Crisi

La gente urla, sfoggia lunghi cartelloni vergati a mano, mentre gli stessi politici chinano la testa e, ammettendo la gravità della situazione, si rivolgono agli altri paesi per chiedere aiuto... o pietà, a seconda dei punti di vista. Lui, Grecia, seduto ai piedi del Partenone, osserva la scena dall'alto, triste.

E' smagrito, con le guance infossate e borse scure sotto gli occhi.La crisi lo sta spossando, gli scontri tra i suoi cittadini e la polizia lo tengono sveglio la notte. Ha sonno, tanto sonno, e i suoi nervi ormai sono al limite.

“Da soli non riusciamo ad auto finanziarci...”

Gli altri stati hanno paura, gli stanno lontani, temendo il “contagio”. Dopo l'Italia 20 anni fa', ora è toccato a lui... Le borse dell'Ue stanno perdendo punti a causa sua, con grande piacere di America, e persino le borse di Giappone e Hong Kong stanno ribassando.

A Greca viene un groppo in gola e sente le lacrime fargli bruciare gli occhi.

Atene, uno degli stati emittenti più rischiosi del mondo!

Si stanno organizzando per aiutarlo, ma ancora non basta. Le strade della sua adorata città continuano a bruciare.

Il paese che meglio resiste a questo colpo e Germania, indignato di fronte alla sua mancanza di organizzazione. Si inalbera, propone che la Grecia venga cacciata dall'Unione e si dice reticente ad aiutarlo senza delle garanzie che durino fino al 2012. E purtroppo, la sua voce è potente all'interno dell'UE.

Garanzie?! Piano anti-deficit?! Come possono chiedere una cosa del genere a lui, che non riesce nemmeno a far fronte a tutto questo? Si stringe nelle spalle, mentre un gemito gli scappa dalle labbra e dai denti serrati.

Non vuole essere cacciato, no. Cosa potrebbe fare altrimenti? Tornare strisciando da Turchia per chiedergli aiuto?  Lui ha lottato per ottenere la sua libertà, il suo posto all'interno dell'Unione. Si è rialzato dalla sua sfera di ignoranza e analfabetismo e si è messo in gioco. Ma adesso... adesso...

Scuote la testa portandosi le mani tra i capelli gemendo più forte, mentre calde lacrime cominciano a solcargli le guance scarne.

Vuole smettere, alzarsi e risolvere tutto, ma non può, gli manca la forza, e il giorno del vertice straordinario del Gruppo Europeo si avvicina sempre di più.

Ma fino ad allora i mercati pazienteranno?

E tutto per nove schifosissimi miliardi di euro.

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Questa fic l'ho scritta prendendo ispirazione dalla tremenda situazione in cui versa attualmente la Grecia. Per chi non sapesse di cosa parlo, purtroppo il discorso è un po' complicato da affrontare in poche parole (e forse io non sono nemmeno la persona più indicata per parlarne), ma su internet ci sono molti articoli e i giornali ne parlano.

Se qualcuno volesse smentirmi a proposito di qualche informazione errata che ho dato nella storia, mi scuso anticipatamente e le pregherei di farmelo notare, se lo desiderasse.

Le parti scritte in corsivo sono delle citazioni da vari giornali che ho usato per attingere alle informazioni.

Termino col dire che il non volere tornare da Turchia da parte di Grecia è una mia personale interpretazione, poiché la Grecia era anticamente dominio Turco, ma alla fine, dopo vari problemi, è entrata a far parte dell'Unione.

Spero di aver reso bene il concetto e di non aver fatto troppi errori di scrittura.

Alla prossima ^^