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Autore: Crazy Amber    19/04/2010    4 recensioni
"Ficcy partecipante al Birthday's Contest indetto da Himechan"
La ragazza si alzò leggermente dalla sedia dov'era seduta, posta dietro alla cassa, sollevando appositamente un lembo di gonna turchese, così da lasciare scoperte le belle gambe abbronzate ed ammiccò in direzione di Al, il quale provò il fortissimo impulso di correre fuori da lì per rinchiudersi in casa e non uscire più. Ma che diavolo ci faceva lui in un sexy-shop?
Prendete il compleanno di Edward, una Winry piuttosto nervosa, un Al puro e innocente e un piccante Sexy-Shop...cosa ne verrà fuori?
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick Autore: Yahoithebest;
Titolo: Sexy-Shop is better!;
Fandom: Full Metal Alchemist;
Genere: Comico; Romantico;
Protagonisti: Edward Elric; Alphonse Elric; Winry Rockbell;
Rating: Arancione;
Pairing: Elricest;
Avvertimenti: Shounen-Ai; One-shot;
Note dell'autore (facoltativo): Eh sì, dopo tanti giri e rigiri ce l'ho fatta!! Ho terminato la ficcy Elricest che da tanto mi tormentava!! Mi sono divertita tantissimo a scriverla, anche se ci ho messo diciamo, due giorni di lavoro continuo, ma ammetto di essere soddisfatta. Buona lettura^^
Trama: Alphonse era sempre stato un ragazzo tranquillo. Non c'era niente che lo potesse far alterare in qualche modo, era gentile e amabile con tutti...tranne che in un certo periodo dell'anno dove si trasformava in una persona completamente opposta. Il compleanno del fratello. Ma cosa succederà quando, chiedendo aiuto ad una scontrosa Winry, verrà trascinato a sua insaputa in un sexy-shop?


Sexy - shop is better !



Era il 29 Dicembre, e in casa Elric si respirava un'aria insolitamente eccitata.
Sarà stata colpa della tremenda nevicata del giorno prima, che aveva imbiancato il mondo di un allegro bianco acceso, della contagiosa euforia di Winry o più semplicemente di quel concentrato di eccitazione pura che veniva chiamato più comunemente Alphonse Elric.
Sarà stato un miscuglio di tutti questi fattori che fecero in modo di rendere l'atmosfera ricca di una contagiosa euforia, difficile da ignorare e alla quale resistere.
Era da circa quattro giorni che Al correva per casa con un larghissimo sorriso stampato sul volto, saltellando avanti e indietro come una molla, ordinando a tutti cosa fare affinché tutto fosse stato perfetto per quel giorno.
Winry odiava quella parte dell'anno. La odiava nel modo più assoluto.
Non per cattiveria, ma se avesse potuto, l'avrebbe abolita. Avrebbe abolito senza nessun rimpianto la settimana che precedeva il 30 Dicembre.
Era in quel periodo che la febbre "pre-compleanno del nii-san" colpiva il piccolo e calmo Alphonse Elric, rendendolo più esuberante e attivo di un grillo e, diciamolo senza peli sulla lingua, anche leggermente insopportabile.
Non potevi muovere un passo senza trovartelo dietro, le sopracciglia bionde corrucciate per la concentrazione, attentissimo ad ogni tuo movimento e sempre pronto a rinfacciarti e a correggere un qualche errore nello sistemare questa o quell'altra decorazione.
E, si sapeva, a Winry i tipi così non piacevano. Non piacevano affatto...
-Winry!-
La bionda saltò sul posto, lasciando correre la mano sopra all'impugnatura della chiave inglese - fedele amica - sempre al suo fianco.
Il visetto sorridente di Al si affacciò da sopra la sua spalla nuda, fissando con gli occhietti dorati il lavoro che stava svolgendo ormai da quattro ore.
Proprio non capiva. Tra tutte le mansioni che c'erano da svolgere, proprio a lei il compito di preparare la torta di compleanno? Tutti sapevano che era negata in cucina. Certo, era bravissima a fare la torta di mele, ma per quell'occasione ci sarebbe voluto più di un semplice dolcetto. E a meno che ad Al non fosse venuta l'improvvisa voglia di avvelenare tutti, avrebbe fatto la cosa più giusta e sensata, ovvero chiamare la pasticceria di Resembool per prenotare una vera torta.
Non quell'essere informe e fatiscente partorito dalle sue manine candide.
-Al...- esclamò Winry, cercando dentro di sè almeno quattro buoni motivi per non afferrare di scatto quella bella testolina bionda e staccarla dal corpicino che in quel momento, gravava a peso morto sopra di lei. Le pupille dorate di Alphonse passarono in rassegna il tavolo, che in quel momento assomigliava ad un campo di battaglia , fermandosi più volte sull'impasto di uno strano color verdognolo contenuto dentro alla terrina rossa di zia Pinako, dove fino a qualche secondo prima annegavano le mani di Winry. Annusò appena l'aria, storcendo poi il naso mentre un espressione di disgusto gli si disegnava sul viso.
-Winry... perchè c'è odore di lubrificante?-
-Ehm...- Cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo. Non andava bene. Non andava affatto bene come si stavano mettendo le cose.
-Lu... lubrificante? Ma dove? Andiamo non fare... lo scemo- balbettò la ragazza, passandosi una mano sopra alla fronte sudaticcia, scostando un ostinato ciuffo biondo appiccicatoglisi attorno alla pelle, mentre cercava in tutti i modi di nascondere la bottiglietta contenente un liquido scuro e la sua adoratissima attrezzatura aggiusta-automail. Se l'avesse scoperta, non sapeva cosa le sarebbe accaduto...
Il biondo sospirò sconfitto, alzandosi dal corpo teso della ragazza e sciogliendosi in un sorriso che - almeno secondo il suo punto di vista - aveva un che tutt'altro che amichevole.
-D'accordo ho capito...- sussurrò, lisciandosi una piega della maglietta azzurra all'altezza del petto, macchiata in più punti da alcune goccioline di vernice rossa, e si voltò dandole la schiena, la coda dorata che danzava al ritmo dei passi leggeri.
Winry rabbrividì leggermente, stringendo maggiormente la chiave inglese al fianco magro, lasciato scoperto dall'abituale top nero che era solita usare durante i suoi lavori di meccanica. Quelle macchie rosse cremisi assomigliavano tantissimo a delle gocce di... di...
"Oh Win , quante paranoie...non è di Ed che parliamo, ma di Al... Alphonse, il dolce, tenero, calmo Al"
L'occhiataccia che il biondo le lanciò però, non aveva assolutamente niente di dolce, tenero e calmo, anzi...
-Diavolo!- imprecò la bionda a denti stretti, afferrando al volo uno straccio mezzo consunto e sporco d'olio dalla tavola sommersa di farina bianca, che svolazzava da tutte le parti facendola starnutire di brutto.
Si decisamente... odiava quel periodo dell'anno!

Si sedette sul divano, lasciandosi andare stancamente sui divanetti scarlatti e tirò un lungo sospiro.
La ragazza alzò lentamente la testa, affiorando dallo schienale del divanetto per metà viso, lanciando brevi e furtive occhiate in tutte le direzioni.
Bene.
Nessun biondino in vista.
La bionda si lasciò scivolare nuovamente sul divano, chiudendo gli occhi e portandosi il braccio sulla fronte.
Era stanchissima.
Non ne poteva più di quel piccolo mostriciattolo che era diventato Al.
L'aveva letteralmente costretta a lavare e a tirare a lucido tutta casa, senza contare il lavaggio delle tende, la stiratura dei vestiti, e l'apparecchiatura della tavola che avrebbe dovuto ospitare poi tutti gli stuzzichini per la festa.
Winry si stiracchiò, allungando braccia e piedi in avanti e borbottò qualcosa, afferrando poi dal tavolino scuro di fronte a lei un giornale di meccanica.
Stava per immergersi nella lettura- finalmente un giornale che contenesse argomenti intelligenti e interessanti- quando un urlo agghiacciante e disumano irruppe nel silenzio calato nella stanza.
-Al!- Balzò in piedi, raggiungendo di corsa la tromba delle scale.
L'urlo proveniva dal piano superiore.
"Ossignore, cosa gli sarà successo?" pensò sgomenta, assumendo un ritmo di corsa più veloce.
Inciampò malamente su un gradino, rischiando di ruzzolare giù dalle scale e al contempo di rompersi la caviglia, per poi lanciarsi con quanta forza aveva in corpo contro alla porta della mansarda, dove il ragazzo si era rintanato per un paio di minuti.
Alla seconda spallata però, la porta si aprì di scatto, rivelando un Alphonse in una situazione alquanto inquietante: gli occhi spalancati all'inverosimile, tanto che Winry non si sarebbe di certo meravigliata se i bulbi oculari si fossero svuotati da un momento all'altro.
La bocca, anch'essa spalancata oltre la capacità umana, tradiva un espressione dannatamente preoccupata.
Senza contare poi il tremore che aveva preso possesso delle sue mani.
-Al che ti è successo?- domandò la ragazza, dalla sua posizione rannicchiata per terra, mentre si massaggiava la spalla dolorante per la botta subita.
Alphonse abbassò gli occhi sull'amica, la quale sobbalzò appena trovandosi improvvisamente nel campo visivo di quello sguardo alquanto pauroso, e borbottò una frase incomprensibile, nella quale la giovane riconobbe solo due parole: -...no regalo....-
-Che cosa? E tu hai fatto tutto questo casino solo perchè non hai il regalo per Ed?- gli urlò contro, la chiave inglese già pronta fra le mani, vogliosa di essere lanciata contro qualche incauta fronte.
Al si allontanò velocemente, rifugiandosi dietro ad una poltroncina immacolata e prese a gesticolare malamente, colpa dell'agitazione:
-Non capisci è gravissimo Winry! Io non so nemmeno da che parte cominciare!- sbottò, disperato.
Lo sguardo della ragazza si addolcì immediatamente. Se c'era una cosa alla quale non era in grado di resistere, quella era lo sguardo di Al.
Per cui, prese la decisione più sbagliata della sua vita.
-D'accordo Al... seguimi! Ti aiuto io con il regalo per tuo fratello!-

-Ehm...Win... non hai sbagliato negozio?- La voce di Alphonse risuonò incerta e leggermente imbarazzata nell'atrio semi-vuoto del negozietto dove era stato trascinato portato dall'altra.
Winry gli lanciò un'occhiataccia, e ribatté piccata: -Hai forse qualche dubbio?- domandò, portandosi una mano sui fianchi.
Alphonse arretrò leggermente, lanciando con la coda dell'occhio uno sguardo di sfuggita alla porta, unica uscita all'interno dell'edificio.
Winry si stava scaldando. Il ché non era un buon segno.
Non doveva assolutamente farla irritare di più.
-Beh...- cominciò, cercando di assumere un atteggiamento umile. Conosceva abbastanza bene la ragazza per sapere quanto le piacesse sottomettere gli altri. Si passò una mano fra i capelli dorati, mordicchiandosi il labbro inferiore per il nervosismo e si sciolse in un ampio sorriso, giusto per scaricare un po' di tensione:- E' che... insomma... non ti sembra un po' esagerato andare al Sexy Shop?-
Le sopracciglia dorate di Winry si impennarono leggermente verso l'alto, trasformandole il viso in una maschera di sarcasmo e sufficienza.
-Tsk- sbuffò, tamburellando il piede sul pavimento sul ritmo di una canzone sconosciuta.
-Davvero pensi che io conosca così poco tuo fratello?- domandò, sorridendo ironica.
Al alzò le spalle, in un chiaro segnale di sconfitta. -D'accordo entriamo!- decise alla fine, mentre sentiva lentamente le guancie farsi sempre più calde mano a mano che procedeva verso la porta d'ingresso, seguito a ruota dalla bionda, totalmente soddisfatta per la sua ennesima vittoria sul piccolo Elric.
Era davvero troppo facile.
La porta si aprì lentamente, emettendo un cigolio che gli fece accapponare la pelle.
Immediatamente, il giovane venne investito da una zaffata di profumo piuttosto forte, ma buono, un miscuglio esotico fra frutta e fiori tropicali.
-Benvenuti- esclamò una voce carezzevole proveniente dalla parte opposta del negozio, più precisamente da una bella ragazza dai capelli ricci e bruni e gli occhi azzurri e luminosi, il quale rivolse a entrambi un sorriso sornione.
-Ehm... salve- borbottò Al, abbassando immediatamente gli occhi, lo sguardo fisso sulle unghie delle dita, diventate improvvisamente molto interessanti. Winry si fece avanti, affiancandolo e gli tirò una gomitata fra le costole, rispondendo poi al sorriso con un allegro: -Grazie!-
La ragazza si alzò leggermente dalla sedia dov'era seduta, posta dietro alla cassa, sollevando appositamente un lembo di gonna turchese, così da lasciare scoperte le belle gambe abbronzate ed ammiccò in direzione di Al, il quale provò il fortissimo impulso di correre fuori da lì per rinchiudersi in casa e non uscire più. Ma che diavolo ci faceva lui in un sexy-shop?
-Avete bisogno di una mano? Cercate qualcosa in particolare?- domandò, rivolta più al ragazzo che a Winry, la quale si sentiva esclusa abbastanza per cui, accortasi dello stato di catalessi in cui il suo amico era caduto, prese in mano la situazione, afferrando Al per mano.
-No diamo solo un'occhiatina- esclamò, trascinandolo via dallo sguardo a raggi X della commessa che per tutta risposta le rivolse un'occhiata di fuoco, alludendo alle due mani intrecciate.
-Ehm Win... che cosa dovremmo prendere a Ed?-
La domanda insoluta non la preoccupava più di tanto: sapeva alla perfezione i gusti di Ed, infondo lo conosceva da quasi diciotto anni, e sapeva anche cosa regalargli. Il problema era trovarlo, l'oggetto tanto ardito.
In mezzo a tutti quei "giocattoli" non l'avrebbe scovato tanto facilmente.
-Ehm...Win?- la richiamò Al, tirandole con delicatezza la manica della camicetta violacea che indossava.
La bionda si voltò verso l'altro, fissandolo disinvolta. Certo che erano una coppia davvero strana: Alphonse occhi bassi all'altezza del pavimento, guancie di una bella tonalità bordeaux e visibilmente a disagio in mezzo a tutti quegli strumenti da sadomaso. Mentre lei sicura e a suo completo agio, si muoveva con disinvoltura, per nulla turbata.
Però un lieve rosso pastello arrivò a tingere anche le sue guancie quando, con l'aria più innocente del mondo, Alphonse tirò fuori da uno scaffale alla sua destra, avvolto nell'apposita custodia, un frustino nero intarsiato di pietre dorate e glielo mise davanti al viso.
-Ma...questo non serve ai fantini per frustare il cavallo?-
-Al mettilo giù!- gli urlò contro lei, afferrandolo bruscamente dalle mani del ragazzo e riappoggiandolo alla velocità della luce al suo posto, ora totalmente rossa anche lei.
Possibile che all'ingenuità non ci fosse mai fine?
Se si fosse trovata nella medesima situazione, ma a ricoprire il suo ruolo fosse stato un altro, sarebbe di sicuro scoppiata a ridere.
Ma dato che a subire le conseguenze dell'innocenza di Al era lei, anche se indirettamente, ora l'unica cosa che voleva era che Al sparisse dalla sua vista. Si stava vergognando terribilmente.
-D'accordo cambiamo argomento ehm... optiamo per le mutande- decise alla fine, passandosi una mano fra i ciuffi biondi.
Forse avrebbero rimediato qualche cosa almeno in quel reparto...
Gli occhi della giovane si illuminarono quando essi sfiorarono anche solo di sfuggita il contorno del regalo perfetto.
-Al!- urlò, saltellando sul posto e battendo le mani le une contro le altre per la felicità e indicando con un dito piuttosto tremante ad un Alphonse ancora leggermente sotto shok un paio di tanga accuratamente piegati.
Al sgranò gli occhi- quell'avventura si stava rivelando piuttosto massacrante per i suoi nervi- scuotendo ripetutamente la testa in segno negativo.
-Hai davvero intenzione di prendergli quella roba?- balbettò, completamente spiazzato. -Insomma... quelle non sono mutande! Non coprono nemmeno metà del... del...- si fermò, incapace di continuare- lo sapevano tutti che lui non era un tipo sboccato e facilmente imbarazzabile- inceppandosi come un disco rotto, tormentando i poveri nervi di Winry già al limite stressandoli con quella nenia.
Adesso basta...la sua pazienza aveva un limite!
Aveva sopportato anche troppo secondo i suoi gusti!
Afferrò decisa per un polso il ragazzo, mentre con l'altra mano stringeva il tanga e serrò gli occhi in due sottili fessure, capaci di metter paura a chiunque, dando dimostrazione del miglior sguardo assassino del suo repertorio.
-Alphonse Elric hai la minima idea di cosa si compri in un sexy-shop? E no, non mi rispondere non lo voglio sapere! So solamente che ora tu entrerai in quel camerino e ti proverai questo stramaledettissimo tanga, dato che tu e tuo fratello portate la stessa taglia, andremo alla cassa, lo pagheremo e ce ne torneremo a casa!- tuonò, indicandogli con un gesto brusco della mano un minuscolo stanzino, il cui interno era coperto solamente da un sottilissimo strato di velluto chiaro.
Al deglutì a vuoto, arrendendosi al suo infame destino.
Non poteva di certo mettersi contro Winry.
Tsk, nemmeno nei suoi sogni più fantasiosi avrebbe mai osato contraddirla.
Afferrò con un gesto apatico l'indumento, per proseguire verso lo spogliatoio, il tutto sotto lo sguardo attento di Winry e si chiuse la tendina alle spalle, arricciando il naso.
Anche se non ci fosse stato quel maledetto e inutile pezzo di stoffa semi-trasparente, non avrebbe fatto alcuna differenza, dato che anche da lì dentro riusciva chiaramente a vedere la sagoma sinuosa di Winry, ancora a braccia conserte, che aspettava pazientemente fuori.
-D'accordo facciamolo...- sussurrò, apprestandosi a togliere pantaloni e mutande.
Dopo quel pomeriggio, avrebbero dovuto donargli la medaglia d'oro alla tenacia.
-Allora Al, hai fatto?- domandò la voce spazientita di Winry, spostando il peso da una gamba all'altra, i capelli biondi che si muovevano al ritmo dei suoi movimenti.
Il biondo mugolò con la bocca una risposta affermativa, squadrandosi davanti allo specchio: cavolo quella roba non copriva davvero nemmeno la metà della sua intimità, e non lasciavano nemmeno un briciolo di spazio alla fantasia anzi...
-Ehm... optare per qualcos'altro no?- domandò, torturandosi una pellicina sul labbro e corrucciando le sopracciglia.
Anche se l'avesse mai preso, con quale coraggio l'avrebbe presentato al suo nii-san?
Un lungo sospiro si levò da dietro la tenda, e l'inquietante rumore della tendina che veniva spostata lo mise in allarme, facendolo scattare in avanti per chiudere bruscamente la tenda per bloccarla con entrambe le mani.
-Winry ma che diavolo fai?-
-Senti Al decido io se va bene o no chiaro? Quindi ora muovi quel tuo culetto che fa tanto arrapare Ed o ci penso io a tirarti fuori da lì facendoti fare una figura così di merda che vorresti morire!- tuonò l'altra, mollando la presa sul tessuto leggero per pescare velocemente dalla borsetta la chiave inglese- "Ma ce l'ha pure lì?" pensò terrorizzato il piccolo Elric, notando con la coda dell'occhio la lunga figura dell'arma.
-Al...sto aspettando- sussurrò, cominciando a far ruotare in modo inquietante l'attrezzo fra le mani.
-Al? Intendi Alphonse?-
Che cos... si può sapere che accidenti stava succedendo là fuori?
Perchè aveva sentito la voce del... colonnello?
Roy Mustang?
-Ok..stai calmo Al.. è lo stress... sei sotto pressione...-
In effetti, la situazione non era delle migliori: era praticamente nudo con addosso solamente un pezzo di stoffa che non gli copriva nemmeno un centimetro di pelle, dentro un camerino asfissiante, e fuori da quello c'era una Winry alquanto incazzata con in mano una pericolosissima arma. E ora si immaginava pure la voce del colonnello...anche se non sarebbe di certo stata una novità sorprendente. Insomma infondo era di Roy Mustang che stavano parlando no? Per lui era la cosa più normale del mondo ritrovarsi in un sexy-shop.
-Ehm..colonnello... che piacere vederla!- sentì balbettare la voce di Winry, più acuta del normale, segno che stava spudoratamente mentendo.
-Ciao Winry ma... ho sentito bene? Alphonse?- domandò nuovamente Roy e questa volta Al notò chiaramente la figura robusta dell'uomo affiancare quella più minuta dell'amica, una mano fra i capelli.
Non doveva trovarlo lì..chissà cos'avrebbe pensato poi di lui!
Non era di certo il tipo da sexy-shop! Lui era piccolo, dolce, puro, candido ed ingenuo!
Era Ed il patito del sesso, non lui!
"Che diavolo di situazione... come ne esco?" pensò, appoggiandosi alla parete fredda e imponendosi la calma.
Alla porta non sarebbe mai arrivato... doveva trovare un'altra via d'uscita, possibilmente senza farsi vedere dal colonnello.
Ma non ce n'erano!
"Se la via d'uscita non c'è... si crea no?"
Contò lentamente fino a tre... prese un bel respiro profondo.
"Ora!"
Si precipitò fuori dal camerino, strappando la tendina che avrebbe dovuto coprirlo e si gettò su Winry, spintonandola da parte, mentre sbatteva le mani l'una contro l'altra e le appoggiò al muro.
Con un tonfo secco, la parete del negozio crollò davanti ai suoi occhi, mentre una ventata di invitante aria fresca gli investiva il viso.
-Avanti corri!- urlò in direzione dell'amica, prendendole velocemente la mano e presero a correre insieme verso la macchina rossa parcheggiata sul retro, il tutto sotto lo sguardo atterrito di un Roy piuttosto confuso.
-Dio, ma che diavolo ci avranno messo dentro a quel mojhito?-

-Fratelloneee!-
Edward alzò a fatica gli occhi dal plico di documenti comodamente sistemati sulle sue gambe, strofinandosi gli occhi arrossati con pigrizia.
Era da più di quattro ore seduto su quella maledetta poltrona a fissare il vuoto in cerca dell'ispirazione giusta per completare l'ultima relazione sulla sua precedente missione.
Cavolo, proprio la sera del suo compleanno doveva restarsene chiuso lì dentro, invece di passare una bellissima serata con il suo amato fratellino?
-Al!- esclamò, mettendo da parte i fogli bianchi e appoggiandoli sopra al tavolino e si alzò in piedi raggiungendo il ragazzo e schioccandogli un bacio sulle labbra.
-Tanti auguri fratellone!- esclamò Al, passando le braccia sotto a quelle dell'altro per abbracciarlo forte e ricambiare il bacio con un altro ancora più appassionato e approfondito.
Edward sorrise, gustando il sapore dolce del suo piccolo fratellino e gli morsicò maliziosamente le labbra, provocandolo.
-Allora.. cosa mi ha portato in dono, signor Elric?- domandò, staccandosi dall'altro e tendendo le mani in avanti, scovando il pacchettino di carta lucida e rossa accuratamente nascosta dietro alla schiena.
Al sorrise enigmatico, lasciando scivolare in avanti il misterioso oggetto impacchettato per appoggiarlo sul petto dell'altro, accompagnandolo da occhiatine leggermente preoccupate.
In effetti non sapeva nemmeno lui in cosa consistesse il regalo: una volta fuggiti dal negozio in fretta e furia, e dopo essere stato massacrato di botte da Winry, si erano rifugiati su una stradina di campagna isolata, dove la ragazza aveva intravisto un negozio d'abbigliamento piuttosto vecchio e malandato ma per fortuna ancora funzionante, e con i soldi destinati al regalo gli aveva comprato un paio di mutande normali- mettendo così fine al supplizio e al prurito che quei dannati tanga gli provocavano- una maglietta e un paio di pantaloni corti.
Poi gli aveva chiesto "dolcemente"- urlandogli nell'orecchio e accompagnando l'ordine da tanti affettuosi insulti - di tornarsene a casa che al regalo ci avrebbe pensato lei e che no, non lo voleva assolutamente fra i piedi.
Si era presentata un quarto d'ora dopo davanti alla porta di casa Elric con in mano quel misterioso pacchettino, un sorrisone furbetto sulle labbra rosate.
E così com'era apparsa, Winry si era dileguata.
-Ehm... Al?- Il ragazzo alzò il viso sul fratello, assumendo un espressione a dir poco sorpresa davanti alle cose che Edward gli stava facendo ciondolare davanti agli occhi, estratti direttamente dalla carta regalo.
Arrossì furiosamente sulle guancie e prese ad imprecare a denti stretti verso l'amica, ora molto probabilmente nella sua camera a ridersela immaginandosi la scena.
-No... ehm... ci deve essere un errore!- cercò di giustificarsi, alzando le mani e gesticolando in modo piuttosto buffo, rivolgendosi al tanga tigrato, il cerchietto con le orecchie da gatto e alla frusta che il ragazzo maggiore stringeva fra le mani.
Edward sorrise malizioso, lanciandogli un'occhiata tremendamente provocante.
-Hey tranquillo... non ti giudico mica fratellino anzi... non vedo l'ora di vederti con addosso le orecchiette da gattino...- sussurrò, prendendolo per un braccio e trascinandolo letteralmente su per le scale, diretto verso la camera da letto.
Sarebbe stata una luuuunga nottata quella...

Dalla sua camera, Winry appoggiò delicatamente sul tavolo della scrivania il binocolo, sorridendo soddisfatta fra sè e sè.
Come aveva già detto...

Con Alphonse era davvero troppo, troppo facile!






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