25/04/2010
4 recensioniSatoshi = Ash
Kasumi = Misty
Takeshi = Brock
Buona lettura ^^
¨Sudore¨
Tutto scuro, la poca luce entra fioca facendosi spazio, quasi tagliando, le pareti di roccia; La splendete Luna nel cielo, piena, è la sola a far loro compagnia in quella notte silenziosa.
Si erano persi, separati, Takeshi era caduto in un baratro e Satoshi non aveva fatto in tempo ad afferrargli la mano, ormai troppo tardi. Charizard non era ancora tornato, forse non aveva ancora ritrovato il loro amico, e ora il cielo era troppo scuro per non cercare un riparo e per chi poteva cercare di dormire, come aveva già fatto Pikachu da qualche minuto, stremato dalla faticosa giornata. Forse non era stata una così grande idea quella di oltrepassare i monti invece che di cercare il percorso per gli allenatori più cauti, anzi, per tutti gli allenatori con un po’ di sale in zucca.
Kasumi osservò Togepi che finalmente aveva preso sonno, accanto a Pikachu, e le scivolò mezzo sorriso scambiandoli quasi per due fratellini in cerca l’uno dell’altro per farsi caldo. E sì, c’era proprio freddo all’entrata di quella grotta. Non potevano addentrarsi: Charizard non li avrebbe trovati, inoltre, la peggio delle ipotesi voleva che ci fossero dei pokémon feroci là dentro, e non potevano difendersi al meglio stanchi com’erano.
Si strinse forte alla giacca di Satoshi che aveva sulle spalle, un poco tremando. La notte era fredda e i loro sacchi a pelo li aveva Takeshi; persi insieme a lui, e al cibo. I brividi di freddo continuavano a tormentarla, in special modo alle gambe, e alle braccia, ma non poteva lamentarsi, osservando Satoshi in piedi all’entrata, che continuava a fissare il cielo, con indosso solo la sua maglietta nera.
Era stato molto gentile a darle la sua giacca. Non credeva che quel moccioso fosse in grado di tanto. Forse l’aveva sottovalutato, dopotutto.
«Satoshi… Ancora non lo vedi?», gli domandò, staccando un poco la testa dalla parete di roccia, che cominciava a farle un gran male.
«No…», scosse la testa, prima di stringere più forte uno spuntone in pietra e reggersi poi le braccia per il freddo. Voleva lamentarsi, ma ad un tratto si trattenne, forse per non farsi apparire debole.
«Charizard lo troverà, vedrai.», ammiccò Kasumi. «Ma forse non torneranno entro questa notte…», aggiunse a voce poco più bassa, quasi per sé, mantenendo un sorriso spento. «Dai, vieni qui! Non c’è bisogno di fare la vedetta! Charizard come troverà Takeshi, troverà anche noi. In fondo non ci siamo poi molto allontanati da quando ci siamo lasciati…», disse tornando un po’ più viva, cercando di mantenere uno spirito positivo.
Satoshi sperava di veder passare il suo drago di fuoco in volo, da un momento all’altro, ma Charizard sembrava non comparire mai oltre quegli alberi e cielo completamente in tinta. Era stanco anche lui, e le sue gambe gelavano ferme da così tanto tempo.
Si voltò, in un sorriso stanco. «Speriamo!». Fece qualche passo poi, fino ad arrivarle ai piedi e sedersi accanto a lei.
Si sentiva in colpa Satoshi, e Kasumi lo sapeva bene. Era stato lui a voler insistere per prendere la strada per i monti, sperando in un’avventura più emozionante. Era sempre così con lui: non ragionava, non pensava alle conseguenze quel moccioso con troppe energie che credeva di poter sconfiggere il mondo. E loro erano i suoi compagni d’avventura, che non riuscivano mai a dirgli di no, in fondo, e accettavano sempre qualunque impresa. Forse questa si stava rivelando fin troppo grande per loro.
La ragazza lo fissò con la coda dell’occhio, per vederlo cercare di non cedere al sonno a tutti i costi, che lo stava lentamente soprafacendo. Sorrise. In fondo non poteva sgridarlo; non questa volta. Satoshi ce la stava mettendo tutta, anche se il guaio di fondo l’aveva combinato lui.
Si strinse più forte alla giacca; l’odore che portava la stava completamente avvolgendo. Non era un buon odore: il sudore incollato nel tessuto dei giorni e giorni che la indossa senza toglierla mai; il sudore delle avventure che prova sulla pelle; il sudore del suo cuore che batte; il sudore fresco di un ragazzino che sta crescendo, e che la fa sentire protetta, meglio di qualsiasi altra cosa.
Kasumi manteneva un sorriso, mentre lentamente scivolava alla sua sinistra incontrando la spalla di Satoshi, sorprendendolo, di vederla addormentata di colpo.
Forse non era stata poi la più brillante delle idee passare per i monti, ma ne era valsa la pena, in fondo…
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Wow, non ho mai scritto su Pokémon… Inoltre, questa piccola one shot mi è venuta in mente qualche giorno fa guardando un’immagine di Satoshi/Ash, dicendo a me stessa che sicuramente quella giacchetta che si portava dietro doveva puzzare di sudore preadolescenziale XDD
Ho notato però che mi piace scrivere su Pokémon, chissà quindi se un giorno mi verrà in mente qualcos’altro… umh… ù.ù
Ciao, ciao da Ghen =^_____^=