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Autore: Eowyn    24/04/2010    7 recensioni
Eragon e i suoi dubbi. Eragon e i suoi perchè. Eragon e la scelta che gli cambierà la vita. Eragon che diventerà il Primo Cavaliere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL PRIMO CAVALIERE

La mia storia inizia nel tempo delle spezie e del vino. Quando gli elfi non erano ancora il Popolo Leggendario. 
Quando conoscevano il dolore della morte e la pienezza della vita.
Quell’epoca che sembrava una spensierata e perenne estate. 
Un’estate destinata a finire.                                                        

Ricordo ancora come io e i miei compagni sedevamo ogni sera attorno al fuoco danzando e cantando alla luna.
Ricordo il sapore di mirtilli sulle labbra e le piante che cantavamo teneramente dalla terra.
Non avevamo molti rapporti con gli altri popoli di Alagaesia, già allora eravamo superbi e consideravamo i nani come avidi accumulatori di gemme e i draghi come bestie selvatiche.
I draghi. 
Sento ancora le urla e a distanza di centinaia d’anni; a volte ancora sogno il fuoco, che distruggeva villaggi, disseminando morte.


Tutto per l’incoscienza d’un giovane poco più che bambino. Non seppi mai il suo nome, ma spesso mi sono chiesto cos’ abbia provato inseguendo il drago, cacciandolo come un cervo e uccidendolo con la magia, come una bestia qualsiasi. Ma posso immaginare chiaramente la sua fine: inseguito, cacciato e infine ucciso dalle zanne dei draghi in cerca di vendetta.
Ci dissero di combattere e lo facemmo. Certo, inizialmente solo per difesa, ma poi arrivammo a macchiarci le mani di crimini orrendi.
Spesso, durante la notte, ci svegliavamo di soprassalto temendo di essere avvolti dalle fiamme e correvamo con la mano all’elsa delle spade o all’impugnatura degli archi nodosi.
Ho visto morire molti elfi in quegli anni. Non solo guerrieri ma anche vecchi e bambini.
Ma anch’io ho ucciso, sebbene non a cuor leggero. Specialmente quella notte.
Avevamo localizzato una rupe, nel cuore della Du Weldenvarden, dove i draghi si erano rifugiati portando con sé le loro uova. Strisciammo nella caverna silenziosi e silenziosi uccidemmo.
Eravamo poco più di una ventina. La gran parte di noi uccise i draghi nel sonno, e molti neppure si accorsero di ciò che stava succedendo. Soltanto un paio si svegliarono. Se chiudo gli occhi, posso ancora vedere gli sguardi pieni di terrore. Furono sopraffatti velocemente dalla magia e uno dopo l’altro caddero nel vuoto. Io e qualche altro elfo particolarmente versato nelle arti magiche continuammo senza indugiare la nostra missione: distruggere le uova. 
Spezzai innumerevoli future vite quella sera. Creature innocenti che non videro mai la luce. Incrociai per un lungo interminabile istante lo sguardo di uno dei draghi, che si era svegliato. E in quell’istante capii di essere un mostro.                     Con una lacrima il drago passò nel vuoto.

Festeggiammo quella notte. Danzammo e ridemmo. Inebriati dall’euforia di aver compiuto un massacro.
Danzammo intorno al fuoco, con le mani ancora sporche di sangue.
Ma non potevo. Qualcosa dentro di me era cambiato per sempre. Non mi unii ai festeggiamenti. Rimasi in disparte indeciso su che strada prendere.

-Eragon, cosa fai qui in disparte?- Celia s’intromise nel flusso dei miei pensieri.

La guardai come se fosse la prima volta. Era bella, tremendamente bella. 
I capelli castani incorniciavano un ovale perfetto e cadevano in morbide onde fino a una vita sottile.
Mi guardò con un’aria strana, sbarrando i grandi occhi verdi.
- Cosa c’è? Non ti senti bene?-
Un tempo ricordo che avrei dato qualsiasi cosa per sentire quel tono così preoccupato per me.
Ora non più.

- Sei gentile Celia Svit-kona, ma stasera la luna è bellissima- mentii.

- La luna? … Sei davvero un poeta Eragon: noi festeggiamo la vittoria, che passerà alla storia e tu pensi alla luna. Perfino Tumundora ci ha inviato un messaggio, unisciti a noi fratello!-.

-  Una vittoria dici? Un massacro!-
Mi guardò come se l’avessi schiaffeggiata e mi resi conto di essermi spinto troppo in là. 
Anche se ora avevo preso la mia decisione. Non avrei più combattuto.
- Ti chiedo scusa. Le mie parole non volevano essere dure. Gli eventi di oggi mi hanno provato duramente. –
-Accetto le tue scuse e tu, Eragon, perdona la mia insistenza- disse mentre un sorriso di mesto rimprovero le si disegnava sul viso .
– Hai tutta la mia comprensione, talvolta anche un massacro di bestie può scuotere le corde dell’ animo. Ricordo ancora quanto ero scossa la mia prima volta.-
In quel momento un raggio di luna le illuminò il viso.
Le labbra rosse sembravano scintillare di sangue.
Trattenni l’impulso di urlare, mi alzai e sussurrai – Perdonami Celia, ma devo andare-.
Ricordo ancora la sua espressione sgomenta, ma in quel momento non me ne curai.
Corsi senza sapere dove. Corsi via. Scappai da un popolo a cui non appartenevo più.

Non so per quanto tempo vagai quella notte. Nonostante i miei sensi affinati, inciampai e caddi più volte. Finché non mi fermai. E piano piano scivolai in un rassicurante dormiveglia.

 Fu la pioggia a svegliarmi. Alzai gli occhi verso il cielo coperto di nubi e piccole gocce iniziarono a bagnarmi il viso. Grazie ad un gioco di luci sembravano avere una sfumatura rossastra. Sembrava che piovesse sangue. Sangue.
All’improvviso un’esplosione infranse il silenzio.
Mi alzai di scatto ma ero completamente stordito.     
Nella mia mente risuonò una voce, che sembrava un eco di altre voci passate, presenti e future.
Il nostro dono per te. Affinché da una fine nasca un nuovo inizio. Sarai Eragon il primo cavaliere.
La presenza si affievolì sempre più fino a scomparire.
Mi guardai intorno. C’era uno spiazzo al centro della radura. Tutt’intorno regnava un’ innaturale silenzio. Mi avvicinai lentamente e notai una grande pietra bianca.
Pietrificato mi chinai per guardarla meglio. La riconobbi subito grazie ai ricordi della sera precedente. 
Era un uovo. 
Un uovo di drago.

Riluceva fiocamente alla luce del sole. Piccole venature d’argento lo avvolgevano completamente. Non avevo mai visto un uovo di quel colore. Non avevo mai visto un bianco così puro.
Stesi il braccio per toccarlo e appena avvertii la superficie liscia sotto le dita, sentii un dolore atroce risalirmi il braccio e invadermi il corpo.

Infinite scene, visioni, passavano sotto i miei occhi. In un attimo, nemmeno un secondo, rividi quell’insensata guerra. Vidi me stesso distruggere le uova senza la minima esitazione. Bruscamente la scena cambiò e vidi nuovamente me stesso mentre a dorso di un gigantesco drago bianco, il mio drago, sorvolavo Alagaesia. 
Osservai una bellissima città al centro di un’isola. Il mio sguardo si fermò per un lungo interminabile istante su una fanciulla. 
Era molto bella ma non sembrava un elfa. Sperai di poterla incontrare nel futuro.
Improvvisamente tutto si fece scuro, e quando tornai a guardare capii subito che quelle nuove visioni non mi appartenevano più. 
Scorsi, attraverso contorni indistinti, un giovane seminare morte e distruzione. Lo vidi posarsi una corona sul capo e seppi chiaramente che era l’oscurità
Un altro giovane riempì la mia visuale, questo a differenza del precedente sembrava veramente umano. Lo vidi chinarsi a raccogliere una pietra blu.
Un uovo. Alzò lo sguardo e incrociò i miei occhi.
Eragon
.

E infine tornai alla realtà. Dal punto in cui avevo toccato l’uovo, si aprivano sottili crepe. Iniziò a muoversi finché piano piano non si schiuse. Un cucciolo rotolò fuori. 
Aveva le dimensioni di un piccolo gatto, ma anche così appariva maestoso. Arruffò le ali e punto i suoi piccoli occhi neri su di me. Lo studiai con diffidenza ma qualcosa più forte di me mi spinse a sfiorarlo.
Un dolore più lieve del precedente mi paralizzò la mano e vidi comparire una cicatrice ovale, che riluceva.
All’improvviso il drago mi parlò con una voce che sembrava provenire da secoli passati.
Eragon. Il mio nome è Bid'Daum. Sarò il tuo drago e tu il mio cavaliere. Sono stato inviato per porre fine alla Du Fyrn Skulblaka. Insieme fonderemo una nuova era. Insieme per sempre.

E all’improvviso capii di essere sempre stato destinato a questo momento.

Questa è la mia storia. Anzi l’inizio della mia storia. La storia di Eragon il Primo Cavaliere.

  
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