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Autore: tanechka    21/04/2010    2 recensioni
Perché avere paura del buio?, io mi domando. È così bello, il buio. Facilità l’amore e non ti costringe a guardare l’altro in faccia, quando devi mentire.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mamma è andata in chiesa.

Non so cosa faccia, lì. Si inginocchia dietro un banco, prega, prepara minestre per i poveri, bacia il crocifisso, si china altre due volte prima di uscire. Aiuta il pastore a sistemare i paramenti sacri nei loro appositi cassetti. Forse lo ascolta chiacchierare con foga, e risponde educatamente, pensando già alla cena da preparare, forse… forse sorride.

Occhiate nervose all’orologio.

 


La professoressa inarca un sopracciglio dietro la spessa montatura degli occhiali.

Sospira.

“Andate a pagina 456.”

 


Suona, campanella, suona. Voglio tornare da te.

 


Attraverso il parco, splendente di luce invernale: l’acqua del laghetto brilla sotto il sole, il prato è lucido di rugiada. Il vento, dolce, soffia. Le foglie, frusciando, intonano un canto.

Ho freddo. Mi stringo nel maglione: è la frenesia, l’eccitazione, l’adrenalina?

Può essere. Io sto tornando a casa, e la mamma è andata in chiesa: siamo solo io e te.

 


Qui non c’è bisogno di accendere le luci: nessuno di noi ha paura del buio.

Le ombre ci sono complici discrete, tra i quadri, i crocifissi, le scale, le porte; sono veli notturni, vestiti ideali, tessuti e stoffe per me e per te.

 


Il canto delle cicale. Ho i capelli biondi, ho freddo, ho un maglione color crema, uno zaino azzurro. Ho due elastici al polso e il naso all’insù.

Mi sfilo le scarpe lentamente nella penombra grigiastra. Ci sono porte e finestre, e tende di lino gonfiate dal vento. Il cielo è limpido, fuori, è terso.

Tu, al piano di sopra, mi aspetti.

 


La guardarono uscire con passo svelto, un sorriso - il solito, il suo - dipinto sul volto pallido, assorto, quietamente perso nei suoi mondi irraggiungibili.

“La piccola Wilson sembra più stanca del solito”, osservò Janie, addentando il suo panino. Si decise a parlare solo dopo aver masticato ed ingoiato il boccone, schiarendosi la voce, mentre gli sguardi dei suoi amici si posavano su di lei, curiosi e attenti.

“Davvero, guardatela”, affermò sicura. Gli altri si volsero istintivamente verso la porta da cui lei era uscita solo qualche secondo prima, ma non la videro più. “Sembrava essere molto felice di fare ritorno in quella cappella che si ritrova per casa. Che dorma anche, oltre a studiare e pregare?” rise, mentre lo diceva. Gli altri abbozzarono timidi sorrisi.

“Hai ragione”, intervenne Rob, alto e allampanato, il viso e le braccia coperti di efelidi. Si scostò una ciocca di capelli rossicci dal viso. “Sembrava stanca, ma felice.”

“Dite che si farà suora?” domandò Janie.

Era una domanda stupida, volutamente leggera, e gli altri la ignorarono. Ma non Rob, che assunse un’aria meditabonda. Rispose: “Può essere. Forse le verrà addirittura imposto, vista la serenità della madre. Mi domando come quella donna sia riuscita a sposarsi e a mettere al mondo dei figli, pudica e bigotta com’è.”

“Dev’essere una situazione terribile” si intromise Sarah. Dato che gli altri la guardavano con aria perplessa, si affrettò ad aggiungere: “Beh, non potere uscire mai, non poter usare il telefono, recitare ogni sera una preghiera tutti insieme, girare sempre avvolta in maglioni e felpe di tre misure più grandi… solo io, mamma, papà e mio fratello. Sai che noia e che rabbia?”

“Già”, fece eco Janie, pensosa. “Mi chiedo cosa facciano ventiquattr’ore su ventiquattro, chiusi in quella casa buia.”

Sarah rabbrividì. “Non farmici pensare. La sola idea di vivere in un ambiente costantemente buio mi spaventa da morire.”

Tacque, turbata. Anche Janie, Rob e gli altri due ragazzi che erano con loro e avevano ascoltato tutta la conversazione in silenzio apparivano sconcertati al pensiero che potesse esistere un posto del genere.

 


Perché avere paura del buio?, io mi domando. È così bello, il buio. Facilità l’amore e non ti costringe a guardare l’altro in faccia, quando devi mentire.

 


Anche la moquette è fredda. Hai sempre detto che una donna senza scarpe è tanto vulnerabile da farti sentire male per l’emozione.

Sono vicina alla scala. Comincio a salire lentamente, il battito accellerato, le mani fredde, tanto fredde che mi sembra di aver perso la sensibilità. Penso alla tua gola, all’urgenza che riscalda il tuo corpo. Ci penso e più mi sembra di sprofondare nel piacere e nella sofferenza.

Gradino dopo gradino.

 


“So di chi stavate parlando…”

Sobbalzarono, voltandosi di scatto verso il ragazzo alto e bruno che aveva parlato. Apparentemente innocuo, aveva folti riccioli scuri ed una sciarpa annodata intorno al collo. Gli occhi azzurri, glaciali, esprimevano curiosità e diffidenza.

Nessuno parlò. Janie, Sarah e Rob erano ammutoliti dalla sorpresa.

Sarah fu la prima a ricomporsi. “Conosci Eleanor Wilson?”

Lui annuì con un breve cenno. “Qualsiasi cosa pensiate…”

Janie intervenne, parlando con foga: “Oh, ma noi non stavamo dicendo niente di male, anzi, non la conosciamo così bene da poter giudicare…”

Il ragazzo non diede cenno di averla sentita. “Pensate pure ciò che volete, non è reato. Ma non c’è bisogno che conosciate i loro segreti…” Diede un colpetto amichevole sulla spalla di Rob che lo fece arretrare, quasi fosse stato un pugno.

“Credimi.” Disse poi, rivolgendosi a Sarah, che lo fissava come stregata. La ragazza aveva negli occhi un’espressione confusa, ma non aveva paura.

Fece per allontanarsi, ma fu Rob a fermarlo. Senza nemmeno preoccuparsi se la sua voce tremasse o meno, domandò:

“Tu chi saresti?”

Non si volse nemmeno a guardarli.

“Sono un amico di Stephen, il fratello di Eleanor.”

 


Presto entrerò in camera.

Mi conosci, conosci la mia indole quieta e passionale, sai che non vivo nulla senza assaporarlo a fondo, senza rivelarne ogni segreto ed ogni debolezza.

Tu sei completamente diverso da me: ardente, sicuro, urli con tutte le tue forze quando stai male, parli subito e con chiarezza anche quando non c’è bisogno di un tuo parere.

Siamo così diversi.

Implodiamo ed esplodiamo contemporaneamente, in ogni momento libero, in ogni notte rubata. Solo che questo posto non ha occhi per vederci…

 


Mi stringi così forte che riesco ad avvertire il tuo cuore, come impazzito, battere innaturalmente al ritmo del mio. Temo che stringendomi così forte potresti uccidermi, liberare entrambi della nostra colpa, che è tra noi, nel nostro abbraccio contronatura, e ci divide pur essendo così vicini.

E nonostante ciò, ci sono le tue mani sotto il mio maglione, in questo preciso istante, nonostante ciò, le mie mani tremanti, lentamente, si sfilano i jeans. E nonostante ciò, mi sento scoppiare di una gioia feroce, libera e viva.

 


Breathe out

Blind house

You don’t need to know their secrets

Believe me

 


Prendimi, prendimi ancora, liberami, liberami ancora.

 


Crocifissi, quadri, tende di lino, costretti in casa, una libreria, la donna con il crocifisso al collo che ci serve la cena.

Io e te, chiusi nella tua stanza, lo stesso sangue che ci scorre nelle vene…

Chiudi gli occhi.

 


A bocca aperta, ad occhi spalancati

Nel nome del candore, della tua innocenza

E della nostra colpa.

Amen.

 


“Chiedi perdono a Dio, se ne hai coraggio”, mi sussurra, quasi senza più fiato.

 


A bocca aperta, ad occhi spalancati nell’oscurità

 


Padre Nostro, che sei nei cieli…

 


La signora Elizabeth Wilson ascoltava educatamente il pastore, mentre le descriveva accuratamente il nuovo tipo di ristrutturazione che si sarebbe operato nel lato nord della chiesa. Era piccola e bionda, con un nasino all’insù, il corpo accuratamente nascosto sotto un cardigan grigio, un crocifisso al collo, due punti luce alle orecchie. Il pastore la stava riaccompagnando a casa dopo averla incontrata in chiesa, un paio d’ore prima.

Tacquero per qualche istante, mentre attraversavano la strada: ad Elizabeth Wilson piaceva ascoltare più che parlare, il pastore lo sapeva bene. Prestava orecchio a confessioni, racconti, grida, ordini e risate con la stessa quieta educazione con cui serviva la cena alla famiglia e con cui, una volta alla settimana, si concedeva al marito, chiusi accuratamente a chiave in camera da letto.

“E i ragazzi, mia cara?” si decise a domandarle il pastore, con un sorriso. “È da un po’ che non li vedo a messa…”

“Recupereremo certamente” rispose Elizabeth con fermezza. Poi si addolcì: “Ad ogni modo, non c’è niente che non vada. Sono due bravi ragazzi, non mi danno problemi.”

 


Recuperiamo i vestiti e li indossiamo in fretta, tremando ancora per il piacere, o per l’orrore, o per tutti e due.

 


Il buio mi piace. Facilita l’amore e nasconde tutto ciò che non dovresti mai vedere.

 


Chiudo la porta della mia stanza proprio nel momento in cui sento la mamma rincasare. Non un “sono tornata”, né un “buongiorno”, né un “c’è nessuno in casa?”

Da per scontato che i suoi figli ci siano e sa già che suo marito rientrerà tra due ore precise. Crede di conoscere molte più cose di quanto in realtà non sia.

Per questo non scoprirà mai nulla… e forse continueremo a prenderci e a farci del male nel nostro muto oblio, sotto i suoi occhi assenti, tra queste mura scure, in questo buio accecante che nasconde tutto ciò che non dovresti mai vedere e facilità l’amore, in questa casa maledetta, in questa casa cieca.

 


Breathe out
Blind house
Free love
Feel loved 

 

 





Note


Questa one-shot tratta il delicato tema dell’incesto, che in questo caso si verifica tra fratello e sorella. Spero di essere stata abbastanza discreta e di non aver turbato la sensibilità di nessuno. Se così non fosse stato, vi prego di segnalarmelo.

Ho preso spunto da una bellissima canzone dei Porcupine Tree, che si chiama appunto The blind house, e vi consiglio di ascoltarla… l’idea è nata al primo ascolto. Le citazioni in corsivo che trovate sono del testo. È molto, molto bella e molto, molto angosciante. Mi ha fatto subito pensare ad una situazione ‘diversa’, diciamo, quasi ‘contronatura’.

Ancora  una volta non so come classificarla: suggerimenti sono bene accetti XD

Grazie delle vostre recensioni, sono davvero molto toccanti e assai gratificanti :)

Alla prossima,

tanechka

  
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