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Autore: Seiten_85    18/08/2005    1 recensioni
Eccomi con un'altra fic ispiratami da "Innocente distrutto" tradotta da Vitani. Commentate
Genere: Dark, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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AMANDOTI

Amarti m'affatica, mi svuota dentro,
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto.
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci è la vita
e la vita è la mia.
Amami ancora, fallo dolcemente,
un anno, un mese, un'ora, perdutamente.
Amami ancora, fallo dolcemente,
solo per un'ora, perdutamente.
Amarti mi consola le notti bianche,
qualcosa che riempie vecchie storie fumanti.
Amarti mi consola, mi dà allegria,
che vuoi farci è la vita
e la vita è la mia.
Amami ancora, fallo dolcemente,
solo per un'ora, perdutamente.
Amandoti e la vita è la mia.
Amami ancora, fallo dolcemente,
un anno, un mese, un'ora, perdutamente.
Amami ancora, fallo dolcemente,
solo per un'ora, perdutamente.
Amandoti e la vita è la mia.
-GIANNA NANNINI- Amandoti

Aveva cominciato a disprezzarsi già da un pezzo, ovvero da quando aveva capito cosa provava per lui: si sentiva sporco e impuro, pensava che l'unica cosa migliore fosse scomparire dalla loro vista, ma poi pensò che comunque doveva terminare la missione prima di qualunque cosa e poi se ne sarebbe andato nel silenzio.
Pensava che se glielo avesse detto, non avrebbe più potuto ne completare il loro compito, ma soprattutto, non avrebbe potuto (o dovuto) vederlo.
Così cominciò a pensare a cosa avesse potuto alleviare il dolore che aveva cominciato ad attanagliargli il centro del petto dove una volta stava il suo cuore, ora straziato dalla sofferenza.
Nonostante ciò, cercava di non esternare con nessuno, tantomeno a lui, le sofferenze che ormai si portava dietro da circa un mese e mezzo.
L'angoscia si faceva sentire di più quando doveva condividere la stanza con lui: doveva resistere alla tentazione di saltargli sul letto e farselo senza chiedergli niente, ma non poteva farlo perché ciò avrebbe significato essere abbandonato dalla persona che considerava come il sole e in quei casi non poteva certo rifiutarsi quando doveva stare in camera con lui, perché sicuramente avrebbe comportato una spiegazione per quel rifiuto.
All'inizio pensava che fosse una cosa passeggera, ma col passare dei giorni, si rese conto che non era così: aveva cominciato ad essere più silenzioso, ma non troppo per non far insospettire i suoi compagni. Quando ebbe la consapevolezza di ciò che provava per lui, non riconosceva più neanche se stesso: quei sentimenti potevano tranquillamente essere considerati "normali", ma in quanto un uomo volesse amare un altro uomo, allora questo non era già più normale ed era per questo motivo che se ne sarebbe voluto andar via, ma di mezzo c'era quella dannata missione e, anche se non erano legati da giuramenti o cose varie, potevano comunque andarsene come e quando volevano, non c'era nessuno ad impedirgli di farlo, ma lui gli era rimasto così fedele che mai e poi mai avrebbe lasciato lui e i suoi compagni, soprattutto nel momento del bisogno.
Il fatto era che Son Goku si stava autodistruggendo per un amore che non sarebbe mai stato ricambiato da Genjo Sanzo Hoshi, così il povero ragazzo continuava a soffrire nel silenzio.
Oltretutto la dolce e tormentata scimmietta cominciò a credere che il bel biondo, non avrebbe mai accettato l'amore da parte sua in quanto fosse un demone, oltretutto eretico e lui un monaco appartenente alla classe più alta della casta sacerdotale.
Tutto era cominciato una sera quando avevano trovato una locanda nella quale erano rimaste solo camere doppie e Goku si era sentito come un topo in trappola.
Dopo averle prese, i quattro viaggiatori salirono per occuparle; quando entrò nella loro, Sanzo annunciò che avrebbe fatto una doccia e che non voleva essere in alcun modo disturbato e così dicendo, il monaco si spogliò completamente legandosi poi un asciugamano attorno alla vita entrando in bagno chiudendosi a chiave.
Mentre Sanzo si spogliava, Goku lo stava guardando come fosse una divinità, era a dir poco incantato: quel corpo magro gli faceva venir voglia di mordicchiarlo per assaporarne la consistenza, per non parlare delle labbra che avrebbe voluto possedere, farle sue, morderle fin quando ne avesse avuto voglia. Non pensava di desiderare così tanto il corpo di un uomo, di una persona del suo stesso sesso, di Sanzo il suo sole. Quante volte aveva desiderato fare l'amore con lui, anche solo una volta!
Ma ciò, purtroppo per lui, non era mai accaduto. Così da quella volta si rese conto di essere diverso cominciando a disprezzarsi per quello che pensava a proposito del suo amato biondino.
I suoi compagni, soprattutto Gojyo e Hakkai, si accorsero dello strano comportamento della scimmietta, solo a cena: Goku litigava con il kappa e mangiava senza lo stesso entusiasmo, cercando di comportarsi come se lo dovesse fare per forza per non farli impensierire. Dopo cena Hakkai, rimasto solo con Goku, lo fermò chiedendogli
-"Goku, cosa ti succede? Con me puoi parlarne, non dirò nulla a nessuno, sono preoccupato per te!"- e la scimmietta disse senza guardarlo negli occhi
-"Nulla Hakkai, non ho nulla, non ti preoccupare. Ora vado in camera mia, buonanotte."- così il demone dagli occhi verdi lo lasciò andare. Da allora era passato un mese e mezzo e Goku aveva continuato a soffrire in silenzio.
Tuttavia, per quanto amasse e desiderasse quel monaco, Goku non voleva assolutamente che i suoi compagni, soprattutto uno, sapessero cosa si portava nel cuore, ormai distrutto in parte: se Sanzo avesse saputo cosa provava la stupida scimmia, cosa avrebbe fatto? Lo avrebbe odiato? Lo avrebbe riportato nella prigione rocciosa, condannandolo alla solitudine e al dolore che essa portava? Non lo sapeva.
Quella sera, i quattro, giunsero ad un villaggio molto tranquillo e cercarono una locanda che avesse almeno quattro camere singole, ma purtroppo, come a volte capitava, in quella modesta locanda, erano rimaste solamente due camere doppie.
Tutto trascorse abbastanza liscio fino a quando Sanzo e Goku, dopo cena, erano andati nella propria stanza: quando entrambi furono a letto, Goku, aspettando che il monaco si fosse addormentato, si avvicinò al suo letto e ci si sedette sopra per ammirare quel volto perennemente imbronciato illuminato da una splendente luna. Fu allora che fece una cosa che mai fece prima di allora, anche se ne era tentato: avvicinò il proprio volto a quello del monaco e appoggiò delicatamente le labbra sulle sue. Com'erano morbide quelle labbra!
Allo stesso tempo Goku, era felice e triste perché sarebbe stato il primo e ultimo bacio che avrebbe dato al suo amato monaco e dai suoi meravigliosi occhi dorati cominciarono a scendere silenziose lacrime e con un sussurro disse
-Perdonami Sanzo, addio!- così si alzò dal letto e se ne andò senza farsi vedere da nessuno, soprattutto dai suoi amici e compagni di viaggio.
Intanto Sanzo aveva sentito un dolce calore sulle labbra e fece in tempo a vedere il suo compagno di stanza andarsene e pensando che andasse a cercare del cibo, si rimise a dormire convinto che la mattina dopo l'avrebbe trovato addormentato sul letto.
Il giorno dopo, verso le 6.00, Sanzo si svegliò convinto di trovare la scimmietta nel letto, ma girandosi verso il suo giaciglio, lo vide vuoto, allora pensò che magari fosse in bagno, ma quando si alzò per andare a vedere, non c'era traccia del ragazzo e buttando l'occhio sulla scrivania, vide un biglietto che, appena letto, si precipitò nella camera dei due demoni per farglielo leggere. Hakkai, ancora mezzo addormentato, andò ad aprire la porta trovandosi un Sanzo terribilmente sconvolto come mai lo era stato.
Quando il monaco gli porse il biglietto per leggerlo, Gojyo gli era andato vicino per vedere cosa c'era scritto su quel pezzo di carta e Hakkai iniziò a leggere ad alta voce:
-"Cari compagni, sono davvero spiacente di non poter più continuare questo viaggio insieme a voi, non è per qualcosa che mi avete fatto o detto, no, in realtà è che non posso veramente dirvelo, scusatemi. Non preoccupatevi avrete presto mie notizie. Statemi tutti bene. Un'ultima cosa, perdonami Sanzo. A presto, vostro Son Goku."-.
Appena il demone gentile finì di leggere, tutti i presenti rimasero sconvolti dalla lettera scritta dal loro amico.
Allora Sanzo tornò tristemente nella propria stanza per vedere se ci fosse qualche altro indizio. Così si chiuse in quel buco sedendosi sul letto guardando fisso quello del suo compagno, poi si spostò su di esso sdraiandocisi sopra con il volto premuto sul cuscino per cercare di sentire ancora il suo dolce profumo mettendo le mani sotto il guanciale sentendo poi qualcosa battergli su di esse; allora tirò fuori l'oggetto e vide un quaderno, l'aprì e vide che all'interno c'erano alcune pagine scritte da Goku
-Ma questo diario è di quella stupida scimmia, leggiamo cosa c'è scritto.- così dicendo cominciò a leggere:
"Caro diario sai in questo ultimo periodo, a partire da un mese e mezzo fa, mi sento sporco, impuro, perché sento che i miei sentimenti per una persona sono cambiati, oltretutto è una persona che ho sempre considerato il mio sole per la sua lucentezza..." a quel punto il monaco rimase un attimo sbalordito, ma poi continuò a leggere
"...a proposito dei sentimenti che sono cambiati nei suoi confronti beh ecco... io... credo di amarlo, ma questo non glielo dirò mai soprattutto perché ho paura di perderlo, così ho deciso di tenermi tutto dentro soffrendo in silenzio per un amore che mai e poi mai potrà essere ricambiato..." a quell'altra frase Sanzo rimase sconvolto, però continuò per saperne di più
"...da quando mi sono accorto di essere diverso, provando sentimenti d'amore per una persona del mio stesso sesso, ecco non sono più sicuro di continuare questo viaggio con lui e i miei due compagni Gojyo e Hakkai. Non voglio che scoprano cosa provo per Sanzo, il mio sole... il mio... amore, così ho deciso di andarmene, lo farò domattina prima che Sanzo si svegli. Poco fa l'ho addirittra baciato: Dio com'erano buone quelle labbra. Me ne voglio andare perché non voglio che mi odi. A volte mi trovavo anche a sognare di fare l'amore con lui, ma questo è solo il frutto delle mie fantasie. Comunque sia, io amo da impazzire Sanzo, l'ho sempre amato ed ora che devo dirgli addio, non sono più sicuro di niente... Comunque sia voglio scrivere delle cose su di lui, anche se non le saprà mai...
Caro Sanzo, sai è da molto tempo che so di amarti: prima ti consideravo come un padre, poi come un fratello, poi come un amico, ma da un po' di tempo ho scoperto che provo questi sentimenti d'amore per te. Mi considererai un anormale, un diverso, una creatura abominevole, ma voglio dirti che ti amo da morire. So che tutto questo potrebbe essere considerato come un qualcosa di inadatto ad una creatura eretica come me, perché quelli come me non possono, non devono amare. Quindi ho scritto questa lettera solamente per sfogo e non certo perché voglio fartela leggere. Non voglio che tu lo faccia perché ho paura dell'odio che potresti provare verso di me per i sentimenti che non posso, non devo provare per una persona che fisicamente è come me. Perciò continuerò a soffrire nel silenzio per questo amore che non potrà essere ricambiato da te. Addio amore mio, ti amo tanto..." e con questa ultima lettera si conclusero i pensieri della scimmietta.
Dopo che ebbe finito di leggere, Sanzo rimase a dir poco sconvolto: quella stupida scimmia lo amava? Lo aveva sempre amato e per questo se n'era andato? Per paura di essere odiato da lui? E addirittura si era portato tutto dentro soffrendo per tutto quel tempo? Ecco spiegati gli strani silenzi e lo strano comportamento che aveva ultimamente.
Adesso che il monaco era consapevole dei sentimenti del compagno, sentiva come una morsa al cuore che gli faceva male: ora che Goku se n'era andato non sarebbe stata più la stessa cosa, niente più "Sanzo ho fame!" o "Ahia Sanzo, mi hai fatto male!" e niente più sorrisi, voci petulanti, ma soprattutto niente più splendidi occhi dorati. Il bel biondo si era accorto solo adesso di tenere veramente a quella dolce e petulante scimmietta, solo adesso si rese conto di quanto poteva essere bello averlo vicino, ma solo in quel momento si era reso conto di quanto amava Goku, quanto avrebbe voluto stringerlo fra le braccia, baciarlo, sbatterlo a terra e fotterselo fino all'alba, quante notti avrebbe voluto farlo, ma che il suo stupido orgoglio gli impediva di fare. Così uscì immediatamente dalla camera portandosi dietro il diario di Goku: voleva, doveva trovarlo per riaverlo di nuovo vicino e saziarsi del sapore delle sue labbra e del suo corpo.
Hakkai e Gojyo lo videro correre freneticamente verso est capendo che stava andando a prendere Goku, il suo amato Goku. In cuor suo però il monaco pensava solo di riportare indietro la sua scimmia per fargli una bella ramanzina, per nascondere i sentimenti che in realtà provava per lui: lo avrebbe fatto solo per evitare di spingersi troppo in là con lui, per non dimenticare l'insegnamento che Komyo Sanzo gli aveva rammendato; avrebbe voluto amare Goku in tutto e per tutto, ma a causa della fede che il monaco portava nei confronti del suo maestro aveva rifiutato una cosa così grande e naturale nonostante la sua posizione di bonzo di più alto rango della casta sacerdotale.
Intanto Goku, dopo una lunga corsa si era fermato a riposare sotto un albero con la schiena appoggiata al tronco: stava pensando ancora a Sanzo e al bacio datogli quella notte.
Dai suoi occhi scesero ancora delle lacrime: sentiva il suo cuore spaccarsi per il senso di colpa che provava per aver compiuto quel gesto che da tempo desiderava fare.
Il desiderio si stava accendendo nel suo giovane corpo, così, lentamente, cominciò a privarsi della maglietta come se fosse davanti a Sanzo iniziando ad accarezzarsi il petto andando a stimolarsi i capezzoli passandoci ripetutamente le dita sopra, facendoli ergere dopo pochi stimoli.
Poi scese verso gli addominali andando sempre più giù incontrando il bordo dei jeans che aprì per sfilarseli dalle gambe tornando verso i fianchi dai quali passò lentamente verso l'inguine introducendo le mani nell'intimo per cominciare a stimolarsi la virilità che già cominciava a risentirne di quel trattamento; così si sfilò anche l'ultimo indumento che lo separava dall'essere copletamente nudo, il tutto come se quelle azioni le stesse compiendo il monaco.
Così cominciò a riservarsi piacevoli torture su tutto il corpo, soprattutto sul sesso e mentre lo faceva si graffiava con le unghie nonostante fossero corte, per prolungare quelle piacevoli e "dolorose" carezze finché venne impetuosamente nelle proprie mani, portandosi il liquido alla bocca, come se lo facesse il biondino. Non era la prima volta che faceva questo genere di cose, ma ogni volta era un'esperienza nuova. Stremato rimase sdraiato a terra aspettando che si riprendesse da quel violento e soddisfacente orgasmo, ma sentiva che non era abbastanza e, ripresosi, ricominciò a darsi piacere e farsi del male, fin quando, stanco e sfinito per gli orgasmi e il dolore che avvertiva all'inguine che gli dava una sensazione piacevole, si addormentò. La prima volta che provò, fu quando, un giorno in camera sua, sentì un forte dolore all'inguine: per far si che passasse il fastidio, si sdraiò sul letto passandosi la mano sulla virilità e, nonostante fosse coperta dagli indumenti che portava, provava uno strano piacere nell'accarezzarsi in quel modo e fu il giorno in cui sentì un forte desiderio nei confronti di Sanzo e da lì non aveva più smesso, almeno quando ne sentiva il bisogno e, col passare del tempo, aveva provato anche a "farsi del male" con le proprie mani trovando che, anche quel modo, gli dava soddisfazione, almeno in parte.
Intanto Sanzo si era addentrato in un bosco non molto lontano dal villaggio in cui aveva preso alloggio, inieme agli altri, in una locanda.
Si era ripromesso che, quando l'avrebbe trovato, l'avrebbe riempito di harisennate facendogli passare la voglia di rifare una cosa del genere.
Ad un tratto, a qualche decina di metri da lui, vide una figura rannicchiata a terra ai piedi di un albero; avvicinandosi, vide che era proprio la sua stupida scimmia addormentata completamente nuda. Dato che era in posizione fetale, non riuscì a vedere bene in che stato fosse, così la girò lentamente per evitare che si svegliasse, ma quando vide che il suo corpo nudo era attraversato da piccoli graffi, gli venne un colpo pensando che qualche demone lo avesse ferito, ma vedendo i suoi abiti abbandonati accanto a lei intatti, non riusciva a darsi una spiegazione.
Spostando lo sguardo sull'erba tra le gambe del ragazzo vide che c'erano delle tracce di liquido bianco e, capendo di che si trattava, non riusciva a credere che tutto quello fosse stata opera sua, ma quando udì le parole della scimmietta che delirava nel sonno, sentì il suo cuore perdere un battito
-Sanzo... perché non mi ami...?- il tono con il quale le aveva pronunciate era così sofferente che il monaco sentì il cuore frantumarsi: non credeva possibile che una creatura così solare come il piccolo Goku potesse essere così masochista da fare quel genere di cose, non era da lui! Ad un tratto vide Goku che si rimetteva nella posizione iniziale mentre il suo corpo veniva scosso da violenti tremori per la corrente fredda che veniva dal bosco, così Sanzo si tolse la tunica stendendola sull'erba prendendo Goku tra le braccia adagiandolo sulla veste coprendolo con essa e, prendendolo in braccio, lo riportò alla locanda.
Quando arrivò all'albergo, Sanzo si diresse al piano superiore per raggiungere la camera che divideva con lui, ma prima di arrivarci vide Gojyo e Hakkai uscire dalla loro e il demone dagli occhi verdi, vedendo il corpo di Goku giacente fra le braccia di Sanzo, disse
-Sanzo, cos'è successo a Goku?- si avvicinò al monaco per prenderlo e portarlo in camera sua per curarlo, ma il biondo si tirò indietro andando poco dopo nella sua. Entrando, chiuse a chiave la porta per evitare che qualcuno entrasse: sdraiò dolcemente la scimmietta sul letto sedendoglisi poco dopo accanto osservando la sua espressione contorta dal dolore e dalla sofferenza cominciando ad accarezzargli una guancia. Poi si alzò per andare a prendere l'occorrente per medicarlo per poi metterlo sul comodino accanto al letto dove riposava la piccola saru. Così il monaco cominciò a passare il cotone imbevuto di disinfettante sul petto del ragazzo che, sentendo scorrere qualcosa di morbido su di se, si svegliò vedendosi un Sanzo preoccupato e arrabbiato che lo stava curando
-Sanzo,... ma cosa... perché sono di nuovo qui?- chiese il ragazzino e il monaco, usando sempre il suo solito tono freddo, disse
-Come potevi pensare di andartene, anche se fra noi non c'è stato alcun tipo di giuramento? Andandotene in giro da solo combineresti solo guai! E ora sta' buono che finisco di medicarti i graffi che probabilmente te li sarai fatti tu.- a quelle parole Goku sussultò, ma poi si lasciò medicare le piccole ferite. Quando terminò disse
-Adesso dormi, ripartiremo quando ti sarai ripreso; adesso ti mando Hakkai così starai più tranquillo.- la sua voce era come al solito fredda, così uscì dalla camera lasciando sola la piccola scimmietta.
Rimasto solo, Goku pensò a tutto ciò che gli successe fino a qualche istante prima, poi si disse
-Come ho potuto pensare che lui potesse provare dei sentimenti per me, anche se mi ha detto quelle cose? Io non amerei nessun'altro all'infuori di lui; io lo amo da morire, però potrei avere delle speranze se continuassi a farlo, però ho anche paura che mi rifiuti o che mi odi, questo mi farebbe più male di una pugnalata. Quando mi sarò ripreso e lui entrerà di nuovo qui glielo dirò, anche se ci fossero Gojyo e Hakkai.- così dicendo si addormentò. Intanto Sanzo stava per uscire dalla locanda quando Hakkai lo fermò
-Sanzo cos'è successo a Goku che aveva addosso il tuo kimono?- il monaco, a quella domanda, non rispose, ma bensì se ne uscì dall'albergo parlando solo allora
-Va' a vegliare su Goku e se dovesse chiederti dove sono, digli che sono andato a farmi un giro.- così si voltò e uscì. Hakkai era piuttosto preoccupato per la scimmietta, così salì in camera sua per stargli accanto.
Quando entrò in camera, vedendo un Goku rannicchiato nel letto che dormiva, il cuore del demone dagli occhi smeraldini perse un battito e, prendendo un profondo respiro, si avvicinò al capezzale del ragazzino. Goku però non stava dormendo e quando sentì qualcuno sedersi vicino a lui, pensò che fosse il suo sole, ma quando si girò per vedere chi era, vide Hakkai: quando lo guardò, i suoi occhi persero definitivamente la luce che era solita splendere in essi. Dopo un attimo di silenzio tra i due, Goku si buttò tra le braccia del demone piangendo disperato
-Oh Hakkai, perché... perché devo provare tanto dolore; non bastava quello che ho dovuto sopportare quando ero rimasto imprigionato nella roccia per più di cinquecento anni?- Hakkai, parlando in un sussurro, disse
-Cos'è successo, Goku? Hai voglia di parlarmene? Se lo facessi, ti potrei aiutare!- la scimmietta, dopo essersi sfogata, disse
-E' da qualche tempo che mi sento così... così psicologicamente tormentato da pensieri che non dovrebbero essere miei, ma purtroppo, da circa un mese e mezzo, ho cominciato ad averli...- si interruppe prendendo un profondo respiro, poi continuò non guardando, però, il suo interlocutore
-... quello che ti sto per dire, potrebbe impressionarti, e anche a me fa' lo stesso effetto, in un certo senso; comunque credo di essermi innamorato non di una ragazza, ma bensì di un ragazzo e per questo mi disprezzo!- a quel punto gli si formò un groppo in gola che gli impedì di parlare ricominciando a piangere. Hakkai, però, cercò di rassicurarlo
-Ascolta Goku, è normale provare sentimenti d'amore per una persona dello stesso sesso, quindi non disprezzarti, sta' tranquillo e sappi che non mi fai affatto ribrezzo, anzi, tutt'altro: vorrei aiutarti a dichiararti a questa persona!- a quel punto Goku scoppiò
-Allora cambieresti idea se ti dicessi che la persona di cui mi sono follemente innamorato fa parte del nostro gruppo?- Hakkai, tranquillamente rispose
-Assolutamente no, rimarrei comunque della mia idea, perché saresti e rimarresti sempre un mio carissimo amico!- Goku, allora, si decise a rivelare il nome del ragazzo dei suoi sogni e tormenti
-Vedi Hakkai, io sono innamorato... di... di Sanzo, è lui il mio unico amore, per il quale sto soffrendo da un mese e mezzo... ora capisci il motivo per il quale mi disprezzo?- il ragazzo dagli occhi verdi gli sorrise
-Nell'essere innamorati di una persona che è fisicamente come noi e che è stata la migliore amica per anni, non c'è niente di male o di sbagliato e nemmeno da vergognarsene, quindi non ti preoccupare, ok?- la scimmietta domandò
-Però come farò a dirgilelo?- il demone gentile rispose
-Nel modo più semplice possibile, digli cosa provi per lui e da quanto provi questi sentimenti.- dopo quelle parole, il ragazzino chiese ad Hakkai di lasciarlo solo per riflettere su quanto si erano detti e il demone fece ciò che gli fu chiesto e Goku si sdraiò sul letto prendendo il diario che era sotto al cuscino.
Quando si accorse che non c'era, si alzò di scatto togliendo il guanciale, ma quando vide che non c'era cominciò ad agitarsi andando a controllare in ogni angolo della camera; la preoccupazione salì quando non lo trovò da nessuna parte. Riavvicinandosi al letto, spostando la tunica di Sanzo, vide l'oggetto che tanto disperatamente cercava.
Intanto Sanzo vagava per le vie del centro del villaggio: stava ripensando a tutte le cose successe nel corso delle ultime ore, da quando Goku l'aveva baciato, credendo che lui dormisse, a quando ebbe trovato l'eretico accasciato sull'erba completamente nudo di cui trovò dei piccoli graffi sul suo corpo e tra le gambe e sulle mani trovò delle tracce di liquido seminale. Ritornarono alla mente anche le parole lette sul diario di quella scimmia; non credeva ancora che quel ragazzino lo avesse amato in silenzio per tutto il tempo e la causa del suo dolore non era altro che lui, Genjo Sanzo Hoshi che non gli aveva mai mostrato segni d'affetto, a parte quando gli metteva una mano sulla testa. Se almeno gli avesse dimostrato che gli voleva un po' di bene, forse Goku non avrebbe avuto motivo di farsi del male
-"Perdonami Sanzo, addio!"- non immaginava che quelle parole potessero fargli così male: quando la scimmietta le pronunciò, Sanzo sentì il suo cuore perdere un battito. Anche in quel monento sentì aumentare il battito cardiaco pensando al bacio portandosi le dita alle labbra sentendo ancora quel tocco così dolce e delicato che la tenera scimmietta gli diede quella notte. Ad un tratto si fermò
-"No, non è possibile, non può essere vero, non deve succedere di nuovo, non posso, non devo avere legami, l'ho promesso al mio maestro, ma allora perché mi sento cosi... male pensando a ciò che Goku si è fatto a causa del mio orgoglio, del mio mancato affetto nei suoi confronti? Se io lo rifiutassi cosa succederebbe? Gli spezzerei il cuore, ma non dovrei assolutamente preoccuparmi di una cosa del genere, perché io non lo amo e quindi nulla cambierebbe. Io continuerei a tenere fede agli insegnamenti del mio maestro. E anche se lo amassi, non potrei comunque farlo perché lui è un demone, è minorenne ed è... come me, un ragazzo, un maschio; non durerebbe neanche un giorno un legame come quello, ma come ho detto seguirò gli insegnamenti del mio maestro, di mio padre, di Komyo Sanzo."-.
Intanto, un certo demone dagli occhi dorati chiamato Goku, aveva visto cadere dalla veste del monaco il suo diario
-Ma questo è il mio diario, come mai era nella veste di Sanzo? Se avesse letto ciò che ho scritto su di lui? Sono sicuro che mi disprezzerebbe e mi allontanerebbe da lui o forse mi odierebbe e questo potrebbe uccidermi.- era agitato, non riusciva pensare ad altro che a quello che il monaco avrebbe potuto leggere, però doveva affrontarlo a viso aperto senza nessuna paura od esitazione e qualsiasi cosa gli avesse detto, avrebbe continuato ad amarlo come aveva sempre fatto in quell'ultimo periodo; così si preparò psicologicamente ad uno scontro verbale con il suo sole.
Sanzo era arrivato alla locanda e si era diretto al piano superiore per raggiungere la camera di Goku: giunto davanti alla porta entrò senza bussare trovando la scimmietta che gironzolava per la stanza nervosa e quando si accorse che il monaco era entrato si paralizzò all'istante balbettando qualcosa
-S-Sanzo che... che ci fai qui?!- era nervosissimo e il biondino, avvicinandosi a Goku disse -Scimmia, dobbiamo parlare!- e lo spinse sul letto mettendoglisi a cavalcioni impedendogli di muoversi bloccandogli i polsi sulla testa. Goku era imbarazzato per la posizione in cui si trovavano, poi cominciò a parlare
-Di cosa vuoi parlare, Sanzo?- il biondino, vedendo il diario sul letto, lo prese e lo mostrò al demonietto
-Di questo, scimmia!- il suo sguardo era severo e Goku, voltando il viso di lato per non guardare il monaco, disse
-Ah di quello, bhe... ecco...- e Sanzo gli prese il viso e lo voltò verso il proprio, focalizzando lo sguardo della scimmia sul proprio
-Avanti Goku, parla! Voglio sapere tutto!- la voce era severa e Goku, inghiottendo a vuoto e prendendo coraggio, si avvicinò al volto del ragazzo che lo sovrastava e lo baciò.
Dopo quel leggero tocco, Sanzo gli chiese con voce calma
-E' così?- e la scimmietta, a bassa voce, rispose
-Si, è così...- e il monaco, alzandosi dal letto e liberando Goku dalla presa sui suoi polsi, disse
-Bene!- così uscì dalla stanza lasciando la scimmietta di nuovo sola
-Adesso cosa penserà di me? L'ho baciato di nuovo! Ho potuto assaggiare di nuovo il sapore delle sue labbra! Che splendida sensazione! Ma adesso, cosa mi riserverà il destino? Vivere con lui non solo in veste di protetto, ma anche di amante; oppure, anche se il mio cuore ne soffrirebbe, rinnegare i sentimenti che da tanto provo per lui continuando, però, a stargli accanto soffocando i desideri che mi divorerebbero l'anima? Il fatto è che l'abbandono da parte sua mi farebbe più male di una qualsiasi arma arrivando ad uccidermi. Adesso, devo solo aspettare...- pensò tristemente Goku abbracciando il morbido cuscino come se quel gesto lo potesse in qualche modo proteggere da quella situazione che lo faceva stare male.
Sanzo, intanto, era seduto ad un tavolo del dehore fuori dalla locanda: di nuovo aveva sentito sulle labbra il dolce sapore di quelle della sua scimmia portandosi le dita su di esse toccandole per sentirne ancora il calore
-Tsk! Si è di nuovo azzardata a baciarmi quella stupida scimmia!- aveva pensato nervosamente sorseggiando un bicchiere di saké. Ad un tratto gli vennero in mente alcune parole che Goku scrisse sul proprio diario
"... A volte mi trovavo anche a sognare di fare l'amore con lui, ..."; Dio come avrebbe voluto anche lui fare la stessa cosa: un piccolo angolo del suo cuore desiderava unirsi a quella meravigliosa creatura, anima e corpo, ma il suo dannato orgoglio gli impediva di pensare e agire. Tante, troppe volte si era ridotto a pensare a quanto desiderasse amarlo, ma sapeva che doveva tenere segreto il suo desiderio proibito
-"...eppure sento che il mio corpo desidera fortemente unirsi a lui; voglio possedere tutto di lui: il suo corpo, la sua mente, ... il suo cuore; voglio sentire urlare il mio nome dalle sue labbra mentre, con dolce passione, lo faccio mio; già perché voglio che mi appartenga; non mi importa se sotto a quel viso d'angelo si nasconde un demone assetato di sangue, io lo amo per ciò che è e per ciò che lui rappresenta per me. Devo dirglielo, adesso che ho scoperto di amarlo, devo dirgli ciò che provo: sarà 'sta notte..., 'sta notte voglio amarlo come mai nessuno ha fatto, con tutto il cuore, con tutta la dolcezza di cui dispongo donandogli tutto me stesso, così che capisca che non è solo e che c'è qualcuno che lo ama. Si... lo farò... per lui... per il Seiten Taisei Son Goku... ti amo! Perdonatemi maestro..."- il flusso dei pensieri terminò quando qualcuno lo andò a chiamare
-Sanzo la cena è pronta, vieni!- era Goku che avvisava il monaco che la cena sarebbe servita pochi minuti dopo. Durante la cena, Sanzo non smetteva di fissare, di tanto in tanto con la coda dell'occhio, anche se con il solito sguardo, la scimmietta che mangiava con un'ingordigia da far paura. Dopo aver riempito i loro stomaci, ognuno andò nella propria camera: appena vide che Goku stava entrando nella propria, Sanzo lo chiamò e la scimmietta lo seguì nella loro. Goku si sentiva molto in imbarazzo, ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce del monaco
-Come tu ben sai io ho letto cosa provi per me e tu, sicuramente, penserai che di te non me ne importi nulla, ma su questo ti sbagli di grosso... perché... provo gli stessi sentimenti che provi tu...- Goku, sentendo quelle parole, spalancò i suoi grandi occhi dorati dai quali cominciarono a scendere numerose lacrime -Sanzo, ma allora tu...- cominciò a dire e il monaco lo interruppe -Si stupida scimmia, ti amo, ma questa è stata la prima e ultima volta che te l' ho detto!- e Goku cominciò a piangere per la gioia che provava nel sentire quelle parole dal suo amato sole. Allora Sanzo poggiò delicatamente una mano su una guancia del ragazzo di fronte a lui asciugandogli le lacrime col pollice mentre Goku lo fissava sorridendo.
Poco dopo, il monaco, si abbassò e catturò le labbra della scimmietta in un bacio lento e dolce diventando passo passo più passionale e sensuale: era il loro primo bacio e nessuno dei due l'aveva dato mai a qualcuno, ma muovendosi con un certo ritmo, riuscirono ad avere una certa coerenza; senza staccare le labbra dalle sue, Sanzo spostò le mani sulle morbide natiche di Goku afferrandole in modo da portarselo in braccio dirigendosi verso il letto sul quale fece sdraiare, sotto di se, la dolce scimmietta.
Sanzo continuava a baciarlo con dolcezza mentre cominciava a far vagare le mani sotto la maglietta accarezzandogli la pelle liscia intanto che Goku rispondeva al bacio altrettanto dolcemente.
Il biondo aveva già sfilato la maglietta della sua scimmietta scoprendo un busto minuto quanto forte: anche se l'aveva già visto così, era rimasto lo stesso meravigliato da quel corpo di cui era un piacere accarezzare la pelle liscia e bronzea.
Goku, intanto, gli si stava offrendo completamente e quando Sanzo raggiunse i piccoli capezzoli scuri succhiandoli e leccandoli, cominciava a gemere chiedendogli di più
-Ahh, Sanzo... anf... ti anf... ti prego... ahhh...- Sanzo era soddisfatto per il piacere che stava provocando nel suo amante e quando quella tortura finì, il monaco lo guardò in quei profondi occhi dorati
-"Cavolo, non dovevo proprio innamorarmi di questa stupida scimmia; eppure come non ci si può innamorare di una creatura che di demoniaco ha solo il fatto di essere definito tale solo perché ha gli occhi dorati? Comunque sia e qualunque cosa accada lo voglio amare come mai nessuno ha fatto."- pensò Sanzo e Goku, ancora leggermente ansimante, disse
-Sanzo, questa notte vorrei che mi amassi, vorrei che facessi l'amore con me, ti prego!- a quella richiesta, il biondino rispose
-Io non voglio fare certe cose contro la tua volontà, ma se è questo ciò che desideri, allora lo farò; farò l'amore con te, Goku. Aishiteru!- il viso di Goku si illuminò di uno splendido sorriso che era solo per il suo sole.
Così, lentamente, cominciarono a spogliarsi a vicenda rivelando, al compagno, un corpo snello e magro, altrettanto forte di cui la pelle che lo ricopriva, alla luce argentea della luna, emanava una luce flebile e fredda quanto eccitante chiaroscurandola in modo tanto dolce quanto delicato.
Quando furono completamente nudi, lasciarono che i loro occhi vagassero per il corpo del compagno nutrendosi della reciproca nudità.
Quando il suo sguardo si fu saziato abbastanza, Sanzo si sdraiò sul corpo del suo giovane amore e ne baciò le labbra gustandole in tutta la loro area mentre Goku subiva e ricambiava quel contatto così ardente e passionale: entrambi avvertivano l'irrefrenabile desiderio di appartenere l'uno all'altro donando tutto loro stessi al compagno. Sanzo si rese conto di quanto potesse essere piacevole la realtà di stare amando l'unica ragione della sua vita e non un amante a caso dal quale avrebbe avuto solo lo squallido divertimento di una notte nel quale ci sarebbe stata una disgustosa danza carnale basata soltanto sul sesso.
Quella era la prima volta che i due amanti facevano cose del genere e Goku, per paura di sbagliare, assunse un ruolo completamente passivo e Sanzo, accorgendosene, gli disse
-Perché esiti? Per caso non ti senti ancora pronto?- la sua voce era bassa e terribilmente calda tanto da fare rabbrividire il suo amante
-N... no, è solo che... ho paura di fare qualcosa di sbagliato...- mentre Goku pronunciava quelle parole, sul suo viso comparve un delizioso rossore e il biondo, avvicinandosi ad un suo orecchio, bisbigliò
-Prova a pensare a cosa vorresti che io facessi e non avere timore di sbagliare, qualsiasi cosa mi faccia andrà più che bene! Rilassati, sei troppo teso!- allora il demonietto provò a rilassarsi e, cambiando le posizioni mettendosi a cavalcioni sul suo amore, cominciò a baciarlo mentre le mani vagavano per il petto del biondo che, con le proprie, accarezzò la schiena del brunetto. Cercava di donare maggior piacere possibile cercando di dimostrare al suo "esperto" amante che non era del tutto stupido.
Come poté constatare il biondo, la sua scimmietta, superato un primo momento di imbarazzo, aveva già acquisito una certa accortezza nel dare piacere all'amante: lo capiva da come gli leccava e stimolava i capezzoli, ma, ancora di più, il suo sesso; cavolo, quella scimmia si stava impegnando!
Il monaco stava quasi per venire, ma, riprendendo il controllo di se, ribaltò di nuovo le posizioni ritrovandosi sopra Goku: gli piaceva sovrastare quella creatura, gli dava un senso di superiorità.
Così Sanzo divaricò dolcemente le gambe di Goku (non voleva assolutamente fargli del male) e ci si mise in mezzo penetrandolo lentamente con un dito aggiungendone altre due, muovendole piano in circolo, rilassandone l'apertura. La scimmietta era infastidita da quell'innaturale intrusione, ma ci si abituò presto e Sanzo, sfilandogli lentamente le dita dalla piccola apertura, appoggiò il proprio sesso ad essa penetrandola il più delicatamente possibile.
Goku sentì un dolore lancinante provenire dal piccolo pertugio e poco dopo il biondino si accorse che le gambe del demone stavano cominciando a tremare, così, con voce calma, chiese mentre appoggiava le mani sulle ginocchia cercando di infondergli almeno un po' di calore
-Hai freddo? Vuoi che ci fermiamo?- e la scimmietta, cercando di sorridere, disse
-No, non ti preoccupare, passerà. Il dolore passerà, ti prego fammi tuo!- così il monaco si allungò su di lui e gli posò un lungo bacio sulle labbra mentre, con delicatezza, si spingeva in lui muovendo sensualmente i fianchi contro quelli del compagno di modo che la sua virilità strusciasse contro il proprio ventre. Nonostante, solitamente, il monaco fosse freddo, con il suo giovane amante decise di essere in qualche modo dolce e premuroso: era pienamente consapevole che era vergine e, infatti, cercò di essere più cauto possibile mentre invadeva le inviolate carni della sua scimmietta chetando i suoi gemiti di dolore con dolci baci sulle labbra ed eccitanti e delicati morsi sul suo collo
-Amami Genjo Sanzo Hoshi, fa' del mio corpo ciò che vuoi, privami di ogni cosa non lasciarmi nulla! Aaahhh!!!- le spinte si facevano sempre più veloci e Sanzo colpiva sempre nel punto che permetteva a Goku di urlare per il piacere prendendo anche tra le mani il suo sesso dandogli piacere anche in quella zona. Dopo qualche altra spinta, i due amanti vennero l'uno dentro l'altro stremati, ma pienamente soddisfatti. Sanzo, ancora dentro Goku, era completamente sdraiato sul corpo dell'amante che ancora ansimava per il violento orgasmo appena vissuto.
Dopo qualche minuto passato nel completo silenzio, Sanzo uscì delicatamente dal corpo del suo amore sdraiandoglisi accanto abbracciandolo dolcemente alla vita, mentre l'altro gli si strinse contro per sentire ancora il dolce calore che emanava il corpo di Sanzo
-Sanzo, ti amo tanto! Ti prego non lasciarmi più solo... io... io ho bisogno di te!- disse Goku nascondendo teneramente il viso nella spalla del suo amore; il biondo non rispose a parole, ma posandogli un bacio sulla testa, la scimmietta capì che voleva dirgli
-"Anch'io stupida scimmia. Non ti lascerò più solo."-: sapeva che Sanzo non glielo avrebbe mai detto, ma i gesti andavano ben oltre al significato che le parole avrebbero potuto esprimere. La scimmietta, in fondo, amava anche i suoi silenzi, che potevano valere più di mille parole e anche il suo sfrenato orgoglio e il monaco sentiva di amare tutto di Goku, dalla sua smisurata ingordigia, al suo essere infantile, ma più di ogni cosa, amava i suoi sorrisi, sempre così spontanei e contagiosi. Pensò che tra i due il sole, non era lui, ma la sua scimmietta, non solo per i sorrisi che mostrava, ma anche per i suoi occhi che sembravano il sole stesso, come se quell'astro avesse voluto creare dei suoi simili.
Così si addormentarono teneramente abbracciati pensando ad un futuro che li avrebbe visti uniti non solo come compagni di viaggio, ma anche come due teneri amanti desiderosi di dare e ricevere emozioni mai provate prima, anche se uno dei due non l'avrebbe mai ammesso.

FINE

   
 
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