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Autore: Any Ikisy    20/04/2010    1 recensioni
"Lo sapevi che dai primi dei Novecento, nei paesi più sviluppati, l'età media della prima mestruazione si è abbassata?"
Sicuramente qualcuno vorrà sapere come vengono in mente alla gente frasi assurde quanto queste, e specialmente per quali motivi si trovino sui nostri assorbenti igienici.
Questa è una plausibile spiegazione al primo quesito.
[ Partecipante al "Lo sapevi che...?" contest indetto da Kirara e Lady Wird ]
Genere: Fluff, Science-fiction, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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ff

Nick Autore (su EFP): Any Ikisy
Titolo:
Mad tales for mad tense
Genere: Storico, leggermente science-fic, leggermente ironica.
Rating: Verde
Avvertimenti: AU, one-shot
Note dell'Autore (facoltative): La ff è suddivisa in tre parti, tra loro differenti per locazione temporale: distanza di circa quattrocento anni, l'una dall'altra (1200-1600-2000). La frase che mi era stata data è quella segnata in rosso verso la fine della storia. Personaggio: Hinata. Ho avuto molto culo.




Un particolare grazie alle giudici: nonostante fossi l'unica partecipante rimasta in gara, mi hanno dato i loro punteggi e mi hanno fatto avere questo stupendo banner...
Davvero degne di nota, per questa loro cortesia. Grazie a entrambe, ragazze.


MAD TALES FOR MAD TENSE


- Anche le più innocenti bimbe prima o poi affrontano queste spiacevoli scoperte -

- Queste frasi però non le aiutano di certo! -



First, a little bit of story...



Correvo attraverso i corridoi, spogli ma eleganti, della tenuta Hyuuga.

Un leggero rossore tingeva le mie guance candide, sia per l'affanno sia per l'imbarazzo, mentre cercavo con lo sguardo qualcuno che fosse in casa.

Passai accanto alle stanze da letto, senza però trovare traccia di persone, così scesi in salotto.

Avevo appena provato ciò che le mie amiche chiamavano mestruazioni.

Fu col fiatone che giunsi in cucina, dove solitamente si celava mia madre, intenta a preparare qualcosa di squisito. Niente: nessuno.

Scesi le scale per accedere alla palestra, da dove sentivo risuonare calci e pugni.

Temevo che questo momento non sarebbe mai giunto, quando le kunoichi ne parlavano e io mi sentivo esclusa dalla discussione...


Come, Hinata, non ce le hai ancora?” Mi chiese Sakura, con un'aria alquanto stupida.

Oh, Kami... allora, quando ti arriveranno...” aggiunse, lasciando la frase in sospeso. Completò per lei Tenten: “Esatto, le cresceranno ancora di più le tette.” con fare sapiente.

Io arrossii, non capendo bene di che parlassero, ma avendo troppa paura nel chiedere.

Perché dovrebbero?” fece eco ai miei pensieri Ino, poco dopo.

Tenten si voltò verso di lei, con aria saccente, e puntò l'indice contro di me. “Perché quanto arriva il ciclo significa che il corpo inizia a maturare: tutte le parti femminili hanno un ulteriore sviluppo, non solo la vagina!”

Fu a quel punto che mi feci coraggio e, cortesemente, dissi: “Ma... di cosa state parlando?”

Vi fu un sospiro generale, e subito dopo Sakura mi si avvicinò.

Hai mai sentito parlare di ciclo mestruale?” e continuò, al mio segno di diniego del capo. “Si tratta di un... 'fenomeno' che ha luogo nel corpo femminile circa alla nostra età.”

Ino la scansò, aggiungendo con parole tutte sue che questo cambiamento fisico era doloroso, ma fondamentale per avere figli.

Quando Ino e Sakura non riuscirono più a parlarmi, perché troppo occupate a disturbarsi a vicenda, Tenten mi mise un braccio sulle spalle, e mi condusse qualche metro più in avanti, dove mi confidò altri dettagli in proposito.

Lasciamole stare, ti spiego io. Devi sapere che, quando il nostro corpo matura, proprio come quello dei maschi, subisce dei cambiamenti. Si adatta al compito di conservare la specie...”

Io ero rimasta leggermente confusa da quest'ultima parte.

Sì, per avere bambini!”

Ah!”

Dunque, queste mestruazioni servono a predisporre il tuo fisico alla fecondazione, quindi ti permette di avere figli. Capito?”

Mi sorrise amabile, e io capii che queste mestruazioni dovevano essere davvero importanti nella vita di una ragazza. Tuttavia un dubbio mi assillava...

Ma... per i ragazzi...?”

Quel punto continuò ad essere per me un mistero.


Quando giunsi in palestra, mi fermai sulla soglia: vidi la sagoma di mio padre in controluce, e la sua ombra stagliarsi lungo il pavimento. La scena era molto suggestiva, ma l'atmosfera fu spezzata dal suono di un potente calcio di Hanabi.

Rinsavii, e mi mossi verso mio padre, silenziosamente.

Mi sedetti al suo fianco, mentre pensavo a cosa dire.

Avrei dovuto parlargli del sangue che imbrattava le mie mutande?

Avrei dovuto chiedergli spiegazioni girando attorno al discorso?

Conoscevo poco mio padre: da sempre mi aveva classificato come inadatta a qualsiasi espediente. La comunicazione era alquanto scarsa; eppure io desideravo fargli sapere che...

“Cosa ci fai qui, Hinata?”

Sobbalzai, inizialmente, colta nel mezzo di una divagazione del mio ragionamento. “So-sono venuta per dirvi una cosa, padre.”

“Ora sono occupato. Torna più tardi.”

Guardai mia sorella che si allenava, cercando le parole adatte per attirare la sua attenzione. Pareva difficile, e mi sentivo sola. Assurdamente incompresa.

Quelle mie amiche che tanto avevano appreso... chi era stato il loro maestro?

Immaginavo i loro padri, prima di confrontarmi col mio.

“Ho avuto una perdita di sangue.” Dissi, quasi senza rendermene conto.

“Possibile che tu sia sempre così sbadata coi kunai? Corri a disinfettarti, veloce.”

“N-non è per via dell'allenamento.”

“Hai tentato di aiutare tua madre in cucina? Quella donna dovrebbe averlo capito che sei impacciata...”

Mi irrigidii e abbassai il capo, mentre cercavo le parole più adatte. Ci tenevo molto al suo sostegno: avrebbe avuto molta più importanza di qualsiasi altro.

Eppure, poco dopo, mia madre rincasò dalla spesa e scese per avvertirci.

Non persi altro tempo, e semplicemente la seguii: mio padre già da tempo mi aveva ripudiato come figlia; da un uomo del genere non avrei mai ottenuto qualcosa di simile ad affetto o solidarietà.


Demoralizzata dalla mancanza di reazione di mio padre, mi dovetti distrarre pensando a quanto questo processo avrebbe influenzato anche un importante aspetto della mia pubertà: il rapporto con Naruto probabilmente non sarebbe più stato lo stesso, e la mia speranza fu semplicemente che si potesse evolvere in qualcosa di più tenero e felice.
A pensarci, quel cambiamento mi spaventava: pensare a Naruto era l'unico modo che avevo per tranquillizzarmi...



Another little bit...



Stavo cogliendo dei fiori nel prato che mia madre si dilettava a curare, quando avvertii un'insistente dolore al basso ventre: quel forte dolore mi colse mentre ero china, e la mia posizione peggiorava la situazione.

Quando iniziai a preoccuparmi più seriamente, mi alzai e mi avviai dentro casa, dove mi attendeva mio cugino e pochi altri parenti.

Il dolore si diffuse lungo l'inguine, ed io finalmente trovai Neji. Lo presi da parte, e cercai di chiedergli come affrontare la situazione: avevo una vaga idea di ciò che stava succedendo, e tuttavia necessitavo di sostegno per affrontare il periodo che, in chiesa, era chiamato avvicinamento al diavolo.

“Neji, ho un problema!”

“Quale?”

“Mi-mi fa male...”

In effetti, il dolore che provavo diventava sempre più lancinante.

“Dove, Hinata?”

“M-mi...”

Mi ritrovai piegata dal dolore tra le braccia di Neji, sul punto di piangere, quando a lui non venne in mente di cercare mio padre: lui avrebbe sicuramente saputo cosa fare, e così iniziò a cercare.

“Tu resta qui, mentre io cerco aiuto. Resisti.”

Se ne andò e mi lasciò da sola, con la paura di incontrare Satana in prima persona.

Quella stessa mattina, quando ci eravamo recati in chiesa, assistemmo alla comunione di alcune giovani fanciulle. Fu lì che, per la prima volta, sentii parlare di questo.

Il nostro parroco entrò nel discorso parlando dei peccati. Non fui molto attenta in quel frangente, ma ricordo bene le sue parole in seguito...


Questo è un dono che non vi è dato da Dio, ma dal Diavolo. Non dovete farne uso!

Porterà solo disgrazie e dolori nella vostra gioventù!”

Mia madre si voltò verso di me, e si stupì dell'attenzione che stavo dando a quelle parole. Mi sorrise, dissipando ogni mia preoccupazione: solo un anno prima quel discorso era stato fatto a me, durante la stessa cerimonia, ma all'epoca non era così pieno di pathos.


Quando versai le prime lacrime, avvertii in lontananza i passi risuonare lungo il corridoio. Poco dopo, le immagini offuscate di mio padre e di mio cugino entrarono nel mio campo visivo. In seguito, seppi solo che qualcuno mi stava prendendo in braccio e spostando.

“Dobbiamo portarla a letto.” disse mio padre, freddo e controllato.

“Papà, mi fa male...” dissi io, accoccolandomi meglio tra le sue braccia.

“Ma... cos'è quel...?” disse mio cugino, notando qualcosa di insolito.

La direzione di marcia fu invertita, e mi trovai a stringere con più forza la presa.

“Dove vai, zio?”

“Cambio di programma, si va dal prete.”

“Come...?”

Non seppi bene cosa avesse pensato mio padre in quel momento, tuttavia non mi fu difficile collegare il dolore al comportamento di mio padre.

Il collegamento con Satana era stato ultimato.

“Ci serve un esorcista.”

La voce di mio padre era affilata e sicura; non ammetteva repliche.

Mio cugino, tuttavia, provò a dissuaderlo, forse per il mio bene.

“M-ma come?! Aspettiamo prima l'arrivo di-”

“No, adesso. Prima che la voce si sparga; prima che sia troppo tardi.”

Mi colse il panico: che stava cercando di fare mio padre? Cosa gli era saltato in mente?

“È solo sangue, dopo tutto! Non serve andare da Padre Hi-”

“ Oh, no che non lo è figliolo: se avrai anche tu una bambina capirai... Questo è il momento in cui Hinata potrebbe diventare una creatura demoniaca, che può venire coinvolta in infamie pesanti, che nuocerebbero inoltre al buon nome della famiglia Hyuuga. Dobbiamo impedirlo, capisci?”

Neji stette leggermente attonito per una manciata di secondi, però poi si pose davanti alla porta, e tentò di far ragionare mio padre.

“Cosa sta succedendo di tanto grave? Hinata sta crescendo! Sono solo mestr-”

“NO! Non dirlo!”

“Ma è così, zio!”

“Neji, fo-forse ha ragione lui...” intervenni, improvvisamente.

Mi guardò sconvolto, e io continuai: “In fondo, non ho fatto niente di male, giusto? Si aggiusteranno le cose, non ti preoccupare per me.”

E fu così che mia madre attraversò la porta ed entro.

Non fece in tempo a dire niente: le bastò guardarsi intorno per capire cosa stesse avvenendo.

Mio padre, l'aria più afflitta che gli avesse mai visto addosso, stava reggendo me con fare protettivo. Neji lo stava trattenendo, pareva, ma il dettaglio più eloquente per lei fu il diffuso rossore purpureo sui miei vestiti da giardinaggio.

Sospirò. “Hiashi...” espirò, indolente. Diede a mio cugino la borsa con il pane, dicendogli di portarla in cucina, poi disse a suo marito di poggiarmi a terra, ed infine mi condusse nelle mie stanze.

“Hinata, da quanto hai male lì?”

“Circa dieci minuti...”

“Preparati: di solito dura due giorni.”


Quel giorno mi venne introdotto l'uso dei reggiseni da mia madre. Mi spiegò che mio padre si era fatto prendere dal panico per delle semplici fattezze femminili, e ringraziai il cielo, perché sapevo che se mia madre avesse tardato di un solo minuto io mi sarei trovata un uomo di chiesa tra le gambe, a tentare di risolvere un problema che, in realtà, non sussisteva.



Now, pay me attention.



Ascoltando beata la musica dal mio mp3, trascorrevo la mia mattinata estiva. Ero in vacanza, ormai, e potevo dedicarmi a piacevoli passatempi che non mi sarei mai concessa, altrimenti.

Rilassarsi era sempre un bisogno superfluo: la mia casa era da sempre un luogo trafficato e affollato. Non sarebbe potuto essere altrimenti, considerando quanti parenti vivessero con noi, tra cugini e zii...

Quel giorno, tuttavia, trovai il tempo per stendermi sul mio letto e lasciarmi andare all'ascolto della mia musica preferita: il fratello gemello di mio padre era andato in vacanza con sua moglie e suo figlio, lasciando la casa più silenziosa.

Inizialmente pensai che fosse grandioso, ma col passare dei minuti mi rendevo conto che non vi era niente di così eccezionale; anzi, forse preferivo la loro presenza.

Mi alzai dal letto, abbandonando l'apparecchio acustico spento sul letto, e cercai mio padre: sapevo fosse in casa, ed ero curiosa di sapere come avesse deciso di trascorrere le sue ore.

Mia madre tardava a rincasare, stranamente, ma decisi che questo per me significava solo una maggiore intimità con quell'uomo burbero e freddo a cui volevo tanto bene: mio padre.

Per quanto lui pretendesse da me qualcosa che io non ero in grado di dargli, quell'uomo riusciva a volermi bene. Dimostrarlo era dura, per lui, e io me ne rendevo ben conto: spesso davo credito alla sua costante maschera di ipocrisia...

Oppure ero semplicemente una povera illusa, a sperare che si trattasse di una semplice maschera?

Mi accostai alla porta del suo studio, intravvedendo la sua figura china su un computer, mentre la luce della finestra illuminava l'armadio alle sue spalle. Aveva un 'che di spettrale ma non vi badai più del dovuto.

“Papà, cosa fai?” esalai, quasi inconsciamente.

Come temevo, non mi rispose. Avevo scordato il bruciore dell'indifferenza...

Mi feci avanzi, senza abbandonare le mie speranze, e afferrai un lembo della stoffa della sua camicia.

“Mh?” si voltò verso di me, finalmente “Hai detto qualcosa, Hinata?”

Non mi persi d'animo, e gli riposi la domanda: “Cosa stavi facendo?”

Ultimamente papà era preoccupato: qualcosa turbava i suoi lineamenti, rendendoli ancora più duri e spigolosi. Di riflesso, per me era lo stesso: soffrivo vedendolo stare in ansia.

Riportò lo sguardo sullo schermo, immergendosi nei suoi pensieri. “Stavo controllando una cosa per tua madre...”

Presi quella risposta come un tentativo di comunicazione, e la gioia fu per me tale da sciogliere la mia parlantina: “Sul serio? Di cosa si tratta?”

“Oh, niente di importante ma... sta avendo problemi.”

Come poteva essere? “Che problemi ha la mamma?!”

Mi fissò, evidentemente combattuto se parlarmene o meno. Alla fine però cedette: si abbassò sulla sedia, poggiando i gomiti sulle gambe sulle quali mi sarei potuta sedere.

“La mamma è incinta.”

“In...cin-”

“Aspetta una bambina. Tra poco avrai una sorellina, Hinata.”

“Oh.”

“Tua madre però ha molto male, per questa gravidanza: ha sbalzi d'umore, forti nausee... e stavo cercando di informarmi in proposito.”

Qualcosa non mi quadrava: non aveva assistito alla mia formazione, prima di allora? Preferii ignorare questo, sapendo che anche la mia capacità di assimilare ha dei limiti.

“Sai Hinata, le donne hanno un metodo molto particolare per concepire i bambini: il loro corpo ha dei processi davvero interessanti, prima, durante e dopo il concepimento del bambino.”

“E tu come lo sai?” gli chiesi, curiosa.

“Beh, perché io sono pagato per sapere queste cose: non dimenticare dove lavoro.”

Ricordai in quel momento quale fosse il compito di mio padre: Hiashi Hyuuga lavorava come scienziato nel settore della medicina. Per privati.

Avevo sentito dei discorsi tra lui e mia madre riguardo assorbenti igienici o medicine antidolorifiche. Non ho mai avuto un'idea precisa di tutto ciò, ma sapevo che si intendeva di scienza anatomica.

Alla mia età nessuna bambina normale saprebbe cos'è l'anatomia. È vivendo con un uomo pretenzioso come mio padre che si imparano questo genere di piccolezze.

“Non mi lamento del mio lavoro, eppure a volte rimpiango il servizio militare...”

“Non ho capito papà, cos'hai detto?”

“Niente, niente. Piuttosto, la mamma ti ha già spiegato come funziona il ciclo mestruale?”

Conoscevo quella parola, però non era mai stata mia madre a pronunciarla. Feci cenno negativo con la testa.

“Suppongo tocchi a me, quindi, visto che sono già inserito nel settore...

Dunque, Hinata. Quando le ragazzine entrano nel periodo della fertilità, assumendo caratteri adulti quali il concepimento di feti, è per via di un processo alquanto complesso che prende il nome di ciclo mestruale.

Essenzialmente, consiste nella perdita di sangue per via urinaria: la vagina, genitale femminile, si prepara ad accogliere lo sperma, il quale contiene i dati genetici per completare- ok, questa parte è meglio tralasciarla. Ad ogni modo, se questa fase, detta fecondazione, non ha luogo (com'è giusto che sia, nel tuo caso!) la vagina rilascia le sostanze che dovevano essere utilizzate dal- insomma...

Questo ciclo, detto mestruale, si ripete solitamente ogni ventotto giorni. Vi sono disturbi legati alla variazione di questa cifra: polimenorrea e oligomenorrea sono le denominazioni delle anomalie più frequenti. Quelle di cui tendo a occuparmi più spesso.”

La mia pelle lattea era spesso motivo di vanto fra le mie amiche o tra i parenti, nonché segno evidente della mia somiglianza con mio padre; peccato solo che in momenti come questi, nei quali il sangue smette di affluire, non si noti la differenza di colorito.

Non avevo capito la maggior parte dei termini adottati da mio padre, e non mi sognavo di chiedergli chiarimenti, così proseguì.

“Inoltre questi disturbi sono accompagnati da dolori che possono essere più o meno intensi, a seconda del soggetto in esame- è questo, per lo più il mio ramo...”

Dolore? pensai, mentre avvertivo la tipica umidità tra le gambe che contraddistingue i momenti di puro terrore.

“Esistono medicine, farmaci per tenere sotto controllo questo fattore, ma come ti diciamo sempre io e tua madre è sempre meglio evitare medicinali.”

Stava a significare che non avrei potuto farne uso? Il senso di bagnato si stava intensificando.

“Alcune bambine, o persino donne adulte, restano a casa dal lavoro o dalla scuola perché il dolore è troppo acuto!”

Immersi discretamente una mano nei miei pantaloncini corti, oltrepassando le mutande. Tastando, mi resi conto che era troppo umido per trattarsi solo di paura!

Mio padre si ricompose, poggiando nuovamente la schiena sulla sedia. Nella foga, si era lasciato anche troppo, per un uomo come lui: “Stavo appunto studiando un altro modo per lenire quei dolori, Hinata. È il mio lavoro.”

“Hm!” annuii con convinzione, per mascherare lo squittio che avevo inconsciamente provocato quando le mie dita avevano tastato la consistenza gelatinosa, quasi liquida, di ciò che imbrattava la mia biancheria.

“Tsk... Sai, Hinata, capita a volte che mi trovo davanti a delle considerazioni molto inutili per la scienza.”

Cambia argomento! mi dissi: “Papà! Ma allora, come si faceva nell'antichità? E nel tempo delle fate?”

Mi osservò alquanto basito, ma poi parve rifletterci. Si girò verso il computer, iniziando a parlarmi di alcuni metodi che però non catturarono minimamente la mia attenzione: piuttosto, ebbi il tempo di estrarre lentamente la mano dai miei pantaloncini estivi, e trovarmi di fronte al mio palmo imbrattato di sangue.

Sapevo che era sangue: puzzava da tale, era del suo stesso colore...

Mio padre si voltò bruscamente, per chiedermi se stessi capendo ciò che significava la sua grande scoperta. Sorrisi, annuendo ancora una volta. Ringraziai i miei riflessi per non avermi abbandonato nel momento del bisogno.

Ascoltai ancora un po' ciò che Hiashi stava dicendo, mentre tenevo il pugno stretto dietro la schiena, disgustata, preoccupata che il sangue non sporcasse anche la mia maglia. Sarei stata troppo agitata per rendermene conto.

“... questo significa che nel Medioevo... e nel Cinquecento-” terminò, e mi costrinsi a concentrarmi per capirlo. Mi fissò, colto da una delle sue geniali idee. “Hi-Hinata lasciami un secondo.”

Attonita, lo fissai per un momento, “O-ok!” quindi corsi in bagno.

Mi lavai la mano. Mi cambiai tutti gli indumenti. Li lavai, uno per uno.

Tutti: non dovevano esservi traccie.

Avevo assolutamente paura di ciò che mi sarebbe potuto succedere... dovevo ancora accettare ciò che stava succedendo.

Non potevo credere che il tempo del dolore era già così vicino.


Lo sapevi che dai primi dei Novecento, nei paesi più sviluppati, l'età media della prima mestruazione si è abbassata?


Anni dopo, scoprii come frasi del genere venivano stampate sugli assorbenti che ci aiutano tanto.

Tsk... Sai, Hinata, capita a volte che mi trovo davanti a delle considerazioni molto inutili per la scienza.”

Capii cosa stava scrivendo tanto affannosamente mio padre su quel fantomatico foglietto, abbandonandomi ai miei problemi femminili.

Quella volta mia madre non era arrivata in tempo per salvarmi...

Lessi la scritta più volte, stringendo tra le mani la busta dell'assorbente, maledicendo mio padre per la sua mancanza di tatto, e compiacendomi di essere, a conti fatti, colei a cui la frase stessa era ispirata.


Satisfied?





GIUDIZI!


Giudizio secondo Kirara (sembra un passo del vangelo x°D)

Correttezza grammaticale e sintassi: 9\10

Stile e lessico: 9\10
Per entrambi i punti, giudizio sicuramente positivo; molto scorrevole, il linguaggio non pecca di paroloni assurdi e incomprensibili e anche le spiegazioni “scientifiche” sono ben comprensibili e semplici.
Lessico molto semplice ma chiaro e ovviamente la storia è stata piacevole da leggere.

IC dei personaggi: 7.5\10
Sommariamente il giudizio è positivo, la freddezza quasi comica del padre e di Neji è esattamente come deve essere, io però forse mi aspettavo un’Hinata un po’ più impacciata e imbarazzata. Ma come ho detto, sommariamente va bene.

Originalità: 13\15

Giudizio personale: 4.5\5
Storia davvero interessante, è quasi una sorta di stralcio di vita quotidiana e vita vissuta della famiglia Hyuuga, non è sicuramente una delle classiche fan fiction banali sui problemi adolescenziali di una ragazza che affronta il primo ciclo mestruale.
Hai saputo giostrare benissimo la frase che ti è capitata! Brava.

Per un totale di 43\50


Giudizio secondo Lady Wird

Correttezza grammaticale e sintassi:9/10 punti

Qualche errore di battitura, minuscoli e insignificanti. Per il resto va tutto bene!

Stile e lessico:8/10 punti
Molto scorrevole ed intuitivo. Ho storto il naso per “vagina”, per quanto sia un nome scientifico e tutto (non te ne faccio una colpa, la parola è quella XD) però stonava con tutto il resto, molto più delicato. Cozzavano contro, non so se mi sono spiegata.
Ho apprezzato i due termini scientifici (poli e oligomenorrea) che non avendone problemi non le avevo mai sentite nominare (adesso so cosa sono, ma forse era meglio se mettevi una nota sotto per la definizione. Questo è solo un consiglio, non ha nulla a che fare con il punteggio).

IC dei personaggi:8/ 10 punti
Nella prima parte (ambientata nel 1200) i personaggi sono loro. Anche nella breve apparizione delle altre ragazze i caratteri sei riuscita a centrarli nonostante le poche battute riservate a loro.
Nel 1600 Hiashi lo trovo troppo apprensivo, come Neji. Quindi qui ti ho tolto un po’ di punti.
Nel presente ho adorato la spiegazione del padre ad Hinata assolutamente senza tatto XD! Hinata sempre ben caratterizzata. Alla fine solo Hiashi ti ha penalizzata, ma essendo un personaggio secondario e difficile da trattare ci può anche stare.


Originalità: 10,5/15 punti
Ti è capitata la frase più difficile e curiosa di tutte. Probabilmente la scelta di mostrare i vari pensieri e comportamenti riguardo il mestruo è stata la scelta migliore. Sulla prima parte (1200) sono un po’ dubbiosa, non credo che avessero tutte quelle conoscenze, ma avrai fatto le tue ricerche. Il 1600 è perfettamente centrato perché la donna era vista come un demonio (anche per le mestruazioni, ogni scusa era buona per accusarle). Il presente va benissimo. Carina l’idea della frase creata dal padre grazie ad Hinata.


Giudizio personale: 4,7/5 punti
Ho apprezzato alcune frasi di Hinata rivolta al padre (soprattutto: “Quelle mie amiche che tanto avevano appreso... chi era stato il loro maestro?” ). Hai gestito bene i periodi storici e hai centrato in pieno la frase!
(Solo una curiosità..non hai tenuto conto delle età dei personaggi vero? Altrimenti nella terza parte Hinata avrebbe il suo primo mestruo a 5 anni O.O)
In conclusione è una bella fiction e merita di essere pubblicata!

Per un totale di 40,2/50 punti


Polimenorrea: condizioni che causano alla donna flussi mestruali irregolari prima dei canonici 24 giorni.

Oligomenorrea: ritardo del ciclo mestruale superiore ai 35 giorni ma infieriore ai 3 mesi.



Soddisfatta sarebbe una parola grossa, per un contest in cui ho partecipato da sola -.- ad ogni modo, per dire la verità, la storia è stata apprezzata, e io mi sono sentita felice dell'ispirazione. Ovvio che poi l'idea era migliore del progetto finale......

Comunque, ho avuto uno splendido banner, ho scritto riguardo a un argomento che tratto OVUNQUE, e non avrei mai potuto permettere di farmi sfuggire un contest su questo!

La storia non è stata rivista: l'ho postata esattamente com'era stata presentata al contest. Lo faccio sempre, perché non dovrei farlo con questo?

Scusate il ritardo, per chiunque avesse intenzione di leggere (?)


NB: la definizione che da Hiashi alla figlia, nell'ultima parte, è mia. Non fateci troppo affidamento... piuttosto sperate di avere dei genitori sani a cui fare questo genere di domande, non come quell'uomo!

Any Ikisy

  
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