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Autore: kyelenia    25/04/2010    4 recensioni
Sempre con una dedica speciale, a Damia che mi apprezza forse più di quanto lo faccia io stessa. [...] Dray ma frustrato lo sei da molto tempo! A quanto pare scoparti Potter faceva bene alla tua salute mentale ancor prima che fisica[...] [...] Per un attimo fu accarezzato dall’idea di chiudergli la porta in faccia, oppure tirargli un pugno poco gentilmente. Assecondò il secondo istinto[...]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I want back love

Un bacio frettoloso e fu l’inizio del finimondo.

«Senti Potter, questa storia non può continuare».

Era un giorno come tanti, un incontro come tanti, Harry non si sarebbe aspettato una tale secchiata d’acqua gelida.

«Che intendi dite?» chiese infatti, incredulo.

«Presto toccherà a me prendere in mano le redini della gestione familiare e regalare l’ennesimo erede in perfetto stile Malfoy».

«A proposito, ma conoscete un incantesimo particolare per avere soltanto un primogenito maschio?» Harry decise di risolvere una curiosità che aveva sempre avuto, anche a rischio di risultare totalmente fuori luogo.

«Esiste un semplice incantesimo che fin dal primo mese consenta di scoprire il sesso del bambino, se risulta femmina viene effettuato un rapido aborto».

Harry si chiese se davvero si sarebbe mai potuto stupire della quantità di pratiche barbare presenti in una delle famiglie più influenti del mondo magico.

«E tua madre quanti aborti ha dovuto subire prima che nascessi tu?».

«Oh no. E’ rimasta subito incinta di me» disse Draco, non senza una punta di orgoglio nella voce, come se lo avesse reso speciale l’essersi impiantato immediatamente nel grembo di sua madre.

«La consorte è già stata scelta?» chiese Harry con sarcasmo.

Draco ci mise qualche secondo a comprendere il repentino cambio di discorso.

«Certo. E’ da tutta la vita che sappiamo di essere destinati a sposarci. Astoria Greengass, splendida ed elegante secondogenita di una delle famiglie purosangue più antiche».

«E che non vantino neanche un membro impuro nel loro albo genealogico, indubbiamente» aggiunse Harry che aveva imparato a convivere con la rigida morale della famiglia Malfoy.

«E tu dovrai occuparti del tuo futuro, no?» aggiunse poi Draco, come a cercare una giustificazione valida e fingere un altruismo che in realtà non possedeva.

«No caro Draco, - lo freddò immediatamente l’altro – non tirarmi in ballo nella tua follia. Tu sai benissimo che io il mio futuro voglio costruirlo con te».

«Harry, ma ti rendi conto di quello che dici? Io e te e un futuro insieme?» usò il suo nome come se con la dolcezza potesse farsi comprendere meglio.

«Cosa c’è di così assurdo? Io non ho problemi a dover lottare per la persona che amo».

«Ammirevole Potter, Grifondoro fino in fondo» la dolcezza fu presto sostituita da un tono sprezzante, molto più naturale per Draco Malfoy. «Ci vai tu da mio padre a dirgli che il suo unico figlio è un frocio che vuole stare con la persona che ha ucciso il signore che ha servito per anni e provocato la rovina di tutto ciò in cui credeva?».

Harry se l’era chiesto fin dall’inizio quando sarebbe saltato fuori il nome di Lucius Malfoy, perché sapeva che era quello il vero nodo della questione. Avere a che fare con Draco significava trovare sulla propria strada Malfoy Senior, prima o poi, per quello strano timore, e devozione in qualche senso, che Draco provava per il proprio crudele e severo padre. E avere a che fare col giovane Serpeverde significava anche fare i conti con la sua mancanza di coraggio, e il suo bisogno di assecondare ogni singolo capriccio delle persone che avevano formato la sua rigida morale.

«Beh Draco, io a differenza tua ce le ho le palle. Sono gay, ok? Oppure preferisci frocio? – sottolineò anche lui il disprezzo che Draco per primo aveva posto su quella parola – Andrei da tua padre e gli direi che sì, Draco Lucius Malfoy vuole passare la sua vita con Harry James Potter. E aggiungerei anche che questo distruttore di cui suo figlio si è innamorato è la stessa persona che ha salvato il prezioso sedere suo, e della sua famiglia» Harry non si lasciò intimidire dai discorsi di Draco, e ancor meno dall’accenno al padre.

«Che nobiltà Gridondoro la tua, tirare in ballo un episodio del genere; dove noi eravamo i luridi, inermi e striscianti vermi e tu l’eroe senza macchia. Nessuna ha mai chiesto il tuo intervento compassionevole» il nervosismo aumentava in maniera palpabile di battuta in battuta.

«Oh certo, e immagino che avreste amato rimanere a marcire tutti e tre ad Azkaban. Quasi quasi mi procuro una Giratempo e evito l’intervento al vostro processo».

«Ok, grazie! – sbottò Draco, quasi urlando – Ti sono grato per la tua pietà e il tuo gesto eroico. Sei altruista e coraggioso, non per niente sei il fottutissimo Salvatore. Beh io sono solo un merdosissimo mangiamorte, erede di una delle famiglia più luride del mondo della mangia. Hai bisogno che ti ricordi il ruolo che ho giocato durante la guerra? – con un gesto rabbioso tirò su la manica della tunica – Ma come mi hai ripetuto mille volte, non sono stato in grado di seguire la strada che mio padre aveva tracciato per me. Davanti a Silente ho abbassato la bacchetta in una chiara dimostrazione di tutta la mia incapacità. E quindi scusami se adesso non voglio deludere per l’ennesima volta qualcuno che ha creduto in me, se una volta tanto posso evitarlo».

Quel discorso colpì leggermente di più Harry; si soffermò a chiedersi se si fosse mai messo nei panni di Draco, o se avesse pensato al suo rapporto con i genitori. Ma decise che quella non gli sembrava ugualmente una giustificazione valida, che una vera famiglia ti spalleggia in qualsiasi scelta tu faccia, e se Draco non aveva neanche il coraggio di provare a chiedere l’appoggio dei suoi, beh.. Draco non aveva palle.

«La vita è tua. – gli rispose infatti dopo una breve riflessione – Io ti aspetto intanto, non so per quanto; forse un mese, un anno, o dieci. Forse per sempre o finché non mi stanco di subire la tua mancanza di coraggio. Però sappilo:  la troverai aperta per te, la mia porta. Io ho fiducia in te e nella scelta che prenderai alla fine, spero soltanto che tu non debba mai pentirtene, in ogni caso».

E sulle note di un addio con un retrogusto di speranza Harry voltò le spalle a Draco, l’uomo che aveva costituito la sua dannazione e la sua felicità più grande per la sua intera vita, fino a quel momento. Con gli anni gli riusciva sempre più difficile ricordare quel periodo in cu ancora quella chioma bionda non significava niente per lui.
Draco rimase immobile, con le parole di quel “Grifondoro da strapazzo”, che l’avrebbero tormentato negli anni a venire, che rimbombavano incessantemente nella sua testa.

*°*°*°*°*°*°*°*

I giornali attendevano da un giorno all’altro la comunicazione del matrimonio del secolo. Il rampollo Malfoy avrebbe annunciato dopo anni di fidanzamento la data delle nozze con la secondogenita Greengass, che già si era stata rimandata a lungo.

Draco percorreva ad ampi passi il pavimento del proprio studio, mentre Blaise lo fissava annoiato dalla sieda dietro la scrivania, con il mento poggiato sulle mani congiunte e gli occhi scuri che sembravano leggerlo nel profondo.

«Drà non capisco quale sia il tuo problema, sono anni che sai quello che ti aspetta» sbottò in fine il ragazzo, di fronte al palese nervosismo dell’amico.

«Si ma Blay, è una scelta seria, E se tra dieci anni mi dovessi trovare ad essere un padre di famiglia frustrato?»

«Dray ma frustrato lo sei da molto tempo! A quanto pare scoparti Potter faceva bene alla tua salute mentale ancor prima che fisica». Blaise era sempre stato piuttosto restio a condividere quell’improvvisa fine che Draco aveva messo alla propria storia con il Grifondoro più famoso di quei tempi. Non amava quel ragazzo, però era palese l’effetto positivo che esercitava sul proprio amico, e si chiedeva come questo fosse stato così stupido da metter fine alla propria felicità.

«NON NOMINARE QUEL NOME!» si infuriò Draco, come se non fosse tutta la questione a ruotare intorno a quel nome.

«No Draco! Per anni ho evitato di fare accenni alla tua follia, ma adesso ti dirò tutto quello che penso. Con Potter, stavi bene, dannatamente bene; e hai messo fine a tutto, per cosa? Sposare una donna che ti ama, e che tu non amerai mai. Vuoi condannare due persone a un destino di infelicità? Anzi tre, se non consideriamo l’ipotesi che Harry si sia rifatto una vita felice».

«Non dirlo nemmeno» ribatté Draco che contrariamente a quanto detto prima non poteva sopportare l’idea del suo amore con un altro uomo. « Siamo fidanzati da sei anni, io e Astoria, che scelte ho?» chiese però infine.

«Una scelta c’è sempre. Dato che sei stato così stupido da non comprenderlo una volta, evita di ripetere lo stesso errore».

«E fare che? Lasciare Astoria? E se lui con me non ci vuole tornare? E se è felicemente fidanzato con un altro uomo?»

«Lo riconquisterai, no? – Blaise decise di infondere un po’ di fiducia nel proprio amico – D’altronde chi sarebbe in grado di resistere al fascino Malfoy? E quale insulso mortale potrebbe competere con te?» gli rivolse infine un caldo sorriso, pregando di venire ascoltato per una volta.

«Basta Blaise, con queste idiozie. – Draco infranse ogni speranza dell’amico – Stasera a cena chiederò ad Astoria di sposarmi e non voglio sentire più una parola a tal proposito da te».

Blaise si limitò a un sospiro frustrato, ma decise di chiudere la bocca; se avesse voluto Draco avrebbe avuto ancora un po’ di tempo per prendere la decisione giusta

*°*°*°*°*°*

Astoria aspettava Draco al tavolo di un elegante ristorante italiano al centro di Londra. Tutti coloro che entravano osservavano quella donna dall’indiscutibile bellezza, seduta con la grazia e l’alterigia di una regina e dallo sguardo perso nel vuoto, evidentemente in attesa di qualcuno.

Astoria amava Draco, in un modo dolce, delicato e discreto. Le era stata impartita un’educazione impeccabile che l’aveva resa davvero quella che può esser definita una signora; non le era consentito essere invadente o eccessiva; fin dalla tenera età le era stato insegnato a considerare i propri sentimenti e le proprie emozioni qualcosa di estremamente prezioso e personale, da custodire nel profondo senza farne mostra al mondo circostante.
Così sedeva compostamente, senza lasciare intravedere l’ansia; teneva a freno il piede destro che altrimenti avrebbe cominciato a vibrare contro il pavimento in una chiara dimostrazione di impazienza. Dentro di sé non poteva negare la propria preoccupazione che cresceva man mano che il ritardo di Draco avanzava. Ma aspettava con fatica.

*°*°*°*°*°*

Draco si sentiva ridicolo. Da un’ora osservava Astoria, nascosto all’entrata del ristorante da un incantesimo di disillusione.

Il discorso di Blaise l’aveva colpito più di quanto avesse dimostrato sul momento, e ora non riusciva a mettere a tacere la voce che gli diceva di essere sul punto di non ritorno.
Aveva assecondato quella voce, e si era deciso a riflettere, su quella che sarebbe stata la scelta più importante della sua vita.
Il suo cuore gli chiedeva prepotentemente di correre da Potter e riprenderselo; sebbene da anni avesse imparato a metterlo a tacere, quella volta il contegno e l’educazione non avrebbero trionfato: c’era qualcuno da riconquistare.
Esitò un ultimo istante, per essere sicuro di non doversi pentire mai; poi la sua magia lo guidò quasi spontaneamente di fronte la porta di Grimmauld Place. Si fece coraggio e spinse con decisione il campanello dorato sotto la targhetta “Potter”.

Il suono del campanello risuonò all’interno della dimora di cui Harry aveva preso possesso. Il ragazzo si alzo dal divano sul quale si era quasi appisolato per aprire la porta, incuriosito da quella visita inaspettata.
La figura elegante e longilinea di Draco Malfoy si stagliò contro la luce dei lampioni stradali, in tutta la sua eleganza e biondezza.
Per un attimo fu accarezzato dall’idea di chiudergli la porta in faccia, oppure tirargli un pugno  poco gentilmente. Assecondò il secondo istinto.
Centrò con precisione impeccabile lo zigomo destro del ragazzo che, benché avesse colto fin da subito la traiettoria del braccio, aveva deciso di lasciarsi centrare.
Harry guardò con soddisfazione il livido violaceo che si stava dipingendo sotto l’occhio del biondo, poi si scostò di lato e lo lasciò entrare.

«Vado a prendere del ghiaccio» affermò con sicurezza, forse vinto dai sensi di colpa.

Draco lo bloccò prima che potesse allontanarsi, deciso a chiarirsi.

«Potter..» esitò qualche secondo improvvisamente incapace di formulare un discorso compiuto.

Boccheggiò come un pesce, e di fronte a quel Draco così umano e insicuro, con uno zigomo profondamente viola, Harry non poté trattenere una piccola, impercettibile risata.
Questa sembrò svegliare il Serpeverde dall’improvviso intontimento e lo spinse a gettare le braccia intorno al collo del moro, che lo strinse a sé con forza.

«Io non- non ce la faccio» balbettò Draco con la voce quasi rotta dal pianto, senza che lui potesse impedirlo.

Harry lo strinse a sé incredulo, improvvisamente grato a quella fortuna.

«M-mi hai aspettato davvero?» chiese il biondo che in cuor suo aveva temuto un netto rifiuto.

«Draco Malfoy, non osare montarti la testa. Diciamo che dimenticarti mi riusciva piuttosto difficile e benché la voglia di buttarti fuori da casa mia sia piuttosto forte possiamo dire che sì, la voglia di stare con te stia trionfando» Harry cercò di stemperare per quanto possibile la tensione.

«Oh..» Draco rimase incerto sulla mossa successiva da compiere.

Il moro lo precedette e congiunse le proprie labbra alle sue nel primo bacio dopo lungo tempo.

«Mi era mancato il sapore delle tue labbra» sussurrò con dolcezza disarmante staccandosi brevemente dalla bocca dell’altro.

«Harry senti io..» provò Draco.

«Shhh..» Harry lo zittì riappropriandosi delle sue labbra.

Il resto di quelle che forse volevano essere delle scuse o delle spiegazioni si perse in baci e sospiri. Ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni; la voglia e il bisogno di amarsi erano più forti.

   
 
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