Un'altra
lunga giornata era terminata a bordo del cruiser Venator
che li stava riportando tutti a Coruscant. L'ultima battaglia
era stata
lunga e spossante, ma, un po' per la schiacciante vittoria conseguita,
un po'
per il basso numero di perdite umane, gli umori di tutti nella grande
mensa
erano allegri e Anakin non poteva fare a meno di sentirsi trascinato
dall'inebriante goliardia che rendeva quei momenti di riposo ancora
più
speciali.
Sì,
mentre guardava i suoi soldati bere, mangiare e
scherzare, Anakin Skywalker era soddisfatto della sua vita. Ed essere
stato
invitato con tanta insistenza dai suoi sottoposti a cenare con loro era
stato
per il giovane cavaliere Jedi il più grande onore,
perché Anakin era sicuro di
un fatto: che essere un buon generale dipendesse proprio da quello, non
solo
dall'essere a contatto diretto con i propri soldati, conoscere i loro
volti e i
loro nomi, e rispettarli come essi facevano a loro volta, ma anche
condividere
assieme a loro i momenti in cui non stavano affrontando pericoli
mortali. Nella
Forza, la serenità e l'allegria dei soldati trasmetteva ad
Anakin piacevoli
vibrazioni che sapevano di vittoria.
E dopotutto,
da qualche parte Anakin Skywalker aveva solo
vent'anni, per quanto fosse un cavaliere Jedi e un acclamato generale.
Dopo qualche
ora di accesa conversazione, il tema di
dibattito si spostò sulle grandi azioni militari di Anakin
il giorno prima;
Anakin, esercitando per una volta una vera modestia Jedi,
annaffiò le roboanti
cronache dei soldati con i suoi commenti spassionati pieni di
autocritica e
assennatezza.
-Ma anche la
nostra piccoletta non è stata male!- acclamò
uno dei cloni, Anton, dall'altra parte del tavolo. -Avete visto quando
ha fatto
fuori venti droidi in mezzo minuto? Venti, ragazzi, li ho visti coi
miei
occhi.-
-Tutto merito
del suo maestro,- disse Anakin con un
sorriso pieno di finta spacconeria, prima di sospirare e alzarsi dal
tavolo.
-Dove sta
andando, generale?-
Anakin
scrollò le spalle e ghignò bonariamente. -Sono
troppo vecchio per stare in piedi fino a tardi, Rex. Voi continuate a
godervi
la vostra gioventù.- La battuta fu apprezzata dalla tavolta
che rispose con
qualche risata e una piccola spontanea acclamazione.
-Allora a
domani, generale!-
Tutti i cloni
della mensa gli rivolsero un saluto prima
che uscisse, e poi ritornarono al loro allegro cianciare. Chiudendo il
portellone della mensa dietro di sè, le loro voci e il suono
delle posate si
smorzò e divenne un'indistinta confusione soffocata
dall'acciaio pesante.
I corridoi,
freddi e grigi, erano solitari come al solito,
a parte il droide di pattuglia occasionale. Ad Anakin piaceva camminare
per i
corridoi delle fregate e dei cargo: erano ambienti rozzi ed essenziali,
senza
orpelli nè distrazioni. Erano ambienti adatti alla guerra, e
come la guerra
erano luoghi senza le ipocrisie della raffinata architettura
coruscanti.
Soprattutto, erano i luoghi in cui ci si poteva facilmente nascondere
per
mandare un messaggio di nascosto ad una certa giovane, bellissima
senatrice, e
questo era il loro pregio maggiore.
Mentre
s'avviava in direzione della sua camera, gli venne
in mente che Ahsoka era dispersa da prima dell'ora di cena. L'aveva
vista
cospirare con un droide cuoco poco prima dell'ora della mensa, e poi
l'aveva
intercettata - o meglio, Ahsoka l'aveva intercettato andando quasi a
sbatterglieli contro - mentre correva verso la sua stanza mantenendo in
equilibrio (e ciò era un fatto mirabile, Anakin glielo
doveva riconoscere) il
vassoio.
-A domani,
Maestro!- aveva gridato dietro la sua spalla
senza smettere di correre.
Un po'
incuriosito dal comportamento della sua padawan,
Anakin decise di fare un piccolo detour e andare a
controllare cosa
stesse facendo (sperando che non stesse cercando un modo per cacciarsi
nei
guai, per quanto fosse difficile farlo a bordo di un astrocruiser in
viaggio).
Quando fu nel corridoio su cui dava la stanza di Ahsoka, Anakin
sentì
distintamente la musica. Era la prima volta che sentiva della musica
da...un sacco
di tempo.
Era il suono
incalzante dei tamburi e di qualche altro
strumento a percussione che Anakin non sapeva riconoscere: per quella
misera
cultura musicale che Anakin s'era fatto durante quegli ultimi dieci
anni di
viaggio in giro per la galassia, quella musica, con quel ritmo ipnotico
e
incalzante, assomigliava molto alle musiche dei mondi selvaggi abitati
da
alieni ancora allo stato naturale. Quello che era sicuro era che era
totalmente
diversa dalla musica sintetica e diversamente martellante che andava in
voga
tra i ragazzi della loro età nelle grandi città.
Era Ahsoka ad
ascoltare quella musica?
Anakin era
già mezzo determinato a prenderla un po' in
giro al riguardo quando s'avvicinò alla porta e, trovandola
appena schiusa, vi
buttò un'occhio dentro: quello che vi vide lo sorprese.
Ahsoka stava
danzando.
E come.
Teneva gli
occhi chiusi, e la bocca schiusa. Era fluida,
seguendo con il ventre e i fianchi il ritmo della musica, in maniere
che Anakin
francamente non si sarebbe aspettato dalla sua giovanissima e alquanto
sessualmente indistinta padawan. Fosse stata Ahsoka qualche anno
più grande, o
più femminile, era sicuro che quella maniera di danzare le
avrebbe procurato un
gran numero di ammiratori libidinosi in qualsiasi locale di Coruscant.
O della
galassia, a ben pensarci.
Aveva visto
delle Twi'lek (delle Twi'lek adulte,
rettificò Anakin) ballare in quella maniera, per il diletto
di tutti gli esseri
di sesso maschile - e femminile, dopotutto le Twi'lek piacevano a
tutti, pure
ai droidi, ed era un fatto- nei paraggi: ma Ahsoka?
La sua
padawan Togruta, tutta angoli e occhioni blu che
rimbalzava di battaglia in battaglia?
Eppure era
brava. Era come se i suoi fianchi e il suo
busto (seno? Nah.) avessero vita propria e fossero
staccati dal resto
del corpo. Come se avesse pieno controllo su tutti i muscoli del suo
corpo e
muovesse solo quelli che voleva lei, in quella danza vorticante e
coinvolgente
del corpo e non della mente. Si muoveva tutta: anche i corti lekku e i
montral
sembravano seguire i movimenti del resto del corpo, in un tuttuno
armonico,
amplificato solamente dalla colorazione sgargiante del corpo della sua
padawan.
E, mentre la
guardava ballare in quella maniera
stupendamente tribale e ferina, Anakin provò qualcosa di
inconfondibile.
Era tenerezza.
Per
-Maestro,
c'è qualcosa che devi dirmi o ti godi lo show
per un altro po'?-
La porta si
aprì completamente, e Ahsoka gli si fermò
davanti con un sorriso largo da orecchio a orecchio, di quelli
ammiccanti e
totalmente Togruta. La musica si zittì.
-Io, uh...-
-Mi serviva
ballare per coglierti alla sprovvista? Adesso
mi sento una padawan soddisfatta.-
Anakin si
ricompose immediatamente con un sorriso,
sperando di non essere arrossito. -Goditi la tua piccola vittoria,
padawan. A
quanto pare hai un hobby del quale non mi avevi parlato.-
-Sorpresa.-
-Non era
male.-
-E' un
complimento?- Ahsoka stava quasi per ridere, ma
Anakin poteva vedere che sembrava un po' imbarazzata, molto
più di lui. -E come
mai sei venuto?-
Anakin fece
spallucce. -Ero venuto a controllare in quali
guai ti stessi cacciando.-
-Qui tutto
sotto controllo, capo.-
-Allora
vado,- disse Anakin, un po' sconclusionatamente.
-Buon divertimento e, uh, cerca di dormire un po'.-
-Signorsì.-
Anakin si
voltò per andar via, ma poi ci ripensò: c'era
qualcosa che doveva chiederle assolutamente. Ahsoka se lo doveva
aspettare,
perché non s'era mossa dalla sua posizione. -Dove hai
imparato a ballare,
Snips?-
Ahsoka
sorrise. -A Shili impariamo a ballare prima di
imparare a camminare. E' una cosa tra madri e figlie, o qualcosa del
genere. E'
come un legame. Con il mio pianeta, dico.- Il suo sorriso s'era fatto
un po'
più serio, ma non aveva perso l'allegria. -E poi al Tempio
il tempo libero non
manca, finché non t'inviano in giro a rischiare l'osso del
collo.-
-S'impara
sempre qualcosa di nuovo,- commentò Anakin.
-Sul serio. E
se vuoi imparare qualcos'altro di nuovo, non
dirlo a nessuno ma Shaak Ti è davvero fenomenale nelle danze tradizionali Togruta.-
Anakin
scoppiò a ridere. L'idea dell'algida ed
elegantissima Shaak Ti che si lasciava trasportare dalla musica valeva
davvero
un milione di crediti. -Buonanotte, Snips,- disse, continuando a
sorridere. -Ci
vediamo domattina. Non fare le ore piccole perché ti voglio
pimpante.-
-Certo.
Buonanotte, maestro.-
Non aveva
fatto qualche passo che la musica riprese alle
sue spalle. E Anakin sorrise.
*
‘Un'ideuzza che m'era balzata in testa e non voleva proprio andarsene (è colpa di Ahsoka, l'adoro). Snips’
è il soprannome che Anakin dà ad Ahsoka
nell’originale
in inglese. ‘Furbetta’ non m’attrae, che
devo dire :)