Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: JunJun    22/08/2005    11 recensioni
(ex "Il potere del cuore")(ipotetico sequel dell’anime)[FANFIC IN REVISIONE, revisionati i capitoli dall'1 al 46]
Non ci sono scuse: Pai, Kisshu e Taruto hanno fallito la loro missione, ed è inaccettabile che gli esseri che hanno tradito Profondo Blu e il loro popolo restino in vita. Riusciranno i tre fratelli a salvarsi dalla pena capitale? E frattanto, a Tokyo, chi sono i tre nuovi avversari contro cui dovranno combattere le nostre eroine? Tra scontri, misteri e nuovi e vecchi amori, storie parallele di umani e alieni si inseguono ed infine si intrecciano perché tese verso uno stesso obiettivo: impedire la distruzione della Terra, il Pianeta Azzurro.
-- Strambo elenco di alcune delle cose che è possibile trovare nella fanfic (non necessariamente in ordine di elencazione): Kisshu, Pai e il suo passato, Ichigo, Ryo, storie d'amore probabili e improbabili; nuovi personaggi, assurdità e amenità varie, cristalli, Minto e l'Amleto a caso; Nibiru, Zakuro e i suoi fan, Retasu, dark!Retasu, Platone, sofferenza; teorie sugli alieni, ooparts, complotti vari ed eventuali, enigmi, labirinti, chiavi mistiche (ora anche in 3D), Purin e Taruto; umani e/o alieni psicopatici, atlantidei, sorpresa!, sofferenza. --
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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26 30/11/2014: Queste pagine sono state particolarmente dure da domare. >_>
Note della revisione:
 Per dirla in breve, ho revisionato e fuso insieme gli ex capitoli "Insieme (2)" e "Incenso e pietre preziose" e li ho chiamati "Transizione di fase", because reasons. A causa di ciò (e del pochissimo tempo che sto avendo per dedicarmi alla fanfic), questo capitolo è pieno di cambi di scena e di punti di vista; non sono sicura di aver gestito bene il tutto, ma ci ho provato. :°°°(
E poi ho fatto un PICCOLO cambiamento di programma e aggiunto, non so perché, roba sentimentale *hissa come un vampiro che viene colpito dalla luce del giorno*.
Ma passando alle cose belle! Volevo ringraziare Fan of The Doors, Angelobiondo99 e Mobo: quando l’altro giorno ho visto le vostre recensioni così incoraggianti e dolci mi sono venute le lacrime agli occhi per la commozione. ;____;
Ero incagliatissima (in origine volevo revisionare questo capitolo a metà dicembre, sperando che nel mentre mi sarebbe venuta un'illuminazione), ma le vostre parole mi hanno fatto tornare la carica e sono riuscita a terminarlo ieri notte. D:
Quindi grazie, grazie di cuore! ;____; 




- Capitolo 36: Transizione di fase -

 
Ichigo, Retasu, Zakuro, Cherry e gli alieni si erano tutti radunati nella sala d’ingresso della casa di Purin.
L’abitazione dell’esuberante biondina era diversa da quella delle altre ragazze in quanto era stata realizzata per ricordare la Cina, il suo paese natale, in ogni minimo dettaglio; purtroppo, però, l’arredamento e le suppellettili erano ridotte al minimo perché Purin aveva ampiamente sperimentato che è impossibile tenere oggetti delicati in bella vista quando si vive con dei bambini iperattivi come i suoi fratellini.
Fortunatamente, essendo notte, ora loro stavano dormendo al piano di sopra.


Quando poco prima Mew Ichigo era stata trasportata lì e aveva visto Kisshu materializzarsi insieme a Zakuro e a una pallidissima Retasu, il suo cuore aveva dato un balzo.
«Cosa…Cosa ci fai tu qui?» gli aveva chiesto, mentre lui faceva scorrere lo sguardo confuso da lei a Cherry.
«Felice anche io di rivederti, micetta,» le aveva risposto lui a quel punto con un sorrisino.
Prima che lei potesse ribattere, un’aliena che Ichigo non aveva mai visto in vita sua si era fatta avanti. «Voi due dovete essere le altre mew mew,» aveva detto in tono amichevole alle nuove arrivate, tendendo loro la mano. «Piacere, io sono Chris.»
Zakuro le aveva rivolto uno sguardo torvo e si era allontanata da lei, raggiungendo il lato opposto della stanza e appoggiandosi con le spalle accanto alla finestra aperta.
Mew Ichigo, invece, l’aveva squadrata da capo a piedi con aria scioccata, e il suo shock si era duplicato quando aveva notato che, alle spalle di Chris, una seconda aliena sconosciuta la stava fissando incuriosita. Era più bassa di lei sembrava molto emozionata per un qualche motivo ignoto.
Accorgendosi di avere gli occhi di Mew Ichigo puntati addosso, l'aliena si era affrettata ad esclamare goffamente, «Veniamo in pace!». Un attimo dopo però era arrossita ed aveva aggiunto, «Voglio dire… Il mio nome è Imago. E… veniamo in pace.»
Kisshu aveva tossicchiato. «Sì ragazze, lei è Ichigo,» aveva spiegato, intromettendosi in quell’imbarazzante discussione. «Invece quella che vi sta guardando come se volesse mangiarvi a morsi è Zakuro. E quest’altra è… un’altra Ichigo?!»
«Cherry,» si era presentata la professoressa, chinando la schiena un lieve inchino. «Non preoccupatevi di me, je suis juste un personnage secondaire.»
Chris aveva indietreggiato di qualche passo fino a raggiungere Taruto ed aveva studiato pensierosa le quattro ragazze umane. «Sono sono state davvero loro ad aver sconfitto Profondo Blu?» aveva sussurrato al bambino alieno.
Lui aveva scrollato le spalle. «Già. Sembrano un po’ così, ma se la cavano sempre. Tranne lei, che è inutile,» aveva risposto indicando Purin.
La biondina aveva gonfiato le guance, mettendo su il broncio. «Sei cattivo, Taruto. Anche se ora sei più alto di me, non hai il diritto di trattarmi male.»
«Lo sto facendo, invece. E, sì, in questi mesi sono diventato più alto di te!»
«Posso ancora batterti.»
Taruto aveva incrociato le braccia. «Non ci riusciresti mai,» aveva dichiarato.
Un secondo dopo, Taruto era stato scaraventato a terra da una mossa di arti marziali di Purin, con cui aveva ricominciato a litigare subito dopo.
«Dì un po’ Ichigo, hai cambiato stile?» aveva intanto chiesto ironico Kisshu alla ragazza gatto, facendola sussultare per la sorpresa.
Senza capire il senso della sua domanda, lei aveva seguito il suo sguardo, accorgendosi che Kisshu si stava riferendo al suo vestito rosa, stropicciato e strappato in più punti a causa del suo ultimo scontro. La ragazza aveva sciolto quindi la trasformazione, tornando normale.
«Hai combattuto?» le aveva domandato Retasu. «Stai bene, Ichigo?»
Lei aveva abbassato gli occhi a terra. «Io, io non voglio parlarne,» aveva detto.
Zakuro le si era avvicinata. «Cos’è successo?»
«Una sua compagna di scuola è stata uccisa,» aveva spiegato a quel punto Cherry, abbattuta. «E’ ancora molto scossa.»
«Che COSA?!»
«Ragazze, dov’è Minto?» aveva domandato allora Ichigo, cercando di sviare il discorso.
«E’ colpa mia,» le aveva risposto Imago, alzando appena la mano. «Dovevo andare a prenderla io, ma non sono riuscita ad orientarmi nella vostra città.»
«Com’è possibile? Il teletrasporto è la cosa più facile del mondo!» le aveva fatto notare Kisshu,. «Davvero, sei un disastro,» aveva concluso poi, sospirando.
Nel sentire quelle parole, Imago aveva assunto un’aria desolata ma non aveva replicato nulla.
«Non fa niente, la chiamo io e le dico di venire qui,» si era intromessa rapida Ichigo, prendendo il suo cellulare. Aveva cercato di comporre il numero della sua amica con dita tremanti, ma alla fine era stata Zakuro a concludere l’operazione per lei.
La modella aveva detto a Minto di raggiungerle immediatamente, e poi aveva restituito il cellulare alla sua compagna.


Erano trascorsi solo pochi minuti da quella telefonata quando Ichigo, riacquistato un po’ di colore dopo aver bevuto una tisana che Purin aveva preparato per lei, disse al gruppo di alieni: «E quindi, perché siete tornati qui? E dov’è Pai?»
Kisshu sospirò. «E’ una lunga storia.»
Ichigo si accomodò sul divano che Purin teneva di fronte alla televisione. «Beh, prova a riassumercela.»
L’alieno grugnì con disappunto e si lasciò cadere anche lui sul divano, meditando sul modo miglior per sintetizzare le surreali avventure che avevano vissuto negli ultimi mesi. Ci fu un silenzio molto lungo. «Allora,» cominciò infine, «tutto è iniziato quando siamo tornati sul nostro pianeta…»

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Minto si trasformò non appena fu sicura che Will si fosse allontanato. Uscita di casa, cominciò a saltare di tetto in tetto per raggiungere il più velocemente possibile la casa di Purin.
Era già a metà strada quando notò delle luci lampeggianti brillare nelle vicinanze del Cafè Mew Mew. Le parve strano, per cui deviò il suo percorso per andare a vedere che cosa stesse succedendo.
Una volta raggiunto il locale, Mew Mint scoprì che le luci erano tutte accese e che vi erano due macchine della polizia e un’ambulanza parcheggiate nel parco antistante. Sempre più stupita, si nascose dietro il gruppetto di alberi più vicino al portone d’ingresso per studiare la situazione.
Da quella posizione Mew Mint riuscì a scorgere sulla soglia del locale alcuni agenti di polizia che discutevano fra di loro mentre un terzo, intanto, stava stendendo dei nastri gialli su ogni finestra. Con sommo orrore, infine, la mew mew vide due paramedici portare fuori quello che era senza ombra di dubbio un cadavere.
Alla vista del sacco grigio in cui era contenuto il corpo, Mew Mint inorridì e indietreggiò di un passo, facendo scricchiolare un ramo secco sotto i suoi stivali; il rumore attirò l’attenzione di un quarto agente che stava esplorando i dintorni e che si girò di scatto nella sua direzione.
Il cono di luce della torcia elettrica che il poliziotto stringeva in mano la colpì dritta in faccia e lei, momentaneamente accecata, si portò una mano sul viso per proteggersi gli occhi.
«E-Ehi!» balbettò sconvolto l’agente. «Tu sei una di quelle mew mew?!»
Mew Mint gli lanciò un’occhiata spaventata e fuggì senza dire una parola.
«FERMA!» le gridò quello. «ASPETTA!»
Provò ad inseguirla, ma lei riuscì a far perdere rapidamente le sue tracce grazie ai suoi poteri.
Senza riuscire a credere a cosa aveva appena visto, Mew Mint percorse i pochi chilometri che la separavano dalla sua meta in brevissimo tempo, ma atterrò nel giardino della casa di Purin con molta meno delicatezza del solito.
Si sentiva rabbrividire e aveva la testa svuotata da ogni pensiero.
Sciolta la trasformazione, andò a bussare alla porta principale.
«Minto! Stai bene!» strillò Purin saltandole in braccio quasi nello stesso istante in cui aprì la porta. La trascinò dentro casa, e a quel punto fu il turno della ballerina di restare sbalordita dalla presenza dei loro vecchi ex nemici.
«Taruto e Kisshu sono tornati per aiutarci a combattere,» le spiegò Purin con molta eccitazione. «E hanno portato con loro delle amiche!»
Minto sbatté le palpebre un paio di volte. Impiegò parecchi secondi per assorbire quelle informazioni, e quando Chris e Imago le si presentarono non fu ben sicura di aver compreso i loro nomi. «Io… posso chiedervi di spiegarmi… che cosa succede?» domandò alla fine, rivolgendosi alle sue compagne. «C’era la polizia al locale. C’era un… morto.»
«Era Marie,» si decise infine a rivelare tristemente Ichigo, attirando su di sé l’attenzione di tutto il resto del gruppo. «Non era una ragazza normale. Mi ha salvato la vita. Mi ha detto che il nostro pianeta correrà un grave pericolo.»
«Correrà?» ripeté Minto, non del tutto in sé stessa. «Ma non avete visto il telegiornale? Sta accadendo adesso, il mondo intero sembra impazzito! Che cosa dobbiamo fare? Dove sono Ryo e Keiichiro?»
«Ho cercato di localizzare quei due, ma non ci sono riuscito,» le rispose Kisshu, grattandosi la testa. «E Pai è rimasto sul nostro pianeta. Sembra che stavolta dovremo vedercela senza i cervelloni del gruppo.»
«Minto, sembra che ciò che sta accadendo nel mondo sia collegato alla comparsa imminente di un essere chiamato Messia. Vuole distruggere la Terra, e Kisshu e i suoi amici dicono di essere qui per aiutarci a fermarlo,» le riassunse Zakuro.
«Come sarebbe, ‘dicono’?!» si intromise costernato Taruto. «Hai sentito o no quante ne abbiamo passate per arrivare fin qua?!»
La modella strinse le labbra e non rispose. Sul suo volto era dipinta un’espressione di gelido sospetto e lo stesso sentimento, anche se in misura minore, sembrava serpeggiare anche nel resto del gruppo di eroine.
«Ma davvero, cos’avete che non va?» sbuffò spazientito Taruto.
«Non è che non vogliamo credervi,» osservò Retasu, «ma potreste dirci, per favore, in che rapporti siete con la principessa Kassandra?»
Sentendo quel nome, Imago sobbalzò.
«Chi?!» esclamò Taruto.
«La squinternata che ci sta attaccando da mesi, tentando di conquistare il pianeta,» sbuffò Minto.
«Conquistare il pianeta?!»
«Già,» commentò Zakuro in tono sprezzante. «Mentre voi vi divertivate con i vostri indovinelli noi abbiamo combattuto contro di lei, e a questo punto mi chiedo se in verità non siate venuti a darle manforte.»
«Noi non abbiamo nulla a che fare con lei!» dichiarò Kisshu, sulla difensiva.
«Beh, relativamente nulla, visto che è mia sorella,» si lasciò sfuggire Imago.
Kisshu le diede una gomitata sul braccio.
«Cosa?» scattò Purin. «Tu sei sua SORELLA?!»
«Sì,» ammise Imago, e poi trasse un sospiro di sollievo. «Credevo fosse morta. E’ viva, per fortuna.»
«Ha ucciso delle persone,» le disse Zakuro, scura in volto, facendola impallidire.
«Perdonami… Imago, vero? – ma tua sorella è una psicopatica,» aggiunse Minto. «Ha quasi fatto ammazzare Retasu l’ultima volta!»
Sgomenta, l’aliena si girò di scatto in direzione della ragazza dai capelli verdi, che portò le mani avanti a sé e le agitò rapidamente, sorridendo nervosa. «Non preoccuparti, alla fine non è successo nulla!» minimizzò.
Imago trasse un respiro avvilito. «Sono desolata, Retasu. Se ti può essere di consolazione, Sandra ha cercato di uccidere anche me una volta,» le rivelò.
Kisshu, accanto a lei, le lanciò una strana occhiata. «Davvero?»
«Forse qualcuna in più,» confessò l’aliena grattandosi una guancia, e Kisshu alzò gli occhi al cielo.
«Lasciatela stare ragazze, non la vedete? Imago è il contrario di Kassandra,» intervenne a quel punto Ichigo, placando gli animi.
«Grazie,» le disse lei in risposta.
La rossa scosse la testa e si alzò in piedi, andandole davanti. Era seria in una maniera che le era del tutto estranea quando le disse, «Non sei come tua sorella, ma è stata lei a far uccidere Marie, e io non posso perdonarla per questo. Ho intenzione di combattere contro di lei e di fermarla. Tu da che parte stai?»
Imago sostenne lo sguardo di Ichigo: era grave, sofferente ma determinato. Fu in quel momento che l’aliena la vide per la prima volta come la leader terrestre. Quella ragazza, realizzò, era bella, forte, coraggiosa e combatteva come una vera guerriera per la salvezza dei suoi amici e per il pianeta Terra: non ebbe dubbi sul perché Kisshu si fosse innamorato di lei a prima vista. «Le voglio bene, ma so che ha commesso degli errori terribili,» le rispose. «Ti prego solo di non…ucciderla. Consegnala alla giustizia terrestre e lascia che faccia il suo corso.»
Quella risposta parve rasserenare Ichigo, che annuì, così anche Imago le rivolse un sorriso grato.
«La verità è che anche sul nostro pianeta non si riusciva a sopportarla e quindi la nostra Sovrana l’ha mandata qui, forse sperando che sparisse nello spazio insieme a quel bestione della sua guardia del corpo,» disse Chris, che intanto si era seduta su una poltrona lì vicino, accarezzandosi il mento. «Oh, e poi con loro c’era quel tipetto. Qual era il suo nome…?»
«Ai?» domandò d’istinto Minto.
Chris schioccò le dita nella sua direzione e annuì. «E’ finito con Kassandra per errore. Lui era una delle Guardie Imperiali, cioè dei soldati fedelissimi che fanno parte dell’esercito personale del Sovrano,» spiegò. «Li addestrano in modo speciale per assicurarsi che siano davvero i migliori del pianeta. In altre parole, gli fanno il lavaggio del cervello sin da quando sono piccoli. Se non ricordo male, quel ragazzo era stato congedato, ma nonostante questo era fissato con l’idea di eseguire gli ordini; era particolarmente ostinato.»
Zakuro si lasciò sfuggire una risatina amara. «Non hai idea di quanti problemi ci sta causando anche lui. E’ imprevedibile e credo che soffra di un qualche disturbo passivo-aggressivo.»
«Immagino. Ritrovarsi di colpo libero e su un pianeta così diverso dal nostro… dev’essere confuso.»
«Come noi,» sospirò Ichigo. «Ad ogni modo, come facciamo a fermare questo Messia?»
Chris intrecciò le braccia al petto. «Beh, c’è una profezia…» cominciò, ma un suono improvviso di sirene la distrasse.
Chris guardò il gruppo di terrestri come per chiedere loro silenziosamente se quell’evento era una cosa normale, quando di colpo la porta scorrevole in fondo alla sala si aprì.
La cugina di Purin varcò la soglia e avanzò in direzione del gruppetto. Indossava un pigiama colorato e aveva il sorriso di un ladro che è appena riuscito a fare il colpo della sua vita.
Purin le arrivò di fronte con un balzo. «Oh, Keira…scusa, ti abbiamo svegliato?» le chiese.
Lei, per tutta risposta, sogghignò.
«Ah, non ti ho presentato i miei amici!» esclamò allora la biondina in tono vivace.
«Non credo che le importino le presentazioni,» osservò a quel punto Taruto, squadrando male la nuova arrivata.
Purin si accigliò. «Che succede, Keira?»
«Ero qui fuori e stavo navigando su internet,» rispose lei mostrandole il suo cellulare, «quando ho letto una notizia interessante. Sai che nel locale dove lavori hanno ucciso una ragazza? Stanno cercando il colpevole.»
Purin parve incerta sulla risposta da dare. «E… E allora?»
«E allora, poco prima, mentre passavo nel corridoio, ho notato che i vestiti della collega che stai nascondendo sono ancora sporchi di sangue,» dichiarò Keira, indicando Ichigo.
«N-No, aspetta! Non è come credi,» si affrettò a dire Purin.
«Troppo tardi, cuginetta. Ho chiamato la polizia… E’ qui fuori e voi siete in trappola,» ridacchiò. «Povera Purin. Ti arresteranno e, una volta che tu sarai in prigione, io mi prenderò la tua casa con la scusa di dover badare ai tuoi stupidi fratellini.»
«Ma… Ma perché?»
«Ma come perché?! Non voglio più tornare a casa mia! Resterò qui a Tokyo e diventerò una idol, a tutti i costi!»
Purin era incredula. «Cosa?» mugolò, triste non tanto per la serie di assurdità che stava elencando Keira, quanto per il fatto che le aveva pensate.
La biondina sentì una stretta forte sulla sua spalla, che riconobbe essere quella di Taruto. «Simpatica tua cugina!» le disse sarcastico. «Peccato che le sia sfuggita una cosa.»
Keira gli lanciò un’occhiataccia. «E sarebbe, moccioso in costume?»
«Questo!» esclamò Taruto, smaterializzandosi insieme a Purin.
Vedendoli sparire, Keira lanciò un gridolino spaventato.
«Si, ottima idea,» annuì Kisshu in tono pratico portando via anche Ichigo, Imago e le altre.
Keira rimase sola nella stanza; presa dallo sgomento, lasciò scivolare il cellulare sul pavimento.
Il panda dell’orologio a cucu' che Purin teneva sulla porta saltò fuori dalla sua casetta e fece una giravolta. Vedendolo, la ragazza scoppiò in una risatina sconnessa e poi cadde a terra svenuta.

--

Gli alieni portarono le ragazze sul tetto piano di un basso edificio poco lontano da lì; videro da lontano le auto della polizia che, a sirene spiegate, parcheggiavano di fronte al cancello di Purin.
Lei si abbandonò sulla ringhiera protettiva di quella copertura. «Che cosa facciamo ora?»
Zakuro corrugò la fronte. «Il locale è controllato dalla polizia, per cui non possiamo andarci. Dobbiamo trovare un posto tranquillo in cui decidere il da farsi. Kisshu, ti ricordi le coordinate del luogo in cui mi hai attaccato la prima volta?»
«No…anzi, si! Quel posto strano? Certo che lo ricordo! Vuoi che vi porti lì?»
La modella fece un cenno affermativo e Kisshu tese la mano davanti a sé per materializzare un nuovo varco. Il gruppetto si mosse verso di lui, ma Cherry rimase indietro.
«Io resto qui,» disse, attirandosi gli sguardi sorpresi di tutti. «Credo che, qualunque cosa sia necessario fare, avrete bisogno di supporto tecnico. Ichigo mi ha detto che Ryo e Keiichiro sono bloccati all’interno di un bunker: chiamerò un taxi e andrò ad aiutarli ad uscire. Ci terremo in contatto telefonicamente, d’accordo?»
Le ragazze si guardarono fra di loro. Il sostegno e la dedizione che quella donna gli stava offrendo sin da quando l’avevano incontrata per la prima volta era così grande che, nel sentire quelle ultime parole, quasi si commossero. «Grazie, Cherry,» mormorò per prima Ichigo con gratitudine.
Lei si avvicinò e le stampò un bacio sulla fronte. «Non è niente, tesoro. Siete voi che dovete salvare il mondo.»
«Stai certa che lo faremo!» esclamò Purin con rinnovata determinazione.
La professoressa la salutò agitando la mano. «Bonne chance, ragazze!»
Kisshu aprì il varco per il teletrasporto e Ichigo, Purin e gli altri vennero risucchiati al suo interno, svanendo nel nulla.

--

Prima di conoscere le altre ragazze, Zakuro era una persona molto solitaria. Quando era confusa o ansiosa, invece di parlare con qualcuno o sfogarsi, preferiva andare in chiesa a pregare da sola, in silenzio. Kisshu era a conoscenza di questo fatto, perché in passato aveva combattuto contro di lei proprio lì; teletrasportò quindi il gruppo all’interno del luogo sacro in pochissimi secondi.
La chiesa visitata da Zakuro era stata costruita in tempi recenti, ma la sua architettura richiamava palesemente lo stile gotico occidentale. Di pianta rettangolare terminante con un abside semicircolare, era composta da un’ampia navata centrale divisa da quelle laterali da due serie di alte colonne. Quasi tutto lo spazio delle navate laterali era occupato da una serie di banchi ammucchiati l’uno sull’altro dietro i quali si scorgevano nicchie e statue, dipinti e altarini; a parte l’altare in marmo posto nell’abside, il resto dello spazio era, invece, completamente vuoto.
La luce della notte filtrava da grandi vetrate sapientemente decorate che, colpite dalle luci esterne, proiettavano sul pavimento rettangoli dai colori vivaci che tagliavano il buio. Il portone gigantesco di bronzo era sbarrato.
«Cos’è successo a questa chiesa?» domandò Ichigo, guardandosi intorno.
«Recentemente hanno realizzato un ampliamento, aggiungendo un sottotetto. E’ ancora chiusa al pubblico,» rispose Zakuro. «Questo significa che nessuno verrà a cercarci qui.»
«Oh, è davvero un posto stupendo,» commentò Imago, incantata dai disegni elaborati delle vetrate.
«Sarà, ma è così terrorizzante… ho davvero tanta paura!» piagnucolò Purin, stringendosi al braccio di Taruto. 
Lui se la staccò di dosso nervosamente. «No, tu fai tutte queste storie solo per starmi attaccata!» ribatté, rosso in faccia.
Purin lo guardò con le lacrime agli occhi, tirando su con il naso.
Anche se sapeva che stava fingendo lui arrossì, e per non farlo vedere si girò con la faccia dall’altra parte. «D’accordo, prendi,» disse facendo l’offeso, e le tese il braccio.
«Grazie mille!» Purin gli saltò al collo, con tale energia che Taruto perse l’equilibrio e finirono per cadere a terra l’una sopra l’altro.
«Tornando a noi,» tossicchiò Chris, ignorando i due, «Imago, puoi dire a queste ragazze la profezia che parla del Messia?»
Prontamente, dopo essersi schiarita la voce, la ragazza aliena cominciò a recitare per l’ennesima volta le strofe antiche.
Ichigo ne ascoltò i primi versi, ma non riuscì a mantenere la concentrazione; assorta nei suoi pensieri, finì per girare le spalle al resto del gruppo e poi si allontanò, dirigendosi verso l’altare. Minto lo notò e schiuse le labbra per rimproverarla, ma alla fine decise di lasciarle fare ciò che voleva.

--

Ichigo si fermò ai piedi dell’altare e alzò la testa sul soffitto della chiesa, osservando con interesse i mosaici che lo adornavano: le tessere colorate che si mescolavano per formare un complesso disegno erano bagnate dai pallidi raggi della luna, che le faceva brillare di una luce tenue.
Quel luccichio le ricordò la tunica da sacerdotessa di Marie. Ichigo non si era ancora ripresa dalla sua morte e dal senso di colpa, e sapeva bene che la visione del corpo steso a terra della sua amica l’avrebbe perseguitata fino alla fine dei suoi giorni.
Sospirò, scacciando via le nuove lacrime che si erano prontamente formate agli angoli dei suoi occhi. Doveva essere forte.
“Ryo, dove sei?” si ritrovò però a pensare.
Accarezzò per un momento l'immagine del ragazzo biondo. Aveva davvero bisogno di lui in quel momento; aveva bisogno che le venisse in aiuto e la tirasse fuori da quel buio.
Era da quando Aoyama era scomparso che Ryo era diventato l’unico punto di riferimento per lei. Nonostante tutte le loro liti, il comportamento strano che aveva avuto negli ultimi tempi e la natura particolare del loro rapporto, senza di lui ora Ichigo si sentiva persa. Ryo avrebbe saputo cosa fare in un momento così delicato, e avrebbe saputo come guidarla e aiutarla.
Ma lui non c’era, c’erano solo i ricordi del suo ultimo scontro contro gli alieni e la nuova minaccia del Messia. Ichigo si chiese come potevano fermare un essere del genere se lei e le sue amiche non erano state neanche in grado di sconfiggere Hiroyuki. Allo stato attuale, anche Ryo avrebbe concordato nel dire che erano troppo deboli. Avevano bisogno di più potere, di nuove armi…
Armi…
Le parole di Marie riecheggiarono nella sua mente. “Non perderla di vista. E’ un’arma molto potente,” le aveva detto.
La sfera misteriosa! La sfera misteriosa era un’arma! Ichigo l’aveva dimenticata già da parecchio nella sua borsetta. Colta da quell’improvvisa illuminazione, la recuperò e se la portò davanti al viso, osservandola attentamente.
Nello studiarne la superficie graffiata e crepata in più punti, Ichigo si chiese cosa avrebbe pensato Ryo al suo posto. Non aveva idea di cosa fosse in realtà quell’oggetto o di come funzionasse, ma in fondo era pur sempre uno di quegli ooparts vecchi milioni di anni, per cui doveva essere appartenuta agli atlantidei… forse potevano usarla per sconfiggere il Messia?
Ichigo stava ancora esaminando la sfera quando un topolino le passò davanti di corsa, squittendo. Colta di sorpresa, la ragazza cacciò un piccolo urlo e balzò indietro d’istinto, ma nel farlo la sfera le sfuggì di mano e andò a spaccarsi a terra, contro il duro pavimento di marmo.
«Ops,» mormorò, mentre realizzava di aver appena ridotto in pezzi l’unica cosa che poteva esserle d’aiuto.

--

Il rumore del metallo che si frantumava rimbombò per tutta la chiesa, attirando l’attenzione del resto del gruppo.
Kisshu fu il primo ad alzare la testa e voltarsi in direzione di Ichigo. «Ma che le prende?» domandò alle altre ragazze. «Non riesco quasi a riconoscerla.»
Minto sospirò. «Ne ha passate di tutti i colori in questi ultimi mesi. Ha perso Aoyama e da quel momento in poi non ha fatto altro che combattere. I vostri amici non ci hanno lasciato un attimo di pace.»
«Non sono amici miei,» sbuffò l’alieno, ritenendo il sarcasmo di Minto del tutto inopportuno. «Bah, vado a parlarle.»
Zakuro gli lanciò un’occhiataccia. «Kisshu.»
«Solo parlarle,» precisò lui. «E poi, non penso che sopporterò ancora a lungo questa inutile profezia.»
«Aspetta, vengo con…»  Imago tentò di prendere la mano di Kisshu, ma lui si teletrasportò da Ichigo prima che lei potesse farlo. «…te.»
La ragazza aliena rimase ferma a guardare il punto in cui era scomparso, la mano ancora tesa.
«Scusami Imago, sei sicura di non sapere qualcos’altro di quella profezia che potrebbe esserci utile?» le domandò timidamente Retasu.
«S-Sì,» balbettò lei, girandosi verso di lei. «Forse ricordo qualche altra strofa.»

--
 
Ichigo si abbassò a terra e iniziò a raccogliere in fretta e furia i frammenti della sfera, come se sperasse di poterla aggiustare se li avesse rimessi tutti insieme. Ben presto, però, scorse un luccichio fra i pezzi del reperto ormai distrutto e si fermò. Stupita, lasciò perdere quanto raccolto finora e prese il minuscolo oggetto rimasto nascosto fino a quel momento all’interno della sfera.
Era una pietra preziosa! Dentro quella sfera c’era una pietra preziosa!
Ichigo non ne aveva mai visto una simile: grande quanto una noce, leggera e brillante, sembrava acqua mew, ma era granulosa e calda. A seconda di come era esposta alla luce assumeva una diversa sfumatura di colore: ora azzurrina, ora arancione, ora verde o dorata.
Presa da un’improvvisa euforia, la ragazza si girò indietro per andare a comunicare la scoperta alle sue compagne, ma nel muovere il primo passo finì addosso a Kisshu, che le era appena apparso alle spalle galleggiando a pochi centimetri da terra.
«Ehilà micetta, sei davvero così felice di vedermi?» scherzò lui.
Lei si rabbuiò. «Ah, sei tu, Kisshu,» disse piatta. «Scusa.»
Lui sollevò le spalle. «Fa niente. Credo che per te sia molto attraente…»
La risposta di Ichigo fu così nervosa e improvvisa che Kisshu quasi si spaventò. «Potresti smetterla, per favore?» sbottò in tono ostile.
«Cosa intendi dire?»
«Lo sai benissimo. Non ricominciare con quella vecchia storia, Kisshu. Io non ti ho mai trovato attraente e soprattutto ora non è il momento anzi, non è mai stato il moment–»
«Ichigo,» la interruppe l’alieno, «io stavo parlando di quella pietra luccicante che hai in mano.»
Le guance di Ichigo si colorarono di rosso, un bel rosso fragola. «Ah,» mormorò, e poi chiuse la bocca mentre si dava mentalmente della stupida almeno una ventina di volte.
Kisshu si avvicinò a lei, incuriosito dall'oggetto. «Cos’è? Altra acqua mew?»
«No, io… non so bene cosa sia.»
L’alieno inclinò la testa di lato. «Uhm, non ho mai visto nulla del genere,» ammise, «ma mi dà una strana sensazione.»
«Anche a me,» concordò Ichigo. Improvvisamente, si ritrovò a pensare che era strano discutere in modo così normale con Kisshu. Non avevano mai parlato così, perché nel passato non avevano fatto altro che lottare o litigare a causa dell’ossessione che lui aveva nutrito per lei. Da una parte le faceva piacere realizzare che sembrava essere scomparsa, ma dall’altra il sapere di non essere più di alcun interesse per lui la faceva sentire irragionevolmente dispiaciuta.
«Dovresti mostrarla alle tue amiche,» propose Kisshu dopo alcuni secondi, richiudendo le dita intorno ad uno dei polsi della ragazza. «E soprattutto, smettere di fare l’asociale. Non è da te, sai?» le disse facendole un occhiolino.
Arrossendo leggermente, Ichigo annuì e lasciò che lui la guidasse dalle sue amiche.

--

Accadde mentre stava ripetendo per la terza volta i versi che ricordava della profezia alle ragazze. Imago cominciò a provare una sensazione di disagio, che si diffuse così rapidamente dentro di lei da farle venire la nausea; cominciò a tremare in maniera incontrollata.
«Imago, stai bene?» si sentì chiedere da Retasu.
La voce della verde giunse all’orecchio dell'aliena lontana e ovattata. «S-Si,» mentì. «E’ che non sono abituata all’aria terrestre… sai, avendo vissuto sempre nel sottosuolo…» disse, o almeno, credette di dirlo; non ne fu del tutto sicura.
Si sentì di colpo molto, molto debole e stanca. La sua vista si annebbiò e la testa iniziò a dolerle; il battito del suo cuore divenne un suono insopportabile che la assordava e la disorientava. Gemette, portandosi le mani alle orecchie. Non capiva cosa le stava succedendo, ma voleva che finisse. Non importava come, voleva solo che finisse.
Più lei tentava di resistere, più il dolore aumentava, per cui pensò di lasciarsi andare. Decise che sì, era davvero meglio lasciarsi andare. Ma venne afferrata da una presa salda e una voce la riportò alla realtà.
«Ehi, Imago!» sentì gridare da Kisshu. Lui la stava sorreggendo, tenendola fra le braccia. Fu la prima cosa che riuscì a capire quando si riprese. Non era certa di quando lui le fosse apparso accanto ma, se non lo avesse fatto, sarebbe crollata a terra.
Cercò di concentrarsi su di lui. «Kisshu,» disse in un soffio incerto mentre riprendeva conoscenza, «sei tornato per me?»
«Che cosa stai dicendo?!» rispose l’alieno, premendo le mani ai lati del suo viso e costringendola a guardarlo in quelle pozze dorate che erano i suoi occhi. «Non sono mai andato via.»
«Che succede, Imago? Stai male?» domandò Ichigo, raggiungendoli. Kisshu l'aveva abbandonata quando erano a metà della navata per precipitarsi da Imago non appena si era reso conto che stava per svenire.
La ragazza aliena trattenne un respiro e si rivolse a Kisshu. «Io…Io pensavo che tu…»
«Tu pensi sempre troppo,» la interruppe lui e poi coprì la sua bocca con la sua, trascinandola in un bacio che lei non si aspettava.
Imago gemette sorpresa mentre Kisshu la baciava come se lei fosse aria e lui stesse annegando; c’era qualcosa di disperato in quel bacio. Non si sentiva ancora del tutto se stessa, ma intrecciò le braccia intorno al collo e lo strinse e ricambiò come poteva, anche se lui la stava lasciando senza fiato.
Quando Kisshu si staccò da lei, l'aliena si ricordò che non erano soli; si accorse che Ichigo e le altre ragazze terrestri li stavano guardando con espressioni più o meno sconvolte.
Provò un imbarazzo terribile. Spinse via Kisshu con una forza che non credeva di avere, barcollando ma restando in piedi. «N-Non davanti a tutti, stupido!» blaterò, rossa in viso.
Lui la guardò fisso per qualche attimo, incerto. «Dovevi pensarci prima di farmi prendere un colpo,» replicò alla fine, sorridendo leggermente. «E sappi che lo farò di nuovo se proverai a farmi una cosa del genere. E questa è una minaccia,» concluse in tono scherzoso, cercando di non far trasparire quanto era in realtà ancora preoccupato.
Imago si coprì il viso e mugolò delle scuse sconnesse in direzione del resto del gruppo e soprattutto di Ichigo.
«Non… Non preoccuparti, Imago, siete davvero carini insieme!» intervenne allora Minto, dato che la sua leader sembrava troppo scioccata per spiccicare parola. Si portò una mano al lato della bocca. «Ma Kisshu è un pervertito,» le sussurrò segretamente da lontano, in modo perfettamente udibile da tutti.
«Sì, sì, è un pervertito!» le fece eco allegra Purin alle sue spalle, beccandosi un’occhiataccia irritata dell’alieno.
«Volete smetterla di giocare? Il mondo sta per finire,» le richiamò Zakuro a quel punto, ricordando loro il motivo di quella riunione improvvisata.
«G-Giusto! A questo proposito, io ho scoperto…» cominciò Ichigo, ma un profumo intenso le stuzzicò il naso e la fece starnutire più volte di seguito, impedendole di terminare la frase.
«Salute!» le disse gentilmente Retasu, ma un istante dopo anche lei fu presa da un violento attacco di raffreddore.
«Ehi! Non sentite anche voi uno strano odore?» chiese Purin, guardandosi intorno e annusando l’aria con piglio molto animalesco.
Una sottile nebbiolina bianca, dal profumo intenso e penetrante, stava rapidamente avvolgendo l’ambiente intorno a loro.
«Che succede in questo posto?» sibilò Chris, disgustata e preoccupata allo stesso tempo, cominciando a tossire.
«E’ incenso…» spiegò Zakuro portandosi una mano alla bocca, tossendo a sua volta.
«Bleah, e a che serve questa roba?» chiese Taruto, nascondendosi il viso fra i vestiti nel tentativo di filtrare l'aria.
«A stordire i fedeli, credo…» gli rispose una nauseata Minto, che subito dopo fu costretta ad appoggiarsi ad Ichigo per evitare di cadere a terra: quel profumo così forte le si era insinuato nelle narici e lei sentiva che se non se ne fosse sottratta al più presto, sarebbe caduta a terra svenuta.
Una risata inquietante riecheggiò nella nebbia. «L’incenso serve per festeggiare,» disse una voce maliziosa, «in questo caso, la vostra fine!»
La reazione di Zakuro fu istantanea. «Mew Mew Zakuro, metamorphosis!» gridò, trasformandosi. Agitò la sua frusta e il movimento dell’aria spazzò via la nuvola asfissiante d’incenso, liberando i polmoni e la visuale alle ragazze.
«Grazie, Mew Zakuro!» disse Ichigo alla compagna respirando profondamente, ma continuando a tossire per i troppi fumi aspirati.
Mentre le ragazze si strofinavano gli occhi lacrimanti, Chris, che sembrava non aver accusato troppo gli effetti dell’incenso, esaminò con aria nervosa lo spazio intorno a loro. «Voglio proprio vedere chi… ah, lei?!» esclamò con stupore non appena individuò l’aliena apparsa dall’altra parte della chiesa. Gli altri seguirono il suo sguardo ed infine anche loro la videro.
«K-Kassandra!» esclamò Retasu con voce arrochita, stringendosi una mano al petto, laddove c’era il suo tatuaggio.
La bella aliena era seduta sul davanzale di una delle vetrate a gambe accavallate, e Hiroyuki era in piedi accanto a lei. Era circondata da un’infinità di chimeri parassita, che rilucevano al buio come stelle nel cielo. Impegnata a ridere sguaiatamente, non sembrava essersi accorta di Kisshu e degli altri.
«Io sono la Principessa Kassandra!» gridò dall’alto a Retasu, correggendola. «E questa, mie care avversarie… questa è la resa dei conti!» strillò, per poi scoppiare in una nuova risata.






++++

 
Note:
Con la presente rendo noto al mondo che quando scrivo delle risate di Kassandra immagino che siano ridicolissime come quelle di Takano-san e di conseguenza inizio a ridere anche io.
Per farvi capire: http://youtu.be/1W3XUP1LD7A?t=16s (vi avverto just in case, nel link c’è uno spoiler di Higurashi no Naku Koro ni).
  
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