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Autore: esthernathalie    24/04/2010    9 recensioni
Episodio 1x19. Le scene con Elena e Damon mi hanno colpito molto, e così ecco una one-shot dedicata a loro. C'è un alternarsi dei punti di vista, leggerete sia i pensieri di Damon che quelli di Elena... ho cercato di mantenere il carattere originale dei personaggi e di essere fedele all'episodio, ma il finale è leggermente diverso... spero vi piaccia. Se non avete visto 1x19 potete guardare il video corto che ho messo ad inizio storia, così vi fate un idea.
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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http://www.youtube.com/watch?v=tI8UtTwsG-g  <-- chi non ha visto l'episodio 1x19 deve assolutamente guardare questo pezzo! Enjoy the chapter

Elena Gilbert fece un respiro profondo e stampandosi in faccia un sorriso cominciò a scendere le scale, ricacciando indietro tutta la merda che sentiva dentro, le domande, la delusione, la paura, la frustrazione.

Stefan ci sarà alla fine della scalinata per prendermi  la mano e ballare con me?

Aveva paura. Paura di scoprirlo. Sperava che le sue paure fossero sciocche. Lui la amava. Ma con paura si chiese se l’assenza di Amber fosse casuale… scacciò questo pensiero.

 Stefan non anteporrebbe mai il sangue a me… lui resisterà…

Ecco, la scalinata cominciava la sua curva… ancora due scalini… e Stefan sarebbe stato lì, lo avrebbe visto sorridere dalla base della scalinata, tendendole la mano.  Uno scalino…

Sono così stupida a dubitare di lui… neanche fosse Damon…

Il sorriso che racchiudeva tutte le sue speranze sparì velocemente dal suo viso, e sul volto di Elena Gilbert si lessero incredulità, paura, delusione. Incertezza.

C’era un ragazzo alla base delle scale, che non aspettava lei. Che abbassò la testa un po’ imbarazzato. Che non la conosceva, ma si dispiaceva del fatto che non c’era nessun accompagnatore ad attenderla.

Stefan non c’è… Stefan non c’è. Non mi aspetta.

-

Damon Salvatore guardò il sorriso di Elena disintegrarsi, e poté quasi udire il cuore della ragazza spezzarsi.

Nello stesso tempo sentiva il suo battere furiosamente, mentre desideri completamente opposti lo paralizzavano.

Il primo era andare di corsa alla base della scalinata, a prendere il posto di Stefan… posto che suo fratello non meritava.

Il secondo era andare a cercare suddetto fratello e ficcargli un paletto di legno nel culo, perché va bene che il sangue era incredibilmente buono e praticamente irresistibile, ma Damon, lo stronzo per eccellenza, non riusciva a capacitarsi del perché Stefan aveva anteposto la sua natura vampiresca alla stupenda creatura che scendeva le scale.

Fingere per secoli di non essere un vampiro era una cosa oscena, ma decidere di esserlo preferendo il sangue ad Elena Gilbert era da completi idioti mentali, oppure da Gay.

Vinse il primo istinto.

Non riuscendo a sopportare oltre gli occhi addolorati di Elena si mosse veloce e in pochi passi raggiunse l’altro accompagnatore ai piedi della scalinata, volgendo lo sguardo verso quella Driade fasciata in un vestito di seta blu, quasi stupito dalla bellezza di quella creatura mortale.

-

Tutti applaudono. Ma Stefan non c’è.

Elena Gilbert poteva già vedere le mani smettere di applaudire e le bocche cominciare a mormorare, mentre lei, giunta alla base della scalinata, sarebbe semplicemente rimasta lì in piedi a fissarli, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, incredibilmente persa e ferita.

Con gli occhi spalancati e fissi davanti a sé superò un altro scalino, fece un respiro e come un automa mise un altro piede davanti a sé, mentre la mano continuava a scivolare lenta sulla ringhiera al suo fianco.

I pensieri le andarono in standby, e non riuscì a fare altro che fissare la persona che ora, con il viso alzato verso di lei, la guardava.

 Una persona che non era Stefan, ma non era neanche l’accompagnatore che non la conosceva.

Damon… Damon… Damon?

Damon, con gli occhi magnetici di ghiaccio rivolti verso di lei, la guardava con le sopracciglia leggermente aggrottate, come se qualcosa lo avesse colpito.

Grazie, Damon. Grazie, grazie, grazie…

Giunta alla fine della scalinata gli chiese sottovoce dove fosse Stefan, dicendosi subito dopo che era una domanda stupida.

Lei sapeva dov’era Stefan. L’opzione più ottimista, e anche quella meno credibile, era che il suo ragazzo fosse con Amber, sana e salva, da qualche parte, la seconda e più realistica opzione era che Stefan fosse da qualche parte con un Amber niente affatto sana e salva, oppure con il cadavere di Amber.

-

"Non lo so" Damon Salvatore rispose con queste semplici tre parole, ricambiando il suo sguardo, poi prendendole la mano -non aveva mai sentito una mano così leggera- guardando davanti a sé si avviò con lei fuori dalla villa, uscendo sotto il sole accompagnato dagli applausi della gente, dalla canzone di sottofondo che non avrebbe scordato, da Elena Gilbert.

Andarono a raggiungere le altre coppie e Damon le lasciò la mano, mentre si distanziavano e si portavano uno di fronte all’altro, tornando a unire i loro occhi.

Damon aveva provato una sensazione di mancanza quando il contatto fra le loro mani si era interrotto, ma il dispiacere venne spazzato via come piume al vento non appena ritrovò gli occhi scuri di Elena.

E assurdamente quegli occhi non gli fecero venire in mente Katherine. Davanti a sé vide Elena Gilbert, così fragile, così ferita, così buona, e si chiese se il destino non gli avesse fatto incontrare Katherine solo per farlo arrivare ad Elena Gilbert, così infinitamente diversa, così infinitamente unica.

E iniziò il ballo.

Passo in avanti, inchino.

"Cosa faremo?" Chiese lei.

"Al momento dobbiamo arrivare fino in fondo a questa cosa." Disse Damon rialzandosi e facendo un passo indietro.

E se anche questa cosa -e lui lo sapeva bene- Elena con tutta probabilità l’avrebbe voluta fare con Stefan, Damon avrebbe ballato con lei come se fosse stata la sua ragazza, l’avrebbe guardata negli occhi come un innamorato guarda la sua sposa.

E non sarebbe stata finzione, perché quello che Damon stava provando ora era più forte dell’amore che aveva avuto per Katherine…

lasciami solo ballare con te, Elena Gilbert, e sarò il vampiro più felice della terra. Solo questo ballo.

-

"Al momento dobbiamo arrivare fino in fondo a questa cosa" Rispose Damon.

Elena Gilbert venne momentaneamente colta dalla confusione. Si aspettava un'altra risposta, un piano per salvare Stefan… Ma quando rialzò lo sguardo ed incontrò quello di Damon si disse che quella era la risposta più perfetta che avrebbe potuto avere.

Stefan non è con me, Damon mi ha salvato, io ballerò con lui. È così semplice la risposta.

E mentre una voce dolce cominciava a cantare parole d’amore Elena mosse il primo passo e alzò la mano, aprendola e portandola a pochi centimetri da quella di Damon, che aveva fatto la stessa cosa.

Cominciarono a ballare accompagnati da quella musica ultraterrena, e la ragazza si dimenticò subito di tutto, mentre la sua attenzione era focalizzata su Damon.

E si rese conto, mentre le loro mani si intrecciavano e i loro occhi si incatenavano sempre di più in un modo indissolubile, che era giusto, che era Damon Salvatore l’uomo con cui avrebbe voluto ballare questo e qualsiasi altro ballo.

Scoprì di amare quelle sue labbra stirate in un ombra di sorriso abbozzato e che in quel momento non aveva niente di ironico, quei suoi occhi e quegli zigomi, quei capelli neri che non aveva mai avuto modo di accarezzare.

Elena Gilbert si ritrovò a sorridere a Damon, a sorridergli e a guardarlo come un’innamorata guarda il suo sposo, mentre il suo cuore batteva forte e dai suoi occhi lasciava trapelare i sentimenti.

La musica finì e si separarono, ma i loro occhi no.

Il sorriso di Elena però si ridusse fino a sparire, e il suo sguardo mutò.

Divenne triste, perché il ballo era finito e si erano separati.

Divenne rassegnato, perché era stato solo un ballo.

Divenne disperato, perché ora sarebbe tornato tutto come prima, lui avrebbe continuato ad essere il fratello del suo ragazzo e sarebbero dovuti andare a cercare Stefan.

E poi il suo cuore si sgretolò, realizzando che i sentimenti d’amore che aveva letto sul volto di lui erano per Kathrina, che di lei Damon amava solo il suo viso, così uguale a quello della vampira che lo aveva trasformato.

***

"Che c’è? L’hai trovato?" Chiese Elena quando Damon la raggiunse dopo la premiazione.

"Nel bagno di sopra ci sono segni di lotta. C’era del sangue. E quella Amber è scomparsa." Disse lui, senza l’ombra di un sorriso.

"Oh mio Dio. Non le farebbe mai del male. Non lo farà."

Elena Gilbert sei incredibilmente stupida, si ritrovò a pensare Damon, spinto dalla frustrazione.

Credi che lui non ferirà quella ragazza, beh, non è così semplice. Lui è un vampiro come me, beve sangue come me.

Sei così buona, e Stefan è così dannatamente fortunato.

"Troviamolo e basta, okay? Prendi il cappotto, andiamo." Tagliò corto Damon.

-

"Andiamo, riprendi il controllo, forza. Va tutto bene. Andiamo. Fai dei bei respiri, amico." Disse Damon avvicinandosi al fratello, che aveva mani e bocca sporchi del sangue di Amber.

Ma Stefan lo prese e lo scaraventò per terra. Si rialzò subito, e mentre Stefan si avvicinava Damon si rese conto che alle sue spalle aveva degli alberi, quindi non poteva fare altro che affrontare il fratello.

"Stefan, smettila!" Urlò la voce profondamente angosciata di Elena. Ma lui continuò ad avanzare verso il fratello, e Damon, sconvolto dal dolore nella voce di lei, si disse che avrebbe cercato di non far male a Stefan, anche se il paletto nel culo era quello che si sarebbe meritato, per aver osato a far soffrire Elena in quel modo.

Il problema era che se lui non attaccava a sua volta avrebbe certamente riportato ferite gravi e avrebbe rischiato la vita, ma era disposto anche a quello, pur di non far soffrire la ragazza che aveva scoperto di amare.

Ma non ci fu bisogno di nessun sacrificio.

Stefan si prese la testa fra le mani, come se stesse passando atroci sofferenze, e Damon vide che era Bonnie, che li aveva seguiti, a causare dolore al fratello.

No, Bonnie, non dovevi difendermi, non dovevi far del male a Stefan. Così Elena soffre. Dannazione.

-

Elena aveva guardato con orrore il volto di Stefan sfigurato dalla collera, chiedendosi come aveva fatto a crederlo migliore di Damon.

Con orrore crescente aveva visto Damon cercare di calmarlo e Stefan scaraventarlo a terra, e aveva urlato in panico: "Stefan, smettila!"

Ma lui, con il volto sporco di sangue e digrignando i denti, avanzava ancora verso Damon, non la degnava neanche di una sguardo.

Bonnie intervenne con i suoi poteri ed Elena, nonostante l’evidente sofferenza di Stefan, riuscì a pensare solo una cosa: Grazie, grazie, Bonnie, grazie… per aver aiutato Damon.

Quando il dolore di Stefan cessò lei guardò orripilata e nauseata la faccia di lui, notando un rivolo di sangue misto a bava scendergli fino al mento.

"Va tutto bene… Stefan." disse di nuovo Damon, cercando d calmare il fratello, ma Stefan, guardandolo con occhi sgranati, scappò.

***

Elena Gilbert aveva freddo, ma non riusciva a riscaldarsi.

D'altronde era più che normale, visto che si trovava fuori, sola al freddo e al buio, dietro la grande villa, dove ad un ospite non sarebbe mai venuto in mente di andare.

"Finalmente ti ho trovato…" Elena presa alla sprovvista sussultò all’udire quelle parole, ma poi riconoscendo subito la voce di Damon si tranquillizzò.

"E si può sapere il motivo per il quale mi stavi cercando?" Chiese, nascondendo con un tono ironico la felicità.

Mi cercava. Mi cercava.

"Il motivo mi sembra ovvio…" Malgrado Damon fosse alle sue spalle e lei non potesse vederlo si immaginò il suo solito classico sorriso canzonatorio. "…hai addosso la mia giacca."

Giusto, lui gliela aveva data prima quando erano usciti a cercare Stefan.

Idiota, idiota idiota, sono un illusa! È ovvio che mi cercava per la giacca.

Con un sospiro fece per togliersi la giacca, ma non fece in tempo.

"Stai tremando." Osservò lui, e un secondo dopo Elena, con ancora addosso la sua giacca, si ritrovò avvolta nelle forti braccia di Damon, che la abbracciò delicato da dietro.

-

Damon Salvatore non era riuscito a trattenersi, L’aveva vista lì, sola e tremante, e d’istinto l’aveva abbracciata.

Restò immobile, rigido, aspettandosi resistenza, temendo che lei si divincolasse.

-

Elena Gilbert spalancò gli occhi, sorpresa da quel gesto, ma dopo lo sconcerto iniziale con un altro sospiro si abbandonò contro il corpo di lui, prendendo con le sue mani le braccia di Damon per farsi stringere ancora di più.

Rimasero così, in silenzio, lui con la guancia contro i capelli di lei, lei a sentire i battiti veloci del cuore di lui sulla sua schiena, entrambi con gli occhi chiusi.

"Elena." Sussurrò poi Damon, e in quel nome mise tutto il sentimento che provava.

Lei aprì gli occhi di scatto.

"Cosa hai detto?" Chiese con voce tremante... non di freddo.

"Elena." Ripeté Damon, con la voce talmente piena di sentimenti che era impossibile per la ragazza non capire ciò che provava Damon.

Ma non era solo quello che l’aveva sconvolta, no.

Ha detto il mio nome. Il mio. Ama me, non Katherine.

-

Damon sapeva che si era spinto troppo in là, e la voce tremante e incredula di Elena lo confermò, tuttavia ripeté il suo nome, e dall’intensità della sua voce fu come se avesse fatto una dichiarazione d’amore di trecento e passa parole.

Restò con gli occhi chiusi, aspettandosi una reazione, aspettando che lei si divincolasse dal suo abbraccio. E lui l’avrebbe lasciata andare, perché era giusto così, anche se il suo cuore avrebbe sofferto nel vederla con Stefan.

Come prevedeva lei si sciolse dal suo abbraccio, e Damon tenne gli occhi chiusi, rimase semplicemente così, in piedi con le braccia abbandonate sui fianchi, senza muoversi, senza aprire gli occhi per guardarla andare via.

-

Elena Gilbert si divincolò dall’abbraccio di Damon e voltatasi verso di lui fece quattro lunghi passi indietro, allontanandosi con gli occhi ancora spalancati dalla sorpresa.

Lo guardò per un lungo momento, Damon, in piedi davanti a lei con gli occhi serrati, come se aveva paura di qualcosa.

Poi, mentre un sorriso enorme le si apriva sul volto, Elena corse in avanti e senza fermarsi gli buttò le braccia al collo, premendo le sua labbra su quelle di lui, e la foga della sua corsa era tale che entrambi caddero, Damon di schiena all’indietro, Elena su di lui.

-

Damon Salvatore era ancora con gli occhi chiusi, quando improvvisamente qualcuno lo travolse e gli fece perdere l’equilibrio. Ma non fu quello a sconvolgerlo, bensì le labbra che con la stessa foga di quell’assalto premettero sulle sue. Nel momento in cui la sua schiena batteva contro la terra aprì gli occhi disorientato e trovò il volto di Elena a pochi centimetri dal suo.

Lei restò così, sopra di lui, e Damon, con la bocca aperta, ricambiò incredulo il suo sguardo.

"Damon" Sussurrò lei, "Ti amo anch’io." E lì, per terra sull’erba incolta, riparati dagli alberi, fecero l’amore.

Sfiorandosi, unendo occhi, bocca e corpo, sospirando, rotolandosi fra le foglie e stringendosi forte.

Damon ed Elena.


  
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