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Autore: Amathea    23/04/2010    9 recensioni
Come Ade ha deciso di rapire Persefone? Magari così...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pro sese

Come Ade ha deciso di rapire Persefone? Magari così...

Pro sese

In difesa di se stesso
Eccomi qui, sul mio bel trono di bronzo, ancora una volta: solo. Nessuna dea mi fa compagnia, non una ninfa diletta le mie giornate, nemmeno una mortale, neanche l'ultima e la più umile fra le donne. Solo vaghe ombre intorno a me e lugubri lamenti, grida strozzate, singhiozzi angosciati. Vi sembrano cose adatte ad un dio?

Mio fratello Zeus si abbandona ad ogni genere di libidine con qualsiasi femmina gli capiti a tiro nonostante abbia una moglie che io mi potrei sognare!
Per non parlare di Poseidone che non si nega i piaceri del letto con tutto l'ampio stuolo di ninfette acquatiche del quale ama circondarsi.
E a questo punto come non aggiungere Hermes che si diverte con le giovani vergini nei boschi,
Ares che può cogliere quando desidera i piaceri di niente meno che Afrodite
e persino il suo povero sposo Efesto, che per quanto tradito regolarmente, accederà ben alle grazie della moglie. E potrei ancora andare avanti per ore, oh sì la lista continuerebbe all'infinito! Gli dèi della superficie sono tutti lì pronti a correre dietro alla prima gonnella svolazzante, e io?

A me tocca solo sentire lagnanze per morti non accettate, pianti senza fine, ricordi mal assortiti su quanto sia stato bello vivere, reclami dell'immeritata sorte e altri mille piagnistei “vi siete sbagliati, io non dovevo morire...” quante ombre saranno venute ai miei piedi a piagnucolare una nenia del genere? E pensare che mi accontenterei di una, dico una, donna con cui sia possibile anche pur sol parlare, discutere in santa pace senza dover sorbire ogni volta schizzi di sangue o la vista di putride ossa sbranate,

come invece accade puntualmente con Tisifone che getta urli lancinanti ogni volta che si verifica un delitto di sangue schizzandoti la veste di saliva,
o con la svolazzante Ocipeta che non riesce ancora a contenersi alla vista di uomini da imbrattare
come del resto anche sua sorella Aellopoda dal cattivo odore, tanto che fa arricciare il naso perfino alle ombre,
o Ecate che in quanto triforme spaventa già solo per il suo aspetto,
o Eris seminatrice di zizzanie.

Ecco, giudicate un po' voi che mi è toccato in sorte. Si può provare a disquisire amabilmente con donne siffatte?
Ma d'altronde chi mai vorrebbe divenire Regina degli Inferi? Oh, certo, il titolo in sé fa un certo effetto ma nella pratica non è davvero così piacevole. Non che qualcuno neghi l'accesso all'Olimpo (certo che prima bisogna darsi una bella lavata) ma la maggior parte del tempo c'è da passarla qui e la mia reggia, per quanto splendida e dal giardino lussureggiante, non è esente da ciò che significa essere nell'Oltretomba: qui la calda luce del sole non scende mai per baciarti le membra, l'aria non è fresca e salubre ma stagnante, zeppa di effluvi delle paludi nauseabonde, l'odore di zolfo ti penetra pungente nelle narici e ti si attacca alla pelle fin a puzzar peggio di Efesto. Ci son solo ombre erranti con miseri ricordi della vita che furono, e poi ossa, teschi, sangue, brulla nera terra,

e Cerbero che perennemente latra e ringhia e non chiude quelle boccacce bavose nemmeno a pregarlo,
e Caronte che tenta in ogni modo di farsi beffa delle anime,
e le Erinni che vagano stillanti di sangue,
e Tantalo che si lagna insieme ai suoi degni compari,
e Issione che continua ad ardere d'amore per Era,
e Sisifo che non c'è giorno che non pensi ad un'astuzia per ritornare in vita, per l'ennesima volta,
e tutto un lungo stuolo di mortali che non hanno ancora capito nulla dai loro errori e continuano a perseverare.

Chi può desiderare un regno del genere? Sembra un posto non adatto ad un dio, figurarsi se lo sarà per una dea. Del resto nemmeno io desideravo questo, sarei potuto diventare dio di tutte le profondità marine o dio dell'immenso cielo, invece mi sono toccati gli Inferi. E va bene, ho accettato l'ingrato compito, ma almeno avrò diritto ad una moglie! Non mi interessano mica tutte le amanti e le schiavette dei miei colleghi, mi accontento di una bella consorte fedele e cara.
E chi mai può aspirare fra le dee nubili a questo compito?

C'è Armonia che è dolce e tenera coi suoi bei riccioli biondi come il miele, ma è troppo accomodante per poter regnare, non è ruolo che le si addice.
Oppure c'è la bella Dinamene, ma è troppo schizzinosa per i miei gusti.
Ancora c'è Clizia dalle nivee braccia, ha un timbro di voce flebile che mi ottenebra la mente, canta liete melodie, però è d'animo troppo pacifico e mansueto.
O c'è Urania, l'austera Musa dell'astronomia, ma ha bisogno di aver lo sguardo puntato sulla volta celeste e qui questo non c'è, solo terra sopra le nostre teste.
C'è mia nipote Persefone, lei è proprio bella, giovane ha degli occhi cupi che sembrano ardere come tizzoni dietro i suoi modi contenuti e miti. Candida ma sembra celare qualcosa di duro, di severo, d'intransigente nella sua gestualità. Sì, penso possa andar bene, sì credo sia adatta a divenir mia sposa. Ma come fare a convincerla, con quella madre così oppressiva e appiccicosa?

Uhm...
Idea, la rapirò.
Ma la troveranno, no, non va bene...
Però ci vorrà del tempo.
Dopotutto chi mai penserebbe che è nell'erebo? Nel frattempo diverrà mia sposa.
E il Re degli Inferi non sarà più solo, alla faccia di tutti gli dèi della superficie.

  
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