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Autore: nimue89    19/04/2010    1 recensioni
Non avrebbe pensato a niente. Il vuoto! Totale! Non ci sarebbe stato più niente per indimenticabili brevissimi istanti!!! Niente paure, niente ansie e preoccupazioni, niente disperazione e niente dolore! Niente emozioni! Niente di niente!!! Sarà questa la soluzione per i problemi di Sirius??
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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… Droga …

 

 

 

 

n.d.A: Ci terrei a precisare che questa storia non ha intenzione di offendere nessuno e in nessun modo cerca di fare la morale a chicchessia… ho utilizzato questo tema esclusivamente per ispirazione senza arrogarmi il diritto (assurdo!) di giudicare!!

Grazie!

 

 

 

Era nero di rabbia, furioso era dire poco, come si era permesso Sirius di trattarlo come

uno qualunque, diavolo lui era uno dei malandrini, uno dei suoi tre (due, se escludiamo Minus, che nn ha molta importanza) migliori amici e si era illuso di essere qualcosa di più, si stava comportando come un emerito stronzo che come al solito non capiva un cazzo!!!

Remus Jhon Lupin stava saettando nei diversi corridoi della scuola incurante degli studenti intorno a lui che dovevano spostarsi per non essere travolti dalla sua furia.

Assicuratosi con stizza il mantello alle spalle, si diresse di tutta fretta alle sponde del lago nero, sceso il pendio erboso si ritrovò davanti alla riva ghiaiosa del lago.

Immaginando che ci fosse Sirius in quell’acqua scura,scagliò con più violenza possibile dei sassi raccolti più e la nell’acqua, fino a che non ne fu stanco e il suo braccio cominciava a dare segni di prossimo cedimento.

L’ultima pietra cozzò contro una grossa radice,che galleggiando placidamente si  stava avvicinando alla riva,producendo un sonoro TUCK!

Sirius si era dimostrato con la testa più dura di quella grossa radice, se fosse stata la sua testa molto probabilmente il sasso si sarebbe spaccato in due!

Le prime gocce e i nuvoloni nere che sovrastavano Hogwarts preannunciavano una vero e proprio diluvio autunnale…

…la pioggia cadeva man mano più fitta e Remus stava correndo in prossimità del Platano Picchiatore, per rifugiarsi nell’albero cavo e nella Stamberga Strillante.

Con un lungo bastone, per tenersi a debita distanza, toccò il nodo sul tronco e immediatamente i rami che agitandosi frustavano l’aria, si arrestarono immobili.

A quel punto riuscì facilmente a scivolare all’interno del passaggio e a ritrovarsi nelle stanze polverose della Casa Stregata più famosa di Hogsmade;raggiunse la stanza che lui e i Malandrini avevano adibito a loro rifugio nelle notti di luna piena.

Accese con l’aiuto della magia il caminetto pulito, sedendosi sulla soffice poltrona li davanti, ma il suo pensiero continuava a tornare a quel pomeriggio e a quella furiosa litigata con il suo compagno di malandrinate…

 

… Erano appena usciti dalla Sala Grande dove avevano appena pranzato che il moro dagli occhi grigi del loro gruppo era già sparito, a pensarci bene era qualche giorno che era strano:

il giorno prima era rimasto in stato catatonico per circa cinque minuti senza che gli amici riuscissero a svegliarlo, passava da momenti di sonnolenza assoluta  a momenti dove non si riusciva a tenerlo fermo e i suoi favolosi occhi grigi erano sempre rossi e ridotti a due fessure per il maggior tempo del giorno.

Morale non erano ancora riusciti a trovarlo,James raggiunse Lily in biblioteca e così Remus decise di andare in dormitorio, li avrebbe trovato Sirius o al massimo lo avrebbe aspettato portandosi avanti con Trasfigurazione.

Entrato in stanza però trovò il moro steso sul proprio letto intento a trafficare con delle pillole.

“Ciao Paddy!Che fai?”

Il ragazzo sorpreso di trovarselo in stanza,sbiancò in un attimo e in tutta fretta cercò di nascondere le pillole

“Moony!...ciaoo!...che ci fai qui?Pensavo saresti andato a studiare con James e con…”

“Cosa sono quelle pillole?”chiese glaciale il licantropo sospettoso.

“Pillole?Ah queste…nnh!..niente!Sono pillole… per…per… il mal di testa!!!” diventando tutto d’un tratto imbarazzato

“Ah si?!?Dammene una allora… dopo due ore di trasfigurazione ho la testa che mi si sta spaccando in due!!!”lo sfidò allora il biondo sospettando dell’altro.

“EH?!? N-no io non … non puoi prenderla …non…non hai la ricetta!Per prenderla serve una ricetta e …non vorrei che ti facesse male!!!”cercò di giustificarsi l’altro.

“Stronzate!!!”

“Come?”

“Sono tutte stronzate!!!Cosa sono quelle pillole?”

“Niente!!Senti ne riparliamo dopo…ho da fare un paio di cose …e..”tentò di sussurrare il moro che afferrata la borsa stava andando verso la porta;

“Sirius, non farmi girare i coglioni!!!Dimmi cosa sono quelle pillole!?!”sibilò tra i denti iniziando ad alterarsi il suo interlocutore afferrandolo per un braccio,“Le pillole!Cosa sono?”

“Ma si può sapere che cazzo vuoi??”

“Che cazzo voglio?CHE CAZZO VOGLIO?”chiese Remus alterandosi sempre di più

“SI! SI PUO’ SAPERE CHE CAZZO VUOI DA ME???”urlò Sirius strattonando la presa sul suo braccio e parandosi di fronte a lui a braccia incrociate.

“VOGLIO SAPERE COSA SONO QUELLE PILLOLE!!!”

“Remus, fammi un favore: fatti i cazzi tuoi!!!”gli sussurrò voltandosi di nuovo verso la porta.

“I CAZZI MIEI???Hai ragione da due settimane a questa parte mi parli a stento,come posso sperare che TU faccia ancora parte dei cazzi miei?”chiese amaro e sconsolato il lupo.

“Io non ti parlo a stento!Solo che ho un sacco di cose da far…”

“Ma finiscila Sirius, vedi di non propinarmi delle palle che non stanno in piedi, comunque volendo puoi chiedere a quel Natan di Tassorosso no?Ultimamente passi più tempo con lui che con noi malandrini e che con me!!!”

“Non è vero!!!”

“Ah no?Allora vediamo… cosa hai fatto martedì, tra divinazione e erbologia ?Immagino Natan!....e vediamo giovedì pomeriggio dopo le lezioni?James aveva indetto una riunione dei malandrini…deduco che tu non ti sia ricordato, anche se Ramoso ti ha rotto le palle tutta una settimana per ricordartelo,comunque…mmh! vediamo forse Natan e ieri mattina alle prime due ore?Fammi indovinare?Natan?”chiese ironico il malandrino.

“D’accordo forse è vero passo un po’ più del dovuto con lui …ma…”

 

“Ti sei innamorato di lui?”questa domanda appena mormorata ghiacciò il sangue al moro che sentendo un gran freddo all’altezza del petto si volse a cercare gli occhi del biondo, una volta incrociato lo sguardo fiero e fintamente indifferente del compagno Sirius chiarì:

“COSA?Sai benissimo che non potrei mai… TI AMO REMUS! Questo non potrà mai cambiare!!!Natan non centra proprio niente! Credi davvero che sia così semplice scordarsi di te?”

“Non lo so!Mi sembra di non sapere più niente in questo periodo!”sussurrò avvilito il biondo passandosi una mano sul volto e tra i capelli.

Immediatamente due salde braccia lo abbracciarono delicatamente e il profumo dolce lo avvolse e appoggiando la testa sul torace sospirò:

“Ti amo tantissimo anche io Sir…ma… c’è qualcosa che non va!Sei lontano, dannatamente lontano e non so cosa fare per riafferrarti!!!”

Accarezzandogli i capelli e baciandogli la nuca il moro cercò di consolarlo:

“Vedrai che non è niente…sarà solo un periodo così!”

“No Sirius! Non è solo un periodo, non voglio vederti star male… dobbiamo parlare è una cosa seria”disse sciogliendosi dal suo abbraccio e guardandolo attentamente” …finche erano un paio di canne, ci stavo anche io …ma ora… dio Sir… non ti accorgi?Ti impasticchi cazzo!!!”

Come se fosse stato uno schiaffo in pieno viso la consapevolezza gli si rovesciò addosso, non che non lo sapesse intendiamoci, ma un conto è saperlo e non ammetterlo, ma un altro conto è sentirselo dire da una persona a cui tieni.

Di scatto si allontano come se una mano invisibile lo avesse davvero colpito e girò le spalle al compagno sorridendo con infinita tristezza.

“Lasciami in pace Remus, non c’è niente che tu possa fare!”questa affermazione fu molto peggio di uno schiaffo per il biondo era come se una mano invisibile gli stritolasse il cuore come per volerlo fare a pezzi, per un attimo rimase senza fiato soffocato dall’ impotenza.

“VAFFANCULO SIRIUS!NON CAPISCI PROPRIO UN CAZZO!!!”esplose dopo un attimo,la risposta non arrivò dato che il rampollo di casa Black continuò a rimanere voltato guardando fuori dalla finestra, verso il lago nero.

“TSHK!NON PENSAVO FOSSI COSI …COSI TESTA DI CAZZO SAI?!!”gli urlò contro il biondo avviandosi incazzato verso la porta, poi di botto tornò sui suoi passi fino ad avvicinarglisi per sibilargli:

“Sai cosa ti dico?Fai quello che ti pare … dopotutto la vita che ti fotti è la tua!”

Dopo di che in un attimo era già fuori dalla stanza sbattendo la porta tanto da fare traballare tutti i vetri delle finestre.

 

Appena se ne fu andato Sirius si lasciò scivolare contro la parete e con il volto tra le mani maledisse se stesso e il giorno in cui aveva preso per la prima volta una di quelle fottutissime pastiglie che ora gli sembravano la cosa più essenziale di tutte.

Si maledì per aver lasciato uscire da quella porta e probabilmente dalla sua vita una delle persone per lui più importanti e non faticò a credere che anche l’altra persona fondamentale per la sua esistenza nel giro di pochi giorni avrebbe chiuso tutti i ponti che ancora li legavano.

Un senso di abbandono e di disperazione lo invase dall’interno e ancora una volta si ritrovò a benedire quelle dannate pastiglie che l’avrebbero fatto sentire bene per qualche istante.

Non avrebbe pensato a niente.

Il vuoto!

Totale!

Non ci sarebbe stato più niente per indimenticabili brevissimi istanti!!!

Niente paure, niente ansie e preoccupazioni, niente disperazione e niente dolore!

Niente emozioni!

Niente di niente!!!

 

 

 

 

 

 

 

Nel frattempo alla stamberga strillante…

 

 

˜IL CREPUSCOLO DELLA SERA

 

Ecco la sera affascinante, amica del criminale;

viene come un complice, a passo di lupo;il cielo

si chiude lentamente come una grande alcova

e l’uomo impaziente si muta in belva atroce.

 

O sera dolce, desiderata da chi ha braccia

che senza menzogna possono…

…che senza menzogna possono…

…che senza menzogna possono…  ˜

 

 

“Dannazione!”sibilò al silenzio della stanza e alla sua mente raminga,” non riesco neanche a leggere!” scagliando malamente il libro contro la parete di sasso.

Subito dopo stava raccogliendo il volume da terra, sistemando le pagine che si erano piegate:

“Mi dispiace vecchio mio, il tuo celebre - i fiori del male - per questa sera può aspettare… proprio non riesco a rimanere concentrato!e trovo sia un insulto al tuo mastodontico genio leggere i tuoi versi senza capirli e “viverli”!Non credi?”

Svogliatamente riaffondò nella soffice poltrona rossa e allungando la mano riuscì a raggiungere senza sforzo il calice di vetro contenente un denso vino rosso.

 

 ءDopotutto anche il grande Baudelaire si ubriacava e si drogava e non si può dire che questo l’ abbia limitato!Basta leggere qualche suo verso!... ma Sirius … tzhk!ء

 

Sorseggiò il vino … lo fece rotolare con cura sulla lingua facendo in modo che le papille gustative si abituassero al sapore,dopodiché deglutendo lo sentì scivolargli nella gola e un piacevole e consolante calore invadergli il petto e l’esofago.

Ripose il bicchiere con lentezza sul tavolino intarsiato di legno scuro e si voltò a guardare i vetri, che debitamente recuperati,riparavano l’interno del loro rifugio dalla pioggia gelida e dalle incessanti raffiche di vento.

Il suo pensiero era fisso; rivolto alla scuola, alla torre dei Grifondoro, alla loro stanza e a Lui!!!

Chissà se aveva riflettuto sulle cose che si erano detti o se era ridotto ad un manichino da quelle maledette pastiglie!

Non sapeva minimamente se era stato crudele o ingiusto a parlargli così, ma non riusciva a pensare che potesse essere così egoista e non pensare alle persone che gli volevano bene!

Come gli aveva sussurrato in effetti era la sua vita che rovinava… ma il dilemma era, sarebbe stato a guardare la sua distruzione?

Sarebbe riuscito a guardare solo da spettatore la persona che amava di più al mondo gettare la sua vita in pasto alla dipendenza?

Senza fare niente?

Senza stargli vicino?

Non riuscì a trovare nemmeno una risposta per queste domande ma sapeva soltanto di amarlo con tutto se stesso e con tutta l’anima.

Ogni singola fibra del suo corpo era legata a Sirius Black … senza di lui … c’era un futuro senza di lui?

 

 

 Un freddo pungente che si insinuava nelle ossa, la sera umida, la pioggia e il vento che gli sferzarono il viso aggredivano lo studente che si stava aggirando per i prati quella sera.

La pioggia riuscì in parte a svegliare Sirius, dal torpore indotto dalle pasticche, dato che non si era alzato il cappuccio sui finissimi capelli d’ebano e sul volto.

Avanzava con fare risoluto, ma con passo ancora un po’ ciondolante, sull’erba bagnata del prato ai piedi del platano picchiatore, avvicinandosi piano incurante dei rami nodosi che sferzavano la notte e la furia della bufera.

Non si accorse di un massiccio braccio dell’albero che gli planava rovinosamente addosso scagliandolo lontano e facendolo ruzzolare tra l’erba fredda.

Ora era del tutto “sveglio” e  cosciente di dove si trovava, fin troppo cosciente, era ai piedi dell’albero: troppo vicino ai pericolosi rami ma troppo lontano dal nodo che avrebbe fermato il frenetico movimento della pianta.

Con prontezza grazie ad un incantesimo di appello, richiamò a se un lungo ramo che spinse con forza sul nodo.

Come per “magia” il grosso albero si immobilizzò e lui riuscì a varcare il passaggio che lo avrebbe  condotto alla stamberga!

Salendo le scale cigolanti non potè fare a meno di notare la luce tremolante, probabilmente del camino o di alcune candele, che filtrava da sotto la porta di fronte alle scale;dove di solito trascorrevano le notti di luna piena.

Si trovava silenzioso e serio davanti alla porta di legno che vecchia com’era avrebbe sicuramente tradito la sua entrata in scena… a quel punto cosa gli avrebbe detto?
Non sapeva neanche se voleva parlargli.

Si era diretto li, immaginando di trovarvi il biondo, ma senza alcuna sicurezza.

Cosa diavolo poteva dirgli?

Avrebbe dovuto scusarsi per quello che gli aveva detto e per averlo lasciato andare senza una parola?

Sarebbero bastate delle semplici scuse?

Sicuramente l’istinto di lupo di Remus lo aveva già avvertito della sua presenza; cosa doveva fare?Entrare nella stanza forse?

Preso il coraggio a due mani e obbligate le sue gambe, che non davano segno di voler assecondare il suo cervello,a muoversi, spinse con un gesto la porta che come previsto cigolò.

Il cigolio non sorprese ne spaventò l’occupatore della sala, che non diede il minimo cenno di voler parlare o di volersi muovere;nonostante questo però il suo sguardo serio, e ferito, era fisso in quello del compagno.

Non abbassava lo sguardo e non lo allontanava!Stava aspettando qualcosa?Che parlasse forse?

Che cosa c’era da dire? Cosa si poteva dire in una circostanza del genere?

“Remus … io…” iniziò a parlare il moro, ma incerto s’interruppe sperando che il pesante silenzio che si era formato fosse rotto dal biondo, ma questo non accadde;infatti l’occupante della poltrona stava tranquillamente aspettando che trovasse le parole e che riuscisse a spiegarsi.

“…io.. n-non so …non so cosa dire, credimi!o, volevo scusarmi… si, per - per come ti ho trattato prima!Dovrei collegare il cervello prima di parlare! Non volevo, non avevo la minima intenzione di ferirti… davvero!... solo che messo davanti all’evidenza, non che non me ne rendessi conto sia chiaro, io mi sono sentito…mi sono sentito..Dio Remus, sono un coglione, un emerito coglione!!!Quelle maledette …” si fermò un attimo per riuscire a continuare pronunciando quella parola,” … pasticche,.non mi fanno provare niente, non sento, per pochi attimi, tutte quelle emozioni negative che sembrano stritolarti, ti senti solo invincibile, forte, euforico e non pensi a niente… a niente!”

Facendo una pausa per riprendere fiato si scostò dalla porta,che si richiuse con lo stesso cigolio con cui si era aperta, per avvicinarsi al tepore sprigionato dalle fiamme che danzavano nel grande camino di pietra.

Allontanata la concentrazione dal calore che lambiva le dita, delle mani protese verso il fuoco;rimase silenzioso ancora qualche secondo giusto per mettere in ordine le idee,e le parole giuste per esporle, sotto lo sguardo attento e paziente di Remus che sembrava studiare i suoi movimenti, le sue espressioni e le sue parole.

“Non so perché l’ ho fatto… non penso di averne avuto realmente il motivo, ma sembrava tutto così semplice così, tutta la felicità di un momento in una sola pasticca, era tutto così semplice !!!”

“Non è stato l’ennesimo gesto per marcare la mia figura di figlio ribelle, no… è stata una cosa … So che sembra il colmo, dato che sono circondato di felicità: i malndrini, James, TU… ma … la tensione dei M.A.G.O,l’aspettativa dei prof, la stanchezza, le lettere dei miei, Regulus che vedo ogni giorno…tsh! non lo so… magari sono solo scuse…non so!Era la cosa più semplice… tutto si risolveva in un solo attimo!”

Sospirando alzò lo sguardo, che era stato fisso su un tappeto indiano, sugli occhi ambra del lupo e deciso dichiarò:

“Non voglio la tua compassione… o la tua pena, so di essere… di essere … dipendente di queste pasticche, me ne rendo conto…ora! Devo farmi aiutare, da solo non penso di farcela… da solo so di non farcela!ma provare non mi costa niente, più o meno.

Ho deciso … ho deciso di dirlo a Silente, lui è l’unico che può aiutarmi o almeno può farmi conoscere le persone che possono farlo!!!

Sono venuto solo a dirtelo…mi dispiace di averti fatto pesare questa situazione; scusami…davvero!”

Remus però continuava a stare in silenzio e stava dando l’idea di soppesare tutte le parole che erano state dette.

Lentamente si alzò dalla poltrona avvicinandosi sempre di più al moro e delicatamente gli carezzò una guancia:

“… l’importante era che te ne sei accorto, che ne sei consapevole; è già un passo avanti no?Da solo non puoi farcela, è vero, ma c’è Silente, James, ci sono IO”gli sussurrò quasi sulle labbra prendendogli il volto tra le mani, “i celeberrimi malandrini riusciranno a sistemare anche questa!Vedrai andrà tutto bene!!!” lo confortò abbracciandolo stretto e carezzandogli la nuca.

Sirius con il volto nascosto nell’incavo del collo dell’altro chiuse gli occhi, si rilassò confortato dalle sue parole e dal suo profumo.

Sorrise, solleticando con il fiato caldo il collo di Remus, che idiota era stato;

quegli attimi tanto agoniati, quei momenti di serenità dove nessun tipo di paura, disperazione, stanchezza e nessun tipo di sentimento negativo poteva raggiungerlo, erano stati sotto il suo naso per tutto questo tempo ,non li aveva visti, li aveva cercati in delle pillole… ed invece erano lì, così vicini:

proprio ora stava vivendo uno di quei momenti!!!!

 

 Fine!

N.D.A. La poesia riportata è "crepuscolo della sera" di Charles Baudelaire  nei "Fiori del male"

  
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