoy, perché stai facendo finta che a te la cosa non ti tocchi?”

Pazientemente chiuse il giornale, e guardò insistentemente la ragazza.

“Non c’è niente da dire Granger. Credo che i miei occhi arrossati, il mio viso pallido e l’abbraccio di stanotte siano elementi più che sufficienti per farti capire che ci sto di merda e che non ho voglia di parlarne.”

Gli elementi erano più che sufficienti ed Hermione si diede mentalmente della stupida; così chinato il capo decise che per il resto della colazione avrebbe sorseggiato il suo caffè, cercato di mangiare una brioche e guardato insistentemente le intarsiature del tavolo di legno.

“Granger”, fu lui a romper il silenzio, “Hai impegni per oggi?”, chiese.

“Approfitterò del fatto che quel maiale è al lavoro per andare a prendere le mie cose e cercare una sistemazione. Non voglio essere un peso per te.”

“So che è assurdo da credere, ma non sei stata un peso. In un certo senso averti qui stanotte, mi ha aiutato a superare lo stress emotivo.”

La colazione finì poco dopo.

Draco le disse che aveva delle cose da sbrigare e che lei aveva tutto il tempo per farsi una doccia e sistemarsi e che se avesse voluto per quella notte avrebbe potuto dormire di nuovo da lui.

 

 

 

 

Pansy Parkinson quella notte l’aveva trascorsa sentendo le lamentele di Harry Potter, e di certo non s’era divertita.

S’era lamentato tutta la notte, ripetendo di essere un coglione, ma Pansy di certo non si era messa lì a rincuorarlo, anzi… aveva alimentato la tesi.

“Hai finito di lamentarti?”, domandò mentre soffiava sulle unghie appena smaltate.

“Pansy, ma come fai a non capire?”

“Senti, è da paraticamente 12 ore che ripeti sempre e solo lo stesso stupido concetto, e anche se ne parli, la situazione NON CAMBIA!”

Harry era furioso.

Ma come aveva potuto tradire Hermione per una donna vuota?

“Ma tu non ti senti almeno un po’ in colpa per Malfoy?”, domandò.

Ad un certo punto la sua curiosità era divenuto un dubbio legittimo che richiedeva una spiegazione.

Malfoy non sembrava essere l’uomo perfetto, l’uomo che coccola, l’uomo che si preoccupa se ti vede un po’ giù… anzi, aveva tutta l’aria di essere un menefreghista narcisista ed egocentrico, ma si sbagliava.

“Draco Malfoy era perfetto sotto le lenzuola… insomma sai… passionale, fantasioso, intraprendente… ma adoravo di più quando ad Hogwarts mi usava solo per sfogare i suoi istinti da adolescente in calore.

Da quando si è innamorato”, lo disse con disprezzo, “ ha iniziato a stancarmi.

Mi stava addosso, troppo premuroso, uno strazio insostenibile…”

Harry si sentì cadere il mondo addosso, ma il suono del campanello gli risollevò momentaneamente il morale.

Magari era il postino o i testimoni di geova, ma chiunque fosse, di sicuro l’avrebbe aiutato a scambiare quattro chiacchiere che non sfociassero in un gran mal di testa.

“In cosa posso esserle utile?”

“Spostati e fammi entrare!”

Malfoy era sul suo zerbino e lo aveva appena spostato malamente.

“Buongiorno Draco.”, disse affabile Pansy.

“Buongiorno puttana!”, rispose affabile lui.

Lei ovviamente si risentì per l’appellativo poco carino conferitole.

“Quale buon vento?”

Lui ghignò.

“Sono qui principalmente per due motivi. Il primo è che sarai tu a parlare ai nostri genitori della nostra mancata unione, raccontando che mi hai messo le corna con Potty sentendoti le ire di mio padre, perché io davvero non ho voglia, e sarai sempre tu a dare la notizia alla stampa, dove sottolineerai il fatto che sei una grandissima troia e farai bene a infangare il tuo nome perché, se per caso, dovessi leggere da qualche parte qualcosa che mi faccia apparire come non voglio… mi rivolgerò ai legali e sai bene che il potere della famiglia Malfoy incute ancora terrore tra le famiglie Purosangue, per tanto azzardati a infangare il mio nome e la tua famiglia finirà alla stregua dei Weasley, anzi peggio… finirete a fare da servitù ai Weasley, intesi?”

Pansy incassò il colpo e annuì.

Era visibilmente sbiancata.

“… e in secondo luogo…”, si voltò verso Harry che indietreggiò, nonostante il biondo fosse comodamente seduto su di una poltrona.

“… voglio che tu lasci in pace Hermione, e se non lo farai ingaggerò sempre i già citati legali della famiglia Malfoy e ti farò finire ad Azkaban per molestie sessuali. Detto questo, spero di essere stato abbastanza chiaro, perché non ho davvero voglia di ritrovarmi le vostre facce di merda ancora una volta davanti, e sperando che vi colga qualche malattia venerea vi faccio le mie più sincere congratulazioni per una vita insieme, sperando sempre che l’uno non stia cornificando l’altra!”

Lasciandoli a bocca aperta, tolse il disturbo.

 

 

 

 

 

Hermione per tutta la giornata non aveva avuto la forza di fare nulla.

E cos’ non aveva svuotato delle sue cose, l’appartamento che divideva con il porco, né aveva trovato una soluzione per i suoi pernottamenti, ma di certo non avrebbe approfittato dell’innaturale gentilezza di Malfoy.

E così come fosse stata paralizzata, aveva trascorso buona parte del pomeriggio seduta ad un pub, dove aveva continuato con consumazioni alcoliche.

“Signorina, è quasi ora di cena, non dovrebbe tornare a casa? Magari dal suo ragazzo?”

Scosse la testa, pagò e uscì dal locale.

Fu investita in pieno dal vento freddo di quella serata, e alzato il bavero della giacca si decise a camminare, nonostante la destinazione fosse un’incognita.

Pensava e ripensava alla sera precedente e doveva fare qualcosa per levarsi quella sensazione di schifo che provava.

Sapeva anche la ferita era troppo fresca e che il troppo l’alcol dava una sensazione distorta della realtà, ma quando il suo sguardo si posò su una coppia felice che si scambiava tenere effusioni, si sentì ribollire.

Harry Potter era stato l’ultimo uomo con cui lei aveva fatto l’amore, ma lei per lui non era stata l’ultima.

Voleva un uomo, e lo voleva subito.

Una volta dal suo amico Ronald, aveva saputo che esisteva un locale, ben nascosto tra le vie di Hogsmeade, in cui in un certo senso si poteva trovare compagnia per una notte.

Non si trattava di prostituzione, semplicemente si andava lì, (aveva le sembianze di un normale pub), solo che se si puntava la preda, poi era sicuro che si sarebbe passata la notte insieme sotto le lenzuola.

Hermione, nel suo intimo, sapeva che stava per fare una stronzata colossale, ma non gliene poteva importare di meno.

Era stata tradita, era ubriaca e aveva voglia di fare sesso con uno sconosciuto.

 

 

 

 

Dopo l’ennesima sigaretta, Draco Malfoy era rientrato nel locale, dove aveva ordinato l’ennesimo bicchiere di FireWhisky.

Anche la sua visione della realtà era parecchio distorta.

Improvvisamente al suo cospetto si presentò una donna piuttosto formosa, l’espressione ammiccante e l’abbigliamento particolarmente provocante erano un invito a toglierle quello che rimaneva e far di lei quello che più gradiva.

“Ciao bel biondino…”

“Ciao.”, rispose laconico e secco lui.

“Aspetti qualcuno?”, domandò lasciva.

Lui ingollò tutto d’un colpo il bicchierino.

“Vorrei, ma so che sarebbe impossibile vederla entrare da quella porta…”

Poi, il suo sguardo venne catturato dalla figura che stava appena facendo il suo trionfare ingresso in quel locale poco raccomandabile.

Esile, infreddolita, tenera… non era il posto per lei, quello.

Che diamine ci faceva lì?

“Oh beh… so di non essere lei, ma che ne dici? Magari stanotte riuscirò a farti dimenticare i tuoi probl…”

Lui la scansò, spostandola malamente, “Granger? Granger che cazzo ci fai qui?”, disse poco garbatamente al cospetto della fanciulla.

“Sono qui per tradire il mio ragazzo”,disse sorridente, cercando di liberarsi dalla sciarpa.

“Direi che la premessa è allettante!”, i suoi occhi si illuminarono.

“Io ti ho detto cosa ci faccio qui, ma tu?”

Lui fece spallucce e l’accompagnò al bancone.

“Niente di particolare! Sono qui per tradire la mia futura moglie.”

Certo, il motivo per cui erano là, non faceva di certo onore, ma perché sentirsi in colpa? Perché non avrebbero dovuto tradirli?

E poi, come se fossero stati manovrati da qualcuno, ecco che si ritrovarono avvinghiati l’uno all’altra a scambiarsi una serie di baci violenti.

La veemenza tra i due era tale, che riuscirono a far sconvolgere i presenti, (presenti che comunque erano là per sesso gratuito con sconosciuti, presenti che comunque non avrebbero dovuto scandalizzarsi per un bacio.)

“Ti desidero”, biasciò lei all’orecchio di lui.

Lui la strinse più forte, ma non voleva farlo là.

Già era squallido il fatto che si fossero incontrati là, squallido era che volevano fare sesso l’uno con l’altra solo per cercare di lenire il dolore del tradimento, quindi Draco non voleva davvero rendere quel rapporto ancora più squallido consumandolo là, così prese la saggia decisione di smaterializzarsi nella sua camera da letto.

I cappotti volarono sul pavimento e cozzando contro tutti i mobili i gesti si facevano sempre più caldi, intimi e intraprendenti.

Sesso, semplice, puro, selvaggio e sano sesso.

Quella notte, fecero sesso praticamente in ogni camera dell’appartamento.

Che fossero giochi stuzzicanti col cibo o con l’alcol, che fosse sotto la doccia o nella vasca, che fosse sul freddo pavimento del salotto o tra le lenzuola di seta del suo letto, quella notte fu densa di passione, marchiata a fuoco nelle loro menti.

 

 

 

“Buongiorno”

“Buongiorno a te”, le disse sorridendo e posandole un lieve bacio sulle labbra.

Lei istintivamente si portò le dita alle labbra.

“Mi hai baciata!”

“Ti ho baciata per tutta la notte, e non solo lì.”, precisò, scendendo col lo sguardo su tutto il corpo della ragazza.

Lei scosse la testa, “nel senso che… credevo che con le luci dell’alba avremmo dimenticato l’accaduto… tu non eri lucido ieri sera ed io men che meno…”

“Non ero lucido, ma qualcosa mi ha trasportato tra le tue braccia e posso dirti che fare sesso con te mi ha come liberato da una morsa che mi stava soffocando lentamente… ieri sera, io speravo di incontrarti, io volevo stare con te, il mio fine non era il sesso, ma poi è successo, è successo ed è stato grandioso, difatti non capisco come Potty abbia potuto tradirti con quel essere che solo ora, mi rendo conto, essere una grandissima puttana. Ho trovato più amore tra le tue braccia in una sola notte che tra le sue braccia per quasi dieci anni… io non dico di amarti, anche perché suonerebbe falso, ma di sicuro c’è qualcosa Granger e baciarti mi piace, mi piace da matti.”

Si chinò a baciarla ma lei subito interruppe il contatto.

“Cos… ho fatto qualcosa che non va?”, domandò perplesso.

Lei sorrise.

“No no, anzi… semplicemente volevo dirti che… che anche a me baciarti… piace da matti!”

 

 

 

 

 

Manco dalle scene di EFP da circa due anni ormai,ed ogni tanto ne sento la mancanza.

Oggi pomeriggio, in questa triste domenica, per esempio la voglia è stata così forte che mi ha portata a rileggermi alcune delle mie FF e così rileggendo anche i commenti, ho notato che ho lasciato in 13 un po’ di storie.

Ho preso la più semplice da mandare avanti e ho scritto il capitolo finale.

Mi scuso, se sembrerà banale o scontato o quello che volete, ma manco da troppo e beh ho perso anche un po’ la mano.

Se qualcuno avrà il buon cuore di leggerlo, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensa. :D

Kisses

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