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Autore: hunterd    19/04/2010    18 recensioni
Una festa di Halloween a cui Bella non voleva partecipare e che invece le cambierà la vita.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa shot è dedicata a te, carissima Mary.
Una storia divertente ci ha fatto conoscere, quindi è con una storia divertente - ma anche romantica - che ti voglio fare omaggio.
Un grandissimo abbraccio.
Laura.


E per tutti: in questa shot, sia Edward che Bella sono ooc. Soprattutto Bella, dato che ho estremizzato alcune sue caratteristiche.
Adoro il genere comico/romantico, quindi anche loro due pagano pegno e passano tra le mie grinfie!
Ciao.
Laura.







Perchè si era fatta trascinare a quella festa?
Perchè Jessica aveva sempre il potere di farle fare ciò che non le era congeniale?
Perchè quella dannatissima gamba le prudeva così?
Perchè quel mago da strapazzo si era ripreso la sua bacchetta? Sarebbe stata l'ideale per tentare di placare quel prurito insopportabile.
Bella si era ritrovata ad agitarsi sulla sedia. Nella speranza che la gamba sfregasse contro il gesso.
Niente, nonostante i tentativi, il prurito era sempre lì. Più insistente di prima.
Si era guardata intorno. Alla ricerca di Jessica, o di Angela, o di uno dei suoi amici, o anche solo di una buon'anima disposta a darle una mano!
Ma c'erano solo ragazzi che, giustamente, si dimenavano al ritmo di una musica abbastanza assordante. O che semplicemente chiacchieravano, divertendosi.
Streghe, zombie, maghi, alieni, vampiri, lupi mannari... davvero un eterogeneo gruppo di ragazzi intenti a godersi la festa di Halloween organizzata nella palestra della scuola.
In quella maledetta palestra, proprio dove si era rotta la gamba. Ovviamente aveva spiegato al professore che il quadro svedese era meglio che lei lo ammirasse come se fosse davvero solo un quadro!
Ma lui aveva insistito. Che poteva farcela. Che era ora di dimostrare a sè stessa che le persone goffe non esistevano! Che era solo questione di volontà ed applicazione.
Certo! Ecco perchè adesso quel prurito la stava facendo impazzire. Perchè non si era rotta una gamba su quel quadro svedese! No, si era semplicemente travestita da vittima di un incidente stradale!
Anche lì, aveva spiegato a Jessica che non solo non le sembrava una buona idea andare a quella festa, ma che non le sembrava una buona idea andarci travestita da vittima di un incidente stradale con un gesso che era vero! Tutti le avrebbero fatto la stessa domanda!
" Ma no, Bella, dai! Lo sanno più o meno tutti che una studentessa si è rotta la gamba in palestra! Lo capiranno che è vero quel gesso!"
Maledizione, quanto le prudeva la gamba!
- Scusa, volevo chiederti...
NO! Non adesso che quel fastidio la stava uccidendo!
Si era voltata con la sua peggiore espressione seccata. O almeno lo sperava.
- NO! Non è finto! Questo cavolo di gesso E' VERO! E' scomodo, è pesante e mi sta facendo impazzire! Perciò vedi di contribuire a diffondere la notizia ora che lo sai! E' VERO, NON E' SOLO FATTO DANNATAMENTE BENE!
Poi si era leggermente persa. A fissare due occhi di un colore dorato che avevano un'espressione davvero divertita. Il tutto in un viso pallido dai lineamente perfetti.
- Volevo solo chiederti se avevi bisogno di aiuto. Ho visto come ti guardavi in giro. Mi sono sbagliato. Perdonami, tolgo subito il disturbo.
Il ragazzo si stava allontanando. E lei si sentiva già un verme della peggior specie. Era stata una maleducata incredibile, quando lui voleva essere solo gentile!
- Ehi, ehi, aspetta! Ehi... Conte Dracula!
Quegli occhi dorati, un pò stupiti, la stavano fissando. Okay, anche lei si era sentita un pò stupida a chiamarlo così, ma dato come era travestito...
- Come mi hai chiamato?
Sembrava stupore quello sul suo viso. Se solo era un tipo come lei, poteva capirlo. Travestirsi era una cosa davvero stupida!
- Scusa... ma visto come sei vestito... non sapevo come chiamarti... così...
- Ah, già... il vestito!
E che cosa se no? Mi sa che quel ragazzo era anche più svampito di lei...
- Un'idea di mia sorella...
Come pensava. Anche lui trascinato a quella festa da altri.
- Però ha sbagliato a suggerirti il colore delle lenti... erano più giuste rosse.
Continuava a fissarla un pò stranito. Iniziava a credere che ci fosse davvero qualcuno anche più svampito di lei!
- Rosse?
- Per via del sangue, no? I vampiri bevono il sangue e gli occhi si tingono di rosso!
- Giusto... il sangue...
Perchè lo aveva richiamato indietro! Adesso oltre al prurito infernale, si ritrovava a sostenere anche questa conversazione assurda!
- Rosse erano finite. Il commesso mi ha detto che sono andate a ruba per Halloween! Così mi ha suggerito di dare vita ad una nuova stirpe di vampiri dagli occhi dorati... magari perchè vegetariani. Solo sangue animale...
Le era venuto il sospetto che, dopotutto, fosse uno di quei patiti di sovrannaturale. Le sembrava abbastanza convinto nel parlare di quella nuova stirpe di vampiri.
- Già... potrebbe essere un'idea simpatica... un bel pò di vite umane risparmiate!
Lui aveva sorriso. E lei si era dimenticata del prurito. Si era anche dimenticata di respirare!
Quel sorriso era un'arma impropria, accidenti!
- Quello che ha detto anche il commesso!
Commesso? Che commesso? Ah, già quello che gli aveva venduto le lenti... chissà di che colore aveva gli occhi? A giudicare dai capelli color bronzo - perchè definirli rossi sarebbe stato un crimine! - magari erano verdi.
- Senti, volevo scusarmi per essere stata così scortese, prima...
Aveva sorriso ancora. Non poteva fare così! Il suo cuore non avrebbe retto!
- No figurati... credo di aver capito il perchè e ne hai tutti i motivi.
Non solo era bello come un dio, ma era anche molto gentile.
- Anzi, se hai bisogno di qualcosa...
Forse poteva anche approfittarne. In fondo stava cercando proprio una buon'anima che l'aiutasse!
- E' che in questo momento ho un prurito pazzesco alla gamba...
Sapeva che in quel momento il suo viso avrebbe avuto la stessa tonalità di un pomodoro, ma davvero doveva placare quel supplizio o sarebbe impazzita!
- Aspetta qui. Credo di avere la soluzione.
Si era diretto verso la pista. Dove c'era una bionda - alta, bella, formosa - vestita da fata che stava ballando con uno zombie di proporzioni gigantesche. Lo aveva visto parlare un attimo con loro, accennare nella sua direzione, e poi tornare.
Con in mano la sua salvezza!
- Tieni. Strana, ma efficace come soluzione!
Aveva spezzato facilmente la stellina che si trovava sulla punta della bacchetta e poi così modificata gliel'aveva tesa.
- Grazie... ti giuro... uhm... che sei stato... ah... la mia salvezza!
Nel frattempo era riuscita ad introdurre la bacchetta tra il gesso e la gamba, placando il prurito che la stava tormentando. Era talmente soddisfatta che quasi si era dimenticata della presenza di fianco a lei.
Il Conte Dracula, pensava a lui così perchè in effetti non ne conosceva il nome, sembrava divertito dai suoi mugugni soddisfatti.
- Sono davvero felice di esserti stato così utile...
Aveva capito che attendeva di conoscere il suo nome per completare la frase.
- Isabella... Isabella Swan. Ma se mi chiami Bella è meglio.
- ... Bella.
Aveva terminato la frase. Ma era ancora in attesa. Già, forse era il suo turno. Dopotutto lo voleva sapere davvero il nome di quell'affascinante vampiro. Dagli occhi dorati anzichè rossi.
- E tu sei?
Aveva fatto una sorta di inchino. Forse era entrato involontariamente nella parte. I vampiri erano centenari, provenivano da altre epoche. Magari era stata la sorella a dirglielo. Per aiutarlo a fare più colpo sulle ragazze.
- Edward Cullen.
Che poi... per fare colpo, in realtà, bastava guardarlo. Ma quanto era bello? E perfetto? Chissà davvero di che colore erano i suoi occhi... aspetta! Aveva detto Cullen?
- Ma sei per caso il fratello di Alice e Jasper?
- Sì. Li conosci?
Chi non li conosceva? Due ragazzi che da soli catalizzavano l'attenzione di tutta la scuola!
- Non di persona... a scuola li vedo sempre.
Era ancora in piedi. Poteva chiedergli di sedersi. Ma dubitava che avrebbe voluto proseguire in quella conversazione con lei.
A giudicare dalla bionda che aveva visto, doveva essere un altro il genere di ragazza che gli piaceva.
- Posso sedermi, Bella?
Quasi cadeva dalla sedia. Per la sorpresa di sentirglielo dire.
- Sì, sì... certo.
- Ai tuoi amici non dispiacerà?
Probabilmente Jessica ed Angela stavano già osservando tutta la scena imboscate da qualche parte, per poi torchiarla per bene. Mike, Eric e Tyler probabilmente erano già fissi al buffet.
- No, no, figurati.
Forse doveva arricchire un pò il vocabolario. Sì, sì. No, no.
- Ho l'impressione che non ti piacciano molto le feste...
Leggeva nel pensiero per caso? I vampiri lo facevano, in effetti. Quelli veri, però. "Un momento, Bella, i vampiri non esistono!"
Non è che ci volesse qualche super potere per capire che non si stava divertendo. Bastava guardarla in faccia!
- In effetti... sono stata un pò trascinata. Con questa gamba, poi... me ne sarei rimasta volentieri a casa!
Sul divano, a guardare la partita con Charlie. Non che fosse un'alternativa poi così allettante! Almeno però una media di venti persone non le avrebbe chiesto se quel gesso era vero o meno.
Al Conte Dracula, o meglio ad Edward, era scappata una risatina. Che poi aveva tentato di camuffare con un colpo di tosse. Forse aveva fatto una delle sue solite facce...
- Come hai fatto a romperla?
Oddio, doveva proprio raccontargli la verità? O poteva inventarsi qualcosa di meno imbarazzante... però magari poi lo scopriva dalla sorella cosa era successo veramente. Meglio dire la verità. Tanto peggio di così...
- Qui, a scuola. Durante l'ora di educazione fisica. Sul quadro svedese... sembra semplice, in realtà è molto insidioso...
Come no! E allora come mai la gamba se l'era rotta solo lei? Di certo a lui non sarebbe capitato. Aveva un fisico decisamente perfetto. Si intuiva da come il mantello ricadeva sulle spalle ampie. Anche le cosce, fasciate negli eleganti pantaloni, erano muscolose. Dava l'idea del tipo sportivo.
Ma che cavolo stava pensando? Era arrossita. Ed aveva distolto lo sguardo. Perchè lui le stava sorridendo.
- Anch'io una volta mi sono rotto un dito. E' stato un bel pò di anni fa... con un martello.
Una martellata? Lui che si dava una martellata? Le sembrava quasi impossibile. Non riusciva ad immaginarselo goffo.
- Al lavoro?
- Cosa?
- La martellata, te la sei data al lavoro?
- Ah, quella...
Ma si poteva avere una conversazione così assurda?
- Sì. Il lavoro che facevo prima...
- Ah. E adesso che lavoro fai?
Era rimasto zitto. Un'espressione un pò tesa. Oddio aveva fatto una domanda che non doveva? Però lui aveva parlato di lavoro. Oddio, forse l'aveva perso ed era ancora disoccupato! Che stupida!
- In realtà adesso ho ripreso a studiare. Mi sono iscritto all'università. Sai, mio padre ci teneva...
I padri. Ne sapeva qualcosa... Charlie la stava già sommergendo di depliant per l'università! E ancora le mancava questo e l'anno prossimo prima di diplomarsi!
- E tu no?
- Diciamo che sono un pò stufo di studiare... però, non ho nemmeno voglia di deluderlo... così, mi sono iscritto anche quest'anno...
"Anche quest'anno" allora non era il suo primo anno.
- E dove studi?
- Alaska.
Ah, però, dietro l'angolo. Giusto per non farsi mancare un clima freddo, piovoso no, ma nevoso sì!
- Un posto un pò... insolito.
Ancora quel sorriso sghembo! Il cuore aveva fatto una capriola davanti a quel capolavoro di sorriso.
- Lo so. Ma c'è un'ottima università! E poi è quella dove ha studiato anche mio padre...
Ah, si spiegava anche quello. Charlie già le stava decantando le doti dell'università di Port Angeles!
- In che cosa ti stai laureando?
- Medicina.
- Fammi indovinare... tuo padre è un medico?
Era di nuovo scoppiato a ridere. Un suono celestiale.
- Esatto. Magari lo conosci... è il Dottor Cullen.
Oh, cavoli! Era quell'uomo incredibilmente bello che era entrato un attimo mentre le stavano ingessando la gamba! Capelli biondi, fisico statuario... anche l'infermiera non si era risparmiata un'occhiata molto ammirata. A dimostrazione che in famiglia girava proprio il gene della bellezza perfetta!
- Mi sa che l'ho intravisto in ospedale... mentre mi ingessavano.
- Lui è un chirurgo...
Strano che non ne avesse avuto ancora bisogno. Però era lì solo da due mesi. Intanto aveva iniziato con la gamba, per ferite o altro c'era tempo...
- E tu? Anche tu diventerai un chirurgo?
- Ancora non lo so. Ho ancora tempo per scegliere la specializzazione.
Bene. E anche questo argomento l'avevano esaurito. Ora, di che parlavano?
Si sentiva un pò in imbarazzo. Le pareva strano che lui volesse ancora restare lì, con lei.
- Senti, se devi raggiungere i tuoi amici o i tuoi fratelli... non farti problemi! Il peggio è passato... e poi, adesso, ho questo mezzo efficace di intervento!
Merda! Non ci poteva credere! L'aveva spinta troppo dentro, e adesso non riusciva più a riprendere la bacchetta.
Ma perchè le succedevano sempre queste cose? Stava cercando di fingere indifferenza, ma con l' indice ed il pollice stava tentando disperatamente di recuperarla.
Edward la stava già guardando. Merda! Non ci poteva credere davvero!
- Bella, qualcosa non va?
Un modo carino per dirle che aveva capito benissimo.
Era tornata rosso-pomodoro-maturo.
- E' pazzesco... ma si è incastrata! Non riesco più a prenderla!
Aveva rinunciato a fingere, per tentare di recuperare in ogni modo la bacchetta. Ma l'aveva solo spinta ancora più in dentro.
- Così non ce la farai mai. Forse se ti alzi in piedi. Magari si libera un pò di spazio e riesci ad infilare meglio le dita...
Ma poteva finire a parlare di una cosa così con lui! Con un ragazzo che sembrava davvero incarnare la bellezza affascinante di un vampiro? Sì, un vampiro alle prese con un'imbranata di prima categoria!
- Vuoi che ti aiuti ad alzarti?
Oddio, ci mancava anche questa! Però, forse... valeva la pena tentare...
- Ti dispiace? Magari riesco davvero a....
Era già di fianco a lei. Le aveva passato un braccio intorno alla vita, lei aveva fatto scivolare il braccio intorno alle sue spalle.
L'aveva sollevata senza il minimo sforzo. Anzi le dava l'impressione che la stesse sorreggendo come se fosse un oggetto delicato.
La giacca di Charlie però le impediva i movimenti. Ovviamente era un pò troppo grande per lei, poi mezza stracciata, insomma un casino!
Aveva cercato di sollevare i lembi che penzolavano, ma con una mano sola era impossibile.
- Senti facciamo così. Lascia che ti sostenga io, così tu avrai entrambe le mani libere.
Detto, fatto, le sue mani le stavano circondando la vita. Sentiva la presa sicura.
Si era lasciata andare. Di conseguenza si era appoggiata a lui, per non cadere. Aveva sentito il suo corpo solido.
- Grazie.. vedo di sbrigarmi.
- Non c'è fretta... fai pure con calma.
Era grata del fatto che non lo dovesse guardare in viso. Perchè già solo la voce l'aveva messa in imbarazzo: le era sembrata vagamente maliziosa.
E comunque, quella maledetta bacchetta non riusciva a prenderla! Anzi le sembrava fosse scivolata più giù! E adesso? Che casino!
- Mi sa che ho peggiorato la situazione... mi sembra sia scivolata ancora più giù!
Si era leggermente voltata per dirglielo e si era ritrovata il suo viso abbastanza vicino. Perchè lui si era chinato leggermente. Un buon profumo l'aveva colpita.
- Direi che ci sono poche alternative... devi andare in ospedale.
In ospedale? Si era riscossa. Oddio, già si immaginava la faccia del medico di turno! Magari lo stesso che l'aveva ingessata! Già si era divertito abbastanza quando aveva saputo come se l'era rotta! Se lo vedeva mentre gli spiegava come avesse incastrato quella bacchetta...
- Senti, mi siedo un attimo e ci penso... ci dovrà pur essere una soluzione meno drastica!
L'aveva delicatamente aiutata a risedersi. Ancora aveva avuto la sensazione che la trattasse con una cura davvero esagerata. Okay che si era rotta una gamba, ma non è che fosse fatta di vetro!
- Vuoi che ti chiami qualcuno dei tuoi amici?
No per carità! Già in due mesi avevano avuto modo di notare il numero di situazioni improbabili che le erano capitate!
- No grazie! Prima di rovinargli la serata... e poi, al limite, chiamo mio padre...
Charlie! Il pensiero di chiamarlo e dirgli cosa era successo. Si sarebbe fatto prima due risate, poi si sarebbe preoccupato. Oppure l'inverso... comunque non cambiava la sostanza: avrebbe rovinato la serata anche a lui.
Ma d'altronde... Edward aveva ragione. Non è che ci fossero molte altre soluzioni... a meno che non si fosse tenuta quella bacchetta insieme al gesso, altri quindici giorni!
- Senti... se vuoi ti accompagno io... stare qui non è che mi interessi poi molto.
Lo aveva guardato. E se l'avesse morsa? Ma che cavolo stava pensando? Più che morderla, poteva magari saltarle addosso... anche se non sembrava avere l'aria del maniaco. Anzi, adesso aveva un'espressione abbastanza rassicurante.
- Ti ringrazio, ma non voglio approfittare. Posso tranquillamente chiamare mio padre...
- Ma non è un problema per me, davvero. E poi mi sento in colpa... in fondo sono io che ho contribuito alla situazione... se non avessi chiesto la bacchetta a mia sorella...
Così la bionda formosa era l'altra sua sorella! Sapeva che i Cullen erano tutti figli adottivi. Giravano tanti di quei pettegolezzi su di loro!
- Non so se a mio padre farebbe piacere sapere che ho accettato l'aiuto del Conte Dracula!
Alle sue parole scherzose, lui aveva fatto un'espressione un pò strana.
- Sono un vampiro innocuo, ricordi? Una nuova stirpe vegetariana...
Era anche simpatico, oltre che bello come il sole e gentile come un ragazzo d'altri tempi. A Charlie sarebbe piaciuto sicuramente. Dopo ovviamente un interrogatorio lungo e scrupoloso!
- Allora? Che facciamo? Andiamo in ospedale e risolviamo il problema?
Era ancora indecisa. Okay un pò era l'idea che nonostante avesse capito chi era Edward, di fatto rimaneva un perfetto sconosciuto, ma soprattutto era l'idea di andare davvero in ospedale a raccontare cosa le era successo, quello che la frenava ancora.
- Senti... devo essere sincera. Un pò mi scoccia doverci andare... e dire cosa mi è successo.
Lui le aveva sorriso. Un sorriso che sembrava esprimere divertimento e... tenerezza! Giusto quello che avrebbe potuto provare davanti ad una bambina un pò imbranata e pasticciona!
- Guarda che non è mica la fine del mondo!
No certo. Ma non a Forks! Cittadina di 3.160 abitanti, dove già si parlava abbastanza di Bella, la figlia dello sceriffo Swan!
- Lo so. Diciamo che non ho voglia di alimentare altre chiacchiere stupide...
Nel momento in cui lo aveva detto, si era sentita in imbarazzo. Lei non li aveva alimentati, però li aveva ascoltati i pettegolezzi su di loro.
- Appunto, chiacchiere stupide... dovresti fartele scivolare addosso.
Glielo aveva detto con la sicurezza di chi era capace di farlo. La dimostrazione era, probabilmente, che lui e i suoi fratelli erano tutti lì, a quella festa. Indifferenti ai pettegolezzi e alle occhiate degli altri ragazzi. Occhiate che erano anche sempre molto ammirate, nel caso di Alice e Jasper. Era sicura che fosse così anche per Edward. Chissà in Alaska quante ragazze gli morivano dietro.
- Vorrei riuscirci di più. Forse è perchè sono appena arrivata... l'attenzione è ancora tutta per me...
Lui aveva annuito.
- Col tempo, diminuiranno... magari nel tuo caso, scompariranno anche...
Sembrava un pò amareggiato ora. Come se fosse cosciente che per lui, e per la sua famiglia, la cosa non era avvenuta e forse non sarebbe mai cambiato questo stato di cose.
- Senti, Edward... per quello che può servire... mi dispiace per tutte le scemenze che girano su di voi. La gente, qui a Forks, ha davvero poco da fare. Sai com'è, qualcosa o qualcuno li deve sempre tenere impegnati...
Il cuore aveva fatto una capriola. Era riapparso quel sorriso sghembo.
- Bè, direi che adesso c'è anche qualcun'altro a tenerli impegnati...
Un pò si era sentita in imbarazzo, però le era anche venuto da ridere. Non aveva tutti i torti.
- Sai che sei molto carina quando ridi? Anche quando arrossisci... come ora.
Oddio! Era una cosa che lei odiava! Aveva quasi 17 anni ed ancora l'incapacità di rapportarsi con un complimento fattole da un ragazzo.
Probabilmente anche perchè il ragazzo in questione era il più bello che avesse mai incrociato. Ed aveva un'aria assolutamente sincera nel dirglielo! E la cosa le faceva battere il cuore non poco, dato che lei si riteneva assolutamente una ragazza normale.
- Grazie...
- Scusa, non volevo metterti ancora più in imbarazzo... ma non ho potuto fare a meno di dirtelo. A dire il vero, era già da un pò che ti stavo osservando...
Oh mamma! Adesso sì che stava per rimanerci secca! Lui che la osservava da un pò?
- Bè... io... ti ringra... cioè... ne sono.... bè... sì... sono...ehm...
Era scoppiato a ridere! Per forza, sembrava incapace di formulare una frase coerente!
- Sto peggiorando la situazione. Okay, facciamo così, torniamo al tuo problema... cosa vuoi fare? Ospedale, oppure?
Ospedale? Giusto, forse aveva bisogno della rianimazione. Perchè sentiva l'ossigeno mancarle... tutto in Edward inziava a toglierle il fiato.
- Non so...
Era tornato semi-serio. E l'aveva guardata come se le leggesse dentro.
- Se ti stai chiedendo se puoi fidarti o meno, puoi stare tranquilla. Le mie intenzioni sono assolutamente serie. Il dottore che c'è in me, mi impone un comportamento  deontologicamente ineccepibile...
La stava evidentemente prendendo in giro. Nonostante l'espressione fosse però seria e... rassicurante. Perchè comunque era quella la sensazione che le trasmetteva quello sguardo.
- Ma non sei ancora laureato. Non hai ancora prestato il giuramento di Ippocrate.
- Mi manca poco... e poi moralmente è come se avessi già giurato.
Che conversazione assurda. Ma d'altronde era una vittima della strada che parlava con un vampiro.
- Un vampiro che fa il medico? Ci sarà da fidarsi?
Un'espressione indefinibile aveva animato quegli occhi dorati.
- Vegetariano ricordi? E' il veterinario che non potrei mai fare!
Era scoppiata a ridere.
- Okay, ricordami di non farti conoscere il mio cane!
Lui aveva ritirato fuori quel sorriso sghembo. Quello da infarto.
- Direi che è meglio... con i cani ho un pessimo rapporto!
- Come mai?
- Uhm... diciamo che sono allergico al loro odore... e al loro pelo!
Aveva avuto l'impressione che ridesse di qualcosa che lei non era riuscita a capire del tutto.
Però c'era sempre quel sorriso, e probabilmente la rendeva incapace di essere lucida al cento per cento!
- Allora? Ti accompagno in ospedale?
Che doveva fare? Fidarsi? Dopotutto i Cullen erano conosciuti. Dopotutto il loro padre era davvero un chirurgo. Dopotutto in tanti l'avrebbero vista andare via con lui.
- Perchè non dici ai tuoi amici che ti sto accompagnando? Così non si preoccuperanno...
Ancora aveva indovinato i suoi pensieri!
- Okay... vado a cercarli.
Lui era già scattato in piedi.
- Ti aiuto...
Come prima le aveva passato un braccio intorno alla vita. Solo che ora era anche più imbarazzata di prima. Ora che lui le aveva detto che la trovava carina...
- Grazie...
- Edward!
Alice, insieme all'immancabile Jasper, erano comparsi davanti a loro.
- Ciao Bella!
Come faceva a conoscere il suo nome?
- Ciao...
- Io sono Alice!
E le aveva teso una mano. Si era trovata a stringerla. Era abbastanza gelata.
- E lui è Jasper.
Il ragazzo si era limitato a farle un cenno con la testa. Un'espressione meno tesa che a scuola.
- Ciao...
- Se ti chiedi come faccio a conoscere il tuo nome... bè, l'ho scoperto per via del tuo incidente a scuola...
Ecco appunto! Meno male che aveva detto ad Edward la verità... una menzogna non sarebbe durata nemmeno dieci minuti!
- Già... non è passato molto sotto silenzio...
Diciamo che aveva dovuto minacciare Eric di denunciarlo per diffamazione se avesse pubblicato l'articolo che aveva scritto sull'accaduto!
- Ma vedo che hai conosciuto Edward!
- Alice...
- Tranquillo, Edward! Non dirò a Bella che sei un pericoloso vampiro e che sarebbe meglio se lasciasse perdere...
- Alice!
La voce di Edward le era sembrata quasi... scandalizzata! Probabilmente voleva evitarle altro imbarazzo... oltre a quello che già la stava facendo pentire e maledire, di essere venuta a quella festa!
- Scusa, Bella... Alice ha un umorismo che non tutti comprendono...
In effetti a scuola un pò tutti la ritenevano una ragazza molto strana! E lei sembrava non fare nulla per smentirlo. Ragione di più che anche Jasper, con quella sua aria sempre un pò cupa e tesa, contribuiva a renderli una coppia un pò originale!
- Va bene, non aggiungerò altro. Ma poi, Bella, non dire che non ti avevo avvisato! Il fascino di Edward può essere... micidiale!
Jasper, il ragazzo incapace di sembrare umano, aveva sorriso!
Bella si era ritrovata ad essere più stupita di questo, che non dalle parole di Alice riguardo il fascino di Edward!
Jasper aveva sorriso!
- Vieni Bella, andiamo.
Edward aveva fulminato con un'occhiata la sorella, poi aveva rivolto un cenno di saluto a Jasper.
- Ciao Bella! Chissà... se Edward riuscirà a strapparti quell'invito, magari diventeremo buone amiche!
Adesso Edward l'aveva guardata proprio male! Ma lei in tutta risposta si era messa a ridere davanti all'espressione seccata del fratello. Poi, prendendo sottobraccio Jasper, se ne erano andati.
- Le stampelle! Mi stavo dimenticando...
Lui aveva allungato un braccio, prendendole, senza però lasciarla andare.
Decisamente un vampiro, come stampella, era molto meglio.
- I tuoi amici? Ne vedi qualcuno?
Manco a dirlo, Jessica ed Angela erano piombate come api sul miele. Trascinandosi dietro i rispettvi ragazzi: Mike ed Eric.
- Bella! Tutto bene?
Jessica, ovviamente, non aveva risparmiato un'occhiata maliziosa al braccio di Edward stretto intorno alla sua vita.
- Sì, grazie...
E adesso? Che cavolo di scusa poteva inventarsi? Di certo non avrebbe voluto dare dimostrazione della sua ennesima goffaggine! E poi? Che doveva dire di Edward? Oddio che casino!
- ... lui è... Edward Cullen, il fratello di Alice e Jasper...
Aveva percepito distintamente Edward trattenersi dal ridere.
- Oh, ma noi lo conosciamo Bella!
Idiota! Lei era nuova di Forks! I Cullen e i suoi amici si dovevano conoscere per forza!
- Ciao, Edward, tutto bene?
A dimostrazione, Mike aveva salutato Edward con familiarietà.
- Sì. grazie, Mike. Sempre in giro per trekking?
- Ovvio... solo che ci sto attento adesso.
Mike aveva guardato Bella seriamente.
- Edward mi ha salvato la vita, sai? Da un orso che aveva deciso di pasteggiare con me... è riuscito a metterlo in fuga.
Ora tutti lo guardavano come se fosse una leggenda vivente. Probabilmente lo era, dato il gesto eroico che aveva compiuto.
Forse era nella sua natura di soccorrere ragazzini in difficoltà! Certo quello che aveva fatto per lei non era paragonabile ad un orso messo in fuga...
- Forte...
Ecco, ora la guardavano come un'aliena. Probabilmente si erano aspettati che lei si prodigasse in gridolini stupiti e complimenti per il suo coraggio.
Aveva avuto l'impressione che Edward si trattenesse nuovamente dal ridere. Ridere di lei, ovviamente, dato che stava facendo sicuramente la figura della scema.
- Dove stavate andando, ragazzi?
Angela, meno impicciona di Jessica, aveva colto forse la sua aria imbarazzata e aveva deciso di cambiare discorso.
- Ho chiesto a Bella se aveva voglia di prendere un pò d'aria fresca... qui dentro fa molto caldo... e lei ha accettato...
Aveva quattro paia d'occhi puntate addosso che dicevano quanto fosse palese che quella appena esposta fosse la cazzata più grande sentita durante l'intera serata.
E non poteva dargli torto. Più che altro perchè lei aveva dichiarato, andando alla festa, che non si sarebbe schiodata dalla sedia neanche per tutto l'oro del mondo.
Ma evidentemente aveva fatto un'eccezione per Edward Cullen, e Jessica ed Angela sembravano convinte che non sarebbe potuta andare diversamente.
Chiedersi se sarebbe andata davvero così, se non fosse un altro il motivo che li aveva spinti a lasciare la festa, era stato spontaneo.
"Bella, saresti andata a respirare un pò di aria fresca con Edward Cullen?"
Sì, decisamente sì. Probabilmente se la sarebbe fatta anche a piedi fino in Alaska se lui glielo avesse chiesto!
- Già... anch'io iniziavo a sentirmi mancare l'aria...
- E ci credo...
Aveva sentito il commento mezzo divertito di Jessica. Il problema era che sembrava averlo sentito anche lui. Lo confermava il sorrisetto divertito che era comparso.
- Bene, allora vi lasciamo andare... dobbiamo pensare, Edward, che ti occuperai tu di riaccompagnare Bella a casa?
Eric, probabilmente ancora desideroso di vendetta per il suo rifiuto di lasciargli pubblicare l'articolo del suo incidente, non si era risparmiato questo colpo basso.
- Certo, ragazzi. Riporterò Bella a casa, sana e salva!
Ecco, appunto! Ci mancava per acuire il senso di imbarazzo che già provava con lui! L'aveva già presa in custodia come avrebbe fatto con una bambina incapace di badare a sè stessa!
Salutare i quattro, percorrere la palestra sostenuta da Edward, cercando di ignorare tutta l'attenzione che avevano attirato, era stato per lei un vero inferno!
A scuola, sarebbe stata nuovamente al centro dell'attenzione.
Figurarsi, lei scortata da quel gran gnoccolone di Edward Cullen! Già le sembrava di sentire tutte le ragazze domandarsi come fosse possibile! Soprattutto perchè lei non era sicuramente il tipo di ragazza che avrebbero visto con uno come lui!
Nel parcheggio della scuola, tra le vetture scassatissime dei vari studenti, altre due facevano bella mostra di sè, oltre alla Porsche giallo canarino di Alice: una Bmw rossa fiammante, accanto ad una berlina grigia, di cui non ne conosceva il modello.
Sperava ardentemente che non fosse la rossa fiammante, ed aveva tirato un sospiro di sollievo quando il telecomando estratto da Edward aveva fatto lampeggiare le frecce di quella grigia.
- Direi che per essere più comoda, è meglio se sali dietro. Così potrai stendere la gamba...
Oddio! Non ci aveva pensato! Era venuta in macchina con Jessica ed avendo un pick-up simile al suo, si era seduta davanti, avendo comunque spazio per stendere la gamba ingessata.
Effettivamente su quella macchina poteva salire solo dietro. E decisamente non senza l'aiuto di Edward. Il quale, già passando ai fatti, l'aveva sollevata tra le braccia.
Fra parentesi con una facilità che l'aveva lasciata ancora stupita: okay che non era pesantissima, però non era neanche poi così leggera, gesso compreso!
- Allora, vediamo...
E con un'accortezza ed un'attenzione quasi disumana, era riuscito a deporla sul sedile dietro dell'automobile. Sistemandola al meglio.
-... come va? Comoda?
Bè, adesso che non c'erano più le sue braccia a stringerla non era poi così comoda... ma certo non era un pensiero da rivelare! O avrebbe pensato che era davvero una povera cretina!
- Sì... grazie mille, Edward.
- Figurati... è importante per me.
Ma che razza di risposta era? Avrebbe tanto voluto vederlo in faccia, bene, senza dover incrociare il suo sguardo nello specchietto retrovisore, ora che stava salendo.
"Figurati... è importante per me."
Come si poteva chiedere delucidazione per una risposta del genere, quando c'erano due occhi ambrati a guardarti così?
Già era andata totalmente in confusione, adesso poi ancora di più.
Lo sapeva che non sarebbe dovuta andare a quella festa!
Tutto, a partire da quella gamba ingessata, sembrava averglielo detto... ma Jessica era stata veramente irremovibile!
E guarda adesso in che situazione si era andata a cacciare!
Con il ragazzo più bello, affascinante, educato, premuroso che avesse mai incontrato!
E che sembrava pure non desiderare altro che conoscere lei, anzi di più, farle da cavalier servente!
- Pronta? Possiamo andare?
- Sì.. grazie.
Giusto quello era riuscita a dire. Dato che ormai non aveva più saliva disponibile.
Ancora quello sguardo puntato su di lei. Quell'ambra che rendeva così particolare i suoi occhi.
Certo, erano lenti colorate, e forse rosse non avrebbero avuto lo stesso effetto... però rimaneva il fatto che erano tremendamenti sexy!
Sexy? Da quando lei usava quella parola?
Presto detto: da stasera, dopo aver incontrato Edward Cullen.


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Era successo di tutto, una volta usciti da quel parcheggio.
Solo ad un centinaio di metri, avevano incontrato un posto di blocco.
Presidiato, ovviamente, da colleghi di suo padre. Principalmente il loro compito doveva essere quello di evitare che ragazzi ubriachi si mettessero alla guida.
Ma quando avevano visto lei, sulla macchina di Edward Cullen, la sorpresa era stata grande.
Era riuscita a non far chiamare suo padre, solo garantendo non so quante volte che ci era salita di sua spontanea volontà su quella macchina... e che sì, andava tutto bene!
Che Edward era stato così gentile da offrirsi di accompagnarla in ospedale.
A quel punto - e si era maledetta un centinaio di volte per essere stata sincera! - ci era voluto un altro quarto d'ora per rassicurarli sul fatto che non era niente di grave, e che no, non c'era bisogno di chiamare suo padre! Lo avrebbe informato lei di persona.
Quando dopo quasi mezz'ora erano riusciti a ripartire, avevano percorso solo qualche chilometro, quando avevano bucato!
Edward era stato velocissimo e molto pratico - se fosse capitato a lei, probabilmente sarebbe stata ancora lì! - nel cambiare la gomma.
Con lei che si sentiva tremendamente in imbarazzo a rimanere con le mani in mano, mentre lui faceva tutto da solo!
Nonostante lui l'avesse rassicurata sul fatto che, anche senza gamba ingessata ad impedirglielo, non le avrebbe di certo permesso lo stesso di aiutarlo!
Erano ripartiti anche dopo questa ulteriore sosta.
Lei sempre più convinta che dopo quella sera non avrebbe mai più rivisto Edward, nemmeno in fotografia.
Ovviamente perchè lui si sarebbe rifiutato di rivedere un'imbranata patentata e - diciamolo, anche un pò portasfiga! - come lei.
Quando aveva visto l'ospedale, era stato come intravedere un miraggio! Almeno erano riusciti a raggiungerlo senza altri inconvenienti.
Parcheggiata l'auto, Edward aveva ritenuto più sbrigativo portarla in braccio sino al pronto soccorso.
Così si era di nuovo ritrovata avvolta dalle sue braccia, e di nuovo si era sentita in paradiso.
Aveva semplicemente deciso di godersi la sensazione, dato che non sarebbe più accaduto, sempre per la certezza che lui non avrebbe più voluto rivederla.
Il profumo di Edward era indefinibile, ma era piacevole oltre ogni limite immaginabile. Un pò come l'aroma del caffè quando la svegliava la mattina. O i profumi di una giornata estiva. O la salsedine nelle giornate in cui il mare era tempestoso. O lo zucchero filato delle giostre, quando era bambina. O... insomma, tanti momenti in cui si era sentita bene, come quello.
E le era sembrato che Edward l'avesse stretta un pò di più, ogni volta che uno di quei momenti si era affacciato nei suoi ricordi.
Un momento perfetto, che era stato interrotto dall'ennesimo disastro non appena erano entrati al pronto soccorso.
Un'infermeria che stava correndo con del plasma, aveva voltato l'angolo e li aveva investiti.
Una busta si era rotta e li aveva imbrattati di sangue. L'odore metallico l'aveva fatta quasi svenire. Si era sentita subito debole. Anche Edward però aveva dato segno di non gradire quell'odore.
Perchè un'imprecazione colorita - abbastanza dissonante con tutto ciò che aveva conosciuto sinora di lui - aveva lasciato quelle labbra perfette.
Anche gli occhi sembravano aver assunto una sfumatura diversa, ma poi aveva pensato che probabilmente le lenti sotto le luci al neon, facevano quell'effetto.
L'infermiera si era scusata abbastanza frettolosamente, informandoli che stava correndo in sala operatoria, dove c'era un caso grave.
Di rivolgersi alle infermiere di turno, che li avrebbero aiutati a ripulirsi.
Ma Edward, pareva sapere dove andare. Perchè, non senza un evidente sforzo nell'ignorare l'odore del sangue, aveva accelerato il passo, percorrendo altri corridoi.
Quasi in prossimità della fine dell'ennesimo corridoio, senza peraltro incontrare altre infermiere o dottori, una porta si era spalancata di colpo.
Ne era uscito un uomo che lei ricordava benissimo, biondo, statuario, ma questa volta senza l'espressione calma e serena che ricordava.
Stavolta pareva sconvolto nel guardarli e nel pronunciare "Edward! Che cosa hai fatto?!".
Ma ancora prima che Edward parlasse, qualcosa lo aveva rassicurato. Forse la sua faccia sconvolta, ma anche stupita per quella reazione. Che cosa doveva aver fatto? Dissanguato una ragazza, come un buon vampiro avrebbe fatto, per poi portarla dal suo padre adottivo?
Che poi, quale medico avrebbe adottato un vampiro?
Questi pensieri strani, quasi ridicoli, le avevano fatto capire che l'odore del sangue stava influendo pesantemente su di lei.
E lo avevo fatto presente sia ad Edward che a suo padre, prima di svenire clamorosamente e definitivamente tra le braccia del Conte Dracula.
Perchè un attimo prima del buio, aveva pensato all'immagine di quei film di categoria B, dove il vampiro compariva con la povera vittima svenuta tra le braccia: decisamente un'immagine assurda e irreale.
Quando era rinvenuta, era stesa su di un lettino, con accanto Edward e suo padre. Si era presentato, il dottor Carlisle Cullen.
Mai un dottore le era sembrato così rassicurante e si era affidata totalmente a lui.
L'aveva aiutata a ripulirsi dal sangue - altrimenti sarebbe svenuta nuovamente - e poi le aveva prospettato la soluzione al problema: il gesso andava tolto e rimesso.
Non lo aveva fatto sembrare una seccatura, o una cosa divertente, su cui sbellicarsi dalle risate con gli amici davanti ad una birra. No, lo aveva fatto sembrare come qualcosa che poteva capitare. Ed  il fatto che fosse capitato a lei, non era poi così scontato.
Durante tutto il tempo che era occorso, aveva raccontato a lei e ad Edward - che era sempre rimasto al suo fianco, neanche fosse un'operazione pericolosa! - episodi divertenti di altri pazienti a cui erano capitate sventure simili.
Praticamente, nel giro di cinque minuti, era già la paziente preferita del Dottor Cullen, e lei felice di esserlo!
Quella era la sensazione strana, come avesse conquistato immediatamente la sua fiducia!
Dopo tre ore di chiacchiere e di lavoro, aveva il suo gesso nuovo. L'altro, insieme alla bacchetta incriminata, giaceva in un angolo dello studio.
Si era congedata da Carlisle, perchè già erano passati a darsi del tu, con un arrivederci, a cui lui aveva risposto scherzosamente "speriamo non qui in ospedale!".
Ne aveva riso, certo un pò imbarazzata perchè c'era Edward presente, e ricordargli quanto fossi avvezza agli ospedali, confermava solo la teoria che era davvero un'imbranata totale.
Una volta fuori, Edward l'aveva aiutata a camminare, per raggiungere la macchina.
Senza altri posti di blocco o forature di gomma, avevano raggiunto casa sua.


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Ed ora, fermi davanti al mio vialetto, io sorretta dalle stampelle, Edward immobile davanti a me, dobbiamo salutarci.
Con la reale minaccia che Charlie piombi su di noi, se non è già crollato addormentato sul divano, davanti alla tivù.
- Una serata davvero interessante...
Inizia lui. Non senza un sorrisetto che già catalogo come un addio. Osservo i suoi vestiti macchiati di sangue e realizzo solo ora, che dovrà ripagare il danno. Mica li può restituire così dove li ha noleggiati! I miei, posso anche buttarli, ma lui no!
- Davvero, Edward, non so che dire... per i vestiti, poi...
Ma lui ride. Cioè, non è che ridacchia... ride proprio di gusto!
Io vorrei sprofondare. Perchè ho scoperto che Edward ha rapidamente conquistato un posto nel mio cuore. Qualcosa che lo fa battere più forte. E vederlo ridere di me è davvero doloroso.
- I vestiti? Di tutto quello che è successo, Bella, tu ti preoccupi per i vestiti?
Ha ragione. Ha passato una serata tremenda. E' vero che è stato lui ad avvicinarsi, ma forse non pensava che aiutarmi a risolvere il mio piccolo problema, gliene avrebbe procurati così tanti!
- Scusa... hai ragione... quella non è che la punta dell'iceberg... forse prima c'è stato l'imbarazzo per il posto di blocco, poi lo sbattimento per la gomma, poi l'essere imbrattato di sangue, poi l'aver trascorso la serata in compagnia mia e di tuo padre... che per quanto uno possa voler bene al proprio padre... ecco magari preferisce stare insieme ai suoi amici...
Ecco, sto toccando il fondo! Sarebbe più dignitoso piantarla qui. Scusarmi ancora, giurare che non dovrà mai più vedermi, nemmeno in fotografia e liberarlo dalla mia presenza!
Okay, un bel respiro e ce la posso fare.
- Edward, scusami. Per tutto. Ti giuro che sparirò. Sarò solo un brutto ricordo, anzi magari nemmeno quello.
Lo fisso in quegli occhi dorati. Che in realtà non è che mi guardino proprio male. Ma forse voglio illudermi che non sia proprio una disfatta totale. Magari c'è un barlume di speranza che almeno sia soddisfatto di aver commesso una buona azione: aiutare una povera sfigata come me!
- Cancellami. E riprendi la tua vita come se niente fosse succes...
Sono due labbra morbidissime, anche se un pò gelate a dire il vero, che mi interrompono.
Sono le labbra di Edward Cullen! Incollate alle mie! Mi sta baciando!
E se non fosse che mi sta tenendo, sarei finita lunga distesa per terra! Perchè le mie braccia sono automaticamente finite intorno al suo collo, peraltro un pò gelato anche lui, per attirarlo più vicino.
E la mia proverbiale timidezza? Non so, dispersa al tocco elettrizzante di quelle labbra.
Un bacio che non so quanto sia durato. Ma che mi ha intossicato. Come il suo profumo ha fatto tutta sera.
- Bella, potrei fare tutto, tranne che riprendere la mia vita senza di te.
Eh? Ma lo ha detto davvero? O sono completamente impazzita?
- Pensi sarà possibile che tu prenda in considerazione l'idea di frequentare un vampiro, nell'immediato futuro?
Un vampiro? Frequentare un vampiro? Ah, già... la storia del Conte Dracula! Ogni tanto ho fatto riferimento al suo travestimento...
- Vegetariano, giusto?
Non credo di essere nel pieno delle mie facoltà mentali. Non con lui che mi guarda così, stringendomi più forte.
- Giusto.
Ma anche se ne andasse della mia vita, lo frequenterei. Ne sono sicura, anche se lo conosco solo da poche ore. Ha già un posto nel mio cuore.
- Edward, penso che se anche volessi il mio sangue, ti frequenterei lo stesso...
L'idea che stia per saltarmi addosso, qui davanti a casa mia, con mio padre addormentato sul divano, è fortissima.
Ma non mi spaventa, anzi.
Quasi glielo sto per chiedere io. Sempre meno timida e sempre più coinvolta.
- Bella... io... devo... andare... ora...
E no! Questo no! E tutto si sgonfia. Anche la mia improvvisa felicità.
Mi sorregge sempre, ma tenendomi lontana da lui.
- Scusa... forse stiamo correndo un pò troppo, effettivamente...
Lui sembra quasi pentito. Troppo bello per essere vero. Devo tornare alla realtà. Probabilmente per un attimo ha voluto farmi uno scherzo. Uno scherzo stupido, indubbiamente.
- No, non è come pensi, Bella.
Sembra di nuovo coinvolto. Insomma, vuole o non vuole? Inizio ad essere un pò troppo confusa e stanca.
- E allora, Edward, cosa devo pensare?
- Che sono un pazzo...
Andiamo bene! Che risposta è? Sembra la gemella di "figurati... è importante per me".
- Un pazzo perchè ti ho appena chiesto di poter far parte del tuo futuro...
Basta! E' troppo. Prima sì, poi no, non aspetterò il forse...
- Edward, grazie di tutto. Di avermi aiutato, di avermi sopportato, di avermi condotto da tuo padre, di avermi riaccompagnata a casa sana e salva...
Vorrei aggiungere "anche se infelice" ma credo sia stupido.
E adesso, con la mia proverbiale abilità, dopo essermi liberata dalla sua presa, tento di rimanere in equilibrio e di riprendere le stampelle contemporaneamente.
Non so cosa stia pensando, ma tanto ha già capito quanto possa essere ridicola.
Dopo uno sforzo non da poco, almeno una stampella la raccatto. E quando mi sollevo e lo trovo immobile, dopo che è stato cortese per tutta la serata, capisco che è proprio andata così: ha creduto di volermi conoscere, ma poi quando è successo ha capito che voleva fare solo marcia indietro.
Cerchiamo quindi di uscire da questa situazione il più dignitosamente possibile.
Sorreggendomi con una stampella sola, sollevo il mento e guardandolo negli occhi parto decisa.
- Ti auguro un buon soggiorno qui a Forks per tutto il tempo che rimarrai. E poi un buon rientro in Alaska.
Poi tendo l'altra mano, quella libera.
- E' stato un piacere, almeno per me, conoscerti.
Niente, la guarda ma non la stringe.
E va bene, non stringiamoci neanche la mano. Finiamola così. Verbalmente, dopo che però ci siamo baciati, non riesco a fare a meno di pensare.
- Ciao.
Niente. Sempre lì, immobile come una statua. Forse, dopotutto, meglio riflettere su Edward Cullen e il suo strano comportamento di questi ultimi cinque minuti. Anche se il mio cuore continua a battere forte, nella speranza che cambi idea.
Che mi trattenga. Che mi dica "Bella è vero che ti voglio nel mio futuro. Ho solo avuto paura che tu mi rifiutassi..."
Anche se da come ho risposto al suo bacio, difficile che potessi pensare di rifiutarlo.
Sono ormai davanti alla porta. Sfilo le chiavi, le inserisco, apro.
Niente. Sento la sua presenza sempre immobile. Appunto immobile. Forse l'ultimo scrupolo che non mi rompa l'altra gamba proprio qui fuori, davanti a lui. Dove potrebbe sentirsi ancora moralmente responsabile.
Se mi succede dentro casa è diverso. Affari non più suoi.
Mi impedisco di voltarmi. Entro e mi richiudo la porta alle spalle. Delicatamente.
L'ultima cosa di cui ho voglia è svegliare adesso Charlie.
Doverlo informare perchè sono sporca di sangue e perchè ho un gesso nuovo.
Almeno domattina vedrà solo il gesso nuovo.
Cerco di fare le scale producendo il minor rumore possibile. Non senza uno sforzo notevole.
Se mi avesse portato su lui, lo avrebbe fatto con meno fatica.
Già mi rimprovero. Devo smettere di pensare a lui. Lo devo cancellare. E' stato piacevole - seee, solo piacevole? - okay, è stato sconvolgente conoscerlo, ma devo comunque cancellarlo.
E' finita ancora prima di iniziare, cosa dovrei ricordare?
Magari quel bacio mozzafiato? O magari quegli occhi mozzafiato? O quel sorriso mozzafiato?
Finalmente ho raggiunto camera mia.
Apro piano la porta, mica che Charlie si sveglia proprio ora che ce l'ho quasi fatta!
La richiudo e sto per gridare, se non fosse che una mano morbida - anche se gelida - me lo impedisce.
- Bella, ti voglio nel mio futuro, non ho dubbi.
Come fa ad essere in camera mia, quando l'ho lasciato in fondo al vialetto, vicino alla sua macchina?!
- Solo che non so davvero se tu vorrai un vampiro nel tuo.
Black-out, cortocircuito, fusione, punto di rottura, visioni, sono solo alcune parole che mi vengono in mente e che possono ricondursi a come mi sento in questo momento.
Edward Cullen sta forse dicendo che E' il Conte Dracula?!
- Bella, se adesso griderai, capirò. Me ne andrò e non mi vedrai mai più!
Prego? Non lo vedrò mai più?!
Scuoto la testa. Vigorosamente.
- Okay, capisco. Perdonami. Ho commesso un grandissimo errore... solo che... solo che mi sono innamorato di te nel momento in cui ti ho vista... in cui ho sentito la tua voce, i tuoi pensieri...
No, no... non ha capito nulla!
- ... il tuo profumo, poi, mi ha fatto letteralmente impazzire!
Il mio? E il suo? Quasi mi ha drogata!
- Perdonami... anche per quel bacio, non avrei dovuto... ma non ho resistito!
Se non  l'avesse fatto lui, lo avrei fatto io!
- Bella?
Finalmente un tono interrogativo! Allora è vero che senti i miei pensieri...
- Bella? Ma non hai paura?
NO! E se togliessi quella mano...
Immediatamente mi lascia andare. Per guardarmi ora lui stupito.
- Bella, io sono davvero un vampiro.
- E io sono davvero un'imbranata patentata... come vedi ognuno ha i suoi difetti.
Non è da tutti lasciare un vampiro senza parole. Qualcosa che mi dovrò ricordare negli anni a venire.
- Bella...
- Edward...
Ci guardiamo negli occhi.
E tutto il resto so già che diventerà solo una storia divertente da raccontare: ossia come si sono innamorati una vittima della strada e il Conte Dracula, ad una festa di Halloween.
  
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