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Autore: ElderClaud    19/04/2010    3 recensioni
Era strano, ma qualunque cosa nella reggia personale di Neliel, dava una strana idea di accoglienza nonostante l'arredo spartano ed essenziale. E forse era stata quella strana impressione di accoglienza ad attirare così tanto Cirucci – l'attuale Quinta Espada – alla Tercea Espada.
[NelielCirucci]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Arrancar, Espada, Neliel Tu Oderschvank
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'idea per questa mini shot è stata decisamente improvvisa.
Volevo creare una storia yuri con protagoniste Neliel e Cirucci che fosse una flash, ma purtroppo non è risultata tale e ho allungato il brodo. Era stata concepita come una flashfic, quindi forse per questo a lavoro ultimato non è che ne sono rimasta molto convinta.
Comunque sia eccola qui, a vostro giudizio.


Semplicemente Vuoto


Avanzò a tastoni con la mano su quelle candide lenzuola, in cerca di ogni possibile oggetto o indumento che avesse precedentemente smarrito, cercando di essere il più discreta possibile.

Tastò e controllò più volte le pieghe di quelle stoffe conosciute, alla ricerca dei propri averi, fino a trovarli un po' per volta.
Nella pesante ombra della sua grande stanza, Neliel Tu Oderschvank si rivestì con cura e in un silenzio a dir poco assoluto. Stivali, giacca, e persino la fodera della spada dovette raccattare da terra e risistemare addosso alla propria persona.
Un po' per volta, e con molta pazienza, ogni dettaglio della sua divisa di Espada fu nuovamente messo al proprio posto, e persino i capelli ricevettero una veloce spazzolata tramite le dita inguantate di tessuto sintetico.
Infine, quando finalmente ogni lembo di carne della Tercea Espada fu finalmente coperto da stoffa e bottoni, la giovane donna volle togliersi un altro piccolo sfizio in quella grande stanza buia.
Abbandonando l'espressione seria che l'aveva accompagnata durante la vestizione, si voltò di spalle per osservare ancora una volta il letto immerso nell'oscurità e chi ci era sopra.
Un suono morbido di un respiro rilassato, giunse attutito alle sue orecchie sveglie, e ciò la fece sorridere con una punta di sincero divertimento nel vedere quel fagotto di lenzuola che le dava le spalle.
Soffocando un lieve ghigno divertito, volle compiere l'audacia di allungare una mano verso quelle esili spalle, per svegliare in modo brusco e inaspettato la graziosa ospite.
Se ci provi... Ti taglio un braccio”
la voce gracchiante dovuta ad un prematuro risveglio di Cirucci Tunderwitch, bloccò sul nascere l'intento della Espada che voleva svegliare di soprassalto la compagna. Neliel spalancò gli occhi sorpresa, prima di rilassarsi e lasciare che dalle labbra le uscisse una sottile risata divertita.
“Non sei in vena di giocare un po' Cirucci?!”
Abbiamo giocato per ben due ore, e direi che per oggi basta così...”
Una giovane donna dai lunghi e spettinati capelli neri, emerse dall'oscurità e dalle lenzuola stiracchiandosi rumorosamente prima di osservare la padrona di casa. Sbuffando seccata e con – apparentemente – falsa indisposizione a quello sguardo sottilmente divertito.
Era strano, ma qualunque cosa nella reggia personale di Neliel, dava una strana idea di accoglienza nonostante l'arredo spartano ed essenziale. E forse era stata quella strana impressione di accoglienza ad attirare così tanto Cirucci – l'attuale Quinta Espada – alla Tercea Espada.
Uno strano senso spesso le riempiva il corpo, notando come con lei stranamente si sentisse a proprio agio, oltre che attirata dalla sua stessa persona incredibilmente – dannatamente – carismatica.
Ciò comunque, oltre a renderla curiosa per quel che si ritrovavano a volte a consumare, la portava anche a nutrire uno scomodo imbarazzo che il più delle volte poi la rendeva di cattivo umore.
Neliel era bella e terribilmente carismatica, un genere di persona che difficilmente Tunderwitch si sentiva in vena di disturbare con il caratteraccio che si ritrovava. Un elemento da evitare quindi, peccato che ogni dannata volta che avevano modo, entrambe, di guardarsi negli occhi, c'era sempre quello strano impulso istintivo che le portava spesso a quel risultato.
“Ma dai, non mi sembrava che ti dispiacesse poi tanto fare... Ehm, com'è che lo chiamano?!”
La falsa ingenuità di Neliel, fece roteare gli occhi di una esasperata Cirucci. Che ormai preda di un imbarazzante e odioso disagio, decise di alzarsi in piedi per raccogliere i propri averi.
“Gin sama lo chiama fare sesso, e ad ogni modo direi che ci siamo divertite a sufficienza!”
Era innegabile che alla terza Espada, quella donna così eccentrica la incuriosisse parecchio sotto ogni punto di vista.
Strano ma vero, Cirucci non solo era capace di strappare un sorriso sincero a Neliel, ma era anche capace di farla sentire a proprio agio nonostante il tumulto dei sensi che spesso si vedeva affrontare. Era bizzarro dirlo così, ma la sua compagnia le piaceva, così come apprezzava anche quelle sue note acide che stranamente lei trovava divertenti.
Per quanto effimere, per quanto tristemente illusorie, quelle emozioni portavano sempre Neliel a sorridere ad una compagna confusa che, così come si infilava tra le sue lenzuola, con altrettanta insicurezza abbandonava quella loro oscurità complice e senza motivo apparente.
Erano Arrancar, erano creature senza cuore, e forse proprio per questo nessuna delle due riusciva mai a dare una spiegazione logica a quello che accadeva in quelle quattro mura grigie.
Neppure il nome di quei gesti che le accompagnavano con così tanto trasporto, sapevano ricordare alla perfezione, e questo piccolo dettaglio tecnico un po' tolse di dosso alla bella Tercea, il sorriso che le era nato in volto alla vista della compagna stressata.
Cirucci il disagio lo sentiva spesso solo dopo che si faceva inghiottire così dal buio dando retta a quel suo istinto selvaggio, che alcuni individui trovavano tanto stuzzicante quanto irritante. Per questo quello che stava provando in quel preciso momento – mentre si sistemava con dita tremanti dal nervoso la sua vistosa divisa – quel misterioso brivido che la scuoteva ogni volta che il vortice delle sensazioni terminava, le dava davvero suoi nervi.

E c'era amarezza alla fine. C'era davvero tanta amarezza quando non si riusciva mai a dare un senso a ciò che accadeva loro attorno. O dentro i propri cuori.
Quella stessa amarezza che portò una Cirucci seccata a togliersi di mezzo in modo piuttosto repentino, aprendo una grande porta di ingresso in modo improvviso, e andando quasi a travolgere chi era presente oltre tale porta.
Non salutò in modo sgarbato, non lasciò un bacio a fior di labbra alla padrona di casa, semplicemente se ne andò così come era venuta. Bella e prepotente, tanto amareggiata per essere vuota quanto Neliel.
Pesche venne quasi buttato a terra dall'irruenza della Quinta Espada nell'uscire dalla stanza, e nonostante il titolo che la donna portava, volle comunque lanciare una parola di disapprovazione per quella maleducazione istintiva. Per sua fortuna, Tunderwitch era troppo sulle sue per prestargli attenzione. Rivolgendosi infine, con meno sfacciataggine, alla propria padrona.
“Ehm... Io... – tossicchiò per darsi coraggio – sono appena arrivato eh! Non... non ero alla porta da molto... Eh!”
la voce della Fracctiòn tremava leggermente nell'intento di sparare balle da quella sua bocca ossuta e poco umana, ma la donna tuttavia ignorò quella imprudenza dato che era decisamente troppo impegnata a pensare ad altro.
Ancora con la testa colma di pensieri e con un sorriso sulle labbra che si abbassava amareggiato, mentre distrattamente ascoltava le parole dei un servo ficcanaso che la informava dei soliti impegni “mondani”, decise che in effetti era il caso di smetterla di giocare.

Ciò che era davvero sbagliato in loro – in Neliel e Cirucci – e che idealmente portava alla frustrazione di entrambe, era la consapevolezza di essere vuote.

   
 
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