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Autore: ginnyx    24/04/2010    5 recensioni

Billie Joe doveva essere così. L'eterno bambino con gli occhi pieni di speranza, non di lacrime
Questa è la storia di un ritorno, di un affetto e di qualcosa che va al di là di tutto, un legame che non può essere spezzato, neanche dalla morte. Il tuo Kairos è ora, non sprecarlo.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'All World In Your Hands'
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Kairos -[Momento Propizio]-

Kairos

-[Momento Propizio]-

 

-Cazzo, Bì! Ma quanto pesa questa scrivania?-

-Risparmia fiato Mike e poi non eri tu quello super allenato?-

-Quante storie per una scrivania così piccina…-

-Fottiti Trè, dici così solo perché non sei tu a dover sgobbare!-

-Oh, il puffo da blu sta diventando rosso! Aiutami tu Gargamella.-

-Grrr.-

-Uff, il tuo senso dell’umorismo se n’è andato con l’ultima scopata, ossia decenni fa!-

La discussione continuò su questi toni per almeno un quarto d’ora, finché la scrivania non arrivò a destinazione.

La camera da letto di Billie Joe, nel nuovo appartamento che lui e Mike avrebbero condiviso.

Trè era venuto in veste di supporto morale, quello fisico non era la sua specialità.

Il proprietario della camera era completamente sudato, ma soddisfatto.

Era giugno a Berkeley e il tempo non era stato benevolo con loro, c’era un sole che spaccava  le pietre, anche quelle più dure come la testa di Trè.

Osservò la sua nuova stanza tutta polverosa e ancora spoglia, tranne per la scrivania.

Sì, proprio quella scrivania che era rimasta nell’ufficio di suo padre per tanti anni.

Era completamente in legno, ma ci aveva pensato sua madre a tenere lontano i tarli.

C’erano tantissimi cassetti, alcuni bloccati, altri scassati, ma non era importante.

Billie Joe sorrise vittorioso ai suoi amici, ottenendo lo stesso risultato riflesso.

-Bene! Ora dobbiamo solo trovargli una posizione adatta.-

Mike, a quell’annuncio, si lasciò cadere depresso sul mobile.

-Bì non possiamo farlo un altro giorno? Ormai è tardo pomeriggio e dobbiamo portare altre cose, se no saremmo costretti a dormire sul pavimento.-

Aveva ragione. Così l’interpellato assentì, ma con un po’ di dispiacere.

Trè osservando la scena decise di divertirsi un po’ sulle spalle dei suoi amici.

-Ma Mike! Come puoi dire questo?! Mi sconvolge la tua IN-SEN-SI-BI-LI-TÀ!-

Lo spilungone si girò a guardarlo stranito.

-Cioè… non capisci? Per Billuccio belluccio qui, questa scrivania è mooolto importante. È appartenuta a suo padre! Cioè… come sei insensibile!-

Ok, Trè era andato fuori di testa, però incominciava sentire uno strano peso sullo stomaco.

-Una cosa così speciale non può essere lasciata al caso, deve avere precedenza su tutte le altre. Non è vero Billino di Trè suo?-

Mike si voltò verso il suo amico aspettando una risposta.

-No… sì… cioè a me farebbe piacere ma…-

Naturalmente Trè non gli diede tempo di concludere e decise che discussione era chiusa. Mike e Billie Joe avrebbero faticato e avrebbero trovato la posizione perfetta per quella meravigliosissima scrivania.

Lui? Oh bè, lui sarebbe andato nel bar più vicino e si sarebbe scolato un paio di birre fredde tutte per sè. Ovvio, no?

-Bye bye! Mi raccomando fate i bravi bambini, lo zio Trè vi aspetta sta sera al Gilman!-

E con questa frase sparì dalla loro vista, riportando il silenzio nell’appartamento.

 

-Pronto? Tre, due, uno… su!-

-Ora andiamo a destra… ancora un po’… ancora… mh… forse era meglio a sinistra…-

-Bì! Per favore deciditi, dobbiamo andare dopo!-

-Va bene a sinistra sia!-

-Fatto adesso mol…-

-Fermo! Non hai sentito qualcosa?-

-A parte le mie braccia che chiedono pietà? No, niente.-

-Coglione, mi è sembrato di sentire un rumore di qualcosa che cade, come un fruscio.-

-Sarà il tuo animo di arredatore che fa brutti scherzi, io non ho sentito niente e ora mollo!-

La scrivania fece un piccolo tonfo e, per la gioia delle braccia di Mike, sarebbe rimasta lì per molti anni, fino al trasloco successivo.

 

 

Erano le otto e dieci minuti più tardi si sarebbero dovuti incontrare al Gilman con Trè.

-Billie Joeee! Ti vuoi muovere?!-

Il grido di Mike riecheggiò per la casa arrivando fino alle orecchie dell’interessato.

-Tu vai pure io vi raggiungo poi!-

Rispose l’altro ancora alla ricerca dei pantaloni, mentre i capelli ancora bagnati dalla doccia gocciolavano sulle spalle.

Non sentì altro che il rumore della porta che si chiudeva.

Dieci minuti più tardi era completamente vestito o meglio, sarebbe stato completamente vestito se avesse trovato i pantaloni, ma non c’era verso.

Più passava il tempo, più il nervosismo di Billie Joe aumentava.

-Dove cazzo siete?! Dannazione!- esclamò inviperito.

Si sedette pesantemente sul letto.

Fece un piccolo sorriso vedendo la scrivania esattamente davanti al letto, così se si fosse svegliato di notte e avesse voluto scrivere sarebbe stato tutto a portata di mano.

Con gli occhi accarezzò quell’immagine tanto famigliare alla sua mente.

Si ricordava benissimo le notti passate nascosto lì sotto ad aspettare che suo padre tornasse. Quante volte si era addormentato lì e si era magicamente svegliato nel letto.

Lo sguardo cadde proprio sul suo nascondiglio e fu folgorato.

-Pantaloni!-

Eccoli finalmente, ora era pronto per uscire.

Mike e Trè gliene avrebbero dette… ma ehi, cosa c’era li sotto?

Nascosta sotto i suoi pantaloni, c’era una busta bianca con una calligrafia impossibile da non riconoscere, come il destinatario.

Billie Joe rabbrividì.

-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=

 

Mike era già arrivato al Gilman da mezzora, dopotutto era a soli cinque minuti dal loro nuovo appartamento.

Lui e Trè erano insieme con gli altri a ridere e scherzare, però si sentiva irrequieto.

Perché Bì non era ancora arrivato?

All’inizio aveva ipotizzato che fosse uno dei suoi soliti ritardi, ma dopo un ora l’ansia regnava sovrana.

-Mike sei uno stupido rompicoglioni!- disse Trè.

Lui lo guardò inebetito. Aveva fatto qualcosa?

-Già ho una palla sola, se tu mi rompi anche quell’altra con la tua fottuta ansia, queste signorine come si divertiranno sta notte???-

Risate generali, Trè aveva questo effetto sulla gente, ma Mike sapeva che in verità il messaggio era “Muovi il culo e vai da lui, non farti queste seghe mentali!”.

Così fece, lasciando all’amico l’onere d’intrattenere quelle dolci donzelle.

Corse fuori dal locale e si diresse verso casa.

Quando entrò, trovò tutto come aveva lasciato.

Niente di strano eppure…

Un singhiozzo.

-Billie Joe?-

Un altro.

Sembravano venire dalla camera del suo amico.

Turbato, entrò nella stanza ma questa era vuota.

Un rantolo soffocato venne dalla scrivania.

Mike si voltò e ciò non aiuto la sua ansia.

-Bì…-

Esclamò senza fiato per lo stupore e la preoccupazione.

Billie Joe era rannicchiato sotto il mobile, con la schiena appoggiata, le ginocchia al petto e piangeva, piangeva senza sosta.

Il mento gli tremava mentre cercava di cacciare dentro le lacrime.

Mike era nel panico completo.

Cos’era successo? Gli avevano fatto qualcosa? Perché non l’aveva chiamato?

Quel turbinio di domande non fece che confonderlo, facendolo cadere in uno stato di assopimento logico, ma le parole dell’altro lo ridestarono.

-Mike… io… non…-

Cercava di non piangere, ma non riusciva a smettere. La fronte era corrugata e non accennava a rilassarsi.

I pensieri di Mike volarono veloci, contro il tempo, per trovare una soluzione.

Lui odiava vedere piangere Billie Joe.

Quando lo faceva sembrava così fragile, così piccolo, così solo.

Lui che era la roccia che li tirava tutti, quello che ogni volta che cadeva si tirava su, rideva e poi ricominciava a correre, anche con i buchi nelle scarpe.

La cosa peggiore era sentirsi impotenti davanti a quei demoni che tormentavano il suo amico da tanto, troppo tempo.

Fece un sorriso dolce e si accovacciò, in modo da guardarlo in faccia.

-Ehi… non mi devi dare spiegazioni, tranquillo. Va tutto bene, va tutto bene.-

Ormai non sapeva più se lo stava dicendo per se stesso o per Billie Joe.

L’altro sembrò rincuorato da quelle parole, ma pareva agitato.

-Io… tu…- disse per poi tirare su con il naso con gli occhi ancora rossi.

Le mani tremanti si mossero a nascondere il viso e solo allora Mike notò il pezzo di carta.

Era perfettamente pulito e per niente stropicciato, Billie Joe lo stringeva appena, come se si trattasse di qualcosa di immensamente fragile e inestimabile.

-Bì non ti preoccupare, mi spiegherai poi. Ora vieni fuori da lì, io sono troppo… alto per starci.-

Quell’affermazione provocò uno sbuffo divertito nel più piccolo, seguito da uno “spilungone” appena sussurrato, ma abbastanza forte perché Mike lo sentisse.

Quest’ultimo si alzò e gli tese la mano.

Billie Joe era tornato.

L’altro la prese e si alzò velocemente, ma sbatté la testa contro la scrivania e cadde a terra.

Sì, Billie Joe era proprio tornato.

Il grande sorrise a vedere gli occhi chiusi dell’amico, doveva essere veramente stanco.

La fronte era rilassata, rimaneva solo una piccola ruga d’espressione.

Pregando che le sue braccia non decidessero di mollarlo in quel momento, buttò il dormiglione sul letto e gli si stese di fianco.

Ecco, ora andava bene.

Billie Joe doveva essere così.

Rilassato e felice, l’eterno bambino con occhi pieni di speranza, non di lacrime.

Fece per alzarsi quando notò che il foglio di prima era sul pavimento, poco più in là c’era anche quella che probabilmente era la sua busta.

Li raccolse e li appoggiò sul letto, non voleva scuriosare nelle cose del suo amico.

Ma tutta la buona volontà non bastò più quando lesse ciò che era scritto sulla busta.

Al figlio che non vedrò crescere.

Al figlio?

Ma questo voleva dire che...

Subito si bloccò e portò lo sguardo sul dormiente.

No, non era possibile. Com’era potuto succedere?

Il padre di Billie Joe, Andy Armstrong, era morto molti anni fa eppure…

Eppure c’era quella lettera. Come poteva essere lì?

Di scatto si voltò verso la scrivania, la scrivania di Andy.

Quando aveva trovato Bì, lui era rannicchiato lì sotto.

La bocca gli si aprì lentamente.

Il fruscio di quel pomeriggio…

Quella lettera era stata chiusa dentro quei cassetti per tutti quegli anni.

Incredibile, veramente.

Andy Armstrong, il padre del suo migliore amico, aveva scritto una lettera al figlio prima di morire e loro non ne sapevano niente.

Pazzesco, però un dubbio rimaneva.

Se aveva ricevuto una lettera di suo padre, perché piangeva?

Lentamente si voltò verso il letto, dove avrebbe trovato le risposte alle sue domande.

Subito si sedette sul materasso e prese il pezzo di carta in mano, ma prima d’incominciare a leggere si soffermò a osservare il suo amico.

-Perdonami Bì, ma devo. Come posso proteggerti se non so cosa ti tormenta?-

Si sentiva veramente in colpa, ma non poteva fare altro.

Fece un bel respiro e posò gli occhi sulla calligrafia che un tempo era appartenuta a Andy Armstrong, un camionista, un musicista, un padre straordinario.

 

Quando leggerai questa lettera probabilmente sarai grande e forte o magari piccolo e gracile, ma a me non importa. Tu sei mio figlio e questo niente lo potrà cambiare. È settembre e in questo momento, mentre scrivo questa lettera, tu sei fuori a giocare in cortile. Tua madre Ollie sta preparando la cena, mentre io sono qui a osservarti dalla finestra del mio studio.

Ti chiederai il motivo di questa lettera, ti chiederai perché la ricevi solo ora. Troverai la risposta alle tue domande nelle mie parole, ma mi raccomando mettiti comodo, il discorso che sto per farti è lungo e importante. Questo è una tipica orazione che un padre fa a un figlio parlandogli della gioie, dei dolori, ma soprattutto della morte e della vita.

Ora, mentre l’inchiostro sulla carta è ancora fresco, non saresti in grado di comprendere ciò che sto per raccontarti ed è proprio per questo che ho deciso di scriverti questa lettera, nella speranza che in futuro tu la trovi e la legga. È molto importante per me che tu sappia cosa sia veramente la vita, perché no, non è un gioco. Avrei voluto parlartene di persona, faccia a faccia, ma so che non sarà possibile. Voi mi dite di continuare a sperare, ma io conosco il mio corpo. Ogni giorno sono sempre più stanco, non ho più neanche voglia di suonare e tu sai quanto sia grave. Figlio mio non sai quanto ti amo e quanto vorrei vederti fare il tuo primo concerto. Oh sì, ne sono sicuro. Tu diventerai un fantastico musicista, credi al tuo vecchio. La musica ti scorre nelle vene, nel cuore e nell’anima. La musica è vita, ci hai mai pensato? Ecco, questo potrebbe essere il punto di partenza di questa conversazione. Una conversazione unicamente padre e figlio. Cosa ne dici Billie Joe?

Un ansimo strozzato uscì dalla sua gola.

Allontanò violentemente il pezzo di carta dalla sua vista con gli occhi ormai lucidi.

Gli veniva quasi da ridere, stava per piangere per le parole del padre di qualcun altro, ma non un altro qualsiasi dopotutto.

Billie Joe.

Che diritto aveva lui di leggere quella lettera?

Che diritto aveva d’intromettersi in una conversazione padre e figlio?

Nessuno, assolutamente nessuno.

Spossato, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e porto le mani nei capelli.

Non poteva continuare la lettura, non voleva.

Spostò lo sguardo sul corpo di fianco al suo.

Billie Joe dormiva beatamente con la bocca aperta e un rivolo di bava sul mento.

Mike storse il naso a quella visione, poi sbuffò divertito passandosi una mano sul viso.

Anche quando dormiva, il suo amico sapeva sempre come tirargli su il morale.

Era una persona straordinaria.

Si alzò lentamente, cercando di non fare rumore, e s’incamminò verso la porta.

-Aspetterò, aspetterò che sia tu a parlarmi dei tuoi demoni, Billie Joe.-

In questo caso non c’era che dire.

Tale padre, tale figlio.

 

-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=

-Andy! La cena è pronta, chiama anche Billie Joe!-

-Arrivo subito cara.-

Ho ancora la penna in mano e il foglio davanti, la lettera è finita eppure manca qualcosa.

Che cosa non lo so, eppure ti ho parlato di tutto.

Perso nei miei pensieri, mi affaccio alla finestra per chiamarti e ti vedo.

-Ahah non mi prendi, non mi prendi- dici ridendo.

-Vogliamo scommettere puffo?-

A quelle parole rimango stranito. Di chi è questa voce?

Mi volto e vedo un bambino abbastanza alto e castano che ti corre dietro.

Ma è Mike! Ora capisco perché non ti sei arrabbiato a quel “puffo”.

Sorrido e mi soffermo a osservarvi.

Vi rincorrete, cadete e vi azzuffate, il tutto ridendo e scherzando.

C’è una strana sintonia tra di voi, l’ho avvertita dal primo giorno che vi ho visto insieme.

Era come se vi conosceste da secoli, da sempre.

Destinati a essere legati, in un modo o nell’altro.

Secondo te Billie Joe, non noto che ti s'illuminano gli occhi quando mi racconti di Mike, quando vai a giocare con Mike, quando sei con Mike.

Mike, Mike e ancora Mike. Ormai la tua vita gira attorno a quel nome, non più al mio come un paio di anni fa.

Certo mi dispiace un po’, però è una cosa buona.

Io presto me ne andrò e non voglio che tu rimanga solo, per nulla al mondo, quindi è un'ottima cosa che ci sia Mike.

Un'idea mi colpisce come un fulmine.

Subito mi dirigo verso la mia scrivania e riprendo la mia, ormai fidata, penna.

Una volta tanto la cena può aspettare.

 

P.S.

Figliolo, un'ultima cosa. Ricordati sempre che ti senti cadere, se senti di non farcela, non fare affidamento solo su te stesso. So benissimo quanto tu sia testardo, noi Armstrong siamo fatti così. A volte, però, bisogna saper  accettare la mano che ci offrono, per esempio quella di Mike. Scommetto che siete ancora amici, non è vero? Sappi che mi è sempre piaciuto, è perfetto per te, sa tenerti testa e sa di che cosa hai bisogno. Adesso avete solo dieci anni, ma quando crescerai, capirai che nei momenti difficili è bello avere un vero amico affianco. Mike è quello giusto, fidati del tuo vecchio. È un ragazzo in gamba e farebbe qualsiasi cosa per te, non lasciartelo scappare.

 

Per sempre tuo,

Papà.

 

 

 

 

 

*** Angolino della squinternata***

 

N.B. “Meravigliosissima” è scritto male apposta, tranquilli.

N.B.2 “quello che ogni volta che cadeva si tirava su, rideva e poi ricominciava a correre, anche con i buchi nelle scarpe.” Qui i buchi nelle scarpe stanno a indicare gli avvenimenti spiacevoli della vita a cui bisogna saper reagire per tornare a correre per la lunga via della Vita. Non so se avete capito XDXD non mi so spiegare molto bene.

Mamma mia che parto! @_@ sono nove pagine di Word, non so neanche come abbiate fatto ad arrivare fin qui. Visto che siete vive, perché lo siete vero? (io mi sarei suicidato alla 5° riga ndB) Che antipatico che sei! Comunque che ve ne pare? (una schifezza ndB) non m’interessa il tuo commento! Guardate mi basta sapere che abbiate capito almeno la metà di ciò che ho scritto. Avete notato che la maggior parte delle volte le mie storie sono innescate da Trè? XDXD io adoro quell’uomo! Andy è stato difficile da scrivere, mamma mia! Spero anche che Bì non sia venuto fuori troppo frignone o pucci-pucci perché questo non era l’effetto desiderato -.- . devo dire che mi ritengo soddisfatta di questo “coso” *sisi* anche se non c’è molto da dire a parte che siete assolutamente liberi d’interpretare il rapporto come friendship o come slash (io sono più tendente all’amicizia, ma potrebbe anche tranquillamente essere amore).

Ma passiamo alle risposte alle recensioni della mia precedente ff “Il primo giorno di scuola”

 

Walking down the boulevard: Ohhh grazie mille per il commento! Joey a mio parere è meraviglioso U.U cioè… immaginati un Billie Joe in miniatura ** XD. Billie Joe dice sempre ciò che pensa e fa bene!!! Minority? *fa una faccia da ebete* in verità non ci avevo minimamente pensato ma può essere XDXD. Sono davvero contenta che ti sia piaciuta, grazie milleeee!

 

Helena89: ora ho capito! Tu vuoi farmi schiattare a forza di complimenti, davvero! Cioè… troppo troppo troppo gentile >//< davvero. Sono contentissima che tu abbia trovato Billie Joe perfetto perché io tengo moltissimo all’IC. A proposito qui come ti è sembrato? Tu sei molto più brava di me quindi tranquilla. Mi-m-mi hai messo tra gli autori preferiti? *sviene* (no… che scatole è svenuta! Vabbè faccio io, l’autrice ti ringrazia infinitissimamente… ma che cavolo di parola è?! ndB)

 

Kumiko_Chan_: un genio… io? (avrà sbagliato persona ndB).  Povero Joey, greco e latino alle elementari… non penso che ci tenga XDXD visto che li sto facendo anch’io non glieli consiglio!XDXD guarda che se continui a darmi del genio dopo ci credo e poi non mi ferma più nessuno **. Sono contentissima di averti messo di buon umore perché anche tu con il tuo commento mi hai tirato su! XDXD ho riso un sacco. Per Mental ho incominciato a scrivere ma non so dirti di preciso quando posterò, mi dispiace farti aspettare. Grazie ancora.

 

Mariens: amica mia! Sono contenta che tu non te la sia presa, mi sarebbe dispiaciuto molto! Io non voglio liberarmi di voi, tranquilla ^^. XDXD vedo che Lauren è in ottima forma, deve essere carica per tenere testa a Bi! Il rapporto padre-figlio, casualmente presente anche in questa ff, è il mio bollo di garanzia ormai XDXD. Grazie, grazie, grazie sai che per me la tua opinione è importante. Il linguaggio esplicito ci voleva perché Billie Joe l’avrebbe sicuramente usato. Spero di sentirti al più presto, cara! Un bacio.

 

lynch: commenti anche tu? *va in brodo di giuggiole* sono contentissima che ti sia piaciuta e ti abbia fatto sorridere almeno un po’. Grazie per il tuo parere, non sai quanto mi è utile. Spero di sentirti presto (aspetto un'altra Merlin/Arthur XD).

 

ShopaHolic: mia fedele commentatrice! Sono così felice che tu abbia trovato un pochino di tempo per recensire la mia storiellina =^^=. Io cerco sempre delle scene di vita quotidiana e penso a come si comporterebbe il nostro caro Bì in quelle situazioni, alla fine è umano anche lui, però speciale. Anch’io la prossima vita vorrei essere sua figlia, sai che bello? Scommetto che con una figlia femmina sarebbe molto protettivo e giocherellone XD t’immagini? Bello, bello **. Fiù, ora sono più tranquilla, per fortuna che il finale l’hai trovato originale, a me sembrava solo pazzo XDXD perché diciamocelo… lui ce l’avrebbe il coraggio di fare una cosa del genere XD. Grazie infinite per il tuo supporto di sempre, non so come farei senza.

 

Vanno assolutamente ringraziati anche coloro che leggono, che seguono e che preferiscono. Il vostro sostegno è molto importante per me. Grazie, davvero.



   
 
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