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Autore: Lifei92    26/04/2010    3 recensioni
Dal capitolo4:
Il ragazzo rigirò la figurina e lesse. -Dunque, vediamo un po', c'è scritto... Harry Potter.-
-Ah di quella ce ne sono tante, io ce l'avrò quintupla.- gli disse Paul.
-Mi sai dire chi è questo qui?- chiese guardando la cornice, ora vuota, di traverso -Mi sembra di averlo già visto da qualche parte...-
Tre maghi lo guardarono strabuzzando gli occhi.
-Non sai chi è Harry Potter?!- esclamarono all'unisono.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Dursley, Famiglia Weasley, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Caleb Potter'
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Prefazione: questa è la prima storia che scrivo e spero che non diventi noiosa in seguito XD all'inizio non si capirà molto bene qual'è il collegamento con la serie di zia Joe, ma andando avanti verranno spiegati tutti i punti interrogativi che sicuramente nasceranno...

Disclaimer: molti dei personaggi appartengono alla nostra grande e cara zietta J.K.Rowling, che con le sue storie ha fatto sognare più di una generazione, mentre tutti i personaggi nuovi che incontrerete (e ce ne saranno tanti) appartengono a moi ^^

*l'autrice prende delle scatole di pop corn e le porge ai lettori*

Buona lettura! Spero che vi piaccia :)

 

 

1. Prologo

 

Nel salotto di casa Talon, al numero 16 di South Thames Road, si stava svolgendo una scena alquanto comune. La signora Talon, una donna davvero bella, che dimostrava meno dei suoi ventinove anni, con lisci capelli neri e una faccia dai tratti fini, aveva invitato suo fratello, sua moglie e suo figlio a passare da loro la serata, cenando tutti insieme. Caleb Talon, il bambino di casa, non era stato poi così entusiasta dall'idea dato che a lui suo cugino, in realtà, non andava per niente a genio. Troppo pieno di sé per i suoi gusti. Ma dato che sua mamma ci teneva davvero molto, dall'alto dei suoi sei anni decise stoicamente che avrebbe sopportato il cugino viziato e troppo capriccioso. Quando finalmente la cena ebbe fine, i due coniugi e i loro cognati, con i due bambini al seguito, si diressero nel salottino. La serata era magnifica, ed il cielo era davvero limpido, si potevano vedere tutte le stelle dalla grande finestra a muro della stanza. Il padrone di casa, John Talon, un uomo sulla trentina, leggermente tarchiato, i capelli bruni e gli occhi di un bel colore marroncino chiaro, per rallegrare un po' l'atmosfera, andò a prendere il suo vecchio set da prestigiatore mai usato. Infatti la nonna di sua moglie, una vecchia arpia, a dirla tutta, al solo sentire parlare di magia s'inviperiva ancor più del solito. E meno male che sua moglie Mara non gli aveva mai detto che lui in realtà era un magonò, ovvero un figlio di maghi che però non riesce a praticare la magia in sé. Però c'era anche da dire che aveva ormai tagliato tutti i ponti con la magia di comune accordo con sua moglie da cinque anni, perciò non c'erano mai stati problemi con la madre di suo suocero. Della sua vecchia vita rimaneva solo, appunto, quel vecchio set da prestigiatore babbano comprato a Diagon Alley dal cugino di sua moglie, che glielo aveva regalato dicendogli che almeno poteva provare con la “magia babbana”. Non c'è da dire che lui l'aveva guardato malissimo. La vecchia scatola mai usata era impolverata da far schifo. Passò una mano sulla custodia che tornò più o meno del colore originale, e la riportò di sotto. Sedutosi sul divano, con il suo pubblico intorno a lui, si mise a fare i suoi giochetti mentre i due bambini erano sempre più affascinati.

-Anch'io voglio farlo! Insegnami papà!- Kevin s'impuntò e non volle sentire ragioni quando vide come suo zio faceva “magicamente” apparire e sparire una monetina. Ma fu proprio lo zio che gli rispose ridacchiando e assumendo una voce da cospiratore. -Non puoi Kev, solo i veri maghi possono...-

Sua moglie sorrise lievemente, mentre il fratello assunse un espressione triste guardando il nipote, che sembrava anch'esso interessato ad imparare. -Ma io voglio imparare! Mi devi assolutamente insegnare! Glielo dici tu, vero mami?-

La mamma lo guardò sorridendo e scosse la testa. -Kev, Kev, lo sai che l'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re...-

Lui sbuffò imbronciato, ma invece che calmarsi si buttò addosso allo zio e gli strappò di mano la monetina.

-Adesso vedrai che ci riesco!- disse. Provò in tutti i modi ma non gli veniva, mentre Caleb tentava di trattenere uno sbuffo. Lo diceva lui che era un ragazzino viziato.

Dopo un altro paio di tentativi andati a vuoto il bambino guardò truce il signor Talon.

-Uffa gli hai fatto qualcosa, è colpa tua! Adesso è rotta!- Deluso e amareggiato gettò via la monetina e quella colpì un vaso sul mobile lì vicino. Tutti si immobilizzarono. Il vaso iniziò ad oscillare pericolosamente. I più vicini, ovvero Mara Talon e sua cognata Rosalie, si fiondarono verso il vaso per cercare di prenderlo al volo ma finirono per cozzare l'una contro l'altra. Il vaso cadde.

-No!-

Un momento di silenzio.

CRASH! Il vaso si ruppe a terra. Ma tutti l'avevano visto chiaramente fermarsi a mezz'aria un attimo prima, proprio mentre il bimbo dagli occhi cobalto urlando aveva proteso la mano contro di esso, come se avesse potuto salvare il suo vaso preferito fin da quella lontananza. Tutti guardarono sbalorditi Caleb, che se possibile era il più attonito di tutti.

-Wow. Sono stato io?- Gli occhi blu notte del moretto si spalancarono in modo impressionante.

-Non è giusto! Perché lui può e io no?- Kevin iniziò a lamentarsi, ma i grandi non lo ascoltavano. Continuavano a guardare Cal con espressioni diverse, chi pensosa, chi un po' triste e chi anche leggermente spaventata. Mille pensieri diversi passavano nelle loro menti, e molti erano presagi di guai futuri.

-Mi rispondete?! Uffa!- il bambino, non ricevendo segni di vita iniziò ad arrabbiarsi.

-Ho detto che voglio farlo anch'io!- gridò forte, davvero arrabbiatissimo.

Il bicchiere sul tavolo lì vicino andò in pezzi. Tutti si risvegliarono come da una trance mentre il bimbo dopo un attimo sorrise compiaciuto.

-Visto che ci sono riuscito?-

L'attenzione generale si spostò su di lui.

-Speriamo che non lo venga a sapere nonna Tuna...-

Quella sera di fine agosto, due ragazzini di sei anni scoprirono di essere dei maghi a tutti gli effetti.

 

  
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