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Autore: ceciotta    25/04/2010    3 recensioni
Due ragazze si trasferiscono in una nuova scuola e fanno amicizia, ma forse una delle due nasconde un segreto...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, mi dedico di nuovo alla pubblicazione di un mio vecchio racconto, un po' più lungo questa volta. Anche questo è stato scritto parecchi anni fa, ma prima di pubblicare racconti nuovi ci tengo a mostrarvi le mie prime prove.

Godetevi l'inizio, aggiornerò prima possibile, anche perché la storia è già pronta, devo solo riguardarla per correggere eventuali errori.





ESILIATA

PROLOGO



La giovane gnoma si girò a guardare per l’ultima volta l’albero dove aveva sempre vissuto. Non riusciva a concepire che questo fosse successo proprio a lei. Era sempre stata una ragazza buona, rispettosa delle poche regole da cui dipendeva la vita della sua comunità, non aveva mai fatto niente di male, o almeno non apposta. Ora invece la stavano esiliando. Sapeva di essere stata incastrata, perché mai lei avrebbe appiccato fuoco alla biblioteca. Purtroppo nessuno le aveva creduto…tranne i suoi genitori e pochi intimi. Sospirò e stava per voltare definitivamente le spalle al suo bellissimo mondo, quando sentì una voce insolente che la chiamava.

Ehi. Finalmente sei pronta per partire?”

Lei vide subito chi era: sopra ad uno dei rami più bassi dell’albero stava seduto uno gnomo della sua età, un suo compagno di scuola. Era Narciso, lo gnomo più antipatico che conoscesse. Narciso si lasciò scivolare lungo una corda fino a terra, in modo da trovarsi di fronte all’esiliata.

Che cosa vuoi Narciso?” chiese quella scocciata.

Volevo dirti addio e ricordarti che non sei più una dei nostri”

Questo lo so da sola”

Volevo che il concetto fosse chiaro”

Adesso che mi hai illuminato con le tue perle di saggezza, puoi tornartene a casa? Oppure vuoi seguirmi all’infinito per punzecchiarmi e magari incontrare gli Uomini? Chissà, forse uno di loro ti potrebbe calpestare. E io di certo non ne soffrirei”

Narciso deglutì al pensiero di poter essere calpestato. Non che volesse seguire quella so-tutto-io! Si riprese e disse con un sorriso maligno: “Sei tu quella che verrà calpestata e ti posso assicurare che nessuno sentirà dispiacere per la morte di una piromane come te!”

Aveva toccato il punto giusto. La poverina, infatti, era rimasta molto scossa, quando era stata accusata, di vedere quante poche persone le credevano anche se aveva parecchie volte proclamato la sua innocenza. Non sapeva cosa ribattere, ma non dovette difendersi da sola, perché subito intervenne un altro suo coetaneo: era Gelsomino, un loro bellissimo compagno di scuola. Come tutte le volte che lo incontrava, la gnoma arrossì: dalla prima volta che aveva incontrato Gelsomino, si era innamorata di lui.

Lasciala stare!” disse il giovane, “Non devi darle fastidio. E ricordati quel che dice la regola numero 11: Nessuno deve avere alcun rapporto con gli esiliati, pena esilio provvisorio. Se non la lasci stare ti denuncerò alle autorità per aver infranto la legge”.

Narciso sbuffò, poi si arrampicò sulla corda e sparì in un’apertura nel tronco. Gli altri due lo osservarono mentre se ne andava sconfitto. Dopo un attimo Gelsomino disse: “Quando imparerà a non dar fastidio agli altri sarà un giorno memorabile!”. Poi si rivolse alla giovane e proseguì: “Non ascoltarlo, a me dispiacerebbe se venissi schiacciata”

Lei sorrise, diventando sempre più rossa. “Stai anche tu infrangendo la regola 11” gli fece notare.

Lui ricambiò il sorriso e rispose: “Non mi denuncerò da solo!” frugò nella tasca, tirò fuori una bustina e la porse a lei. “Questo è tuo. Me lo avevi prestato”. La gnoma la prese ringraziandolo.

Credo che sia meglio che io vada. Addio, Gelsomino”

Addio!” rispose il giovane. L’esule si girò per andarsene caricandosi sulle spalle un fagotto con tutte le sue cose e aveva già fatto alcuni passi quando Gelsomino la richiamò.

Volevo…” cominciò il giovane mentre la sua compagna tornava indietro; si fermò un attimo come se non sapesse cosa dire, prima di rincominciare il discorso, questa volta con più sicurezza: “Volevo dirti che io ti credo e mi dispiace che tu sia stata accusata. Beh… buona fortuna!” detto ciò la salutò di nuovo e ritornò sull’albero, lasciandola incredula: non si aspettava quelle parole ed era felice che lui le avesse pronunciate. Voltò le spalle alla sua casa e, lottando contro un groppo in gola, si incamminò. Non era passato neanche un quarto d’ora, quando sentì un improvviso cinguettio. Alzò la testa e vide un uccello che scendeva in picchiata su di lei. Succedeva a volte che gli uccelli attaccassero uno gnomo e lei lo sapeva bene. Lasciò cadere il fagotto e si buttò a terra urlando spaventata. L’uccello la mancò ma si ritrovò tra le zampe il fagotto. Credendo forse che fosse commestibile riprese il volo. L’esule si rialzò e, imprecando contro di esso, rincorse l’uccello che però era troppo veloce e, dopo essere inciampata in un sasso, lo perse di vista. Lamentandosi della propria sfortuna, si rimise in marcia chiedendosi se potesse andare peggio. La risposta era sì. Dopo circa una mezz’ora, infatti, fu sorpresa dalla pioggia che cominciò a cadere così forte da farle male. Vide nella parete rocciosa che costeggiava un buco simile a una tana di un topo e vi si rifugiò. Guardò verso la fine della piccola grotta e vide che essa non finiva ma continuava fino ad attraversare la parete rocciosa e a sbucare dall’altra parte. Notò che dall’altra uscita si vedeva la luce del sole e si meravigliò: era vero che quel tunnel era molto lungo, ma le sembrava strano che nel posto da cui veniva stesse piovendo a dirotto e lì splendesse il sole. Cominciò a percorrere il tunnel e si accorse che pian piano esso si faceva più alto ma – cosa incredibile – la distanza tra la sua testa e il soffitto non aumentava. Quando uscì dalla grotta per prima cosa vide il suo fagotto e lo raccolse incredula, notando che si era rimpicciolito. Il suo stupore crebbe quando si guardò intorno. Allora capì che non era stato il fagotto a rimpicciolirsi.

Continua...





Allora, che ne pensate? Se volete lasciate un commentino. Sono aperta a qualsiasi critica!

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