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Autore: Damia    27/04/2010    3 recensioni
Draco ha chiesto ad Harry di sposarlo. Ma cosa risponderà Harry? Ultima puntata della serie Se la vita fosse un film.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Se la vita fosse un film'
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Grazie mille a Loux che me l'ha betata!  E dedicata a Sir_Blak (monotona vero?) che in questo momento ha qualche piccolo problemino. Sir, un abbraccio enorme e torna prestissimooooo.

Questa volta è divisa in tre atti. Il rating e gli avvisi forse subiranno dei cambiamenti negli atti successivi. Non lo so, perchè non li ho ancora scritti.

Abbassare le luci please, spegnere i cellulari, silenzio in sala. Che la proiezioni cominci.

 

Atto Primo: Molto rumore per nulla

 

“Che cosa hai fatto??” Hermione urlò, incurante del piccolo Hugo che si era appena addormentato.

 

“Me ne sono andato….” Harry non sapeva se continuare a sentirsi così confuso o dare la precedenza al terrore che gli stava incutendo l’amica.

 

“Harry sei impazzito? Draco Malfoy, dico D.R.A.C.O., ti ha chiesto di sposarlo e tu non gli hai risposto niente e ti sei smaterializzato qui?”. Harry si limitò ad annuire mesto.

 

“E’ che…insomma…Draco è un po’ che mi lanciava delle frecciatine sul fatto che non c’è un legame tra noi…e avevamo appena litigato per la solita storia…e non sapevo cosa dirgli…cosa rispondergli…cioè io lo so cosa vorrei rispondergli…ma non so se voglio rispondergli…” Era alla fase sproloquio, dove qualsiasi cosa gli passasse per la testa usciva per la bocca senza essere filtrata dal cervello.

 

“Harry non sono sicura di riuscire a capire quello che stai dicendo,” Hermione assottigliò gli occhi, inclinando il viso. Erano amici da anni, aveva assistito ai suoi innumerevoli colpi di testa, ma questo rasentava la pazzia. A peggiorare la sua situazione, c’era anche il fatto che, nel frattempo, Hermione era diventata amica anche di Draco. Nel periodo in cui i Serpeverde erano rifugiati a Grimmauld Place, aveva avuto modo di conoscerlo. Ed aveva scoperto che non era così male, anzi. Beh, come tutti aveva qualche difetto. Molti difetti, ammise tra sé, ma uno in particolare. Non riusciva ad aprirsi. Draco Malfoy non parlava di sé. A meno che non fosse completamente ubriaco o troppo euforico, o troppo depresso. In ogni caso, tutte situazioni che Hermione poteva contare sulle dita di una mano, almeno da quando lo conosceva.

Da quel poco che Harry le aveva raccontato, poteva scartare l’ipotesi dell’ubriachezza o dell’euforia.

 

“Harry, ricominciamo da capo. Mi spieghi cos’è successo?” Adottò il tono materno, quello che usava Molly quando voleva estorcere qualche informazione a uno dei suoi figli.

 

“Siamo andati alla festa annuale del Ministero. Sai, le solite cose: stringi qualche mano, sorridi, consegni qualche Ordine di Merlino, parli con i colleghi. Draco se la stava cavando alla grande. Come sempre quando si trova in ‘società’. Quasi alla fine della serata stavo chiacchierando con una nuova recluta, mi pare si chiami Matty, insomma dai, l’ultimo arrivato…”

 

“Intendi dire quel ragazzetto tutto muscoli che gira con i jeans babbani e la maglietta a maniche corte attillata sotto la veste da mago?”

 

“Uh? Non ci ho fatto caso, ma mi pare di si. E tu come lo sai??” rispose cauto Harry.

 

“Oddio Harry, sicuro di essere un Grifondoro? Non è che per sbaglio dovevi finire a Tassorosso??” Hermione scosse la testa…cosa avrebbe fatto Harry senza di lei…

 

“Harry, chiunque ha notato Matty.  Per la barba di Merlino, è impossibile non accorgersi di lui! Oltre ad essere un aspirante Auror molto dotato, è anche uno dei ragazzi più desiderati di tutto il dipartimento! Ed è anche estremamente versatile nelle sue conquiste, pare.”

 

“E io che centro?” Harry, come sempre, ci metteva qualche secondo in più per metabolizzare le notizie.

 

Hermione sbuffò. “Senti Harry, Draco sarebbe geloso anche di un manico di scopa, se ti si avvicinasse troppo. Lo conosci, sai com’è fatto. Non lo ammetterebbe neanche se lo cruciassi per cento volte, ma ha il terrore di perderti. E probabilmente aveva ragione ad essere geloso di Matty. Da quel che ho sentito in giro, so che gli piacerebbe averti nella sua…ehm…collezione.”

 

“Herm, ipotizziamo anche che tu abbia ragione. A parte che sono convinto che se non fosse per le mie imprese giovanili, non si sarebbe nemmeno avvicinato a me, IO che ci posso fare? Non posso chiudermi in isolamento, no? Draco dovrebbe aver capito che non ho nessun interesse per chiunque altro. Sono sempre stato solo suo. E’ stato il mio primo bacio, il mio primo amore, il mio primo amante. E anche l’unico e ultimo per quello che mi riguarda. Cosa vuole da me? Che mi metta ad urlarlo al mondo?” Seduto sul divano, teneva la testa bassa, con le braccia abbandonate sulle ginocchia.

 

“Urlarlo non penso. Diciamo che ripetere davanti ad un numero considerevole di testimoni quello che mi hai appena detto, dovrebbe rispecchiare meglio la sua idea.”

 

Harry sospirò profondamente. Sapeva che sarebbero arrivati a quel punto prima o poi.  “Hermione, ma non ne abbiamo bisogno. Io davvero non capisco, non stiamo bene insieme? Se solo fosse meno possessivo…”

 

“Harry, cerca di seguirmi. TU sei l’Eroe del Mondo Magico. LUI un ex Mangiamorte con il marchio ancora sul braccio.” Hermione passò dalla modalità dolce “Mamma-Weasley” a quella “spieghiamo-qualcosa-di-ovvio”.

 

“Non me n’è mai fregato niente di tutta questa storia, lo sai!” Harry era sul punto di esplodere.

 

“A te no, ma a tutta la comunità magica si. Hai fatto scandalo quando ti sei presentato con Draco a ritirare il tuo Ordine di Merlino. Tutti si sono chiesti cosa TU ci trovassi in lui. Nessuno si è mai posto la domanda al contrario.” Altra tessera del puzzle posizionata in maniera strategica.

 

“Dio…ci sono milioni di motivi per cui sceglierei Draco ogni secondo della mia vita…” Harry era affranto per lui: una persona così splendida e così pochi a saperlo.

 

“E allora perché non glielo vuoi dire?” Hermione continuò ad incalzarlo, ben conscia che prima o poi Harry sarebbe arrivato alla sua conclusione.

 

“Glielo dico sempre!” Harry aveva uno sguardo quasi accusatorio.

 

“Ok, riformulo la domanda. Perché non vuoi dirlo in una cerimonia pubblica, davanti a tutti i vostri amici più cari?” Hermione si appoggiò allo schienale, e guardò dolcemente il piccolo Hugo. Quel frugoletto doveva aver ereditato qualche gene della sopportazione dalla nonna, perché in tutto quel trambusto non aveva ancora pianto nemmeno una volta.

 

“Hermione, non è che non voglio. Vorrei. E’ che…” Harry abbassò lo sguardo.

 

Hermione aspettò paziente. Ma anche la sua proverbiale pazienza aveva un limite.

 

“Harry, cosa?”

 

Hugo si stava infastidendo quanto Hermione, o molto più probabilmente era lei a innervosirlo, visto che non riusciva a stare ferma. Decise che era meglio rimetterlo nella culla.

 

Harry si alzò e cominciò a camminare su e giù per il salotto, stringendosi in un abbraccio solitario.

 

“Io…E se lui volesse sposarmi proprio perché lui è un ex Mangiamorte e io l’eroe del mondo Magico? Io l’ho scelto per quello che è, ma…lui?” Era la prima volta in assoluto che lo diceva ad alta voce, un terrore che lo aveva accompagnato negli ultimi anni, una paura irrazionale, ma che gli impediva di essere completamente felice.

 

Alzò lo sguardo, implorando una risposta, il conforto liberatorio di un’amica, un abbraccio consolatorio fraterno.

 

Quello che ottenne invece fu un manrovescio talmente violento da fargli girare la testa dall’altra parte.

 

“Harry James Potter. Mi vergogno di te! Come puoi solo pensare una cosa del genere. Da Draco poi!” Al diavolo le buone maniere e sistemi dolci.

 

“Hermione…è pur sempre un Serpeverde….” Mentre lo diceva Harry sapeva che non era una scusa valida dai tempi della scuola.

 

“Sentimi bene, zuccone. Il Serpeverde è la testa, ma il Grifondoro è il collo che può farlo girare quando e come vuole! Draco per quanto possessivo o altezzoso o chiuso possa essere, farebbe qualsiasi cosa per te. Hai una vaga idea dello sforzo che ha fatto a chiederti di sposarlo??”

 

Hermione continuò implacabile.

“Hai detto tu stesso che di tutta questa storia eroe e Mangiamorte non te ne frega più nulla, com’è che adesso invece sembra così importante?” Il tono tagliente che stava usando per lanciargli le parole era inusuale per Hermione e questo fece riscuotere Harry, forse più del loro stesso significato.

 

“Hermione, è che tutti mi hanno sempre chiesto cosa IO avessi trovato in lui, è vero. Ma io mi sono sempre chiesto cosa LUI ci trovasse in me. Non sono particolarmente bello o affascinante come lui. E nemmeno intelligente quanto voi due. Da quando sono nato ho sempre avuto dosi massicce di sfortuna o di fortuna, ma se non fosse stato per gli altri io non avrei mai fatto la metà di quello che è successo nella mia vita.”

 

“ALT! Fermo.” Hermione alzò una mano per sottolineare le sue parole. Poi continuò.

 

“Harry. Tu hai sempre avuto la tendenza a sottovalutarti. Apri bene le orecchie, perché in questo momento sto resistendo alla tentazione di picchiarti ancora e non so se potrei ripeterlo una seconda volta.” Hermione ricordava terribilmente Molly Weasley, con le mani puntate sui fianchi e lo sguardo minaccioso.

 

“Harry, tu sei una persona fantastica. Sei coraggioso, leale, dolce. Sei un inguaribile romantico e ami le persone con tutto te stesso. E Draco ti ama per questo. E’ vero, l’aver sconfitto Voldemort ha giocato un ruolo fondamentale, ma solo perché altrimenti non sarebbe mai venuto a nascondersi a casa tua e non avrebbe mai avuto la possibilità di conoscere la persona splendida che sei.

Tranne quando ti comporti da perfetto idiota e rischi di perdere tutto, ovviamente.” Hermione rimase in piedi, con le braccia incrociate ed uno sguardo di fuoco che avrebbe terrorizzato Norberta.

 

Harry la fissò per qualche istante, prima di lasciarsi cadere sul divano e prendersi la testa tra le mani.

“Dio, che casino che ho combinato. E ora cosa faccio?” disse, forse più a se stesso che ad Hermione.

 

“Molto poco, se rimani seduto lì ad autocommiserarti.” Diretta e concisa.

 

Harry alzò la testa e guardò Hermione negli occhi, con un nuovo sguardo pieno di determinazione.

 

“Devo andare. Subito.”

 

Ad Hermione non rimase che scuotere la testa sconsolata, mentre sentiva il caratteristico ‘pop’ della smaterializzazione.

 

 

Note conclusive:

E la citazione??? C'è c'è, solo che non si riferisce al film "All that Jazz", e nemmeno a Molto rumore per nulla, ma su uno dei due atti successivi. 

Insomma, un piccolo spoiler! Ci sono delle appassionate di cinema tra voi?

   
 
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