As drunk
as drunk could be.
4
drabbles – 400 parole.
#43. Eyes meeting
over the noise.
Beve,
ride. E
guarda – oh, se guarda – in
quella sua maniera un po’ sfacciata, inopportuna, la maschera
da padrone del
mondo perennemente incollata al viso.
Cerca
di non ricambiare le sue occhiate per troppo tempo – chissà cosa potrà pensare di
me, maledizione!
Eppure,
Merlin dice, ha cominciato lui.
Un
bicchiere in onore di sir Brayden, signori! E un altro per sir Ludovic,
che è
riuscito ad atterrarmi quasi fossi un peso piuma! E come dimenticarsi
di
Oswald? Sir Oswald, perdonatemi.
Ridacchiando,
riservando i suoi sguardi non ai cavalieri, bensì a lui,
valletto incapace,
sciocco e ora anche un po’ brillo.
#14. An
aspiring villain from the start.
«Ti
darebbe fastidio se brindassi a te?».
Forse
le parole un po’ brillo non
rendono
abbastanza.
Merlin
non si sente un po’ brillo.
Merlin è effettivamente
e pietosamente sbronzo.
Il
mondo sembra più bello e colorato, in quel vortice di
sensazioni amplificate e figure
dai contorni incerti e ondeggianti. Il viso di Arthur, apparsogli
dinnanzi all’improvviso,
è luminoso; i suoi capelli brillano alla luce delle torce e
dei candelabri.
«Brindare
a me?». La sua voce biascica, inciampa e singhiozza.
«Per quali meriti?».
«A
Merlin!». E quella di Arthur, assordante, sovrasta le sue
ultime parole. «Il
servitore più indecente di Camelot!».
#18. Strange
as a dreamer's mad imaginings.
Il
chissà cosa potrà
pensare di me! evapora
come acqua sotto al sole, perché Merlin, semplicemente, non
ha fatto nulla. È misera
vittima degli eventi.
E
del vino.
E
di Arthur, che, possessivo e profumato di sidro, non concede nulla,
né tempo né
parole. Lo afferra per il fazzoletto blu e lo strattona, prepotente,
premendoselo
addosso come fosse un fantoccio di pezza. E quando Merlin chiude gli
occhi,
oramai travolto dagli odori e dal sapore d’uva che imbratta
la bocca del
principe, vede immagini strane nel rosso buio circoscritto dalle
palpebre.
Corpi
che si attorcigliano, combinandosi, sporcandosi dei reciproci colori.
Lord, I smell
trouble ahead of me, yeah.
«Tu…?».
«Io?».
«Sei
nudo. E, Dio, puzzi di… capra».
Che
ricordi, Merlin crede di aver dormito con lui, non con una capra. Un
commento
simile, tuttavia, è quanto di meno azzeccato Arthur
Pendragon potesse dire,
vista la situazione. E poi non è detto che la sua, di
fragranza, sia migliore.
Merlin
gli porge la schiena, nascondendosi sotto le coperte, odorandosi un
istante le
ascelle, silenziosamente.
«Mi
sa di non essere io quello che
puzza».
«Cosa?
Sarei io? Tu, dannato- ».
Arthur
può anche avere l’aria insonnolita, con due
occhiaie evidenti quanto lividi, ma
la sua forza è sempre la stessa.
N/A.
I
titoli delle tre drabbles numerate appartengono alla community 52flavours,
l’ultimo è
una citazione della canzone “I
smell trouble” di
Buddy Guy (che devo ancora ascoltare :D). La
citazione che invece dà nome alla fan fiction è
stata estrapolata dalla canzone
“Seven drunken nights” dei Flogging Molly.