C'era sempre stata quella sottile linea tra di loro, un effimero filo di seta rossa - vermiglio come il colore di quel rossetto, il suo rossetto.

Un invalicabile, o forse inutile, confine che si erano sempre tacitamente ripromessi di non varcare. Erano le regole del gioco, infondo; le regole del loro gioco. Occhiate sottili, penetranti, involontario sfiorarsi di mani, battute al vetriolo, provocazioni. Piccoli momenti rubati, incompiuti, sprazzi di torbido sul candore perfetto della vita di lei.

Eppure c'era, o c'era stato, un limite che si erano imposti, unico presupposto per quella pericolosa sfida tra giocatori navigati. Ma lei, ondeggiando morbida su quel palco, la collana tra le labbra infuocate, i boccoli scuri scivolati sulle spalle, stava giocando sporco.

Era una Blair diversa quella che vedeva. Gli occhi nocciola maliziosi, finalmente veri, privi di barriere convenzionali, di buone maniere, di inutili riverenze, lo fissavano, lo invitavano.

E lui, che del bluff aveva fatto un'arte, era restato attonito di fronte allo stridente contrasto che quel vestito bon ton, magistralmente lasciato scivolare a terra, faceva con la sottoveste di seta leggera e pizzo ormai non più nascosta.

Una giocatrice scorretta, Blair, che lo aveva sfidato a scoprire le carte facendolo lei stessa, tra sorsi di champagne e movimenti sinuosi.

"Mi so muovere," aveva detto, con il tono leggero e convinto di chi sa quello che dice. E lui, pensando che lei stesse bluffando, l'aveva incitata a scatenarsi.

Maledetta Waldorf.

Era salita sul palco, infinitamente più elegante di quelle ballerine mezze nude, con le sue scarpe col tacco e la voglia di dimostrare di essere di più. Infinitamente più intrigante.

Il filo rosso doveva essersi spezzato in quel momento, quando Chuck, il calice levato in onore di quella nuova Blair, aveva avuto voglia di prenderla e portarla via, di coprirla, di fare in modo che quello spettacolo fosse solo e solamente suo.

Tuttavia, se c'era stata una speraza di ricominciare a giocare secondo le regole - e Chuck sapeva di averne con il pensiero già infrante troppe per poter tornare indietro -, era stata la stessa Blair, sorprendente Blair, a impedire che accadesse, avvicinandosi a lui sui sedili di una Limousine in corsa.

"Sei sicura?" le aveva chiesto inverosimilmente titubante, spiazzato, con l'espressione stupita e compiaciuta stampata in volto. E lei, incurante, o forse fin troppo cosciente del suo fascino, aveva risposto silenziosa, restringendo la distanza che separava le loro bocche avide.

Che errore permetterle di puntare ciò che di più prezioso avesse. Che errore accogliere la sua posta. Fottutamente sbagliato, forse.

Eppure, mai un errore era stato più piacevole e gradito come in quel momento, aveva pensato Chuck accarezzando con maestria l'avorio della pelle di lei, movendo le dita come strumenti, consapevole di quali corde toccare, inebriato dal profumo dei boccoli castani.

E lei, che gli aveva concesso il suo dono su quei sedili di pelle, rischiando di perdere miseramente, gli aveva rubato il cuore una volta per tutte. E aveva vitno.

Maledetta Waldorf.