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Autore: Nymphy Lupin    27/04/2010    3 recensioni
Il piccolo Teddy, felice di partire per Hogwarts, ma triste per dover lasciare casa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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« Su, bambini, è ora di andare a letto! »
« Ancora cinque minuti ».
« No, Teddy, è tardi ».
« Ma… »
« Subito! »
Ginny era irremovibile e a James e Teddy non restò altro da fare che andare a dormire. Ginny guardò i suoi due bambini salire le scale per raggiungere la loro camera. James aveva quattro anni, capelli neri sempre spettinati e occhi color nocciola. Era vivace e allegro e, nonostante ne combinasse tante, Ginny gli voleva un mondo di bene. Ted Lupin, invece, aveva undici anni e cresceva forte, robusto e molto, molto vivace. Aveva gli occhi ambrati e teneva i capelli di mille colori diversi, uno per ciuffo, che rispecchiavano la sua allegria. Fin da quando si erano sposati e Andromeda l’aveva affidato a loro, Ginny e Harry l’avevano allevato come fosse figlio loro, senza fargli mai mancare niente, con tutto l’amore che due genitori possono trasmettere al proprio figlio. Avevano fatto in modo che, nonostante non avesse mai conosciuto i suoi genitori, non gli mancassero l’amore paterno e quello materno.
Mentre Ginny si occupava di mettere a letto Albus e la piccola Lily, molti erano i pensieri che vorticavano nella mente del giovane Teddy. Da sotto le coperte, guardava James mentre cercava di infilarsi nel suo letto, troppo alto per lui. Era il suo fratellino, con cui aveva sviluppato un affetto talmente forte da non separarsi mai, stando sempre insieme.
Pensò al giorno in cui James era nato. Non avevano fatto in tempo a portare Ginny in ospedale, quindi aveva partorito in casa, sola con Harry e Teddy. Pensò a quando, per la prima volta, aveva tenuto in braccio il suo fratellino, a quando i suoi occhi ambrati avevano incontrato quelli nocciola: si era creato un legame, un legame che avrebbe unito i due bambini per sempre, fin dal primo istante, quando erano nati entrambi lo stesso giorno.
« Ma a settembre te ne andrai? »
La vocina di James scosse Teddy dai suoi pensieri. Guardò gli occhi del bambino riempirsi di lacrime, si alzò e si sedette accanto a lui. « Sì, andrò a Hogwarts, ma ti scriverò ogni giorno e tornerò a casa per Natale e per Pasqua, così potremo festeggiare insieme il nostro compleanno, come sempre! E poi ci saranno le vacanze estive » aggiunse.
Teddy tentava di consolare James, ormai in lacrime, cullandolo come aveva fatto altre volte.
« Io n-non v-voglio che t-tu v-vada! » piagnucolò il bambino.
Teddy lo guardò con tenerezza:
« Non preoccuparti, noi non ci lasceremo mai ». Non ti lascerò solo. Mai.



James si era addormentato, ma Teddy era ancora sveglio, quando sentì una porta chiudersi nel corridoio. Senza far rumore, Teddy si alzò e si avvicinò alla porta della stanza di Harry e Ginny: Harry doveva essere appena tornato dal Ministero, e lui e la moglie stavano parlando a bassa voce. Piano piano, Teddy aprì la porta e mise la testa nella stanza.
« Cosa c’è, Teddy? » chiese Harry.
Il bambino entrò e si richiuse la porta alle spalle:
« Non riesco a dormire » disse piano.
« Vieni qua, piccolo » lo chiamò Ginny. Teddy saltò sul letto e si sistemò fra i due. Si tormentava le mani, mordendosi il labbro, e sembrava indeciso su cosa dire. Harry lo adorava quando faceva così, perché tutta la sua vivacità spariva e arrivava quella timidezza che tanto lo faceva assomigliare al padre.
« Stavo pensando… » iniziò. « Stavo pensando che a settembre andrò a Hogwarts… e la nonna ha detto che papà era di Grifondoro, ma la mamma di Tassorosso e… sarebbe bello essere a Grifondoro, ma mi piacerebbe anche Tassorosso, ma non so, vorrei essere… come papà, ma anche come la mamma, e… »
Harry e Ginny lo guardarono sorridendo.
« Tu sarai Smistato nella Casa che sarà più adatta a te e sono sicuro » aggiunse Harry, quando vide che Teddy stava per ribattere, « sono sicuro che per i tuoi genitori qualunque Casa sarebbe andata bene » concluse.
« Davvero? » chiese Teddy.
« Certo » rispose con dolcezza Ginny.
Il bambino stette un attimo in silenzio. Poi, appoggiandosi a Ginny, si voltò verso Harry e disse:
« Raccontami di mamma e papà ».
Teddy faceva spesso quella domanda, soprattutto a Harry, perché voleva sapere tutto dei genitori che non aveva mai conosciuto. Harry tacque un po’, pensando a cosa dire.
« I tuoi genitori erano persone meravigliose, simpatiche e gentili » iniziò. Poi, guardando Teddy negli occhi: « Assomigli moltissimo a tua madre, sempre allegra e scherzosa, con i capelli ogni giorno di un colore diverso. Era impulsiva, disordinata e un po’ goffa, proprio come te, ma era un’ottima Auror, una dei migliori. Tuo padre era l’esatto contrario, sempre un po’ triste, riservato, ordinato, pronto a tutto per aiutare gli amici, come te. Avete gli stessi occhi » aggiunse.
« Sarebbe bello essere un Auror, come te, lo zio Ron e… la mamma, sarebbero tutti fieri di me, ma… » Teddy si bloccò.
« Ma? » chiese gentilmente Ginny.
« Ma… non credo che sarei un bravo Auror. A me piace il Quidditch, adoro il Quidditch! »
Harry e Ginny lo guardarono sorridendo.
« Se vorrai giocare a Quidditch, sono sicura che i tuoi genitori sarebbero fieri di te allo stesso modo » disse Ginny.
« E noi anche » aggiunse suo marito.
Teddy li guardò sorridendo, appoggiò la testa sul cuscino e si addormentò, stretto tra le due persone che per lui erano come genitori, che sapeva non l’avrebbero mai lasciato e sarebbero sempre stati con lui. Sempre.
   
 
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