Suck you!
«Wanna something to suck, prince? »
Al suo arrivo
sull’isola delle donne si sarebbe aspettato di tutto.
L’idea principale era
quello di ritrovarsi circondato da belle fanciulle, strette in vestiti che
lasciavano intravedere le più belle forme che l’oceano poteva donare,
paragonabili in bellezza solo alle sirene. E dire che principalmente aveva
deciso di imbarcarsi perché aveva saputo dalle “ragazze” cosa era successo al suo
capitano, mica per le donne... erano solo un fattore secondario, anche se
piuttosto rilevante.
Tutto si sarebbe aspettato alla fin fine, tutto.
Tranne quello.
Scese lentamente
dalla nave, quasi a dare il tempo ai suoi occhi di constatare che quello che
aveva di fronte non fosse una stupida visione, infatti nonostante si ostinasse a
chiudere con insistenza crescente le palpebre la figura non svaniva.
I muscoli del
viso si tirarono in un falsa maschera di cortesia quasi istintivamente. Aveva
pur sempre salvato il suo capitano.
Avrebbe
accettato di tutto una volta arrivato a quell’isola, se l’era ripromesso in
fondo, lo faceva per Rufy. Eppure ad ogni passo quella ferma convinzione
sembrava affievolirsi.
Non avrebbe mai
pensato un giorno di rimpiangere il vestito di pizzo e il rossetto, eppure in
quel momento il suo desiderio più forte era tornare su quell’isola cinta di rosa
e far mostra della villosità delle sue gambe al di sotto di una gonna di seta.
Non chiedeva poi tanto, no?
Solo una volta
che i suoi piedi toccarono terra, la terra dei desideri ora palcoscenico del
peggiore dei suoi incubi, sentì addosso tutto il peso del suo ineluttabile
destino.
Da quando in qua il destino ghigna?
Un dito.
Un
solo, elegante a suo modo, dito in segno di saluto. Niente da ridire decisamente
un bel medio.
Forse è solo il
profondo animo galante che si trascina dietro a spingere il viso in quella
smorfia di disappunto.
-Ci si
rivede...-
Ha il tono piatto quando saluta il chirurgo della morte, sono
solo i suoi gesti ad essere decisamente eccentrici.
Eppure sembra un evento
abbastanza singolare perché ogni singolo membro della ciurma di quel
“simpaticone” concentri tutta la sua attenzione sulle due figure. O forse è il
tono della risposta ad incuriosirli, decisamente più “caloroso”.
-Fottitici.- e si
decisamente un’espressione più colorita. -Dov’è il mio
capitano?-
Chissà perché a
quelle parole il ghigno sulle labbra dell’altro sembra semplicemente allargarsi
mentre inclina il dito il necessario ad indicare la foresta alle sue
spalle.
Due passi
nervosi, quelli necessari ad accorciare definitivamente le distanze. Poi è un
semplice gioco di gambe del biondo per abbassarsi e guardare il chirurgo negli
occhi.
Il dito svanisce sotto lo sguardo sempre più sconvolto di una ciurma,
mentre le labbra del biondo si stringono appena nell’accarezzare quel medio con
la lingua.
E alla fine i ghigni sono due.
-Grazie
dell’indicazione, Trafalgar!-
E sono solo
sguardi pietrificati quelli che seguono il biondo mentre si allontana nella
foresta.
Sguardi pietrificati e un ghigno quasi
lussurioso.
Note
d’autrice:
Considerate
questa flash una follia notturna.
Dedicata a lui, l’unico e inimitabile cetriolo, la salvezza per tutti i poveri uke
maltrattati che vorrebbero provare per un giorno l’ebbrezza del comando. Oh
si sono pesantemente matta.
Tornando a noi,
stavo parlando con la socia al telefono del capitolo 582 di One Piece, e
diciamocelo... non ho resistito ad immaginarmi un possibile ritorno del biondo,
in grande stile giustamente. Avrà pur imparato qualcosa su quella dannata
isola no?
Non ho molto
altro da dire se non un grazie di cuore a chi mi segue e a chi leggerà questo
piccolo esperimento.
Grazie mille a tutti, davvero.